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Autore: raimbowcomet    15/07/2011    41 recensioni
-E’ tua abitudine ficcanasare negli armadietti altrui?- chiese una voce alle sue spalle.
-C…Come scusa?
-Oltre che ladra anche sorda?- ironizzò lui- quello è il mio armadietto.
Un espressione perplessa si dipinse sul volto della ragazza:
-No penso ci sia un errore, questo è il mio- disse indicando il foglietto che aveva in mano.
-Sono arrivato prima io- fece lui.
-Ma si può sapere chi sei?- domandò stizzita.
-Io-sorrise sghembo- sono Edward Cullen carina- schioccò la lingua portandosi un dito al petto.
-Ed io- rispose lei portando il dito di Edward verso il suo petto- sono Bella Swan e questo- puntò il dito del ragazzo- è il mio armadietto, facile no?- parlò lentamente come ad un bambino.
-Ladra, sorda e acida…ma da dove esci?- chiese squadrandola da capo a piedi.
~
Era stanco di provare a resisterle, aveva desiderato baciarla e stringerla a lui dal primo istante in cui l’aveva vista di spalle. Non si sarebbe più negato tutto ciò, avrebbe fatto soltanto quello che desiderava da bravo egoista: avrebbe allungato le mani e afferrato senza chiedere ciò che era suo di diritto.
~
-Ehi ladra! Sei libera per il ballo?
-Forse stalker..forse.

[one shot + 3 extra]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Shot completamente senza senso nata da un sogno.

Spero vi piaccia e che lascerete un commentino, ci vediamo alla fine!
La dedico alla mia geme kresbiten, che mi ha rotto i coglions fino all'inverosimile per leggerla.
Ringrazio fino allo sfinimento la mia Nichi  per la copertina.







Respirava nervosamente seduta davanti allo specchio: doveva essere perfetta! Sarebbe stato il suo debutto nella nuova scuola, non voleva di certo fare una brutta figura! Tutti avrebbero dato un giudizio in base alla prima impressione, non sarebbe stato il massimo iniziare come “la sfigata nuova”, no non poteva permetterlo. Aveva lasciato la caotica Phoneix e aveva fatto la grande scelta di trasferirsi a Forks, una piccola cittadina con 3000 modesti abitanti, proprio per ricominciare, perché non si era mai trovata bene ma solo ora aveva trovato il coraggio per parlarne con la madre.
Era arrivata circa due settimane prima ed era stata troppo impegnata a disfare scatoloni su scatoloni per fare nuove amicizie. Fortunatamente un pomeriggio di pioggia era andata di corsa a comprare il latte al supermarket, e si era scontrata con una simpatica ragazza folletto che d’allora non l’aveva più lasciata. Scoprì solo successivamente il nome di quella che sarebbe diventata la sua migliore amica per tutta la vita, Alice Brandon, che proprio in quell’istante stava invadendo la camera con la sua allegria.
-Bella sai, penso proprio che ti troverai benissimo nel nostro liceo, certo se non consideri le oche e i cervelloni!- rise controllando l’interno della tracolla nera dell’amica.
-Lo spero vivamente Alice, sono stanca di sentirmi sempre fuori luogo- mugugnò preoccupata.
-D’ora in poi il tuo posto sarà al mio fianco! Prima dell’inizio di tutte le lezioni ti inserirò nel comitato studentesco, vedrai sarà fantastico e…-iniziò eccitata ma  la interruppe immediatamente.
-No, no Alice davvero, grazie ma non penso di essere adatta, se c’è qualche altra attività per i crediti andrà benissimo!
L’amica si fece pensierosa:
-Emh..va bene, vedrò di procurarmi la lista allora e te la darò a mensa.
-Grazie mille- sorrise gentilmente come suo solito e la folletta non poté fare a meno di ricambiare, contagiata dalla sua dolcezza.
Primo giorno della Forks High School e Alice si era praticamente autoinvitata a casa sua per scegliere cosa avrebbe dovuto indossare per quell’occasione, usufruendo dei nuovi abiti comprati in una sessione intensiva di shopping avvenuta pochi giorni prima.
-Devi capire Bella- le aveva spiegato passandole dei leggins lunghi e neri  attillati come una seconda pelle, insieme ad una semplicissima canotta a bretelle larghe bianca  con scritto “I love London” e delle converse basse nere- che in questo buco del cavolo che chiamiamo Forks, primo: bisogna approfittare immediatamente delle rarissime giornate di sole in cui ci si può vestire leggeri, secondo: vestiti carina e non avrai problemi, vestiti male e sarai tormentata, terzo: hai un fisico perfetto, mettiamolo in mostra!
Una volta cambiata, la mora dubbiosa si portò davanti allo specchio e notò con piacere che era davvero adorabile; se lo avesse saputo prima che le cose attillate le stavano così bene, avrebbe immediatamente gettato le migliaia tshirt larghe che possedeva!
-I capelli al naturale leggermente boccolosi….e ora trucco!- disse eccitata la folletta.
-Emh..no Alice io non mi trucco mai per andare a scuola…-iniziò.
-Da ora in poi sì!- disse e non ammise discussioni.
-Pochissimo- si arrese sospirando.
-Ovviamente Bella, non hai bisogno di quintali di trucco, sei bellissima la naturale, ma risaltiamo leggermente ok?- le chiese dolce e comprensiva.
-Va bene…


Bhè doveva ammettere che il risultato era davvero ottimo- pensò allungando il viso per arrivare a cinque centimetri dallo specchio e rimirarsi meglio, stava scoprendo quel briciolo di vanità racchiuso in qualche parte dentro di lei.
Alice le aveva applicato semplicemente un eyeliner nero sopra l’occhio e poi cipria illuminante sul volto. Niente meno, niente più. Eppure si trovava bellissima, ma non quel bella perchè appariscente, ma bella nella sua semplicità.
-Possiamo andare- disse felice aggiungendo una spruzzata di profumo e prendendo per mano l’amica.
-Ci stai prendendo gusto eh?!- le chiese lei ridendo.
-Forse… sai a Phoneix non ho mai avuto un’amica per fare queste cose, ecco perché non ho mai curato particolarmente il mio aspetto fisico.. ma ora ci sei tu… ed è nata una nuova Isabella!- sorrise felice abbracciandola.
-Su forza, Jasper ci starà già aspettando!- disse impaziente. Jasper era il ragazzo di Alice, l’aveva conosciuto una settimana prima ed era stato feeling a prima vista: parlavano e scherzavano come se fossero amici da sempre, erano diventati uno strano trio e le avevano confessato che erano felici di aver trovato una ragazza simpatica come lei in modo da non essere più solo in due.
Scesero le scale e Bella chiuse la porta di casa sua per poi salire nel sedile posteriore della macchina e sorridere dolcemente.
-Complimenti siete due splendori!- disse il ragazzo con un occhiolino.
-E tu un adulatore!- rispose Alice dandogli un bacio e per un secondo si sentì di troppo, ma fu una sensazione che sparì all’improvviso poiché i due non facevano mai pesare l’atmosfera. Scherzarono fino all’arrivo a scuola quando le si strinse lo stomaco per il nervosismo.
-Bella, è tutto ok, davvero.- la rassicurò la sua amica.
-Se con tutto ok intendi che riceverà le occhiate furiose delle cheerleader per il suo abbigliamento, allora si, è tutto ok- ridacchiò il biondo.
-Cosa?- fece lei diventando più pallida del normale; Alice immediatamente fulminò con gli occhi il ragazzo e si rivolse a lei accarezzandole un braccio per tranquillizzarla:
-Questa mattina ha una particolare voglia di scherzare, non ti preoccupare tesoro!
-M…ma Alice, io ti ho lasciato fare…ma se hai esagerato…
-Oh andiamo hai imparato a conoscermi ormai e sai benissimo che il mio gusto è impeccabile o no?
-Si...si certo ma…
-Niente ma!
-V…va bene.
-Su non farmi quella faccia, un bel sorriso e sarai perfetta!- lei tentò di accontentarla e contagiata dalle loro risa crescenti ci riuscì; prese un respiro profondo e stringendo la mano della sua amica varcò le porte della scuola.



Si sentiva leggermente in soggezione: tutti la guardavano in corridoio come se fosse un’aliena mentre camminava normalmente con il nuovo orario in mano e Alice e Jasper al suo fianco.
-Che armadietto hai?
-Il numero…-controllò nella pila di fogli che erano stati assegnati, tra documenti da far firmare ai professori, piantina della scuola e combinazione dell’armadietto- F69.
Contemporaneamente suonò la campanella:
-Bella scusa ma abbiamo lezione dall’altra parte dell’istituto e non arriviamo in tempo altrimenti, possiamo lasciarti sola, ce la fai?
-Ma certamente! Andate pure ragazzi, vi aspetto all’entrata della mensa.
-Allora ti  lasciamo, a dopo tesoro!- le scoccò un bacio sulla guancia e Jasper le sorrise facendo un saluto militare prima di scomparire nel caos degli studenti.
Cercò il suo armadietto e quando lo trovò e lo aprì, notò con dispiacere che era già occupato con delle cose non sue: un libro di biologia e uno di letteratura, un deodorante maschile e un CD, che afferrò e, rimirandolo  rimase sorpresa dalle tracce scritte con un pennarello in copertina: chi mai avrebbe ascoltato..
-E’ tua abitudine ficcanasare negli armadietti altrui?- chiese una voce alle sue spalle. Si girò di scatto e si ritrovò davanti il ragazzo più bello che avesse mai visto: due occhi color smeraldo la fissavano e una zazzera rossiccia incorniciavano un volto da angelo con un sorriso storto.
-C…Come scusa?
-Oltre che ladra anche sorda?- ironizzò lui- quello è il mio armadietto.
Un espressione perplessa si dipinse sul volto della ragazza:
-No penso ci sia un errore, questo è il mio- disse indicando il foglietto che aveva in mano.
-Sono arrivato prima io- fece lui.
-Ma si può sapere chi sei?- domandò stizzita.
-Io-sorrise sghembo- sono Edward Cullen carina- schioccò la lingua portandosi un dito al petto.
-Ed io- rispose lei portando il dito di Edward verso il suo petto- sono Bella Swan e questo- puntò il dito del ragazzo- è il mio armadietto, facile no?- parlò lentamente come ad un bambino.
-Ladra, sorda e acida…ma da dove esci?- chiese squadrandola da capo a piedi;  la mora sospirò impaziente e prese coraggio:
-Senti, non voglio sembrare scortese davvero, sembri un bravo ragazzo ma ora ho lezione e dovrei lasciare i libri, sono pesanti- sottolineò l’azione soppesando i circa 5 libri che teneva. Edward li afferrò immediatamente e la trascinò gentilmente per un braccio fino alla porta della segreteria.
-Ma cosa..?!- fece lei.
-Dobbiamo risolvere questo imprevisto, ora- esclamò deciso, Isabella annuì e silenziosamente varcò la soglia accanto a lui tenendo gli occhi bassi; li rialzò soltanto quando sentì una voce terribilmente nasale pronunciare quelle parole:
-Oh Edward, caro cosa posso fare per te?- chiese un’anziana signora con capelli rosso tinti  da dietro un paio di occhiali a fondo di bottiglia; se li tolse e sbatté le ciglia vistosamente.
Disgustoso.
Ci stava provando con quello che avrebbe potuto anche essere suo figlio, per non dire suo nipote.
-Buon giorno signorina Cope- disse cordiale. Signorina? Si chiese mentalmente Bella, era zitella per caso?- per sbaglio ci è stato assegnato lo stesso armadietto, potrebbe rimediare?- il ragazzo sbatté le lunghe ciglia e assottigliò i due smeraldi usando le sue doti persuasive.
-Ovviamente- rispose  togliendosi gli occhiali facendo comparire degli insignificanti e piccoli occhi marrone fango. Si alzò poi e, aggirando la scrivania uscì allo scoperto, rivelando così un’orribile e a dir poco vomitevole completo dai colori stinti che una volta molto probabilmente erano sgargianti e ovviamente avrebbero fatto  a cazzotti tra loro ancora più visibilmente.  Isabella si fece da parte per non disturbare ma anche ad occhi bassi avvertì lo sguardo della rossa sulla sua figura.
-La figlia della sceriffo?-chiese rivelando una scintilla di pettegolezzi nei suoi occhi. Ma ovviamente sapevano già chi fosse, figurarsi se a Forks qualcuno riusciva a tenere la bocca cucita una buona volta.
-Si,  sono io- si arrese sospirando.
-Oh ben arrivata cara, ti troverai benissimo qui con noi- sorrise valsa e le venne voglia di vomitare. La “signorina” Cope scartabellò per un attimo e poi si girò verso di loro, e anche se parlava con Bella, osservava soltanto Edward, che invece da parte sua, non la smetteva un secondo di seguire ogni minima mossa della nuova ragazza.
-Ecco le chiavi del nuovo armadietto per Isabella, è proprio affianco al tuo- le disse tendendogli una piccola chiave che afferrò osservando le lunghe unghie arcuate e dipinte di rosso.
-Grazie- mormorò stringendole nel piccolo pugno.
Uscirono dalla segreteria e Edward si sentì lievemente in soggezione ad essere nuovamente solo con quella dea scesa in terra.
-Allora…la prima ora ormai è andata…Isabella giusto?- si schiarì la voce nervoso, doveva pur iniziare da qualche parte.
-Emh…si…-balbettò portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre seguiva l’affascinante ragazzo che si sedette sulle scale del secondo piano, lo imitò.
-Da quanto tempo  ti sei trasferita?- la osservò a lungo stupendosi di non averla mai vista in giro. Sicuramente l’avrebbe notata, come si poteva non prestare attenzione ad una creatura così…affascinante?
Aveva l’aria di essere sveglia e incredibilmente sagace, oltre che bellissima ovviamente. Sentiva l’estremo bisogno di scoprire qualcos’altro in più su di lei e non ne capiva il motivo; solitamente erano le ragazze che facevano la fila alla sua macchina soltanto per “chiedere appunti”, invece questa Isabella Swan non l’aveva degnato neanche di un misero sguardo.
O almeno così pensava lui.
-Due settimane- disse rimirando lo smalto nero che le aveva messo la sera prima Alice.
-Possibile che in due settimane non ti abbia mai visto? Insomma Forks non è di certo una metropoli…
-Sono stata impegnata con il trasloco- disse secca guardandolo finalmente negli occhi verdi che le facevano girare terribilmente la testa. Non credeva esistessero occhi di quel colore così profondo, così simili agli smeraldi- per cui non ho avuto tempo per uscire.
-Quindi…non conosci ancora nessuno?- chiese speranzoso di essere il primo a sorpassare il confine inviolato della sua confidenza.
-Emh…no- rispose lei non capendo il motivo di tanto interessamento- conosco già Jasper Hale e Alice Brandon, abbiamo legato molto.
-Ah- fece secco, conosceva già delle persone quindi non aveva bisogno di qualcuno che le mostrasse la scuola o qualcuno che le facesse visitare la città; non capiva proprio il motivo ma voleva essere lui quel qualcuno.
Ci fu un silenzio imbarazzante, molto imbarazzante.
-Così…ascolti Debussy?- gli chiese la ragazza improvvisamente.
-Come?!- fece stupito, come lo aveva scoperto?
-Non è tuo il CD nell’armadietto?- fece perplessa.
-Si…ma intendo come hai fatto a capire che fosse lui? C’erano scritti solo i titoli delle tracce..
-Anche io lo…-era indecisa ma si trattenne-...ascolto….Debussy intendo.
Edward e Isabella erano a dir poco stupiti all’inverosimile:  non avevano mai conosciuto nessun altro che ascoltasse quel genere di musica e per di più lo stesso artista menzionato.
Altro silenzio imbarazzante, decisamente imbarazzante.
-Che…che ne pensi del tempo?- domandò d’un tratto e solo dopo che aprì bocca si rese conto dell’enorme cazzata sparata.
-Mi…mi chiedi cosa penso del tempo?- appunto. Tossì imbarazzato:
-Bhè…non deve essere facile per te cambiare dall’Arizona  a Forks…
-Come fai a sapere da dove…?!- si bloccò capendo che data la modesta grandezza della cittadina le notizie probabilmente circolavano in un batter d’occhio.
-Sì- si arrese infine la mora- non è stato affatto facile, ma mi sento soddisfatta, mi trovo molto bene qui, ci sono molte persone gentili…- allusione velata a lui? Forse.
Sorrise storcendo leggermente un angolo della bocca e il cuore della ragazza perse un battito: quel sorriso, era la seconda volta che lo faceva ma già sentiva appartenergli. Sentì il sapore amaro in bocca quando realizzò che probabilmente lo faceva a tutte le ragazze per farle capitolare ai suoi piedi.
-Bhè meglio che mi diriga verso la prossima aula, non voglio perdere altro tempo, sei stato molto gentile Edward. Grazie mille.
Si alzò velocemente e senza attendere una risposta iniziò a correre all’impazzata verso un punto a caso della vecchia scuola per sfuggire al ragazzo che le aveva rubato il cuore.

**

-Isabella, perché Edward Cullen ti sta fissando?- chiese Jessica con voce intrisa di acidità.
-Ne sei sicura?- fissò intensamente il tappo della sua soda.
-Sì…-disse Alice- ti sta proprio divorando...
-Smettetela immediatamente di guardarlo- ordinò fulminandole con gli occhi e le ragazze ridacchiando fecero quanto detto e ritornarono al loro pranzo. Erano nella mensa e stranamente Bella non riusciva a mangiare nulla, aveva lo stomaco serrato da una morsa che arrivava fino alla gola.
-Allora…il motivo di tanto interesse?- chiese Jasper con un sorriso da lupo e alzando le sopracciglia più volte facendo ridacchiare la sua ragazza.
-Stamattina gli ho rubato l’armadietto-ammise rossa di vergogna.
-Tu cosa?!- Jessica strabuzzò gli occhi. Quella insulsa nuova ragazzina aveva profanato l’armadietto del dio sceso tra gli studenti? Le avrebbe sul serio mozzato la testa se avesse potuto, o magari si sarebbe fatta raccontare cosa ci fosse al suo interno per capire i gusti del ragazzo perfetto.
-E’ stato un incidente! Per sbaglio ci è stato assegnato lo stesso e io aprendolo…bhè ho sbirciato fra le sue cose-sussurrò mentre il suo viso assumeva una dolce colorazione tendente al ciliegia.
-Solo per questo?- domandò la folletta osservando attentamente Edward senza aver paura di poter essere colta in flagrante mentre lo studiava e lo fissava.
-Si certo!- disse lei non capendo mentre Alice alzava un sopracciglio sicura che ci fosse dietro qualcosa, era impossibile che il modello per eccellenza la osservasse così, mai e poi mai aveva colto Edward Cullen  intento a fissare così intensamente una ragazza.
-Va bene allora- fece alzando le spalle con non chalance, tanto avrebbe scoperto tutto, come sempre.

**

Giorno numero nove alla Forks High School per Isabella Swan e le cose sembrava andare a gonfie vele: avanti con il programma, studentessa modello a detta dei professori e nuovi amici gentili e simpatici pronti ad aiutarla in ogni cosa; persino Jessica e Lauren si erano mostrate accondiscendenti verso di lei ogni tanto.
Grazie ad Alice era più sicura verso il suo aspetto e questo aveva influito molto anche verso il suo carattere, incredibile ma vero; mentre grazie a Jasper aveva finalmente imparato a guidare in modo decente.
Si sentiva felice anche se in otto miseri giorni aveva visto solo da lontano il suo vicino di armadietto che sembrava evitarla.
Mai una singola volta si erano incontrati,  mai una singola volta si erano parlati, solo Alice disse di averlo visto  fissarla un giorno, ma Bella pensò si trattasse di puro caso: magari facendo vagare lo sguardo per la mensa si era fermato un secondo su di lei e la sua amica aveva ingigantito la cosa…si sicuramente era andata così.
Fu il secondo lunedì dopo il suo arrivo che le cose cambiarono.
La mattina, dopo aver parcheggiato la sua Smart bianca al solito posto ed essere scesa, si accorse che di fianco ad essa c’era una volvo grigia metallizzata. Strabuzzò gli occhi pensando e sperando si trattasse di un sogno.
O di un incubo magari.
-Ciao Swan- sussurrò lui appoggiato alla macchina con le braccia incrociate al petto. L’aveva chiamata per cognome per stuzzicarla ma a lei la cosa sembrò soltanto maledettamente eccitante.
-C…ciao Edward, ti ricordo che ho un nome, potresti anche usarlo- cercò di riprendere  una parvenza di contegno afferrando la borsa. Il ragazzo sorrise divertito dalla sua sfrontatezza, aveva trovato il punto debole per stuzzicarla.
-Come stai?- chiese vellutato mentre si avvicinava. Era stanco di provare a resisterle, aveva desiderato baciarla e stringerla a lui dal primo istante in cui l’aveva vista di spalle.  Non si sarebbe più negato tutto ciò, avrebbe fatto soltanto quello che desiderava da bravo egoista: avrebbe allungato le mani e afferrato senza chiedere ciò che era suo di diritto.
-Oh vedo con piacere che ti ricordi che esisto- sbottò forse un po’ troppo acida.
-Che intendi dire?- assottigliò gli occhi sperando di aver bene inteso quella sottile scintilla di gelosia nel tono di voce.
-Niente, dico solo che sei sparito dalla circolazione, pensavo ti avesse risucchiato il tuo armadietto, oppure segui dall’ombra…non è che sei uno stalker?- sorrise nuovamente acida, ci stava prendendo gusto nello scoprire questo suo nuovo lato.
Il rosso sorrise sghembo e la seguì incamminandosi verso la scuola fino ad arrivare al loro armadietto.
-Forse…ti dispiacerebbe?- chiese sorridendo divertito dal nomignolo affibbiatogli- andiamo…ti…ti chiedo scusa se non mi sono più fatto vivo è solo che…-gesticolò con le mani cercando di trovare le parole adatte.
-Aspetta- lo fermò lei- non ti ho detto nulla...figuriamoci cosa mi interessa di te, era solo curiosità- bugiarda, bugiarda, bugiarda sentì la sua coscienza urlare.
-Non ti interessa?- chiese lui senza voce.
-Perché mi chiedi questo Edward?- ribatté alterata sbattendo l’anta dell’armadietto- cosa ti importa a te se mi interessi oppure no?
-Bhè…perché forse non ti viene in mente che vorrei provare a cucire una sorta di rapporto con te?- disse spazientito. Non ci voleva proprio arrivare eh?!
-Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato, sono stato uno stupido…-ammise rosso come i suoi capelli-che ne dici se…- improvvisamente si sentì sopraffare da un corpo.
-Edwarduccio!!- perfetto ci mancava solo quello! Bella era scioccata dalla massa del ragazzo appena piombato sulle spalle del suo interlocutore.
-Ma tu devi essere Isabella Swan!- disse scendendo dalle spalle e avvicinandosi a lei- io sono Emmett Mc Carthy piacere- la afferrò e la stritolò in un abbraccio senza preavviso. La ragazza strabuzzò gli occhi e non potendo fare altro, ricambiò.
-P...piacere mio- disse con voce strozzata.
-Ma sei proprio bella eh, aveva ragione…-disse attirandosi una gomitata da parte di una stupenda ragazza bionda; l’aveva visto di sfuggita e ne aveva tanto sentito parlare: era Rosalie Hale, la bionda della Forks High  School e al suo confronto si sentì immediatamente come a Phoneix: invisibile e terribilmente sciatta, non avrebbe potuto di certo competere.
-Io sono Rosalie ciao- le allungò la mano che la ragazza strinse con timore.
-Bella.
-Mi piace molto la tua gonna, complimenti- disse cercando di metterla a suo agio; la mora si guardò la minigonna bianca che indossava e sorrise arrossendo e mugugnando un flebile grazie.
-Di cosa parlavate?- chiese l’orso.
-Bhè prima che arrivaste- Edward era a dir poco furioso- stavamo conversando su un argomento molto importante- disse con tono allusivo e infatti il sorriso sul viso di Emmett si spense subito. Sapeva cosa stava per chiederle, ne avevano parlato fino allo sfinimento e per la prima volta da quando si conoscevano, Edward gli aveva chiesto consiglio su come comportarsi con una ragazza. Evento a dir poco epico.
-Oh-fece lui tossicchiando.
-Ah-fece Rosalie anche lei a conoscenza della situazione.
-Eh- fece Edward passandosi una mano sul viso.
-Uh!- fece una voce alle spalle di Bella ridendo, si girarono: era Alice con Jasper sottobraccio.
-Mancava solo questa vocale…-ridacchiò-Buongiorno cari-sorrise nonostante non avesse la massima confidenza con loro, ma si erano trovati più volte ad uscire con la stessa compagnia e conversavano come se si conoscessero da una vita.
-Bella è tardi- fece ticchettando con un dito sull’orologio- mi dispiace rubarvela, ci vediamo dopo se volete…
-Si, va bene…-sospirò- a dopo Swan- la stuzzicò.
-A dopo Cullen- rispose lei schiacciandogli l’occhiolino.


**


-Bene- fece Alice accomodandosi vicino a lei nell’aula di pittura- cosa intendi fare?
-Mh?- chiese la mora infilando il grembiule.
-Manca poco…- disse osservandola.
-A cosa precisamente?- preparò la tavolozza con i colori perplessa.
-Ma come a cosa! Al ballo d’inverno ovviamente!- fece eccitata la folletta tirando fuori l’album da disegno.
-E cosa me ne importa?- chiese non capendo.
-E’ ovvio che Edward te lo chiederà…- sganciò la bomba e attese la sua reazione che non tardò ad arrivare: le cadde dalle mani il pennello che aveva appena afferrato.
-Non dire sciocchezze.
-Non è una sciocchezza- fece sicura della sua teoria.
-E cosa te lo fa pensare sentiamo.
-Il fatto che si fa vivo e ti doveva chiedere una cosa importante…e mentre lo stava per fare era bianco come un cadavere e balbettava.
-Ci hai spiati?- sgranò gli occhi.
-Bhè..-tossicchiò lievemente- non userei proprio quel termine, fa così squallido…
-Alice…- alzò un sopracciglio.
-E va bene si! Mentre entravo ho visto che ti seguiva e così…- alzò gli occhi al cielo facendo leggermente ampi cerchi con la mano destra.
-Comunque il fatto non è questo!- riportò l’attenzione del discorso su di loro- Edward Cullen ti sta per invitare al ballo d’inverno!- fece con voce isterica.
-Non lo farà…-disse con tono pacato: non si sarebbe mai interessato ad una come lei, probabilmente ci avrebbe portato una cheerleader.
-Ok- fece Alice capendo che non avrebbero concluso niente- ma…tu metti caso lo facesse…cosa faresti tu?
-Bhè scoppierei a ridere e rifiuterei perché probabilmente sarebbe uno scherzo idiota- alzò le spalle e iniziò a dipingere agitata dal discorso che stavano tenendo. Possibile che la professoressa non passasse a riprenderle perché parlavano troppo?
-Risposta sbagliata- disse dosando l’acqua- ti devi far attendere un pochino, non dargli la soddisfazione di farti vedere ai suoi piedi, ne ha miliardi di ragazze così. Si è interessato a te perché non l’hai minimamente calcolato, continua così e vedrai…
-Aspetta- interruppe la linea che stava tracciando- vuoi dirmi che se...ipoteticamente lui me lo chiedesse, dovrei lasciarlo nel dubbio?
-Si ma non per tanto, diciamo del tipo: “ci devo pensare” “forse” “credo di si”, ovviamente non te la tirare ma neanche immediatamente… mi capisci?- agitò il pennello davanti ai suoi occhi.
-Si…si…- mugugnò apprendendo velocemente quel nuovo consiglio- ma non dobbiamo preoccuparci, non me lo chiederà mai…- continuò triste.
-Bella?
-Si?
-Ti piace Edward?- le chiese a bruciapelo; ormai l’aveva ammesso con se stessa, perché non farlo anche con la sua migliore amica?
-Sì- sospirò impercettibilmente.
-Benissimo, allora te lo chiederà.
La discussione si concluse così per la felicità della mora e tornando a disegnare, iniziò a riflettere sulla possibilità che Edward glielo chiedesse davvero, sarebbe stato un sogno.


**


-Ah!- strillò Isabella portandosi una mano al cuore quando, chiudendo l’anta dell’armadietto, si era trovata davanti la stupenda faccia da schiaffi di Edward Cullen che ridacchiò.
-Mi segui ovunque! Sono sempre più convinta della mia tesi sullo stalker!
-Una ladra di armadietti e uno stalker… che bella coppia- rise apertamente coinvolgendola.
-Allora…-fece lui schiarendosi la voce- mi chiedevo se…
-Oh cielo!- sgranò gli occhi guardando l’orologio appeso alla parete dietro al ragazzo- è tardissimo! Ho lezione di ginnastica! Aspettami fuori dagli spogliatoi  va bene? Così parliamo- disse velocemente dandogli un bacio sulla guancia e correndo verso la palestra.
Erano in due ad essere stupiti.
Isabella lo era perché non riusciva a credere all’audacia del suo gesto e per averlo mollato per la seconda volta consecutiva come uno stupido in mezzo al corridoio; ed Edward che ancora imbambolato realizzava che la ragazza dei suoi sogni, quella che aveva aspettato per diciotto anni, l’aveva appena baciato sulla guancia senza aspettarsi nulla in cambio.
Senza che lo sapessero sospirarono innamorati nello stesso istante con i pensiero rivolto all’altro.


-Ah!- strillò Alice portandosi una mano al cuore e saltellando quando la sua amica le disse di averlo baciato  sulla guancia prima di scappare via.
-Lo sapevo, lo sapevo lo sapevo!- fece uno strano balletto agitandosi tutta e attirando gli sguardi perplessi degli altri studenti.
-Smettila!- le disse calmandola.
-Awwwww!!!!- la abbracciò.
-Gli ho detto di aspettarmi fuori dagli spogliatoi per parlare.
-No aspetta…dopo ginnastica? Fra cinque miseri minuti?
Isabella annuì mordicchiandosi il labbro inferiore.
-Professore scusi!- alzò la mano la folletta.
-Ma cosa fai?- strabuzzò gli occhi.
-Fai silenzio, siediti ed impallidisci o te ne pentirai- la minacciò con lo sguardo ed immediatamente la mora fece quanto detto senza alcuna fatica dato il colore pallido della propria pelle.
-Professore scusi, ma la signorina Swan non si sente tanto bene.. posso accompagnarla in infermeria?- chiese con sguardo innocente.
-Ma certo signorina Brandon, andate immediatamente.
-Prima ci fermiamo un attimo negli spogliatoi…sa…deve prendere una cosa…-fece alludendo agli assorbenti.
-Ah…-fece comprensivo il professore- andate andate ragazze, avete finito la lezione per oggi- concluse non volendo immischiarsi ulteriormente in questioni femminili delicate.
-Grazie mille- sorrise leggermente prendendo Bella per un braccio e incamminandosi lentamente verso la porta.
-Non penso che tu voglia parlare con lui mentre puzzi di sudore no?
-Non ci avevo pensato- fece lei allargando gli occhi, grazie mille Alice!
Appena ebbero varcato la porta, al sicuro dallo sguardo del prof, iniziarono a correre:
-Hai…-guardò l’orologio con il fiatone- un minuto per farti la doccia prima che la campanella suoni e lui si catapulti da te, sbrigati!- la spinse nel bagno dello spogliatoio femminile e intanto accese il mega stereo per far loro compagnia e iniziò a cantare “Single Ladies” di Beyoncè.
Bella la imitò una volta uscita, aveva fatto la doccia più veloce di tutta la sua vita. Si asciugò in modo supersonico e infilò l’intimo e gli shorts di jeans che indossava quel giorno.
Facendosi prendere dal ritornello  e dimenticandosi improvvisamente di Edward salirono tutte e due sulle panche e iniziarono a ballare dimenandosi senza remore.
Alice le lanciò un flaconcino di shampoo mentre ne usava un altro come microfono: sembravano due pazze e ad Isabella piaceva, non aveva mai fatto nulla del genere, si sentiva finalmente normale e non avrebbe interrotto quel momento intimo con la sua best per nulla al mondo, cosicché anche lei usò lo shampoo come microfono e girandosi di spalle iniziò a sculettare vistosamente  mentre cantavano la canzone stroppiando le parole.
Si stavano divertendo così tanto che non si accorsero della porta che si spalancava e degli sguardi su di loro, né dei fischi di apprezzamento e delle risate trattenute per continuare ad osservare il loro divertente teatrino.
Arrivate alla fine della canzone si girarono con un sorriso a trentadue denti, ma mentre quello di Alice rimase inalterato alla vista dei loro compagni, quello di Bella si spense e le sue guance diventarono del solito color ciliegia notando Edward in prima fila, appoggiato al muro intento a fissarla voracemente. I suoi occhi sembravano neri e la sua mascella contratta, insieme ai suoi pugni….come se stesse cercando di trattenersi.
Isabella deglutì: due settimane in quella scuola e già aveva fatto la sua prima figuraccia,  le sembrava strano che tutto andasse per il verso giusto.
-Siamo delle ottime cabarettiste eh?!- scherzò Alice per stemprare  la tensione, difatti tutti risero dirigendosi verso le loro sacche come se quello appena accaduto non li avesse minimamente toccati, avevano soltanto il sorriso sulle labbra, non avevano fatto né battutine volgari, né sorrisetti ironici, forse Forks era davvero la casa perfetta per lei.
Cercando di fare l’indifferente scese dalla panca afferrando la maglietta e sorridendo si diresse verso le scarpe; quando stava per voltare l’angolo sentì la sua voce:
-Ehi ladra!- la chiamò sorridendo allegramente, o adesso o mai più, non poteva rimandare in eterno. Raccolse tutto il coraggio che possedeva in corpo mentre lei voltava leggermente la testa per guardarlo negli occhi:
-Sei libera per il ballo?- trattennero tutti e due il respiro e Bella si ricordò i consigli di Alice che, nonostante il cuore le esplodesse in petto seguì:
-Forse Stalker…. forse.





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#coff coff#
Se siete ancora qui allora avete letto questa schifezzuola, wow!
Spero vi sia piaciuta, non è niente di speciale ma l’avevo in mente e non potevo di certo ignorarla.
SE VORRETE POSSO SCRIVERE QUALCHE EXTRA (tipo il famoso ballo e eccetera, se avete richieste fatele, mi raccomando!) ditemi voi o se vi ho rotto abbastanza. Me lo lasciate un commentuccio? Sarebbe molto importante per me, almeno se vi è piaciuta almeno un pochino pochino fatemelo sapere :')
Un bacione care, Athena xx 
   
 
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