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Autore: SC_Swami    14/07/2011    6 recensioni
Selene, a corto di soldi, e innamorata del suo capo Luke, conosce una bella ragazza che le propone di fare una pubblicità televisiva per guadagnare qualche spiccio. Ma qualcosa di quella strana donna la attira particolarmente. Si ritroverà presto a combattere in un triangolo amoroso senza via d'uscita. Chi sceglierà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vodka Lemon

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Erano mesi ormai che Selene cercava di raccimulare qualche spicciolo ovunque.
Si era sottoposta ad ogni tipo di lavoro e umiliazione per guadagnare qualcosa e mantenersi a Manhattan da sola.
I suoi genitori erano povere persone di periferia. Avevano sempre vissuto in quella contrada isolata dove la ragazza era nata, coltivando il proprio terreno e trovandosi bene in un paesino in cui tutti si conoscevano l’uno con l’altro.
Per questo non avevano mai concepito la scelta della figlia di andare a vivere nella “Grande Mela”.
Troppo affollata e rumorosa per i loro gusti.
Nonostante ciò, per quanto potevano, tentavano sempre di aiutarla.
Ogni cinque mesi le spedivano un mini-assegno che le bastava al massimo per due settimane.
La ragazza però non si lamentava mai. Si mostrava sempre positiva e a volte mentiva loro per farli essere più sereni. La sua vita era lì. Non sarebbe mai tornata a vivere in quel borgo.
Nonostante tutto era sempre più difficile rimanere a New York per Selene.
Ma la ragazza non si dava per vinta.
Sapeva che il suo destino era vivere in quella magnifica città.
Quindi si rimboccava le maniche e tirava avanti tra doppi turni e straordinari pesantissimi.
In quel momento camminava a passo svelto tra la 2nd e la 4th Avenue quando abbassò gli occhi sull’orologio e si rese conto del suo assurdo ritardo.
Tutta colpa dell’autobus che aveva perso! Adesso le toccava anche correre!
Accelerò ancora un po’ il passo, trasformandolo poi in una corsa frenetica contro il tempo e la fatica. Gli anni che aveva trascorso nella squadra di atletica del College e il suo fisico minuto e slanciato la aiutarono a non collassare durante il tragitto.
Non poteva perdere il posto al Perception. Quel pub era la sua unica valvola di sfogo.
 
Amava quei colori sgargianti. Amava le persone che lo frequentavano. Amava quelle poltrone corallo in cui spesso, di nascosto, sprofondava per qualche secondo. Amava il suo capo. Per il quale impazziva nonostante non si decidesse mai a promuoverla.
Insomma amava quella sublime aria di passione che emanava ogni singolo angolo di quel luogo.
E lei li conosceva tutti. Dato che lo puliva da cima a fondo ogni giorno.
Proprio così. Selene Thikin, di giorno aspirante giornalista, laureata a Yale con il massimo dei voti, correttrice di bozze per un giornale sconosciuto, cameriera nel ristorantino vicino al suo mini appartamento. Di notte donna delle pulizie nel bar più conosciuto di Manhattan.
 
Arrivò sul retro del locale senza fiato.
Si intrufolò per la porta secondaria, prendendo e infilandosi al volo il grembiule.
Timbrò il cartellino e solo allora riuscì a fermarsi per prendere una boccata d’aria e rilasciare un rumoroso sospiro.
< Giusto in tempo Thikin. >
La ragazza si girò di scatto.
…Lui…
< Come al solito, signor Piket. >
< Quando la smetterai di chiamarmi signor Piket! Mi fa sembrare un nonnetto! Insomma ho solo 28 anni! > la riprese scherzoso il ragazzo.
< Scusi. > la ragazza arrossì visibilmente.
< Ok. Per questa volta faccio finta di non aver sentito. Ma dalla prossima…mi chiamo Luke! Non voglio sentire più signor, signore e compagnia! > Il suo volto si avvicinò maliziosamente a quello della ragazza. Si guardarono negli occhi per qualche secondo. < Chiaro…Thikin? >
< Selene. > suggerì la ragazza in un soffio.
Lui si allontanò, non senza quel suo innato tocco di classe.
< Selene. > ripetè l’altro, afferrando il suo cocktail e allontanandosi con la consapevolezza di aver fatto colpo.
 
Dio. È qualcosa di…morirò in quegli occhi celesti un giorno.
Ci morirò dentro ne sono sicura.
È così dannatamente…wow.
Ha detto il mio nomeeeeee.
 
Iniziò a saltellare e sbattere le mani. Le sue colleghe la guardavano irritate.
Ormai troppo vecchie per ricordarsi cosa fosse una cotta.
Una tremenda cotta. Una tremenda cotta…per il proprio capo!
Che guaio.
 
Selene ritorna in te. Devi lavorare.
Inspira profondamente.
 
Tirò su una quantità indefinibile di aria.
 
Ora espira. Da brava.
 
Si liberò e con un grande sorriso afferrò il secchio d’acqua e la scopa per lavare il pavimento.
Destinazione…bagni!
 
 
***
 
Quella sera il locale era particolarmente affollato.
Persone su persone continuavano a pregare i buttafuori di farli entrare.
Serata movimentata.
Pensò subito Selene, mentre sedeva al bancone dei cocktail e si godeva la sua piccola pausa assaporando un bicchiere di vodka lemon.
Quello era il momento migliore. Ogni sera nell’attesa che il locale sfollasse per poterlo riassettare alla meno peggio, lei e le sue colleghe potevano servirsi al bancone e godersi la serata.
Ovviamente senza esagerare nel bere e nell’avere approcci con i clienti.
Parole sante.
Peccato che il più delle volte erano i clienti ad avvicinarsi a lei.
Per quanto si rifiutasse di ammetterlo, era una bellissima ragazza.
Gli occhi nocciola e i capelli chiari, tendenti al biondo, quasi color sabbia erano le sue due qualità migliori, incorniciavano alla perfezione il suo viso leggero.
Il fisico magro ed esile grazie ai tanti anni di sport praticato poi la rendevano una prelibatezza che saltava sempre all’occhio di chiunque mettesse piede nel locale.
Per fortuna il suo Luke la salvava sempre.
Appena qualcuno le si avvicinava arrivava lui, con i suoi occhi azzurri e il suo fascino da “intellettuale ma sportivo” che la faceva tanto impazzire, e minacciava lo sfortunato di turno.
O la sfortunata, anche se con le donne si limitava a fingere di essere semplicemente il suo ragazzo.
Il Perception era un locale aperto a tutti. Non esisteva alcun tipo di discriminazione.
Potevano entrare un ragazzo e una ragazza, un ragazzo con un ragazzo, una ragazza con una ragazza, probabilmente anche una persona con un alieno se fosse possibile…nessuno ci avrebbe fatto caso.
Fatto sta che quando le ragazze ci provavano con lei era sempre il momento più bello, e non solo perché la sua più grande fantasia su Luke era fintamente vera per qualche minuto.
Le dava una certa soddisfazione essere così tanto ricercata.
E non le dava fastidio che qualcuna ci provasse sul serio.
Ci provava gusto. E a volte stava pure al gioco fin quando il suo fidanzato non interveniva con le sue scenate di gelosia.
Quella sera era particolarmente impensierita.
Continuava a girarsi il bicchiere tra le mani e a riflettere su come pagarsi l’affitto la settimana dopo.
L’affitto a New York era un qualcosa di impensabile. Con tre lavori continuava a far fatica a pagarlo.
Assurdo.
Una voce femminile la riscosse dai suoi pensieri.
< Prendo quello che ha preso lei. >
Lo sguardo di Selene risalì lungo il corpo della ragazza che aveva di fianco.
Era dannatamente bella.
Una modella? Ipotizzò.
Si rese conto che la stava fissando e risalì ad incontrare lo sguardo malizioso della sconosciuta, non senza arrossire.
< Posso sapere cosa ho ordinato? > le chiese quella guardando il suo bicchiere ancora mezzo pieno.
< E dovrei dirtelo io? > rispose pronta Selene, incontrando nuovamente i suoi occhi.
< Hai ragione. > Sorrise. < Io sono Emily, e se non mi sbaglio…quello è vodka lemon. >
< Lo scoprirai presto…Emily. > ribattè guardando Ted, il barista versarle la bevanda e passargliela.
La ragazza afferrò il suo drink e l’assaporo.
< Vodka lemon. > sentenziò. < Ci vai piano stasera ragazza? >
< Sai com’è…quando uno è coscienzioso… >
Rimasero per un po’ a guardarsi sottocchio e a sorseggiare vodka in silenzio.
Ma senza imbarazzo. Nessuna delle due sentiva l’esigenza di esserci.
< Non so ancora il tuo nome > riprese sorridente la mora.
< Ti sembra così facile? Mi fa tanto…Hello, I love you. Won’t you tell me your name? >
Canticchiò Selene divertita.
< Non puoi citarmi I Doors e poi rimanere una semplice sconosciuta. >
< Oh, si che posso. > riprese maliziosa.
< D’accordo sconosciuta, mi piaci. Hai un bel visino. Sei adatta. >
< Adatta? > domandò Selene colpita, continuando a girarsi il bicchiere tra le mani.
< Mi permette di farle una proposta Mylady? >
< Dipende dalla proposta > disse, girandosi sul sediolino del bar. La curiosità la faceva fremere dentro, ma al di fuori riusciva a mostrarsi totalmente impassibile e disinteressata, ma divertita.
< Una proposta…di lavoro >
< Spiacente non faccio servizi completi…almeno non a pagamento. > scherzò maliziosamente.
< Peccato… > rise l’altra < Ma comunque non era proprio il tipo di lavoro che volevo offrirti. Sono stata presa per fare una pubblicità >
Non sei una modella, ma sei una sottospecie di attrice. Il mio intuito è infallibile.
< Lavori nel mondo dello spettacolo? > chiese incuriosita, per continuare a osannare le sue doti deduttive.
< No no…assolutamente. Sono a corto di denaro…e sai com’è…quando uno è disperato… >
< Capisco la sensazione… > disse annuendo, incupendosi appena. < E dunque…cosa posso fare per te…Emily? >
< Ems. Chiamami Ems. Non mi piace essere chiamata per intero. >
< Allora? > la curiosità aumentava.
< Allora servirebbe un’altra ragazza… e non riescono a trovarne una decente a quanto pare… quindi mi chiedevo se… >
< Ci sto! > 
< Ma non sai neanche che proposta stavo per farti > ci pensò su < Meglio così, sarà una bella sorpresa > sorrise furba.
Sorpresa o non sorpresa Selene aveva bisogno di qualche spicciolo, non poteva permettersi di declinare l’offerta.
< Aspetta…hai appena ammesso che sono “decente”…Ems? > riprese maliziosamente.
La ragazza la guardò negli occhi, poi abbassò lo sguardo sul suo drink. < Non posso negarlo… ma decente non significa sempre “buono”. Diciamo più che altro che mi servi… >
< Se stai tentando di fare la ruffiana… devo dirti che non ci riesci per niente > la rimproverò scherzosa.
< Perché dovrei fare la ruffiana con una di cui non so neanche il nome… > sorrise e la guardò di nuovo.
Selene provava una sensazione strana a guardarla negli occhi. Quel verde profondo la attirava maledettamente. Per questo tentava di mantenere un continuo contatto visivo.
In quell’istante si sentì cingere da dietro.
< Hey amore, finalmente ti ho trovata…che fine avevi fatto? Mike e Jinnie ci stanno aspettando al tavolino. > Luke alzò lo sguardo dalla ormai rossa Selene e si finse sorpreso nel constatare ci fosse una ragazza al suo fianco. < Oh…scusate…vi ho disturbato? Comunque io sono Luke, il ragazzo di Selene. Molto piacere. >
Tese la mano alla sconcertata ma divertita Emily.
La ragazza gliela strinse, poi rise. < Il piacere è tutto mio Luke, io sono Ems. Una vecchia amica della tua bella SELENE. >
La bionda a sentire il suo nome sorrise con imbarazzo.
< Sel… andiamo dai… ci stanno aspettando… >
< Ems… per quella questione… > riuscì a dire mentre Luke la afferrava per un braccio.
< Questo è il biglietto dello studio…prendi appuntamento e fai il provino. Ci vediamo lì. >
< Sei così sicura che mi prenderanno? > le urlò mentre si allontanava tirata dal suo ragazzo.
< Ne sono più che certa. Fidati di me. >
Il loro sguardo si incrociò un’ultima volta poi la confusione della pista da ballo avviluppò Selene.
 
< Chi era quella? > domandò Luke.
< E’ geloso? > chiese la ragazzetta con malizia.
< No ovviamente… ma le mie regole sono chiare! Niente approcci con i clienti. >
< Quante volte devo spiegarle che non sono io che mi avvicino a loro ma..- >
< Loro che si avvicinano a te… certo certo ho capito. Quindi quella ci stava provando con te? >
< Probabile… seppure fosse? Le darebbe fastidio? >
< Hai bevuto un po’ troppa vodka stasera Thikin. > si difese ridendo.
< Sarà… > Selene la buttò lì. Adorava chiacchierare con lui. Se di quello poi…
< La pausa è finita. Se vuoi la promozione ti conviene andare a riassettare qualcosa… e smetterla di flirtare con il primo…o la prima…che ti capita davanti! > continuò sorridendo il ragazzo.
Ma quanto è bello il tuo sorriso? Mi sto sciogliendo.
Riprenditi Selene.
Non far si che ti abbia in pugno.
< Signor sì, signore. > scherzò, facendo il saluto militare.
Guardandolo si allontanò verso il retro del locale.
Che serata…
Ripensò a quella strana ragazza, ai suoi occhi verdi, ai suoi capelli mossi del color della pece.
Era dannatamente intrigante.
Aspetta… da quando penso che una “ragazza” sia intrigante?
Quella domanda insieme al viso di Emily la tormentarono tutta la serata…e la nottata… e il giorno successivo… fino a farla decidere.
Prese il telefono dalla tasca. Recuperò quel bigliettino e compose il numero.
 
< Salve sono Selene Thikin, vorrei fare il provino. >
 
 
Continua…


Angolo Autrice

Salve bella gente ^^
E’ la mia prima storia originale. Quindi abbiate pietà di me. :D
Fatemi sapere che ne pensate magari…accetto anche le critiche costruttive U.U
La storia prenderà una gran bella piega, già dal prossimo capitolo :)
Baci. Stefy
   
 
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