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Autore: Black Nana    11/07/2011    3 recensioni
Crossover basato su un incontro fra Nana Osaki e Reira Serizawa di "Nana" e Maka Albarn e Crona di "Soul Eater".
Godetevi la storia sperando che vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Crona, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dal diario di Reira


Mi chiamo Layla Reira Serizawa, sono una sangue misto con un solo dono: la voce. Mi chiamano la principessa cantante. Non so nemmeno perché mi chiamino così, ma fatto sta che tutti mi conoscono con questo nome. Mi domando come facciano gli altri a conoscermi se nemmeno io mi conosco. Per tutta la vita mi sono dannata ad amare disperatamente un uomo che non ha mai provato dei sentimenti per me se non quelli che si provano verso una sorella, ma che per il suo cosiddetto troppo amore mi ha rinchiusa in una prigione di cristallo invisibile; mi sento come le bambole di pezza che stanno lì ferme ad osservare il mondo con quei loro occhi così stupendi, immobili senza alcuna traccia di sofferenza o di emozione alcuna, ma io non sono così, o meglio, non del tutto perché provo un'unica sensazione: un dolorosissimo vuoto! L'unico modo per alleviare almeno in minima parte questa sofferenza che mi opprime è il canto, perché è nella musica che io do tutta me stessa, ci metto l'anima in quelle splendide canzoni. Nella mia mente ora c'è un chiodo fisso, una persona, lei: Hachi. Perché non sono lei? Se solo fossi Hachi lui mi amerebbe. Chissà cosa si prova ad essere amati realmente e ricambiati, immagino sia una sensazione meravigliosa, peccato che io sia solo un'inutile e patetica portatrice di una voce a detta di tutti così sublime; che sia poi vera questa affermazione?! Io non ci credo, in fondo ho questa estensione vocale semplicemente perché non sono Giapponese, ma Americana. A volte è difficile ricordarsi le proprie origini e la propria vera natura quando le si devono nascondere continuamente, quando è necessario fingere di essere qualcuno che non si è e non si sarà mai!


Dal diario di Scarlet (Maka)


Dopo avergli lasciato quella lettera vi spruzzai il mio profumo preferito al solo scopo di colpevolizzarlo e tormentarlo, per ottenere una piccola soddisfazione personale. Grazie a lui sono libera di essere Scarlet, ma in fondo lo sono sempre stata, avevo solo bisogno della goccia che facesse traboccare il vaso per poter vivere finalmente serena. Dopo aver firmato e cosparso di eau de toilette la lettera, sotto il mio vecchio nome gli lasciai il segno di un bacio rosa, di quel rossetto tipico di Maka. La riposi sul suo letto insieme ad una foto ed alla maglia che mi aveva regalato per i miei 15 anni, un altro gesto tipico di quella scialba ragazzina che ero stata e che mai più sarei tornata ad essere. Sul tavolo della cucina lasciai una lettera per ciascuno degli ex amici di Maka e per Blair: lei era l'unica che mi dispiaceva lasciare, visto che ultimamente si era data una calmata con Soul, oltre alla mia adorata amica Crona. Proprio lei mi accompagnò fuori dalle porte della città dove il vecchio porco mi aspettava. Le mia dolce amica mi aveva fatto un regalo magnifico prima di separarci: dei guanti neri di pelle con delle borchie argentate e un foulard nero con delle rose rosse disegnate. Quei regali capitarono a fagiolo: dovevo coprirmi di più, ero troppo scollata per i gusti del vecchio riguardanti la sua adorata figlioletta. Che ipocrita, prima la faceva soffrire e poi la soffocava dandole il tormento. Su una cosa concordavo con Maka: gli uomini sono tutti uguali e soprattutto odiosi o almeno così credevo, ma non potevo immaginare che in quattro anni le cose sarebbero cambiate radicalmente.

Spirit fu scioccato quando mi vide, davvero non gli sembravo più io e infatti lui non sapeva che quella non era più la sua bambina, ma una donna, un'altra donna. Lo ringraziai per il complimento e lo rassicurai dicendo che mi sarei fatta sentire, ma lo avvisai che per non farmi scoprire mi sarei firmata come Scarlet Duprè , la sua adorata nipotina. Gli diedi un bacio sulla guancia e gli dissi che gli volevo bene e che mi sarebbe mancato; tutte bugie, ma dette a fin di bene per farlo calmare e fargli tenere il becco chiuso, per lasciare quel luogo così doloroso in pace, finalmente.


Dal diario di Soul


Erano le 6:00 del mattino, ero esausto dopo aver trascorso l'intera nottata a fare baldoria con quei tipi strambi del primo anno di cui non ricordo i nomi, che gente! Sicuramente stava dormendo, non avevo voglia di svegliarla: era così bella quando dormiva, sembrava un'altra. Peccato che da sveglia non fosse così, ma una secchiona rompiballe ossessionata dai libri e che amava tirarmi addosso con i suoi tremendi Maka Chop. Quel nome, Maka, lo avrei rimpianto per molto tempo perché pur sapendo cosa provavo per la mia Meister continuavo a fare l'adolescente idiota, fissato con l'idea di essere cool. Per certi versi sembravo quel rintronato di Black*Star.

Andai in camera sua, ma quando entrai ebbi un'amara sorpresa: lei non c'era e io ero davvero terrorizzato pensando a ciò che mi avrebbe fatto Spirit. Così andai in bagno e nemmeno lì c'era (per fortuna, altrimenti mi avrebbe decapitato!), la cercai in camera mia e fu lì che feci l'amara scoperta. Quando lessi la lettera che mi aveva lasciato il mondo mi crollò addosso, perché in apparenza il tono delle sue parole sembrava gentile, ma ciò che Maka voleva realmente dirmi era che mi odiava e che non era il comportamento di una sera, ma erano parole, gesti e tante altre piccole cose che ci avevano separati! Dopo averla letta chiamai Spirit, ma lui non fu sorpreso e mi disse che lui stesso aveva accompagnato la figlia dalla madre all'aeroporto di Death City e che sapeva della lettera, inoltre mi disse di guardare in cucina dove lei aveva riposto delle lettere per gli altri, ma la mia era speciale perché sapevo che forse mi amava! Io non so cosa sia l'amore, ma so per certo che il segno di quelle labbra voleva dire qualcosa e capii solo quando vidi lo specchio nel mio armadio, sul quale con del rossetto rosso aveva scritto delle parole che mi ferirono più di un doppio Maka Chop.

Don't try to tell me what to do, don't try to tell me what to say. You're better off that way! You held my hand and walked me home, I know. You wiped my tears, got rid of all my fears, guess it wasn't enough to take up some of my love. You were my happy ending but now it's too late for it because you destroyed all my dreams and all my hopes! Amor che nulla ha amato amar perdona! Per te non sarà mai così: ti odio Soul Eater Evans, addio! Dimenticati di avermi conosciuta, non cercare di rimettere insieme i pezzi perché non hai speranze: tu per me non esisti più! Addio per sempre!

Fu davvero come un pugno nello stomaco e quel suo “ti odio” mi aveva distrutto! Volevo ritrovarla, desideravo dirle che ero pentito, credevo che forse sarebbe tornata, ma non fu così! Non mi fidavo di Spirit: lui sapeva la verità, perché quelle frasi che aveva scritto sullo specchio mi fecero credere che forse lei non era dove diceva di essere. C'era anche un altro elemento a confermare i miei sospetti: i suoi elastici preferiti li avevo trovati per terra. Tutto questo era troppo strano perché conoscendo la mia Meister sapevo che non si sarebbe mai separata da quegli elastici! Non immaginavo nemmeno lontanamente quale fosse la verità, ma di una cosa ero assolutamente certo: volevo farmi perdonare da lei e per farlo dovevo guardarmi bene da Spirit e da Blair perché ero certo che coprissero Maka, ma anche qualcun altro sapeva, solo che non credevo sapesse mentire così bene, eppure me lo sarei dovuto aspettare da lei.


Dal diario di Blair


Non credevo che la mia Maka soffrisse così. Le avevo promesso che Soul non avrebbe saputo nulla dei capelli e della sua nuova personalità, ma non mi ero accorta dei ciuffi di capelli per terra in camera sua. Soul per fortuna di quelli non si era accorto, ma degli elastici sì! Speravo non sospettasse nulla di quello che era accaduto quella notte. Io e Crona non potevamo farci sfuggire nulla, altrimenti avremmo ferito Maka ancora una volta e non volevamo.

Nei giorni seguenti Soul era affranto, infuriato, e si sentiva in colpa per non averla capita e non averle dimostrato quanto tenesse a lei, ma ciò che temevo era che sospettasse di me credendo che io sapessi la verità. Quest'ultima è la cosa più difficile da capire, soprattutto per Soul, che nei quattro anni passati dalla fuga di Maka aveva sempre sospettato che quelle di Spirit fossero solo menzogne. Purtroppo ci aveva visto giusto, ma nessuna di noi gli parlò per amore di Maka, poiché sapevamo quanto avrebbe sofferto se lui avesse scoperto tutto .

   
 
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