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Autore: thembra    22/07/2011    6 recensioni
“…non è priva di sensi Gohan…”
“Ngh…”
Lo spirito del namecciano vibrò d’agonia reagendo a quel singhiozzo, l’aura che percepiva in Gohan era pura tortura, era terrore e confusione; nemmeno quando gli aveva comunicato della morte di suo padre che lui era solo un bambino aveva reagito così.
Prese fiato facendosi forza per pronunciare le parole giuste.
“…è morta.”
Genere: Avventura, Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’urlo di Bulma, rimbalzando contro le pareti delle alte montagne riecheggiò a lungo contro la roccia viva prima di divenire sussurro nel vento.
I singhiozzi che ne seguirono furono strazianti, pieni di rabbia e dolore ed i pugni che Goku riceveva al petto da lei non facevano male alla carne ma gli laceravano l’anima.
 
“DOV’ERI GOKU!? DOV’ERI DOV’ERI? CHI LE HA FATTO QUESTO, PERCHE’ NON ERI CON LEI? DANNAZIONE GOKU ERA TUA MOGLIE!!! ERA TUA MOGLIEEEEEEEEEEEE!!!”
 
Non smise di piangere nemmeno quando Vegeta la allontanò da lui, non smise di dimenarsi e graffiare e dar pugni nemmeno quando le forti mani di suo marito le bloccarono entrambi i polsi, non smise di biasimarlo nemmeno quando la voce le venne a mancare per il troppo dolore.
 
Per la prima volta da che lo conosceva vide Vegeta lasciarsi andare e stringere forte la sua compagna per calmarla mentre accanto a loro Trunks cercava di fare l’impossibile per scuotere il suo amico Goten che ancora seduto a terra fissava immobile lo spazio ora vuoto dinnanzi a sé da che il corpo gelido e immobile di Chichi era stato spostato dentro casa.
 
Era stato Junior a portarla dentro assecondando la sfuriata di Bulma che presa dall’isteria più dirompente aveva gridato a come fosse ingiusto ed irrispettoso lasciare Chichi all’esterno in quelle condizioni.
 
Sia lui che Gohan men che meno Goten avevano osato contraddirla.
 
Non capiva cosa diavolo potesse essere  successo, non aveva idee o basi da cui partire per creare una spiegazione plausibile, sapeva solo che  si era dovuto assentare  un paio d’ore chiamato al cospetto del gran re Kaioh per sedare alcune rivolte scoppiate nei gironi peggiori degli inferi.
 
Aveva appena finito di far colazione quando la voce di re Kaioh l’aveva raggiunto spaventando a morte la povera Chichi che aveva fatto cadere piatti e stoviglie per lo shock. Ovviamente poi si era arrabbiata e divinità o no l’aveva mandato al diavolo quel rompiscatole di un re.
 
Lui ridendo l’aveva rassicurata e salutata frettolosamente con un cenno del capo prima di ricorrere al teletrasporto per recarsi nell’aldilà dove, per l’ennesima volta negli ultimi due mesi sbattuto in cella un recidivo Freeza che assieme al suo nuovo amico Cell aveva cercato di evadere.
Li aveva sgridati ridendo del loro sciocco tentativo facendoli diventare lividi di rabbia prima di ritornare da Kaioh il sommo per comunicare l’esito positivo della trasferta negli inferi e  quando questi poi lo stava per ringraziare allungando la mano per dargli un colpo sulla spalla lui aveva avvertito la scomparsa dell’aura di Chichi e non ci aveva pensato due volte a ritornare sulla terra svanendo d’improvviso alla vista delle divinità.
 
L’improvvisa ondata di furia di Gohan però aveva interferito col suo teletrasporto spezzando la concentrazione e rimandandolo indietro sul pianeta di Kaioh appena in tempo per venir colpito dall’amichevole pacca sulla spalla che il re dei re non aveva fatto in tempo a bloccare.
Quando infine  era riuscito a materializzarsi la scena a cui si ritrovò ad assistere fu straziante.
 
Gohan stava piangendo come non lo aveva mai visto fare, suo figlio Goten era immobile di fronte al corpo esangue di Chichi e sua moglie, Kami-sama, sua moglie era lì a terra immobile e pallida come avorio.
 
In quel momento aveva sentito il proprio cuore esplodere di una gelida deflagrazione, l’aveva sentito contorcersi stringersi e poi impattare come si fosse trattato di una bolla di fango molle ed umido.
In vita sua non aveva mai incassato o conosciuto dolore tale.
 
Dopo non sapeva quanto tempo erano arrivati Vegeta Trunks e Bulma, le grida di lei i suoi schiaffi  ed il suo pianto.
 
Ora che pian piano tutto acquisiva un senso, fra pianti shock e rabbia c’erano anche le sue di lacrime.
 
 
 
…………………..
 
 
 
In cima all’obelisco di Balzar, sulla piattaforma che era la dimora del Dio della Terra, il supremo Dende, appoggiato al suo inseparabile bastone, assisteva in prima persona alla vicenda in corso a casa Son grazie al suo potere di divinità che gli permetteva di essere onnipresente per poter stare spiritualmente vicino alle persone che avevano bisogno di lui.
 
Piccole e chiare gocce di sudore gli perlavano la fronte mentre il peso dell’angoscia che aleggiava su quella casa gli penetrava i sensi, nitido e palpabile come se si fosse trattato di un drappo di stoffa.
 
Serrò gli occhi adirato, lui aveva visto cos’era successo.
Per primo aveva percepito il cambiamento d’intensità dell’aura di Chichi e subito la sua attenzione si era focalizzata su di lei, aveva visto tutto…tutto.
 
Ed era rimasto sconvolto, raggelato.
Popo aveva dovuto reggerlo perché per il terrore il giovane supremo aveva rischiato di cadere.
 
 
………………………
 
 
Krillin atterrò con un tonfo sordo. Le spalle chine ed il volto angosciato erano chiara evidenza del suo essere già informato.
Avrebbe pagato oro per potersene stare al sicuro sull’isola del Maestro Muten e sfuggire alla scena che sapeva di trovare al suo arrivo ma il suo dovere di migliore amico gli aveva imposto di alzarsi dalla sdraio su cui stava prendendo il sole, annuire mesto alla moglie e prendere il volo dopo aver sorriso alla tenera vista della sua piccola bambina sopita.
Era in volo sopra l’oceano quando la disperazione di Gohan aveva scosso la Terra e l’onda d’urto l’aveva fatto indietreggiare di alcuni chilometri, chilometri….,  si punì da solo per aver pensato che, se il giovane Son avesse mostrato tale rabbia e potenza nel torneo del Cell Game, quella crudele e orribile creatura verde sarebbe stata spazzata via in un solo istante.
 
Sbuffò afflitto svoltando a sinistra una volta riconosciuti gli scogli che solitamente usava come punto di riferimento, nessuna persona meritava di provare tale tristezza e quel pensiero aveva maggior ragione se le anime colpite da tale tragedia erano le più buone, pure ed innocenti dell’intero universo.
 
Cosa ancor più importante era Chichi a non meritare di finire così.
Rispettava  quella donna con la stessa intensità e misura con la quale la temeva ma aveva sempre capito, o tentato di farlo, i sentimenti e la situazione di lei.
 
Chichi era forte e severa con una personalità ed un carattere degni della principessa che le sue origini le davano diritto di essere; era la persona che aveva domato persino il guerriero più forte dell’universo, era pura forza interiore, era ribellione fedeltà speranza e cocciutaggine.
Era stata una moglie devota ed una mamma meravigliosa che aveva sacrificato il suo essere donna per il bene della sua famiglia e semplicemente…non meritava affatto di finire così.
 
Tornando alla realtà si asciugò gli occhi velati dalle lacrime avanzando verso il suo migliore amico di sempre, vederlo in quella posa statica con le spalle molli che gli davano un’aria sconfitta e sentirlo tremare sotto al tocco della propria mano fu troppo.
 
“…se ne è andata Kri-llin…” 
 
Appena l’aveva riconosciuto, Goku si era accasciato a terra stringendogli il giubbotto, una mano gli copriva il viso deformato dal pianto che cercava di domare.
 
“Oh Goku…”
 
Che poteva dirgli lui? Fatti forza amico? Tieni duro? La rivedrai un giorno?
Qualsiasi parola avessero pronunciato le sue labbra sarebbe risultata vuota e ipocrita, forzata e crudele.
 
“La rivoglio Krillin…”  l’ex bonzo si scosse dal trans colpito dalla serietà di quelle quattro parole.
“Eh?”
 
Bulma, che intanto aveva smesso di singhiozzare deviò lo sguardo sul sayan in attesa che continuasse.
Gohan aveva preso fra le braccia Goten cercando disperatamente di scuoterlo dal suo oblio; Trunks avvertì nell’aria un’elettricità sinistra e cercandone la fonte si concentrò su Goku.
 
Vegeta sbuffò un amaro sorriso nel percepire quell’oscuro potere espandersi in Kakaroth, conosceva bene quel mix di impazienza, odio e velenosa rabbia mescolati alla sete di vendetta che lo caratterizzavano perché il risultato che generavano era l’aura che un tempo, quando ancora non conosceva il significato dell’amicizia, del rispetto e, storse il naso in una smorfia mentale, dell’amore, era stata sua.
Erano bastati pochi mesi a cambiare le sue priorità;  pochi giorni e due occhi azzurri dentro un volto dalla bellezza infinita tanto lo era la testardaggine di chi lo possedeva.
 
E ora che in silenzio osservava il suo amico e rivale di sempre venir consumato da quell’oscura energia, era grato al fato d’aver perso l’inclinazione maligna che il suo spirito aveva avuto un tempo.
 Temeva però  le conseguenze che il risveglio di quella di Kakaroth avrebbe potuto scatenare.
 
“Chiunque sia stato… a portarmela via, la pagherà.”
 
Krillin notò che la mano che gli stringeva il giubbotto mollò la presa levandosi verso il viso del moro mentre le dita si chiudevano a pugno lasciando distesi solamente indice e medio.
 
“Goku?!”
“La pagherà cara!”
 
Non riuscì a fare altro che guardarlo inebetito portarsi le dita alla fronte, concentrarsi e svanire in un soffio d’aura che sapeva ancora d’ira.
 
 
 
………………………………..
 
Junior espirò rilassandosi per la prima volta nonostante le parole di Goku l’avessero messo sull’attenti.
Schiuse gli occhi concentrandosi sulle parole sibilate dal sayan.
 
‘Chiunque sia stato a portarmela via’
 
“?”
 
Non capiva…Chichi era morta per cause naturali, non era ferita non aveva lividi o botte non…
 
 
‘Junior!!’
 
“Dende!?”
 
L’impeto della sorpresa nell’udire quella voce gli fecero esclamare il nome del nuovo supremo attirando l’attenzione di tutti su di sé.
 
‘Venite tutti…vi devo parlare a proposito di quello che è successo a…Chichi…’
 
‘Che vuoi dire?’
 
‘So che le ha fatto del male’
 
Junior sbiancò e per quanto cercò in seguito di ottenere nuove informazioni dal Supremo questi si rifiutò di dargliene telepaticamente.
Era una faccenda troppo complicata ed estremamente delicata che andava discussa a quattr’occhi.
 
“Era Dende?”
 
Junior annuì in direzione di Gohan valutando se metterlo al corrente della situazione immediatamente o aspettare che Goten fosse stato allontanato.
Sbuffando scartò l’ultima opzione, se lo avesse tagliato fuori il piccolo Son non glielo avrebbe mai perdonato.
 
“Ci ha convocati…sa chi-”
“Nh?”
“…sa chi ha ucciso vostra madre.”
 
Gohan nuovamente si incupì, chi avrebbe mai potuto prendersela con sua madre che non aveva mai fatto del male a nessuno? Chi era tanto subdolo codardo e crudele da…si bloccò illuminato da una triste possibilità, se per caso a farle del male era stato qualcuno che voleva colpire loro l’avrebbe ammazzato nel peggiore dei modi.
 
“Mettimi giù, fratellone”
 
Senza rispondere a Goten ne chiedergli come si sentisse Gohan obbedì a quella richiesta seguendo la piccola sagoma del fratellino allontanarsi di alcuni passi per poi spiccare in un velocissimo volo diretto al palazzo del Supremo.
Come al solito era quello che se c’era in ballo sua madre non perdeva tempo in dubbi e pensieri, partiva e andava dove sapeva avrebbe trovato risposte.
 
“Goten…”
 
Trasformandosi in super sayan lo seguì.
 
“Aspettatemi accidenti!”
 
Trunks piegò le ginocchia richiamando la dorata potenza del super.
 
“Dove credi di andare tu?”
 
Il piccolo Brief smise di caricarsi guardando incredulo suo padre.
 
“Co-cosa?”
“Non centri nulla in questa faccenda, torna a casa e bada a tua madre.”
“Ma io…no!”
 
Vegeta levò un sopracciglio, cosa osava fare suo figlio?
Sciogliendo  l’abbraccio in cui stringeva Bulma mosse due passi verso il figlioletto che tuttavia non mostrava alcuna paura.
 
“Goten è il mio migliore amico inoltre…”
“Inoltre?”
“Anch’io voglio bene a Chichi!!”
 
Arrossendo d’imbarazzo per quella confessione il piccolo sayan si sbrigò a filare sfruttando la sorpresa del padre per guadagnare vantaggio.
 
“Che cosa?”
“Lascialo venire tesoro…”
“Nh?”
“Infondo la pensi così anche tu se ci vai no?”
 
Negare quel concetto proprio con lei non avrebbe avuto senso, per questo sbottando un brontolio incominciò a levitare lanciandole un saluto prima di filare dietro al figlio.
 
“Però…hai fatto un buon lavoro Bulma eh?”
 
La donna si voltò di scatto.
 
“Junior ma sei ancora qui?”
“E così alla fine si è rammollito anche il principe dei sayan, heh!”
“Infatti!”
 
Bulma soddisfatta di quel complimento mostrò una linguetta sbarazzina prima di tornare seria e guardare il namecciano diritto negli occhi.
 
“Trovate il bastardo che l’ha ridotta così…”
 
Annuì in direzione della casa e attese la risposta di Junior che fu un netto e deciso assenso.
 
“Rimani tu con lei.”
“Si”
 
Prese il volo prima di voltarsi a mezzo busto ed aggiungere altre parole.
 
“Sta arrivando anche la figlia di Mr. Satan, spiegale tutto tu.”
“Si!”
 
 
Proprio quando la sagoma del namecciano divenuta ormai minuscolo puntino nero svanì nell’orizzonte del cielo un altro punto entrò nella sua visuale e Bulma, intuendo di chi si dovesse trattare si voltò ad attenderla.
Sapeva che Videl era molto veloce in volo e non ci avrebbe messo molto ad atterrare.
 
 
 
………………………………….
 
 
 
Re Kaioh il sommo non rimase affatto sorpreso nel vedersi apparire dinnanzi Goku così d’improvviso.
 
Posando la sua rivista a lato della seggiola su cui era seduto gli rivolse un serio saluto togliendosi gli occhiali da sole le cui lenti nere riflettevano l’immagine furibonda dell’uomo.
 
“Lasciami dire che sono mortificato per quello che è accaduto Goku,  ma ciò che cerchi qui non lo troverai…”
 
L’espressione dura che il sayan aveva in volto tradì una confusa sorpresa.
 
“Tua moglie non è in questo regno di anime defunte…”
 
Contrariamente a ciò che ci si sarebbe potuto aspettare da un sayan trasformato e totalmente corroso dalla rabbia Goku non scatenò la sua potenza per sfogare la frustrazione, al contrario si lasciò cadere a terra seduto con le mani al volto, sfinito.
 
“Allora dov’è?”
 
Gridò quella domanda col tono sfinito di chi è all’ultima spiaggia.
Il sommo Kaioh respirò lentamente alzandosi in piedi e incedendo verso il grande pozzo posto al centro della piazza d’allenamento facendo cenno all’uomo a terra di seguirlo.
Una volta che gli fu accanto l’anziano dio levò i palmi a mezz’aria sfiorando appena con le dita la superficie di una cascata che scendeva dal nulla ed andava a riempire il pozzo.
Non appena la sua pelle sfiorò l’acqua questa assunse una tinta amaranto.
 
“Appari Stillah!”
 
Sotto agli occhi sbalorditi di Goku la cascata smise di scrosciare finché anche l’ultima goccia andò versata nella vasca fra mille riflessi di fuoco.
Dopo un attimo di immobilità la massa liquida esplose in mille gocce di fiamma e dal nucleo dell’agglomerato ne uscì una figura di donna.
 
Goku sbarrò occhi e mascelle, da sempre era convinto che la sua fosse la donna più bella mai vista, ma quella persona era meravigliosa da togliere il fiato.
Era fatta d’acqua la cosa era innegabile ma le linee del volto e del corpo erano armoniose e perfette come quelle di qualsiasi essere umano, ben definite e proporzionate inoltre, trattandosi d’acqua il colore dominante doveva per forza essere il blu o per lo meno l’azzurro, guardando quella donna invece ci si accorgeva che quella tonalità era presente al minimo.
I capelli, in continuo movimento come onde di marea sulla spiaggia erano color del tramonto, la pelle anziché lattea o rosea era color della paglia sfumato e gli occhi, kami sama, mai rubino era stato denso di un rosso così intenso.
Dalle clavicole in giù partivano drappi verde acqua di stoffa liquida che scivolavano mossi da una brezza d’acqua fino a cingerle le caviglie, i piedi erano fusi alla rimanente acqua che ancora riempiva il pozzo.
In vita una fascia cobalto era l’unica cosa che ricordava il colore dell’acqua.
 
“In che cosa posso servirla sommo Re Kaioh?”
 
L’unica cosa che forse stonava con quella visione era la voce dello spirito.
Goku si sarebbe aspettato di sentire un tono frizzante dal momento che tutto in lei era movimento e seppur discreta frenesia, quello che udì invece fu un calmo e placido sussurro privo quasi di accenti e cadenze.
 
Deglutì sentendo secca la gola aspettando che il sommo Re chiedesse per lui.
 
“Quest’uomo va cercando qualcosa che sfugge al suo potere e persino al mio…”
 
Gli occhi di fuoco di lei, unica cosa netta e immobile in quel gioco di onde e marea, per la prima volta si posarono sulla figura ancora  scossa del sayan che avvertì un brivido di sereno tepore nel venir inquadrato.
 
“Kakaroth di Vegeta…salvatore delle galassie…”
 
Gli sorrise e quasi lui pianse.
 
“In cosa è limitato il tuo immenso potere?”
“Chichi…”
 
Credeva non sarebbe riuscito a parlare tanta era la tensione che lo avvolgeva ma si sbagliava, il nome del suo amore non aspettava che il momento d’esser pronunciato.
 
“La tua defunta sposa dunque? Perché?”
“Perché io…”
“La ami?”
“Che domande, certo che la amo!”
“Si?”
 
Levò leggermente il mento in alto parlando immediatamente dopo di lui, come se gli stesse chiedendo se davvero fosse convinto di quello che diceva.
 
Bellissima o no, a Goku bastò quel gesto perché l’incanto svanisse. Attese comunque che ella parlasse dal momento che le sue labbra schiuse stavano per aprirsi nuovamente.
 
 
“Se come dici tu l’ami, perché l’hai ferita?”
“?!”
“Perché in tutti questi anni anziché amarla, proteggerla e renderla felice l’hai solamente devastata?”
“Eh?”
 
Adesso lui lo sapeva di non essere decisamente il marito migliore dell’intero universo, ma MAI, nemmeno una volta aveva dato a Chichi motivo di…
Sospirando chinò il capo, sebbene lo avesse fatto con l’intento di proteggere tutti e tutto, lei in primis aveva finito con l’abbandonarla più e più volte, l’aveva lasciata sola a crescere non uno ma ben due figli senza nessuna certezza senza nemmeno…kami-sama, mai, nemmeno una volta le aveva detto che l’amava.
Glielo aveva dimostrato certo, le era sempre stato fedele e mai e poi mai aveva anche solo avuto pensieri per alcun’altra donna, era tornato ogni volta da lei, che fossero stati giorni, mesi o anni i periodi delle sue assenze ed ogni volta lei lo aveva accolto a braccia aperte con occhi lucidi ed il cuore che le scoppiava d’amore e contentezza.
Chichi non gli aveva mai fatto pesare nessuno dei suoi comportamenti se non quando essi non influenzavano negativamente gli studi di Gohan; ma a lui, personalmente non aveva mai rinfacciato nulla.
 
 
‘Non hai mai lavorato’
 
Sbarrò gli occhi.
 
‘Pensi solo a combattere e non ti curi dell’educazione di Gohan’
 
Serrò le mandibole tanto che i denti stridettero.
 
‘Non sei mai a casa e ti perdi i momenti più belli della vita di tuo figlio!’
 
Quelle parole erano il solito ritornello che Chichi gli sbraitava contro quando la faceva arrabbiare o le dedicava poca attenzione, non li aveva mai presi sul serio anche perché, dopo la sua sfuriata lui la assecondava lasciando Gohan a casa a studiare mentre lui andava al fiume a pescare o nella selva ad abbattere un albero così quando alla sera tornava e nell’aria c’era il buon profumo dei pasti che lei preparava lei gli correva incontro sorridendo abbracciandolo forte, poi lo guardava con gli occhi che le scintillavano d’euforia e gli diceva che era un marito fantastico, un padre meraviglioso ed un uomo unico. Gli diceva che lo amava e tutto tornava come prima.
 
Finché lui non riprendeva a trascurare lei ed i suoi doveri, finché non ricominciava a dedicare tutto il giorno di tutti i giorni agli allenamenti con Gohan, fino a quando lei nuovamente scoppiava e lo rimproverava... e avanti così nel bene e nel male.
 
Ingoiando l’enorme globo amaro e denso che gli bloccava la gola trovò il coraggio di tornare a guardarla in modo da sostenere le sue convinzioni pur sapendola nel giusto.
 
Come aveva fatto Chichi a rimanere con lui per tutti quegli anni?
 
“Avvicinati!”
 
Scosso dal suo tormento avanzò verso il bordo del profondo pozzo stringendo la delicata mano che lei gli aveva teso.
 
“Goku, no!”
 
Le parole del sommo Re sortirono il loro significato che era troppo tardi e lui non riuscì a destreggiarsi in tempo dalla solida presa in cui il suo braccio era stato inglobato.
Si trovò investito da un’ondata di tiepido gelo liquido e pesante, si sentì strattonare verso la fonte e si ritrovò in caduta libera all’interno dell’oscuro amaranto di quelle acque ormai tetre.
 
Kaioh shin il sommo osservò in silenzio l’affondare del suo protetto nelle ormai torbide acque del pozzo, poi lisciandoli la lunga e candida barba, parlò.
 
“Stillah…tutto questo non era necessario, sai benissimo che…”
“La sua prova inizia da qui mio sommo Re e stavolta non sarà per la salvezza del mondo.”
“Capisco…ma sai benissimo che a questo sortilegio nessuno è mai scampato perché non lo hai...?”
“…perché il dolore che le ha inflitto merita la giusta espiazione e questa è l’unica maniera che posso offrirgli per ottenerla.”
 
Lo sguardo della donna scivolò verso i suoi piedi oltre i quali non era più possibile vedere altro. la densa oscurità delle acque in cui Goku stava affondando era la chiara evidenza del peso che le azioni di lui avevano avuto sull'anima della sua sposa.
 
“Chi ha mosso cattiveria a quella donna è un nemico che nessuno di loro ha affrontato mai e dovranno essere pronti perché  stavolta la forza di cui necessiteranno non deriverà dai muscoli o dalle loro straordinarie tecniche…”
“…”
“Ma dall’anima.”
 
Negli occhi del Re dei Re passò una scintilla di rassegnazione.
 
“…e sia!”
 
Annuì serio e convinto alle parole della sacra Stillah prima di voltarsi e tornare al suo altare dove la rivista osé che stava leggendo lo attendeva appoggiata alla sdraio.
 
In silenzio le forme che componevano la sagoma della ninfa si sciolsero e tornarono azzurro liquido all’interno del pozzo.
 
 
…………………………..
 
 
 
“Aghos?!”
 
Chi diavolo era Aghos?
 
Gohan e Trunks esclamarono quel nome all’unisono mentre a Junior crebbero i capelli apposta per poterglisi drizzare.
Goten seduto in disparte attendeva il resto della spiegazione.
 
Dende chiudendo gli occhi annuì.
 
“È detto anche il demone dell’agonia…è una creatura fatta di spirito generata dal dolore e dall’angoscia degli esseri viventi, si nutre di rabbia, di odio d’illusione e una volta che designa la sua vittima ella è perduta per sempre.”
 
La spiegazione di Dende lasciò dapprima Gohan indifferente, una bestia del genere che motivo poteva avere di prendersela con sua madre?
Qualcosa dentro al cuore lo costrinse comunque a pensare bene a quelle parole.
 
Rabbia? sua madre ne aveva provata molta negli ultimi anni ma l’aveva sempre superata.
Odio? C’era stato un tempo in cui aveva odiato Junior per averlo portato via un anno intero. Aveva superato anche quello e ora per prima gli diceva di chiamare il namecciano se per caso celebravano qualche ricorrenza.
Illusione? Non ne era mai stata preda, Chichi era concreta e realista, non si illudeva mai.
 
 
“Ma Chichi è buona perché mai…”
 
Junior precisò il concetto sicuro che il giovane ed inesperto Supremo si stesse sbagliando, da che ne sapeva la parte di lui che era stata il precedente supremo, erano centenni  che di quell’essere non si aveva notizia alcuna.
 
“Chichi è buona Junior questo è vero, ma ha sofferto pene e dolori che nemmeno tutti i Kami esistenti saprebbero conoscere…”
“Che intendi dire? La mia mamma soffriva? Era ammalata?”
 
Goten cominciava a spaventarsi dalla piega seria che cominciava ad assumere quel discorso.
Lui era stato al fianco di sua madre praticamente ogni giorno della sua vita: l’aveva vista piangere alcune volte questo era vero, ma addirittura dire che aveva sofferto a quella maniera era esageratamente… esagerato ecco!
Annuì a sé stesso scartando quell’ipotesi, la sua era la mamma più forte del mondo ne era sicuro.
 
“No Goten, la mamma non era malata…”
“E allora cosa state dicendo tutti?”
“Va avanti Dende!”
 
Vegeta seccato intimò al piccolo dio di continuare.
 
“Non c’è molto altro da dire temo…ma a conferma della mia ipotesi rimane il fatto che l’anima di vostra madre, Gohan e Goten, non ha varcato i cancelli del paradiso dov’era destino che giungesse.”
“Come!!?”
 
Goten scattò in piedi sconvolto.
 
“EEEH? E come fai a dirlo? Magari non riesci a sentirla perché il tuo potere è debole…non può essere non ci credo!”
 
Gohan nuovamente si stava agitando.
 
“Non c’è errore, io stessa non la riesco a percepire e sai benissimo che posso attraversare questo mondo e l’altro Gohan…”
“Ba-Baba?! Che ci fai qui?”
“Mi ha mandata re Enma a portare questa notizia al Supremo, se non volete credere a me e a lui fidatevi almeno del guardiano dell’oltretomba.”
“Ma che significa tutto questo? Come possiamo riportarla indietro se nemmeno sappiamo dove sta la sua anima? E dal momento che il potere di Shenron è subordinato a quello di Dende come potrebbero le sfere del drago aiutarci in qualcosa che nemmeno il Supremo è in grado di fare? Cosa dobbiamo fare?”
 
Baba alzò il volto incrociando lo sguardo di Gohan, zittendolo all’istante.
 
“Rassegnarvi!”
 
La risposta della vecchia sibilla fu in grado di gelare il tempo.
 
“Purtroppo, e dovete credermi ragazzi, anche se vorrei aiutarvi con tutta l’anima ed il cuore non mi è possibile far nulla per voi…Enma mi ha mandata qui per darvi una spiegazione riguardo la triste dipartita di Chichi perché era convinto che almeno questo vi fosse cosa dovuta…”
“Eh?”
 
Attorno a Gohan la brezza aveva smesso di scorrere interrotta dal campo magnetico creato dall’ira che gli stava nascendo dentro.
 
“Aghos non ha fisicità, non ha forma né definizione. È irrintracciabile e indistinguibile e per quanto ne so in questo momento potrebbe trovarsi di fianco a noi o agli antipodi della galassia…è un nemico questo impossibile da neutralizzare anche se in campo doveste scendere voi che siete i guerrieri più valorosi della storia.”
“Ma la mia mamma adesso dove sta? Se non è in paradiso significa che è all’inferno?”
 
Scostò lo sguardo sul minore dei figli di Chichi la vecchia Baba concedendogli un triste sorriso.
Come poteva dire a quel tenero bambino che l’anima della sua mamma era totalmente svanita dal mondo? Come poteva informarlo del fatto che nemmeno con tutto il potere degli dei era possibile richiamare quello spirito indietro? Come poteva lei, dire che anche la possibilità di reincarnazione era stata negata a quella splendida donna che era stata sua madre?
 
Junior vibrò di agonia.
Col suo potere era stato in grado di leggere i pensieri della potente maga ma in quel momento, appurata quella tragica verità maledì la sua curiosità.
Non c’era davvero nulla da fare quindi?
 
“Signora mi risponde?”
“Devo andare ora…fatevi forza e non dimenticatela mai.”
 
Nel silenzio che fu la risposta a quel saluto Baba si voltò e levitò verso il cielo a bordo della sua magica bolla.
 
“Baba?!”
 
La voce di Gohan le intimò l’alt.
Si voltò a mezzobusto guardandolo negli occhi.
 
“Ringrazia il tuo re Enma ma digli che noi riusciremo dove persino loro stanno fallendo…”
“!?”
 
Gohan strinse occhi e denti lasciando che le lacrime nate dalle sue palpebre sfumassero via.
 
“Noi la ritroveremo!”
 
Annuì deciso dopodiché con un cenno disse a Goten di seguirlo.
Li non c’era altro da fare o discutere.
Sarebbero tornati a casa ad aspettare loro padre e vedere che aveva scoperto lui dalla sua visita al sommo Kaioh shin perché era certo che Goku fosse andato li.
Col teletrasporto poteva superare tranquillamente qualunque barriera posta fra mondo e aldilà ed ottenere udienza da chi davvero poteva chiarire i loro dubbi senza limitarsi a spiegazioni di circostanza e frasi fatte.
 
Volarono via senza salutare nessuno i due fratelli, diretti dove era il loro cuore e dove presto sarebbe tornata anche lei.
 
 
 
TH
 
 
Dunque….grazie!! grazie di cuore grazie mille grazie infinite!!!
 
Mi riferisco a:
Millina94, a Princess_of_Blood, a Giugi__, e a Cri cri.
 
Grazie di cuore per le vostre meravigliose parole!! Spero che questo secondo capitolo non vi deluda e se per qualche strano e arcano motivo ne avrete ancora voglia, fatemi sapere che ve ne pare.
=) ciao!!!
  
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