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Autore: Epicuro    12/07/2011    9 recensioni
Non sempre le cose sono come ce le aspettiamo. Il Sommo Sion lo capì aprendo le tende che davano sulla grande sala del trono. Dopo aver dato una rapida occhiata nell’ambiente le richiuse e disse:
«Ragazzi, li lascio a voi. Mi sono appena ricordato di avere un appuntamento dal dentista!»
«Eh?! Sta scherzando vero?» esclamarono in coro Aiolos e Saga.
«No! Ecco la lista con i nomi e i segni corrispondenti. Là ci sono le armature e i templi sapete dove sono! Buona fortuna!»
Due inesperti quattordicenni alle prese con degli irruenti piccoli eroi in armatura: disastro assicurato!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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Tutti in gita!

 

Aiolos e Saga erano decisamente depressi, nonché infuriati con Sion che li aveva praticamente lasciati alla mercé dei baby gold, che, dopo aver riposto le armature nei loro contenitori, li guardavano in attesa di istruzioni.

Il Sagittario si grattò la testa pensieroso rivolgendosi a Saga: «E adesso?»

«Direi che non abbiamo altra scelta! Li accompagniamo alle loro case e poi li portiamo a visitare il Grande Tempio!»

«Facciamo una gita?» chiese Milo su di giri.

«Vi faremo vedere i posti e le strutture utili del Santuario» rispose Aiolos.

«Quindi una gita!» insistette lo Scorpione.

«Non proprio....» disse Aiolos, ma venne fermato da Saga, che stava per perdere la pazienza.

«Aiolos, lascia perdere o non ce lo leviamo più di dosso!» per poi rivolgersi allo scorpioncino: «Sì. Milo, è una gita! Quindi prendete tutti il vostro cloth in spalla come fosse uno zaino e mettetevi in fila per due!»

Cosa che scatenò un chiasso assurdo per formare le coppie e il successivo intervento dei saint di Gemini e Saggitter per riportare all’ordine i più indisciplinati.

In particolare Aiolos dovette costringere Milo a far coppia con Mu, (che continuava a vantarsi di essere l’allievo prediletto del Grande Sacerdote, alla faccia di Sion!), per evitare che Camus mandasse l’esuberante Scorpione a trovare Ade anzi tempo. L’Acquario finì quindi a far coppia con un contrariato Shaka, per nulla contento di dover interrompere la sua meditazione per fare un giro turistico.

Intanto, poco più in là, Death aveva deciso di attaccare bottone con Shura:

«Ehi, Caprone, sei troppo un grande! Cercare di far fuori i capoccia alla prima occasione è un’azione degna della mia stima!»

«Mi chiamo Shura e il mio segno è il Capricorno, non il Caprone! Comunque non era mia intenzione attentare alla vita del Grande Sacerdote! É stata solo disattenzione.»

«Sì, come no. Questa è una scusa vecchia come il mondo. Comunque il tizio in armatura alata l’hai quasi accoppato. Ritenta, magari sarai più fortunato! Senti perché non ci mettiamo in società per spacciare caramelle, musica e film? Sono sicuro che saresti un ottimo picciotto!»

Shura guardò l’italiano con un certo sconcerto: «Queste cose illegali non mi piacciono! Io sono qui per servire la giustizia come mi ha sempre insegnato mio padre. Lui è un poliziotto!»

Al sentire la parola poliziotto il Cancro indietreggiò, per poi puntare il dito contro lo spagnolo: «Una spia della pula! I piedi piatti non mi avranno mai STRATI DI UHMPF!!!»

Saga tappò la bocca a Death e lo sollevò di peso per poi costringerlo a mettersi in fila con Aldebaran.

«Il teppista con lo spadaccino assolutamente non assieme o finisce che devastano tutto. Meglio dividerli.» commentò Gemini.

«Minchia come ti sei permesso! Io ti stacco la faccia e ci decoro camera mia!»

Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Saga fece esplodere il suo cosmo e, guardandolo malissimo, alzò Death da terra prendendolo per il colletto della maglietta. Il Cancro deglutì; gli occhi di Saga avevano assunto una sfumatura rossastra per nulla rassicurante: «Tu cosa pivello? Vedi di rivolgerti a me con più rispetto o ti spedisco in un’altra dimensione e non in senso figurato! Finita la “gita” tu ti fermerai con me nell’arena degli allenamenti e non voglio più sentirti fiatare!»

«Signor sì capo! Ai suoi ordini capo!» rispose tremante Death.

«Ecco, è così che si ragiona. Prima imparate a riconoscere chi comanda e meglio sarà per voi!» e Saga, tornando normale, lasciò la presa facendo cadere il Cancro a terra.

Aldebaran: «Però, ha proprio un fare autoritario quando si arrabbia!»

Death rialzandosi: «Già, come boss della mala sarebbe perfetto. Mi sa che qui finisco io a fare il picciotto e non il contrario!»

Intanto Aiolos era alle prese con il fratello che voleva fare coppia con lui:

Aiolia: «Fratellone, mi prendi in braccio?»

«No, ora sei un cavaliere e come tale ti devi comportare»

«Allora stiamo in fila assieme?»

«Aiolia, io non ci sarò per sempre ad aiutarti! Devi quindi imparare a cavartela da solo e a fare amicizia anche con gli altri bambini!»

«Ma io voglio stare con te!»

«Aiolia non fare i capricci e mettiti in fila con Afrodite, da bravo!»

«No!»

«Si!»

«No»

«Perché?»

Alla domanda del fratello, Aiolia diventò tutto rosso: «Perché lui sembra una bambina e se mi vede Marin poi pensa che ho la fidanzatina!»

Aiolos sospirò mentre Afrodite diede una rosa al Leone:

«Uhm... grazie, ma cosa me ne faccio?»

«La dai alla bambina che ti piace! Sono sicuro che le piacerà! Senti che buon profumo!» rispose Afrodite con fare innocente.

«Grazie, sei un amico!» e Aiolia annusò a pieni polmoni la delicata fragranza della rosa del cavaliere dei Pesci.

STUMP!

Aiolos, scuotendo il fratello caduto a terra svenuto: «Aiolia, che ti prende?»

Afrodite: «Le mie rose sono velenose e il loro profumo fa perdere i sensi! Così impara a darmi della femmina! Muhahaha!» e il pargolo andò quindi dall’unico rimasto senza compagno: Shura.

«E...e...etciù!»

ZACH! CRASH!

«Ehi! Ma allora ce l’hai con me!» urlò Aiolos con in spalla il fratellino svenuto, mentre Saga si passò preoccupato una mano tra i capelli:

«Mannaggia! Quella finestra l’hanno riparata solo l’altro giorno dopo che il saint della Freccia l’ha sfondata sbagliando mira. Sion non sarà contento e scommetto che darà come la solito la colpa a me!»

Shura aveva infatti fatto partire accidentalmente un altro colpo in direzione del Sagittario portandosi velocemente la mano alla bocca per starnutire, facendo saltare i vetri di una delle finestre nuove del tredicesimo tempio.

Death, urlando dall’altra parte della fila al Capricorno: «Dai che questa volta c’eri quasi!»

Shura, mortificato:«Scusatemi, non volevo, e che sono allergico ai fiori!»

Aiolia: «Prima che mi accoppi e butti giù a spadate l’intero Santuario, metti le mani dietro la schiena!»

«Così?» chiese Shura.

«Sì!» e Aiolos, dopo essersi sfilato la fascia rossa dei capelli chiese a Saga di legare le mani di Shura dietro la schiena.

«Perfetto, almeno per un po’ staremo tranquilli!»

E Aiolos, con Aiolia in spalle, fece d’apri fila, mentre Saga si collocò alla fine per controllare di non perderne nessuno per strada e tutta la comitiva si avviò per una bella scampagnata per il Grande Tempio.

 

Le 12 Case: scontri e incontri!

 

(parte prima)

«Bene ragazzi, ora vi faremo vedere le vostre nuove case, nonché i Templi che dovrete controllare per ostacolare i nemici che vorranno fare del male ad Atena! Tutto chiaro?» disse Aiolos mentre i bambini annuirono.

Milo a Mu: «Visto, ci fanno pure da guide!»

Mu: «Già, dici che poi ci interrogheranno?»

«Non lo so, ma è meglio prendere appunti! Non voglio prendere un brutto voto!»

«Ma io non ho voglia di scrivere!»

«Non preoccuparti, ti passo i miei appunti!»

E l’Ariete, felice di poter andare a scrocco, tornò allegramente a rigirarsi i pollici.

Intanto la combriccola era arrivata al dodicesimo tempio.

«Afrodite, questa è la casa dei Pesci, posa pure il tuo cloth.» disse Aiolos.

Afrodite fece quello che gli era stato detto e poi fece una rapida ispezione al tempio, notando quanto fosse grande e che il suo bagaglio era già stato collocato negli armadi. Rimase poi piacevolmente colpito dal roseto, che si apriva sul retro del salotto. ed estasiato dal bagno super lusso con idromassaggio e sauna.

«Ti piace?» chiese Saga.

«Oh si! Chi prova a toccare la mia nuova casa lo faccio a pezzi con le mie Piranha Rose. Non ho mai avuto una vasca da bagno così grande e nessun cattivo potrà portarmela via!»

«Hem... lo scopo di custodire uno dei dodici templi non è esattamente quello di evitarne eventuali danni agli edifici, ma in fondo l’importante è che i nemici non passino!» commentò Saga, mentre Aiolos sospirò:

«Ho la sensazione che di Atena qui non importi nulla a nessuno!»

Per poi passare alla casa dell’Acquario. Appena Camus mise piede nel tempio si rivolse ad Aiolos e Saga:

«C’è l’aria condizionata?»

«Sì, gli appartamenti privati di ogni tempio sono stati dotati recentemente di riscaldamento e condizionatori su intercessione di Socrate. Prima erano riscaldate solo le stanze del Grande Sacerdote» rispose Aiolos.

«Perfetto, del riscaldamento non mi importa, ma del condizionatore si. Dov’è?»

«L’impianto dovrebbe essere da questa parte» e Saga accompagnò Camus al pannello apposito, dove il francese mise subito al massimo la manopola dell’aria fredda, cosa che fece brontolare tutti gli altri dato che si erano ritrovati a battere i denti.

«Brrr...direi che è meglio passare alla prossima casa prima di beccarci una polmonite!» e Aiolos guidò i pargoli verso la casa del Capricorno, dove rimasero estasiati ad osservare la statua di Atena che donava Excalibur ad un anonimo Capricorno.

Death: «Che figa la dama del Lago!».

Saga: «Quella è Atena.»

Death: «E che mizzega centra Excalibur con una divinità greca? Non l’aveva data la Dama del Lago a Merlino che l’aveva piantata in una roccia per poi essere estratta da re Artù? Almeno mia nonna me l’ha sempre raccontata così!»

Saga e Aiolos fecero spallucce: «Ogni paese ha le sue versioni!»

Shura: «Ehm mi potreste slegare temporaneamente le mani? Altrimenti non riesco a posare l’armatura e ad aprire le porte per vedere la mia nuova casa!»

«Oh si scusa, ma mi raccomando eh?» lo avvisò Aiolos, e Shura si affrettò a perlustrare il tempio, per poi tornare con un bernoccolo sulla fronte.

Saga: «Cosa ti è successo?»

Shura: «Quando sono andato nel giardino dietro la casa, sono stato centrato da un oggetto di metallo lanciato da qualcuno oltre il muretto!»

Aiolos: «Cos’era?»

Ma il Capricorno, su richiesta della ragazzina che aveva fatto incursione per riprendersi il maltolto rispose: «Una lattina vuota!» per poi ripensare alla maschera d’argento, agli occhi color smeraldo e la pelle ambrata della giovane guerriera.

«Come mai sei diventato tutto rosso?» chiese Milo, a cui la cosa non era sfuggita.

«Caldo!»

«Se vuoi ti rinfresco con un’ Aurora Execution!» si propose gentilmente Camus.

«Magari un’altra volta, ma grazie per la premura» rispose sconcertato il Capricorno all’Acquario.

Nel frattempo anche Aiolia si era ripreso dall’aroma delle rose di Afrodite e quindi Aiolos aveva deciso di scaricare il fratello a terra e farlo camminare con le sue gambe, nonostante le proteste del leoncino.

Arrivarono quindi alla Casa del Sagittario:

«Bhe, ragazzi, questa è la mia casa e la sua porta è sempre aperta se avete bisogno, d’accordo?» disse Aiolos, mentre Aiolia chiese:

«Dove lascio il mio cloth fratellone?»

«Non qui, tu sei più giù, alla casa del Leone!»

«Quindi non abiterò con te?» e al segno di assenso del fratello il leoncino scoppiò nuovamente a frignare «Ma io ho sopportato tutti quei duri allenamenti solo per poter vivere nuovamente insieme te!»

«Bisogna dire che l’hai allenato trasmettendogli un alto senso del dovere e un’incomparabile devozione alla dea!» disse ironico Saga.

«È ancora troppo piccolo per capire il suo ruolo e l’importanza di proteggere Atena! E poi tu ti eri arruolato con il tuo gemello pensando che i saint di Atena fossero un gruppo di rievocazione storica!» ribatté Aiolos.

«Mentre tu hai accettato di allenarti per sfuggire da tua zia Aiolina, facendole credere di essere stato ammesso ad una scuola di giovani dotati!» rispose Saga infastidito.

«E ora quella povera donna crede che tu sia in America a fare il Super Eroe e invece sei in Grecia a farti sfruttare da un vecchio lavativo» Un ragazzo castano più grande di loro di qualche anno li aveva raggiunti nell’androne porticato uscendo dalla porta degli appartamenti privati.

«Epicuro, sei sempre il solito criticone!» esclamò Aiolos, per poi chiedere: «Socrate non c’è?»

«No mi dispiace. Mio padre è andato in posta ad Atene a pagare le bollette del Grande Tempio al posto del Grande Sacerdote. Comunque sono solo realista nobile Sagitter» rispose pacato il ragazzo per poi fermarsi a guardare i pargoli che lo osservavano incuriositi.

Milo, tirando la tunica di Epicuro: «Ciao io sono Milo e tu chi sei, un cavaliere?»

«No piccolo, sono il maggiordomo della Casa del Sagittario! La mia famiglia presta servizio in questo Tempio dall’epoca del mito.» rispose sorridendo il ragazzo per poi rivolgersi a Saga e Aiolos:

«E questi non ditemi che sono quello che penso!»

Saga annuì: «Sì, sono proprio i nuovi gold saint dei segni mancanti.»

«Per Atena! E tanto per cambiare Sion ve li ha sbolognati?»

Aiolos annuì.

«E voi avete veramente intenzione di fare da chiocce a questi pargoli?»

«Non abbiamo scelta. Siamo in missione per conto di Sion» rispose il Sagittario.

«Addirittura! E scemo io che mi stupisco sempre. Sion per non lavorare sarebbe disposto pure a farsi ammazzare!»

«Lascia perdere, ho già le scatole che mi girano! E quanto mi girano!» rispose Saga con uno sguardo tendente al rosso, cosa che non sfuggì al giovane maggiordomo, che prese Aiolos da parte per scambiare due parole in privato con lui.

«Senti, sarà pure una mia impressione, ma ultimamente non trovi qualcosa di diverso in Saga?» chiese Epicuro.

«No, perché?»

«E che da quando ha partecipato a quella seduta spiritica tenuta da Costantino¹ con Kanon e Lucio, allo scopo di evocare il demonio per vedere se era brutto come dicono, l’ho beccato un paio di volte a parlare da solo...»

«Magari si preparava dei discorsi retorici da sfoggiare in combattimento...fanno tanto figo e anch’io ne ho un paio sull’onore e sulla devozione niente male...»

Epicuro osservò la faccia ingenua e sorridente del padrone:

«Ehm, alternando voce angelica a quella demoniaca?»

Aiolos fece spallucce: «magari per rendere più realistico lo scontro verbale voleva dar voce al cattivo!»

«E le sfumature grigie dei capelli?»

«Colpi di sole?»

«E gli occhi rossastri?»

«Sarà allergico alla polvere! Smettila di essere sempre così malpensante e di vedere il male anche dove non c’è! Saga è una brava persona, te lo assicuro io, quindi vivi tranquillo!» e dopo aver dato una manata sulla spalla al maggiordomo (con la faccia da inguaribile ottimista) si avviò con il resto della scolaresca in gita verso la casa dello Scorpione, mentre Epicurò sospirò:

«Sono sicuro, al primo pericolo sarà il primo a rimetterci le penne. Sarà anche forte, ma è veramente troppo citrullo!»

Intanto, all’arrivo nella casa dello Scorpione, Milo aveva iniziato a dare di testa, eccitato dall’idea di avere finalmente una cameretta tutta sua:

«Là metterò una teca per la mia collezione d’insetti, poi là voglio una grande televisione per vedere i cartoni animati e poi voglio una radio da tenere a tutto volume!»

«Magari sul volume dello stereo ne discutiamo eh?» chiese con disappunto Aiolos intenzionato a non sorbirsi le sigle di Cristina d’Avena a palla per tutto il giorno.

Dopo il Tempio dello Scorpione, la comitiva arrivò al silenzioso tempio della Bilancia, dove i due veterani spiegarono alle new entry che la casa era vuota perché il decrepito proprietario si era trasferito ai Cinque Picchi per un periodo di vacanza che durava all’incirca dall’ultima guerra sacra.

Dopo di ché giunsero alla Casa della Vergine dove uno schifato Death Mask esclamò nel vedere il fiore di loto posizionato sopra una pedana gradinata nell’androne del Tempio:

«Che schifezza è sta roba, una scultura d’arte contemporanea?»

«No, è un fiore di loto e avverto che questo è il punto in cui le vibrazioni energetiche della casa e della roccia sottostante sono più intense. Di conseguenza un punto adatto per meditare e accumulare cosmo» rispose seccato Shaka, che si sedette a gambe incrociate in mezzo al fiore: «Io vi saluto. Questo è il mio posto, quindi non vedo il motivo di dover proseguire» e non ci fu più verso di far smuovere il pargolo dalla sua postazione.

Death: «Comunque quella cosa fa schifo anche come sedia!»

Aiolos: «Però così non vede dove sono collocati gli spazi per gli allenamenti, gli spogliatoi e la mensa!»

Saga: «Si arrangi, visto che fa tanto il mistico quando avrà fame chiederà a Budda di fargli avere la visione della piantina del Santuario!»

Aldebaran: «Piuttosto quand’è che facciamo una pausa spuntino? Il mio maestro mi faceva sempre mangiare qualcosa verso metà mattina»

Frase approvata all’unisono anche dagli altri marmocchi il cui pancino aveva iniziato a farsi sentire.

Saga: «Che noia, ne avete sempre una! Quando arriviamo alla casa di Gemini chiederò al mio schiavo di prepararvi qualcosa, se si è ricordato di fare la spesa!»

Dopo la casa della Vergine fu il turno del Tempio del Leone dove Aiolia lasciò sconsolato e rassegnato il suo cloth, ormai conscio che per vedere il fratello avrebbe dovuto farsi chilometri di scale, per poi passare al Tampio del Cancro.

«Queste pareti saranno perfette per aprire il mio salone espositivo!» esclamò entusiasta Death passando una mano sui muri lisci dell’androne.

«Cosa esponi?» chiese Aiolos.

«Spauracchi per gli intrusi!»

«Tipo le maschere di Medusa che venivano messe sui templi e sulle case greche per pietrificare i malintenzionati?» chiese incuriosito Saga.

«Più o meno, diciamo che le mie creazioni sono più delle maschere mortuarie! Sono come scalpi indiani, ma invece che staccare il cuoio capelluto dei miei nemici, io stacco loro la faccia, poi la mummifico e l’appendo in casa come monito per eventuali intrusi! É un metodo scaccia ladri brevettato da me in persona e ho intenzione di perfezionarlo facendoci rimanere attaccata anche l’anima, tipo fantasma ululante, ma non ci sono ancora riuscito. Comunque ci sto lavorando! Se volete un preventivo per istallarlo anche in casa vostra non avete che da chiedere.» spiegò l’italiano, porgendo un biglietto da visita ai due con su scritto “Death Masck: un modo diverso di vivere la casa! L’eliminazione del vostro nemico per la realizzazione della maschera è incluso nel prezzo e effettuato dalla ditta. Assicuriamo un lavoro pulito e assoluto anonimato.”cosa che fece commentare al saint di Sagitter e a quello di Gemini un:

«Ma dove l’hanno pescato questo?»

Mentre Shura si chiese seriamente perché quel ragazzo fosse tra i paladini della giustizia e non in una calla di un penitenziario minorile o almeno in cura da un bravo psichiatra.

Comunque ormai aveva ricevuto il cloth e con diplomazia Aiolos e Saga sorvolarono sull’effettiva legalità dell’antifurto del giovane collega per accompagnare i pargoli alla terza Casa: quella di Gemini, dove vennero accolti da un giovane pallido, dell’età di Saga e vestito completamente di nero.

«Questo è Lucio, il mio schia...hem assistente!» lo presentò Saga, per poi rivolgersi al giovane che era rimasto sbalordito alla vista dei pargoli: «Abbiamo qualcosa da mangiare per i miei colleghi?»

«Della frutta e del latte. Per il resto andiamo sempre a scroccare alla mensa!»

«Tu non sai cucinare!»

«E tu potevi richiedere un’ancella invece che me!»

«Intanto me ne avrebbero rifilato una vecchia e brutta e poi meglio avere per casa amici di cui fidarsi»

«Allora non ti lamentare!» e Lucio fece accomodare i pargoli in salotto dove Milo venne legato ad una sedia per evitare che toccasse e distruggesse tutti i sopramobili insieme ad Aiolia, mentre Camus si era concentrato sulla libreria di Saga dove prese un libro e iniziò a leggere:

«Come diventare un dittatore. Corso per idioti. Punto 1 far fuori il legittimo governatore con un colpo di stato. Punto 2 eliminare fisicamente gli avversari politici. Punto 3 instaurare un regime di terrore. Punto 4..»

«Ehm! Questo non è mio! Chissà come ci sarà finito li in mezzo!» disse imbarazzato Saga togliendo il libro di mano all’Acquario.

«Ma se te lo sei fatto arrivare su ordinazione!» disse Lucio porgendo il cestino della frutta ai pargoli.

«Ma dai, non sapevo ti interessassi di queste cose. Scommetto che ti tieni informato per saper riconoscere al volo eventuali nemici! Tu si che sei uno avanti!» disse Aiolos.

«Eh già, mi hai scoperto! Sai, non volevo farmi vedere troppo zelante!» si arrampicò sugli spacchi il saint di Gemini.

«Ma non ti serviva per fregare il posto a AHIO!» Saga tirò un calcio a Lucio dicendo: «Va a prendere il latte piuttosto!»

«Ok vado, ma Kanon dov’è finito? È dalla seduta spiritica che non lo vedo più in giro...» chiese l’assistente di Gemini.

«Ehm...ha deciso di entrare in marina! Visto che non aveva più speranza di ottenere un’armatura d’oro ha deciso di far carriera altrove.» disse Saga sudando freddo.

«Se l’avessi saputo avremmo potuto organizzare una festicciola di addio!» disse Aiolos

«Sai come è fatto. Fa lo scorbutico, ma infondo è un tenerone e odia gli adii.»

Concluso lo spuntino di metà mattinata la scolaresca in gita continuò il suo tour visitando la Casa del Toro dove Aldebaran costatò con rammarico il vuoto desolante che regnava in frigo e in dispensa, ma venne consolato dal fatto di poter usufruire a piacimento della mensa del Santuario per poi passare all’ultima casa: quella dell’Ariete, dove il piccolo Mu notò con occhi sognanti la stanza dedicata alla riparazione delle armature e al bricolage, dove facevano bella mostra gli arnesi del mestiere, praticamente mai usati, lasciata in eredità da Sion (ehi, riparare armature, chi l’ha mai fatto! Nel manga usava la controfigura, che credevate!). L’Ariete rimase però molto contrariato realizzando che essendo il primo, avrebbe sì evitato le scale, ma si sarebbe beccato inesorabilmente tutti i nemici intenzionati a salire, ma infondo bastava chiudere un occhio e lasciarli passare!.

Concluso il giro turistico alle 12 case Aiolos e Saga mostrarono loro l’arena degli allenamenti e combattimenti, gli spogliatoi, la zona dei bagni pubblici (una sorta di terme romane) per il volgo, l’infermeria e la mensa, dove vennero accolti da un’orda di ancelle.

Mu, poco incline a farsi mettere le mani addosso, si barricò dietro al suo muro di cristallo, dietro il quale trovò rifugio anche Aiolia preoccupato di non farsi vedere dalla “sua” Marin in atteggiamenti compromettenti. Camus aveva invece assunto un’aria da angioletto e si godeva il momento di gloria e le coccole delle giovani che continuavano a ripetere “ma che carino” dopo averlo taggato come un esempio di C.B.C.R (cresci bene che ripasso) insieme a Shura (impacciatissimo e color peperone) e Milo (che era stato agguantato da un’ancella non esattamente avvenente e che quindi cercava di sfuggirle da ogni parte). Anche Aldebaran aveva le sue ammiratrici e le salutò con inchino e baciamano. Gli unici due a non riscuotere successo furono Afrodite, che aveva iniziato a criticare vestiario (decisamente fuori moda da diversi secoli) trucco e parrucco ti tutte le fanciulle presenti, e Death, che si era beccato un sonoro ceffone per aver allungato le mani su una bruna un po’ troppo grande per lui.

Nel frattempo Aiolos era stato letteralmente assalito dalle sue coetanee:

«Calma ragazze non spingete! Lo sapete che sono sempre disponibile a soddisfare ogni vostra esigenza come da protocollo del perfetto cavaliere!» Per poi tirare fuori un’agenda: «Dunque, domani porto al cinema Artemisia, poi accompagno Sofronia al centro commerciale e poi faccio fare un giro a Cecilia in motorino! Uff, che fatica accontentare le ammiratrici! Essere un cavaliere d’oro strafigo è un vero e proprio impegno, non c’è che dire!»

«Puoi dirlo forte!» esclamò Saga tra le lusinghe di una rossa e di una bruna, per poi puntare come un segugio una bionda con un cesto di vimini che stava per entrare nelle cucine.

Il saint di Gemini diede una gomitata al Sagittario:

«Com’è la mia armatura? Tutta a posto? E i capelli?»

«L’armatura è lucida come uno specchio e i capelli sono ok!» rispose Aiolos, mentre Saga fece un respiro profondo:

«Voglio invitare Leda ad uscire e non voglio fare brutta figura...»

«Quella nuova?»

«Sì, la sorella di Euridice, la fidanzata di Orfeo della Lira» e Saga partì alla carica verso la sua preda che, vedendolo arrivare, assunse un aria meditabonda mentre osservava attentamente l’armatura d’oro di cui fece velocemente una stima:

«Ciao Gemini, che vuoi?»

«Hem mi chiedevo se questa sera volevi venire a vedere le stelle con me! Si, insomma, una bella passeggiata romantica sotto il celo stellato...»

«Quanto guadagna un cavaliere d’oro?» le chiese in risposta la giovane.

«Perché lo vuoi sapere?»

«Rispondi e basta!»

«Non lo so, Sion non ci ha ancora pagato...»

«Allora ripassa quando saprai darmi una risposta. Da quella deciderò se vale la pena frequentarti o meno.» e Leda piantò in asso il cavaliere, che rimase letteralmente di melma.

Aiolos, al ritorno dell’amico: «Come è andata?»

Saga: «Non saprei. Prima di decidere se uscire con me vuole sapere quanto guadagno.»

«Ma che dolce, si preoccupa per te!» rispose il Sagittario, mentre Death si chiese quanto era idiota Aiolos.

Il resto della giornata fu abbastanza tranquilla a parte il devastante allenamento cha Saga impartì a Death e la crisi isterica del cuoco del Santuario, che aveva dato le dimissioni per colpa di Aldebaran, che gli aveva criticato tutti i piatti dicendo che il suo maestro cucinava cento volte meglio; cosa che fece irritare notevolmente i saint di grado inferiore e i soldati semplici, che videro così sfumare la loro unica opportunità di mangiare qualcosa di decente, anche se non propriamente di alta cucina.

Morale della favola, a cena i gold Saint finirono a casa di Aiolos dove toccò a Sabina, la moglie di Socrate nonché madre di Epicuro ed ex balia di Aiolos e Aiolia, cercare di sfamare la comitiva. Aldebaran questa volta non aprì bocca, soprattutto per la presenza incombente della donna alle sue spalle con un matterello in mano.

Finito di cenare i pargoli vennero accompagnati nelle loro rispettive case, ma, come avevano previsto Socrate e Sabina, vi rimasero poco: Mu e Aldebaran erano infatti finiti ben presto nel letto di Lucio perché avevano paura del buio (Saga manco morto avrebbe diviso il suo letto matrimoniale extra confort con uno solo di loro). La solitudine sepolcrale e inquietante dei vecchi edifici classici avevano invece minato il coraggio di Camus e Afrodite, che erano quindi andati a chiedere asilo ad Aiolos ed Epicuro, che si erano già beccati Aiolia (che praticamente non si era mosso dalla casa del Sagittario) e Milo, i quali avevano dato origine ad una zuffa perché Aiolia non voleva dividere il fratello con nessuno; costringendo il giovane maggiordomo a cuccarsi gli altri tre marmocchi. Gli unici a rimanere nelle rispettive case furono Death, che dormì come un sasso per tutta la notte (Saga l’aveva devastato), Shaka, immobile nella sua posizione del loto e concentrato nella sua illuminata meditazione mistica e Shura, ben felce di avere una casa tutta sua dove poter fare quello che gli pareva senza scocciatori (in pratica il sogno di ogni adolescente!).

 

XXXXXXXXXXXXX

NOTE

¹ Costantino è l’amico esoterista di Kanon. Per saperne di più rimando a “Quando anche le stelle ti girano le spalle...” cap. VII (L’apprendista esorcista) della serie “Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote”.

 

Scusate per il capitolo lunghissimo ma mi dispiaceva dividerlo!

  
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