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Autore: devilrose1982    08/07/2011    4 recensioni
Un incontro casuale tra due vecchie conoscenze, una serata ad alto tasso alcoolico, a cosa porterà?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Axl e Slash tornarono avviliti verso la macchina con lo sguardo basso, cupo. Erano coscienti della loro sconfitta, Nicole aveva fatto la sua scelta; aveva scelto di non seguirli, aveva scelto di restare con Scott.
Non dissero un parola per quei pochi passi che li dividevano dall’auto, il chitarrista aveva ancora i pugni stretti e un ghigno furioso stampato in faccia, tremava dalla rabbia.
“Dammi le chiavi, guido io” ruppe il silenzio la voce secca di Axl, il chitarrista non potè fare a meno di dargli le chiavi senza obiettare, era troppo teso anche solo per riuscire a guidare, il suo istinto gli gridava forte di tornare indietro, di sfondare la porta, prendere a pugni Scott fino a quando non sarebbe più stato in grado di respirare. Non avrebbe risolto nulla quello è certo, avrebbe allontanato ancora di più Nicole, ma almeno si sarebbe levato la soddisfazione di togliersi di torno l’ego smisurato di Scott, di liberarsi per sempre di quella sua boria che non aveva mai potuto sopportare.
Continuava a ripensarci, aveva ancora il loro sguardo complice a tormentarlo, per quanto si sforzasse di pensare ad altro erano ancora li e non riusciva a toglierseli dalla testa:
“Cazzo Axl, non abbiamo fatto tutti quei chilometri per lasciarla con Scott, devi tornare indietro, devi portarla via”
“Ascoltami bene” si irrigidì Axl “Sei o non sei stato tu che mi hai detto che mi raccontava una marea di cazzate? Oggi è stata solo la riprova, l’ennesima. E’ grande, non posso obbligarla a venire via. Cosa credi? L’avrei presa volentieri a schiaffi, avrei preso volentieri a schiaffi anche lui se è per quello, ma cosa ci vuoi fare, è la vita. Ha scelto lui, fattene una ragione come me la sono fatta io, ha scelto lui, basta”
“Rose, non ti ricordavo così lascivo, che fine ha fatto l’Axl Rose che tutti conosciamo?”  Gli urlò contro.
“Falla finita Slash, sono passati secoli, l’Axl Rose che conoscevi tu è morto tanto tempo fa, e per quello che mi interessa anche mia figlia è morta, e ora piantala per favore”
Slash si zittì, si aggiustò sul sedile del passeggero a fissare Axl.
Aveva ragione, forse. Sarebbe stato inutile tutto quello che aveva in mente, non avrebbe certo risolto le cose, era un pensiero miseramente consolatorio, soffriva, soffriva come un cane ma guardando Axl capì che lui stava ancora peggio.
Aveva riposto in sua figlia tutte le migliori speranze, aveva cercato di farle capire attraverso i suoi errori quale doveva essere la strada da percorrere.
E ora? Cosa aveva ottenuto?
Era un uomo deluso e distrutto, non gli rimaneva più niente se non una sconvolgente verità.
Già era stata dura quando aveva rischiato di perderla, quando aveva scoperto in un’asettica stanza d’ospedale che sua figlia se la faceva col suo nemico, di vent’anno più grande, che aveva perso un bambino che aspettava da lui e che era in fin di vita.
Axl aveva pensato che quello fosse il punto più basso che Nicole potesse mai toccare, ma invece no, quello era stato forse il male minore, l’aver scoperto che la figlia gli aveva raccontato un sacco di bugie lo feriva ancora di più. Non si fidava più di lei, non sapeva se mai sarebbe riuscito a fidarsi di nuovo, a guardarla di nuovo in faccia.
Aveva perso, doveva ammetterlo, perlomeno con se stesso
“Axl…”
“Che c’è?”
“Grazie…”
“Grazie di cosa?” chiese il rosso
“Di avermi impedito di rovinarmi la vita, se non fosse stato per te io… Io l’avrei ammazzato di botte”
Magra consolazione: aveva salvato Slash dal fare fuori Scott Weiland, pensò che forse non sarebbe stato un grande conforto. Axl sentì il suo respiro affannato e gli occhi che gli bruciavano, vedeva la strada di fronte a se sfocarsi pian piano appannata da quelle che sembravano lacrime.
Avrebbe voluto piangere, piangere forte e urlare ancora più forte tutta la sua rabbia, la sua disperazione, ma non voleva farsi vedere così da Slash, non avrebbe mai ammesso con qualcun altro che quella sconfitta lo aveva annullato, avrebbe finto di essere forte, come ogni volta.
Da quanto tempo non si sentiva così di schifo.
Erano quasi arrivati a casa, mancava poco a quell’enorme villa  in cui si era rinchiuso.
Non aveva la forza di tornare là ora.
Si fermò poco prima del cancello, era quasi sera e le luci lungo il vialetto che conduceva alla villa erano illuminati a indicare la salita buia.
Rallentò oltrepassando il grosso cancello di ferro e fermò la macchina di fronte alla porta di casa. Girò la chiave e tirò il freno a mano, scese dall’auto seguito dal chitarrista avvilito
“Allora ciao Axl” disse Slash a bassa voce cercando per quanto possibile di non incrociare il suo sguardo, avevano perso entrambi , ne erano coscienti, ora tutto aveva perso di significato.
“Sono un fallito” mormorò Axl tra i denti appoggiandosi con le spalle al muro, aveva ancora su gli occhiali da sole nonostante questo fosse tramontato ormai da un pezzo, Slash si accorse dalla voce tremolante del cantante.
“Che cazzo dici?” lo riprese Slash “Tu non sei un fallito, guarda così hai fatto, la gente ti osanna, Cristo, sei Axl Rose, non un fottuto fallito del cazzo, Axl”
“E smettila Slasher”
Slasher…Da quanto tempo non lo chiamava così.. Anni
“Cos’ho? Niente. Chi se ne frega della gente, se mi osanna, se mi infama, non me ne frega più un cazzo Slash, non ho più voglia di combattere, non ora che anche Nicole…” troncò la frase, era pallido in volto, si passò una mano tra i capelli, completamente perduto  - Non ora che anche Nicole mi ha voltato le spalle, ora che anche Nicole mi ha abbandonato - pensò.
“Axl è tutto ok?” No che non era tutto ok, che domanda inutile.
“Si” disse secco “E’ stato solo un momento, è tutto ok”
“Ok, io allora vado” si congedò Slash
-Fermalo Axl, non lasciare andare via anche lui, lo so che non vuoi e allora fermalo- nessun pensiero razionale, era la sua coscienza a parlare per lui.
Fottuto orgoglio, non l’avrebbe fregato di nuovo, non questa volta.
“Slasher” lo chiamò Axl
Slash si voltò fissando il cantante che lo guardava immobile “Si?”
“Abbiamo troppe cose da chiarire” buttò lì Axl. Il chitarrista lo guardò di traverso, che diavolo voleva dire? “Dovresti restare, dopo magari ci facciamo un bicchiere”
Era impazzito forse, quante volte Slash aveva cercato un chiarimento con lui sentendosi sempre respingere, addirittura fino alla mattina Axl avrebbe voluto vedere lui morto e ora lo invitava a restare. Gli eventi del giorno dovevano averlo sconvolto veramente tanto, ma in fondo era quello che anche lui voleva, quello che aspettava da anni.
Non poteva dire di no, sarebbe stato stupido.
Non se lo fece ripetere due volte e raggiunse Axl.
Parlarono a lungo quella sera, la strada certo era ancora tutta in salita, non sarebbe stato facile appianare tutti gli scontri che c’erano stati tra i due, ma non c’era più spazio per la rabbia e per continuare a fingere che il legame che c’era stato in passato tra loro non fosse mai esistito, certo erano passati tanti anni, forse troppi, ma ormai erano due persone adulte e mature, non erano più i due coglioni che per anni non si erano rivolti parola mossi dalla rabbia.
L’whisky bruciava in gola e annebbiava la mente fornendo un’effimera parentesi di sollievo.
Si ritrovarono a notte fonda insieme come ai vecchi tempi, completamente ubriachi ma con una nuova consapevolezza e il resto venne quasi da se, automatico.
 
 
 
   
 
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