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Autore: Yvaine0    20/07/2011    3 recensioni
"Se c’era una persona nel dormitorio femminile di Grifondoro in grado di far capitare il finimondo in una manciata di secondi, quella era Roxanne Weasley. «Non l’ho fatto apposta! Giuro, Lily, non volevo!» la sentivano strillare periodicamente, mentre si agitava come una Mandragora appena strappata via dal suo vaso."
Roxanne è una piccola forza della natura. C'è chi dice che si parlerà di lei per secoli a Hogwarts e diventerà una leggenda. C'è chi pensa sia semplicemente meglio fuggire quando la si vede passare. E poi c'è chi, come la sua famiglia, pensa sia solo il caso di proteggerla dagli altri e da sé stessa.
Abbandonati gli stereotipi sulla nuova generazione ormai diffusisi a macchia d'olio, ecco qui la mia versione di alcuni giovani della famiglia Potter/Weasley. :)
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Clumsygirl

Se c’era una persona nel dormitorio femminile di Grifondoro in grado di far capitare il finimondo in una manciata di secondi, quella era Roxanne Weasley.  «Non l’ho fatto apposta! Giuro, Lily, non volevo!» la sentivano strillare periodicamente, mentre si agitava come una Mandragora appena strappata via dal suo vaso.
Quel pomeriggio, un tanfo improponibile si era levato dalla stanza delle ragazze del quarto anno. «Sei un impiastro, Roxanne!» sbottò Lily Luna Potter, spalancando la porta. Con quel gesto una coltre quasi palpabile di aria fetida si diffuse per il corridoio che univa le stanze del dormitorio femminile. L’unica figlia femmina del Prescelto si diresse come una furia in Sala Comune, dove si gettò su una poltrona a braccia incrociate, senza rivolgere un’ occhiata a nessuno. Il puzzo che si portava dietro, tuttavia,  aveva inevitabilmente attirato sguardi, commenti e smorfie da parte dei compagni di Casa.
Roxanne Weasley,  comparve nella Sala di Ritrovo una manciata di secondi dopo, un sacchetto di carta tra le braccia, il bruno cespuglio di capelli ricci spettinato e scompigliato. Si fermò ai piedi delle scale cercando con lo sguardo la cugina, poi, scovatala, le corse incontro. «Le ho raccolte tutte, Lily, ora puoi …».
Lily Luna Potter non era nota per la sua pazienza, e questo ormai lo sapevano tutti. Questa infatti non lasciò che l’altra concludesse la frase, alzandosi invece in piedi coi pugni stretti e le braccia tese lungo il corpo. «Non conta niente se le hai raccolte! Sono Caccabombe, il danno ormai è fatto! Nessuno, e dico nessuno!, è mai riuscito a fare un casino del genere in così pochi secondi! Sei una calamità naturale, Roxanne, devi darti una regolata!» strillò tutto d’un fiato, rossa in volto. Dopodiché si rituffò a peso morto sulla poltrona, fumando come una pentola a pressione.
Roxanne sorrise, colpevole, inclinando il capo da un lato. Ne era consapevole. Era goffa, tanto, troppo. I racconti che aveva ascoltato su Ninfadora Tonks e la sua famosa goffaggine non rendevano giustizia nemmeno un po’ a quella della giovane Weasley. «Sistemerò tutto, te lo prometto!»
Quelle parole spaventarono Lily più del danno già combinato dalla cugina. «No, Roxie, aspetta un secondo, forse non è il caso …» incominciò, dolcemente. L’ultima cosa che voleva era che il Dormitorio saltasse in aria per un incantesimo mal riuscito di quell’impiastro. Prima ancora che Lily potesse decidere cosa dirle, Roxanne era già corsa via come una furia, scartando a stento i poveri studenti di passaggio e gridando ai quattro venti la sua volontà di rimediare ai propri errori.
«Per la barba di Merlino, Lily, puzzi più di un Troll di Montagna!» esclamò James, schietto come sempre, avvicinandosi alla sorella minore.
Lei sbuffò, intuendo l’implicita domanda celata dietro quell’osservazione. «Roxanne è inciampata nel suo gatto, si è schiantata contro la scrivania, ha distrutto il modellino di Viktor Krum da regalare a zio Ron e ha fatto cadere il sacchetto delle Caccabombe!» esalò, afflosciandosi del tutto sulla poltrona su cui si era seduta. «Come è possibile essere così disastrosi, Jim? Dimmelo, ti prego!» strillò, gesticolando, in preda ad un ultimo attacco di vitalità.
Il ragazzo rise. «Oh, avanti, Lily, Roxie è sempre Roxie, le vogliamo bene anche perché è così!»
La sorella lo fulminò con lo sguardo. «Le vorrò bene solo io, presto, se continuerai ad essere così dannatamente irritante!» brontolò, acida.
James rise e alzò le mani in segno di sconfitta. «Bandiera bianca!» disse, allontanandosi. Poi però, una luce malandrina brillò nei suoi occhi color nocciola e decise che James Sirius Potter mai al mondo si sarebbe lasciato zittire a quel modo da sua sorella minore, né da nessun altro. «Per la barba di Merlino, Lily, potevi avvertire prima di mollarne una!» gridò, sventolando teatralmente una mano sotto il naso, con un’espressione disgustata.
Un coro di risolini risuonarono nella Sala di Ritrovo dei Grifondoro, mentre Lily, dalla poltrona su cui stava sprofondando sempre di più, imprecava silenziosamente contro il fratello maggiore e la cugina.

*

Roxanne Weasley era una studentessa del quarto anno caparbia e volenterosa. Un’eccellente Grifondoro conosciuta per la sua simpatia, la disponibilità ma soprattutto per la sua epica goffaggine. Alcuni dicevano che sarebbe diventata una leggenda della scuola, e le sue disavventure sarebbero state raccontate per secoli. Altri cambiavano strada ogni volta che la vedevano passare temendo di essere travolti, specialmente quando correva, segno eloquente del fatto che avesse in mente qualcosa. Quel pomeriggio, in particolare, correva più spedita e traballante del solito, frenando a stento ad ogni angolo e rischiando di inciampare ogni tre per due. I gruppetti di studenti, di qualunque anno fossero, si separavano al suo passaggio per aprirle le strada. Roxanne era conscia di essere una specie di piccola catastrofe umana, sapeva di combinare un sacco di danni, ma sperava sempre di riuscire a sistemare. Per questo dava sempre il massimo quando era il momento di aiutare il prossimo e risolvere i problemi, nonostante spesso nella foga finisse per combinare qualche altro disastro. Tuttavia non si rassegnava: fin da piccola, quando la sua vena nel combinare disastri era stata scoperta, le era stato insegnato che ad ogni problema c’era una soluzione, se non ce n’era alcuna, non si trattava di un problema.
«Ragazzina, non si corre nei corridoi!» le gridò dietro la voce roca del nuovo Custode della scuola. Roxanne tuttavia lo ignorò, o forse nemmeno lo sentì, e continuò a sfrecciare traballante per i corridoi della scuola.
Se c’era una persona che avrebbe potuto aiutarla a risolvere quel problema, quel qualcuno era certamente l’unica persona che nella scuola riusciva a combinare più danni di lei. Per questo uscì di corsa nel Parco diretta al campo da Quidditch, dove sapeva avrebbe trovato il suo aiuto. Corse attraverso il prato fino alle tribune e si arrampicò fino in cima a quella degli insegnanti. «Nique!» esclamò, fermandosi a prendere fiato, non appena messo piede sugli spalti.
Una ragazza pallida dai corti e spettinati capelli blu e l’aria annoiata si voltò a guardarla. Accanto a lei, una biondina dallo sguardo euforico le sorrise gentilmente.  «Ciao, Roxanne. Qual buon vento?»
Dominique non era esattamente la ragazza che ci si aspettava potesse nascere dall’unione di Bill e Fleur Weasley. Cresciuta tra bambole, peluche e mini servizi da tè, costretta giorno dopo giorno ad indossare vestitini rosa e assecondare gli impeti da parrucchiera improvvisata di sua sorella Victoire, giunta ad Hogwarts aveva scoperto che quella routine da bambola di porcellana non era l’unico modo per vivere. Ed era proprio alla Scuola di Magia e Stregoneria più famosa e rinomata nel mondo, che Dominique Weasley aveva abbandonato le movenze Barbie in miniatura e aveva tirato fuori il proprio io. Un ‘io’ che tutti si sarebbero aspettati da Fred, o tutt’ al più da Roxanne. Nessuno avrebbe mai immaginato che Dominique Weasley, potesse da un momento all’altro diventare più pestifera di James Sirius Potter nei suoi momenti di massimo ingegno malandrino. Tuttavia la sedicenne dalla corta e spettinata chioma blu elettrico non solo si era dimostrata una degna erede di suo zio George, ma con il suo ingegno da perfetta Corvonero si contendeva il titolo di più pestifera della scuola con suo cugino James. Nonostante la ormai storica rivalità, capitava che i due si alleassero per combinare scherzi coi fiocchi che difficilmente Hogwarts avrebbe dimenticato.
«Hey, Rox» salutò, svogliata, Dominique. «Come mai qua?» chiese, indicando la tribuna insegnanti. Quello ormai era la sua postazione fissa. Da quando era stata buttata fuori dalla squadra di Corvonero per l’indisciplina, aveva intrapreso una protesta passando in quel luogo rilassante tutto il suo tempo libero. Un luogo che tra l’altro trovava molto piacevole, e finiva per andare lì anche a studiare.  Poi, se durante gli allenamenti, le capitava sotto tiro il Capitano della Squadra o il membro che l’aveva sostituita, qualche arguto scherzetto era d’obbligo.
«Io … ho fatto esplodere … le Caccabombe … nel Dormitorio!» ansimò Roxanne.
Dominique abbozzò un sorriso. «Sempre la solita, eh?» domandò, divertita. «E qual è il problema?» aggiunse, scompigliandosi i capelli con entrambe le mani.
«De- … devi aiutarmi!» esalò tutto d’un fiato, iniziando poi a prendere grandi respiri per riprendersi.
Dominique ci pensò su. Come al solito Roxanne aveva un problema da risolvere e correva da lei. Non le dispiaceva, anzi, la faceva sentire una specie di punto di riferimento per la cugina. Si scambiò un’ occhiata divertita con l’amica bionda e le disse: «Qualche idea, Jen?»
Jenny Watts sorrise raggiante per poi assumere un’espressione pensierosa. «Potresti … uhm, no … oppure … ah, no, troppo complicato … e se … no, nemmeno questo. Ma forse … »
«Forse potresti concludere almeno una frase su cinque, Jen» commentò Dominique, con una smorfia divertita. Roxanne rise. «Ok, ho deciso. Prima di tutto vai ad aprire le finestre,  e chiedi agli Elfi Domestici di lavare tutto ciò che si può lavare, poi prova con qualche incantesimo di movimento, dovresti riuscire a cambiare l’aria. Perché immagino tu non abbia un ventilatore nel baule, giusto? » suggerì.
Jenny la guardò con un sopracciglio inarcato. «Gli apparecchi elettronici non funzionano a scuola, Nique!»
«Oh, sì, hai ragione. Un ventaglio?»
«Hai idea di quanto tempo ci metterà, povera anima?!»
«Oh, avanti Jen! Lo incanterà!»
«Questo è chiaro. Però dovrà anche replicarlo, come minimo, o non finirà più!»
Dominique annuì, convenendo che l’amica aveva ragione.  Trovata una soluzione più o meno plausibile per eliminare la puzza nel dormitorio, la ragazza iniziò a spiegare lentamente e cercando di essere più chiara e coincisa possibile il procedimento alla cuginetta. Ripeté più volte i semplici incantesimi che avrebbe dovuto impiegare e glieli fece provare un paio di volte su di una piuma che aveva nella borsa. «Hai capito, Rox?» ripeté per l’ennesima volta, dopo aver concluso la spiegazione.
Roxanne annuì, scuotendo la ribelle e cespugliosa chioma. «Certo, Nique! Ti ringrazio immensamente, vado subito a rimediare!» comunicò ad alta voce, prima di riprendere a correre a perdifiato giù per la tribuna, in mezzo al campo, nel parco e poi lungo i corridoi della scuola.
Dominique sospirò, chiedendosi cosa avrebbe sbagliato quella volta. Perché, lo sapeva, nonostante le ripetute spiegazioni Roxanne ne avrebbe combinata una delle sue. Come ogni santissima volta, in fin dei conti.
Jenny sorrise. «Se la caverà?» chiese, conoscendo già la risposta dell’amica. Lei  infatti si limitò a lanciarle un’occhiata d’intesa, per poi sospirare.
«Non ho mai conosciuto nessuno che corresse tanto».
Dominique sorrise. «Lei fa correre tutti

*

Rose Weasley era in biblioteca con Albus Severus Potter per una ricerca di Erbologia, quando un ragazzino del primo anno comparve ansimando e barcollando come fosse ubriaco fradicio.
«Hey, piccoletto, frena o ti verrà un colpo» osservò gentilmente Albus, liberando una sedia perché vi si sedesse. Il ragazzino tuttavia non sembrava in grado di intendere e di volere, quindi il giovane Grifondoro fu costretto e spingerlo fisicamente a sedersi.
«Oh, Albus! Non essere scortese!» lo rimproverò  una pila di libri con le gambe, comparendo da dietro uno scansia.
Il cugino sospirò. «Ne farò mai una giusta?» chiese ironicamente al ragazzino. Gli sorrise, notando il suo infondato timore.
«Io … io … nel Dormitorio … hanno detto … » farfugliò, arrossendo ad ogni parola di più.
Rose, riemergendo da dietro l’enorme pila di libri che aveva recuperato, si avvicinò gentilmente al ragazzino e gli si chinò di fronte, con fare materno. «Come ti chiami?» chiese, sorridendo.
«Roger» rispose, arrossendo.
Rose annuì. «Bene, Roger, calmati. Qualunque cosa sia successa ora va tutto bene. Riprendi a respirare e poi parla, noi ascolteremo. Vero Albus?»
«Roger!» ridacchiò il mezzano dei figli del Prescelto, palesando il suo divertimento con una risata. Risata che tra l’altro contagiò anche il piccoletto del primo anno, peggiorando la sua situazione respiratoria.
«Oh, Albus!»
Il ragazzino tuttavia impiegò poco per ricordarsi la propria missione. Respirò a fondo e parlò tutto d’un fiato: «Nel dormitorio femminile sta succedendo un pandemonio! Sta volando tutto dalle finestre, mi hanno detto di cercare i Prefetti e …»
«Roxanne!» esclamò Rose, portandosi una mano sulla bocca, sconcertata. «Per mille cavallette, muoviamoci, Albus!» guaì, prima di iniziare a correre più forte che poteva verso la Torre di Grifondoro.
«Aspettami, Rosie!» Il giovane Potter si gettò all’inseguimento, dopo aver ringraziato Roger, rischiando quasi  si inciampare sulla cugina quando la trovò ferma ad attenderlo dietro un angolo. Corsero a perdifiato attraverso la scuola, zigzagando tra gli studenti delle altre Case. Solo delle altre, sì, perché tutti i Grifondoro era accorsi per vedere lo spettacolo offerto dall’ennesimo guaio combinato da Roxanne Weasley.

*

 La ressa in Sala Comune era densa e vociferante, pressata contro le scale che portavamo al dormitorio femminile. Albus dovette urlare a gran voce  e spintonare qualche compagno per farsi spazio e poter raggiungere con Rose il luogo del problema. C’erano talmente tante ragazze lungo le scale che non fu un problema per Albus accedere ai dormitori. «Cosa sta succedendo, qui?»
«E’ stata Roxanne! Ne ha combinata una delle sue!» spiegò qualcuno, mentre Rose riusciva a raggiungere a sua volta il cugino.
«La loro stanza è quella!» indicò la rossa, scartando altre ragazze e aprendo la porta.
«Fate attenzione!» gridò qualcun altro, sovrastando il vociare febbrile della scolaresca.
I due Prefetti ignorarono bellamente il consiglio, dicendosi tra sé e sé che non c’era motivo di preoccuparsi realmente per uno dei pasticci della loro goffa cugina. A tutti si poteva porre un rimedio.
Anche se questa volta sarà dura, convenne mentalmente Albus, sgranando gli occhi di fronte alla scena in atto nella stanza.
«Oh, per mille diavoli! Afferralo, Lily, afferra quel vestito!» gridava Roxanne, correndo a destra e a sinistra nel tentativo di salvare qualche oggetto dalla furia ventosa  dei ventagli che aveva scatenato. Ce ne saranno stati almeno duemila, nella stanza, che sventolavano energicamente, causando una sorta di tromba d’aria che tutto trascinava fuori dalla finestra.
«Dannazione!» imprecò Lily, agguantando appena in tempo il proprio libro di Trasfigurazione. Corse a fatica, con i lunghi capelli color della fiamma che le frustavano il viso, verso la porta per gettarlo fuori al sicuro. Fu sorpresa di trovarsi di fronte i Prefetti, ma il moto di sollievo che la pervase fu ben visibile sul suo volto lentigginoso. «Albus! Ti prego, aiutami! Prendi qualcosa e gettalo fuori dalla porta! Roxie, attenta!» strillò, mentre il calderone di una loro compagna per poco non prendeva in pieno la zucca vuota della ragazza.
Rose, nell’attimo di lucidità che seguì il totale smarrimento iniziale, levò la bacchetta e urlò con voce ferma «Finite incantatem!».
Ci fu un momento di totale immobilità, poi tutti i ventagli e gli oggetti mossi dal vento piovvero sul pavimento, e sulle teste dei quattro cugini. «Ahia!» si lamentò Albus, a cui era appena grandinato in testa un sacchetto di Gobbiglie.
«State tutti bene?» chiese Rose, apprensiva.
Lily annuì, con un sospiro di sollievo. «Per fortuna siete arrivati» gemette, gettandosi a sedere sul proprio disfatto letto.
«Io … scusatemi, non volevo! Sistemerò tutto, lo prometto!» farfugliò Roxanne, torturandosi le mani con aria colpevole. Non voleva combinare quel finimondo. Non voleva proprio. Non riusciva a farne una giusta e le dispiaceva enormemente. Avrebbe voluto poter essere d’aiuto. Avrebbe riordinato tutto, per farsi perdonare!
«Oh, no!» sbottò Lily, voltandosi come una furia verso la bruna cugina. «Te lo scordi! Hai già fatto abbastanza danni per oggi!» la aggredì. «Roxanne devi smetterla di comportarti da bambina, come diavolo …»
«Lily, sta’ zitta» sbuffò Albus, brusco. «Non credo che Roxie stia cercando di ucciderci. Conoscendola vuole aiutarci, tutt’al più! » spiegò, tranquillo e riflessivo come sempre. Il giovane Potter non perdeva occasione per dimostrarsi l’ottimo ragazzo che era. «Sbaglio?» chiese conferma alla diretta interessata.
«No, hai ragione, Albus» Roxanne annuì energicamente, passandosi le mani tra i cespugliosi ricci. «Ho solo seguito il consiglio di Nique. Lei ha detto di aprire la finestra e incantare dei ventagli per aiutare l’aria a circolare, solo che ho pensato che facendone apparire molti l’effetto sarebbe stato migliore e …»
E aveva combinato un danno, come sempre. Rose sospirò, scuotendo il capo. «Okay, ora importa ben poco, a dire il vero. Quello che c’è da fare è sistemare tutto questo disordine. » comunicò. Levò nuovamente la bacchetta in direzione di un armadio e recitò «Reparo! ». In un batter di ciglia le ante sfondate dall’urto con qualche oggetto volante furono aggiustate. «Forza, diamoci da fare, ragazze» le invitò. «Senza strafare!» si raccomandò, rivolta a Roxanne in particolare.
Albus sorrise. I soccorsi erano arrivati e ora la grande eroina Rosie stava aiutando a ristabilire l’ordine. Doveva fare anche lui la sua parte, si disse.  «Vado a chiamare Jim e a recuperare qualche altro volenteroso cugino in giro per la scuola! Riporteremo quassù tutto ciò che è caduto dalla finestra!» esclamò, uscendo di corsa.
Rassicurò la folla sul cessato pericolo e invitò chi volesse a dare una mano per sistemare quel disastro prima che qualche professore potesse allarmarsi e togliere troppi punti alla loro Casa, dopodiché uscì di corsa dalla Torre diretto al campo da Quidditch, dove sicuramente una certa Corvonero avrebbe offerto i suoi astuti servigi per aiutare i cugini e magari, intanto, sferrare qualche tiro mancino a James.
Albus, correndo, sorrise a sé stesso. Per quanto Roxanne potesse essere goffa, imprecisa, una vera catastrofe ambulante, la famiglia era sempre pronta a riunirsi per aiutarla a sistemare i suoi piccoli –o grandi- problemi. Aveva bisogno di protezione, Roxie, e finché ci sarebbero stati loro a supportarla e difenderla dagli altri e da sé stessa, sicuramente sarebbe andato tutto bene. E loro ci sarebbero sempre stati. In fondo erano una famiglia.




Eccoci qua, con una sciocca one-shot senza un senso apparente. Il senso è che sono stufa degli stereotipi sulla nuova generazione che si stanno diffondendo come la peste del 1348.
(L'idea di Albus a Serpeverde inizialmente mi piaceva, ma non se questo significa che deve diventare un puttaniere. L'idea di Rose innamorata di Scorpius -o ancora meglio il contrario- mi piaceva, prima che le Rose/Scorpius diventassero le nuove Dramione.  Poi è scoppiata anche la Scorpius/Lily mania e ho iniziato a detestare Scorpius Malfoy in sè. Ecco perchè qui non c'è. )
Ho quindi voluto disegnare i miei giovani Hogwartiani. Ho immaginato una Roxanne goffa e pasticciona, ma dal cuore grande, una Dominique trasgressiva e diversa dal solito (che nonostante la rivalità con James non si innamorerà di lui). Ho immaginato James Sirius come il degno nipote di James Potter, Lilian come una ragazzina poco paziente e facilmente infiammabile (un po' come Ginny, in fondo) e Albus come un paziente, ironico e affettuoso Grifondoro. In più Rose, che non sono proprio riuscita a non far sembrare la solita intelligente, responsabile e organizzata degna figlia di Hermione Grander, ma effettivamente è un' immagine di lei che mi s'è insinuata nel cervello e trovo molto adatta.

Ho usato la correzione automatica di Word per correggere gli errori, se ce ne sono altri che per qualche motivo sono passati inosservati, vi ringrazierei se me li segnalaste. :3

Spero vi sia piaciuta, nonostante sia un po' sciocca. E mi auguro che i miei pareri qui espressi non vi abbiamo fatto cambiare idea sulla mia fan fiction. Non sto dicendo che le altre versioni dei ragazzi della nuova generazione siano stupide o altro, infatti. Dico solo che non mi piacciono molto. E sarei curiosa di leggere nuove versioni di quei personaggi, in effetti. :3   



 

  
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