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Autore: Trich    20/07/2011    3 recensioni
Questa storia è stata scritta per il contest 'Armadio Svanitore'. Dovevano scrivere una storia che parlasse di un, appunto, Armadio Svanitore. Ho inventato i personaggi, una famiglia di maghi.
Non so come mi sia uscita dalla testa una trama che a mio parere è triste, molto. E io che solitamente scrivo le demenziali! ._.
Boh.
Buona lettura,
Trich.
La bambina era appoggiata al muro d' angolo, l' orecchio destro attaccato alla parete, gli occhi spalancati. Stringeva spasmodicamente un orsacchiotto di pezza marrone, morbido, vestito con una maglietta dello stesso colore del pigiama della piccola.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il Signor Tobias

 

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La bambina era appoggiata al muro d' angolo, l' orecchio destro attaccato alla parete, gli occhi spalancati. Stringeva spasmodicamente un orsacchiotto di pezza marrone, morbido, vestito con una maglietta dello stesso colore del pigiama della piccola.

 

«Ann, dobbiamo fare in modo che se arrivassero, Lizzie farebbe in tempo a scappare», borbottò l' uomo. «E non possiamo fidarci solo di un fottutissimo armadio!

«Luke, parla più piano, sveglierai la bambina». La donna si guardò intorno, controllando che la figlia non ci fosse. La sua bambina non l' avrebbe saputo. Doveva restare nella sua bolla di felicità, non avrebbe permesso che la sua infanzia fosse sciupata dalla paura che attanagliava i corpi di molte streghe e maghi, in quel momento. «E comunque,non è uno stupido armadio babbano, il nostro. Credevo di avertelo già spiegato.

«Si, l' hai già detto, ma come facciamo a sapere dove ci porterà?

«Sicuramente, al sicuro. Nel suo armadio gemello.

«Hai idea di dove sia? Magari è in un covo di quel Voldemort.

La donna ebbe un tremito a sentir pronunciare il suo nome. Stava per urlare al marito di non ripeterlo mai più, ma lui non avrebbe capito. Non aveva capito come quelli della sua razza potevano uccidere così crudelmente. Non aveva capito i maghi. Non aveva capito nemmeno lei, in fondo, quando gli aveva rivelato di essere una strega. All' inizio era sembrato entusiasta, ma con il passare del tempo e  con la scoperta dei poteri della figlia, il rancore che conservava dentro si era fatto sempre più strada verso l' esterno.

Si alzò, innervosita.

«Vado a svegliare Liz.

La bambina, resasi conto che non avrebbe dovuto essere lì, corse verso la camera per farsi trovare a letto. «Dobbiamo fare veloce, Signor Tobias!», sussurrò all' orsacchiotto.

Arrivò in camera e si catapultò sotto le coperte.

 

*

 

Sbam!

La porta sbatté, all' improvviso.

«Incantesimo anti-smaterializzazione, bene. Ma qualcos'altro sarebbe stato utile, no? Per voi, almeno.

La madre tornò indietro, e vide. Una luce verde, un tonfo. Suo marito a terra. Morto.

La sua bambina, fu il suo primo pensiero. La priorità. 

Mentre il dolore si faceva spazio nel suo petto, ripartì a corsa più silenziosa possibile, lanciando un incantesimo per bloccare la strada a quegli assassini. Temporaneamente. 

Ma sarebbe bastato.

Prese la figlia tra le braccia, lei si svegliò. Spalancò con irruenza le porte dell' enorme armadio di legno nero, e ci entrò trascinando Liz.

 

*

 

«Mamma...il Signor Tobias...non posso lasciarlo là!». La bambina si divincolò dalla stretta  che le bloccava il braccio aprì le porte dell' armadio; un graffio le rimase sulla mano, l' ultimo segno della madre che nel frattempo non era riuscita sottrarsi all' Armadio Svanitore. Chissà dov' era finita in quel momento.

Raggiunse la camera, strappò l' orsacchiotto dal letto e ripartì la folle corsa. Aveva paura, adesso. Alcuni rumori arrivavano dal salotto. Avrebbe dovuto essere silenziosissima.

La bambina si trovò davanti una persona con un mantello nero dal quale era coperta dalla testa ai piedi. Liz aveva paura.

«Hei, Karkaroff, guarda chi c'è qua.

Arrivò un' altra figura. Liz aveva paura.

«Una piccola Mezzosangue. Non c'è nessuno qui con te?». Una voce femminile malvagia e acuta. Liz aveva paura. Avrebbe voluto essere rimasta con la mamma, al sicuro.

«Ti hanno strappato la lingua? Dimmi dov' è andata la tua sporca madre!» Urlò la figura incappucciata. La bambina stette zitta.

«Vediamo se la Cruciatus ti scioglie la lingua...». La bacchetta venne sollevata. «Crucio.

Un dolore improvviso, che spezzava i polmoni come mille lame d' acciaio. 

E faceva male e faceva male e faceva male

Poi finì.

«Vuole stare zitta, eh? Karkaroff, pensaci tu. Io vado a cercare la Sanguesporco.

E una figura scomparve.

Liz aveva paura. Tanta.

«Ci metto un attimo», rispose. «Bene. Addio, Mezzosangue. Avada...

Non sapeva cosa stava per succederle, ma era certa che non fosse niente di bello. Si raggomitolò, restando in terra, e chiuse gli occhi lasciando dei segni con le unghie sulle manine chiuse a pugno.

«Kedavra.

Un lampo verde. Poi, non sentì più niente.

 

La bambina restò in terra, immobile, gli occhi chiusi. Aveva lasciato la presa sull' orsacchiotto di pezza marrone, morbido, vestito con una maglietta dello stesso colore del pigiama della piccola che non lo poteva più vedere.

 

 

 

 

 ______________________________________________

 

Angolo.

 

ç.ç Lo so. Avrei voluto farla venire felice, allegra, come tutte le mie altre storie. Anche se pazze, almeno sono sono tristi!

Invece no, uno spirito melodrammatico si è impossessato di me.

Spero che vi piaccia :D

Vero

   
 
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