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Autore: SassyUnicorn    22/07/2011    11 recensioni
« Quindi tu non suoni la chitarra.» deduco ripensando a quella povera e innocente chitarra nelle sue mani pallide.
« No, canto» sorride un pò imbarazzato.
« Mi piacerebbe sentirti.» ammetto ma me ne pento quando punta i suoi verdi occhi nei miei, merda.
3mila wat mi percorrono la schiena, i suoi occhi sono fottutamente stupendi, magnetici. non posso distogliere lo sguardo da lui.
Continuiamo a scrutarci e a volte a sorriderci, poche parole. La cosa dovrebbe essere imbarazzante ma non c'è un filo di imbarazzo nell'aria.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'What if I'm pregnant?'
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Le luci basse e il mormorio in sala mi gasano e mi spaventano allo stesso tempo.
Il cuore va ancora come un treno per quanto appena successo.
Il sorriso di Gerard brilla ed è come se fosse la mia guiding light ed io la seguirò in qualsiasi posto.
Si apre il sipario dopo una breve presentazione di Sarah e Kate che mi sorride prima di scendere.
Mikey è vicino a me e vorrei stringergli la mano, come facevo all'asilo durante le recite, ma lui mi anticipa unendo le nostre mani. Stringo forte la presa, Mikey non mi lascerà mai.
Si accendono finalmente le luci e nessuno in sala sembra accorgersene, se ne stanno ai tavoli o vicino al barman senza degnarci di uno sguardo.
Che ti aspettavi Frank, non è un concerto. Siete di sottofondo.
A male in cuore do ragione alla voce nella mia testa.
Siamo tutti imbarazzati e impalati ai nostri posti ma come ho detto nessuno ci nota, io e Gerard ci potremmo mettere a fare l'amore senza che nessuno si scandalizzi.
Poi sento Bob interrompere i miei pensieri con le sue bacchette che in aria tengono il tempo.
La scaletta l'avevo fatta io ma non la ricordo più, epico.
Guardo Gerard e poi Mikey impaurito e insieme mi mimano I don't love you.
Oh, mi piace.                                       
 
Il riff inizia, Gerard attacca con il testo e vorrei fermarmi, togliermi la chitarra, scendere dal palco e sedermi a gambe incrociate e ammirare Gerard che canta quel testo che mi ha fatto impazzire quella sera che sembra così lontana eppure è passato solo poco più di un mese.
Ma continuo a suonare impalato al mio posto.
Qualcuno deve aver riconosciuto la canzone di Gerard e il nuovo riff.
Noto Kate che mi fissa da un angolo della sala e le sorrido.
Thank you for the venom.
Adesso si, qualcuno ci sta ascoltando interessato e la cosa mi fa sciogliere e mi ritrovo a camminare e suonare per il palco senza problemi.
I'm not okay.
Ormai anche Mikey sembra essersi sciolto, mi sorride contento come quando gli porgo del caffè.
Tocca anche a me fare coro quindi cerco di starmene al mio posto ma a quel TRUST ME proprio non ci sono, sono vicino Gerard, sono con le mie labbra su.. Sulla sua guancia anche se i miei piani non erano quelli. Ritorno al mio posto continuando a fissare Gerard forse in cerca di una risposta alle mie inutili paranoie.
Teenagers.
Questa è quella nuova, il testo che Gerard ha tirato fuori qualche giorno fa.
Musicarla non è stato per niente difficile, è perfetta, è energica, è Teenagers.
La sala si è riempita di più e mi rendo conto solo ora che Kate ci ha fatto iniziare molto presto, prima dell'orario di inizio del ballo. Ma non mi interessa.
In molti ci stanno ascoltando e qualcuno sta ballando con l'amica o con il ragazzo. Concludiamo lì, non abbiamo un grande repertorio e abbiamo preferito non fare le cover visto che il gruppo "a pagamento" è arrivato.
Scendiamo dal palco e sento qualcuno battere le mani, la cosa mi eccita di morire. Afferro la prima mano che trovo e mi sorprendo a trovare quella di Mikey. Arrivati in camerino, mano nella mano, lo abbraccio. Lo abbraccio fortissimo e lui si lamenta ma non ho intenzione di lasciare la presa. Ritornare nell'aula-camerino mi ha fatto calare sulle spalle una sensazione orribile. Mi fermo un attimo per capire cosa sia questo sentimento, si dai chiamiamolo sentimento, così forte e.. negativo. D’istinto guardo Mikey e lui mi sorride e come d’impulso lo abbracci o di nuovo, lo abbraccio fortissimo come a volerlo tenere per sempre con me. Mi sento preoccupato e cerco so sguardo di Gerard ma non lo trovo, è impegnato a rimettersi la camicia nei pantaloni mentre scherza con Ray e Bob.
« Ehy Frank, mi vuoi per caso uccidere?!» scherza Mikey alludendo alla forza che stavo mettendo in quell’abbraccio.
« Si, emh, scusa!» sciolgo l’abbraccio e per un attimo quella strana sensazione mi colpisce di nuovo ma cerco di non farci caso e mi avvicino a Bob che ha in mano delle birre, ne prendo una e aspettiamo Ray per ritornare in sala e goderci il ballo. Mi dovrò separare da Gerard per tutta la sera eppure spero che abbia in serbo per me sorprese come quella preconcerto. Sorrido malizioso per i miei pensieri e Bob mi chiede se sto pensando a Kate e al dopo ballo. Quasi mi affogo con la birra.
« Ma che cazz..No! No! Cioè NO. Non mi piace Kate!» il mio sguardo schizza ovunque. Voglio guardare Gerard per vedere che espressione ha ma non ce la faccio. Bob scoppia a ridere e Ray ritorna dal bagno. Mikey si sta aggiustando i capelli e Gerard mi fissa dallo specchio mentre anche lui cerca di mettere a posto qualche ciocca.
« Peccato che quella Kate non la pensi nello stesso modo!» adoro Bob, sul serio, ma stasera vorrei tirargli un pugno su quella faccia paffuta che si ritrova.
« Cosa?!» quasi urlo dopo aver capito cosa intendeva.
« Si bhè, si vede lontano un miglio che le piaci e Kate è amica di Sandy e Sandy è la mia futura amica.» sorride malizioso e io credo di voler sparire dalla faccia della terra.
« C-Che le ha detto?» si, alzo la voce. La cosa mi irrita terribilmente.
« Frank calmati! Vai da lei, fai due chiacchiere e te la porti a letto, è semplice!» strabuzzo gli occhi per le parole di Bob e in questo momento vorrei solo prendere Gerard e stringerlo e urlare al mondo “CAZZO, SONO INNAMORATO DI UN RAGAZZO” . Credo che andrò a parlare con Kate appena arriverò in sala.
« Si Frank, calmati.» dice Gerard ridendo un po’ , lo vedo, è divertito. La discussione non sembra dargli fastidio, per fortuna, eppure a me irrita così tanto!
 
Entriamo in sala e qualcuno ci fissa, qualcuno ci fa i complimenti e qualcuno non ci caga di striscio.
Noto Kate vicino alle bevande e mi avvicino.
« Ciao Frank! Siete stati speeeettacolari!» non sembra molto lucida eppure il ballo è appena iniziato. Cerco di mantenere un’espressione seria, non voglio più che fraintenda.
« Si, grazie. Kate.. vorrei parlarti, in privato.»
« Oh Frank non c’è bisogno! Anche io ti amo!» così dicendo mi butta le braccia al colle e.. mi bacia. Di punto in bianco questa tipa arriva e mi bacia. Mi bacia davanti a tutta la scuola, davanti a Gerard che tiene per mano da qualche parte Ann e spero con tutto me stesso che non abbia assistito a questa frazione di secondo. Non rispondo al bacio, anzi cerco di mandarla via.
« Kate ma che cazzo fai?» urlo, la musica è diventata più alta. Penso che non mi abbia sentito ma un’espressione tra il ferito e l’offeso appare sul suo viso ma muta subito in un viso cattivo. Si abbassa una spallina e scappa via, verso il piccolo palco dove poco fa c’ero io sopra. Io restò lì impalato ad osservare il tutto. Kate sale, sta piangendo, si tiene la spallina che poco prima si è abbassata di proposito. Non ci credo.
« Portatelo via!» urla tra le lacrime lasciandomi con gli occhi che quasi mi cadono a terra e la mascella che si, c’è già arrivata a terra.
« Che cazz-» sussurro mentre Jim, il bidello mi afferra per un braccio e mi trascina verso la porta esterna della palestra, quella addobbata a festa.
Tutti si erano zittiti e guardavano la scena con gli occhi sgranati. Cerco Gerard tra la folla, voglio Gerard con me. Dove sei Gerard?
E dove sei lingua? Cervello? Mani e quant’altro mi possa servire per dire a quell’oca di stare zitta?
Jim richiude la porta alle sue spalle.
« Che volevi fare, carino?» Jim si accende una sigaretta, non è adirato o schifato, è sempre il solito apatico Jim. Non so cosa rispondergli, non ho nulla da rispondere, nulla da cui difendermi. Eppure devo parlare.
« Jim ma che cazzo? Non ho fatto nulla!» una piccola parte di me spera che io sia convincente e la restante parte maledice quella piccola parte dicendogli che non deve essere convincente visto che io non ho fatto un cazzo. « Jim cazzo quell’oca mi è saltata al collo!» Jim alza lo sguardo verso di me e butta fuori il fumo. « Io l’ho mandata via ed ha messo in scena questa.. cosa! C’era.. c’era Sarah vicino a noi. Voglio quelle due puttane qua, cazzo!» mi stavo innervosendo, cose del genere non passano MAI inosservate in questa scuola che ancora fa portare le divise e gioca a cricket.
« Ehy carino tieni a bada i termini e anche i bollori, siediti e fatti venire a prendere. Tu là dentro non ci entri.» voglio prenderlo a pugni.
« Vedremo.» sussurro e spero che non mi abbia sentito. Mi guardo intorno, prendo il telefono e me lo porto all’orecchio.
« Non c’è campo.» dico camminando verso il muro della palestra. Lui intanto si accende un’altra sigaretta. Mi fa un cenno con la mano, ormai mi da le spalle. Mi allontano ancora un po’. Ecco la finestra. Sorrido nel trovarla come il solito aperta, Jim non la chiuderà mai. Scavalco e cerco di non far cadere le scope e il resto. Sono nel ripostiglio della palestra. Facendo due conti il palco si trova a destra della porta quindi correndo posso arrivare al microfono. Si.
Prendo un lungo respiro ed apro la porta e corro. Il cantante si scansa giusto in tempo, i miei pieni erano di buttarlo a terra. Sarebbe stato più divertente.
Afferro il microfono e tutti mormorano, Kate urla qualcosa.
« Voglio dire a quella bravissima ragazza di Kate McGregor che è una grandissima TROIA. Grazie dell’attenzione e non avvicinatevi o potrebbe denudarsi e darvi la colpa.» Ormai ci sono, mi sfogo. La sospensione è assicurata, me ne fotto.
Stando sul palco per quei due minuti mi viene in mente Gerard, dove sei?
« E un’altra cosa! Ehy amico togli le mani!» il cantante della band cerca di togliermi in microfono dalle mani ma inizio a scalciare. Sembro ubriaco, eppure non ho bevuto nulla. Riesco a scansarlo e « Gerard, ti amo.» urlo al microfono sperando che questo gli arrivi al cuore come un fulmine e che lo faccia sentire almeno un po’ in colpa per non essere venuto da me. O forse pensa che io sia colpevole? O.. Non lo so.
Poi scendo dal palco e corro verso la porta e lo vedo. Si, finalmente l’ho visto. Mi fermo un attimo, ha un espressione strana. Tutti mormorano, il tipo ha iniziato a cantare di nuovo. Jim sta entrando dalla porta. Gerard è così vicino. E’ con Ann. Mi pungono gli occhi. Non ci penso due volte.
Cerco di avvicinarmi, scanso un sacco di gente che non mi tocca come se fossi affetto dalla peste. Ci sono.
Gerard mi guarda, forse un po’ sconvolto.
Gli afferro la nuca e unisco le nostre labbra. Le sue labbra, così morbide e rosse, sanno di tutt’altro che di comprensione e amore. Sono rigide. Ma ricambia il bacio. Staccandomi da lui sento una lacrima scendermi sulla guancia, la caccio subito via quando Jim mi afferra di nuovo il braccio e mi trascina via, questa volta fuori c’è una volante della polizia ad aspettarmi.
 
 


Mia madre sta in silenzio, stiamo tornando a casa.
Kate ci ha raggiunto alla stazione di polizia, ha ammesso di essersi inventata tutto ma io verro comunque sospeso per “il linguaggio poco adatto”. Fanculo.
Gerard non si è fatto sentire.
« Mamma..» la vedo preoccupata. « Che hai?»
Kate ha anche aggiunto il mio “Ti amo Gerard” con un ghigno, forse credeva di mettermi nei guai.
« Niente tesoro.» mi dice cercando di sorridermi senza distogliere lo sguardo dalla strada.
« Mamma..» insisto io, lo so che c’è qualcosa che non va. E so anche cosa non va.
« Ne parliamo a casa, va bene?»
 
Mi libero dalla giacca, la cravatta e tutto. Metto il pigiama e me ne scendo sotto con ancora i guanti alle mani, non voglio toglierli. Mia madre mi aspetta il cucina con una tazza fumante di cioccolato caldo.
Entrando in cucina guardo l’orologio. Le 23 e 30. Non pensavo fosse così tardi.
Mi porge la tazza. « Allora, com’è andata l’esibizione.» ah, me l’ero dimenticata.
« Bene.» dico apatico.
« Solo bene?»
« Si mamma, solo bene.» dico scocciato. « Mamma, arriviamo al punto.» dico puntando i miei occhi nei suoi così simili ai miei. I suoi sono più tendenti al marrone, i miei hanno i riflessi verdi di papà.
Gerard una volta si era messo a cercare la giusta tonalità con i suoi campioncini di colori, è stato buffo.
« Io amo Gerard.» dico d’un fiato. Lei mi guarda, è un po’ ferita ma non capisco il perché. Lei stessa mi aveva detto che non c’erano problemi.
Prima che io possa aggiungere qualcos’altro lei mi abbraccia dallo sgabello affianco al mio. Capisco allora che non è ferita per i sentimenti che provo per Gerard. Ma semplicemente perché non gliel’ho detto prima. Sorrido pensando alla sua faccia di qualche giorno prima che mi chiedeva ancora una volta cosa io provassi per Gerard.
« Ne sono felice.» dice sciogliendo l’abbraccio e accarezzandomi la guancia con le sue mani calde che profumano di cioccolato.
Inizio a mangiare con il cucchiaino la mia cioccolata dopo aver accuratamente mischiato cioccolata e panna.
 
La serata passa davanti alla tv con mia madre che mi dorme sulle gambe. Il commissario gli aveva raccomandato di strigliarmi per bene per le parole che avevo usato contro Kate ma lei, ovviamente, non mi ha strigliato. Ormai è abituata al mio linguaggio – non che io lo usi a casa o con lei, eh- e conoscendola sono sicuro che dentro di se pensa che ho fatto bene a dirgliene quattro a quell’oca.
Finito il film sveglio mia madre, le do la buonanotte e me ne salgo in camera.
Cazzo, Pansy è rimasta a scuola. Spero che Mikey me la prenda.
Prendo il telefono per mandargli un messaggio.
8 chiamate perse, 3 messaggi.
Quel senso negativo e brutto che mi aveva colpito dopo l’esibizione mi attanaglia di nuovo lo stomaco. Non so perché le mie mani iniziano a tremare.
Vedo chi mi ha chiamato.
4 chiamate di Gerard, 2 di Bob e 2 di Ray.
Premo velocemente il verde e chiamo Gerard. Poi guardo l’ora. 1:40. Forse sta dormendo, le chiamate sono del’una e dieci. Faccio squillare il telefono, deve rispondere.
Nulla.
Chiamo Ray e mentre chiamo il telefono mi vibra vicino l’orecchio, un avviso di chiamata. Chiudo subito con Ray e rispondo a Gerard.
-Gerard, dimmi. - sono allarmato, quel senso negativo proprio non vuole lasciarmi e spero solo che Gerard risponda con voce tranquilla e mi dica che mi ama e che quello che è successo quella sera non l’ha turbato. Lo spero vivamente.
- Frank non voglio sapere che cazzo di fine hai fatto, corri. Devi correre in ospedale, ora.- è allarmato, lo sento. Forse sta piangendo. Riattacca velocemente. Butto il telefono sul letto e a casaccio afferro la tuta dall’ultimo cassetto della cassettiera. Qualcosa mi finisce sui piedi ma non ci faccio caso. Afferro un maglione e il cappotto.
« Mamma» urlo « Dove solo che chiavi della macchina?» cerco frenetico nella sua borsa.
« Frankie, cosa..» non ho pensato nemmeno che forse stava dormendo.
« Mamma le chiavi, dove sono?» ripeto frettoloso.
« Frank no puoi prendere la macchina.»
« Mamma, io devo.» spero che capisca che sono disperato e che mandi  quel paese l’avere la patente.
« Dove devi andare?»
« Mi ha chiamato Gerard, mi ha detto di correre in ospedale.» butto giù tutto sperando vivamente che si muova a darmi le chiavi. La sua espressione diventa preoccupata.
« Amore cos’è-» la blocco.
« Mamma, le chiavi.» insisto.
 
 
Corro in ospedale, prego tutti i santi che non ci siano voltanti dei carabinieri nei dintorni. Non ho la patente e sto superando i limiti di velocità.
Parcheggio distrattamente e corro dentro. Ringrazio che l’ospedale sia piccolo. Non ho preso il cellulare dal letto, sono un coglione.
Non riesco a pensare. Cosa può essere successo? Merda.
Giro praticamente su me stesso tre volte guardandomi intorno in cerca della chioma nera e disordinata di Gerard.
« Mi scusi, chi sta cercando?» un’infermiera mi prende il braccio. Forse cercando di calmarmi.
« Non lo so.» confesso. « mi hanno chiamato, era un’emergenza. Io non so cosa sia successo!» sto parlando a manetta, come faccio sempre quando sono nervoso.
« La prego, si calmi. Se è un’emergenza la accompagno al pronto soccorso.» annuisco veloce e mi faccio condurre dall’infermiera.
Le pareti, le porte e le sedie di un bianco sporco mi danno alla testa, mi fanno sentire a disagio e mi agitano ancora di più di quello che sono.
L’infermiera svolta e trovo Gerard. E’ in fondo al corridoio. Sposto la ragazza senza neanche curarmi di essere carino e corro verso Gerard, verso le sue lacrime e verso una piccola folla confusa, spaventate e.. in lacrime.
Corro facendomi strada tra alcune persone distaccate e lontane da quella porta circondata. Arrivo da Gerard, il suo viso è stravolto. Sta piangendo e ha già pianto tanto.
Non riesco a capire.
Non riesco a parlare.
Alzo di scatto la testa verso la porta.
“Rianimazione”
Mille brividi mi percorrono il corpo e le ginocchia mi cedono e cado a terra vicino a Gerard.
« Dov’è Mikey?» il mio cervello elabora e la mia bocca parla ma io non sono cosciente. Gerard alza il viso verso di me e altre lacrime gli rigano il volto arrossato. Gli occhi diventano lucidi e rossi e tutto ciò che posso fare è abbracciarlo ma no, non lo faccio.
« Dov’è Mikey?» chiedo a voce più alta, mi volto verso la folla quasi credendo di trovare Mikey tra loro, Mikey che ride e mi dice che ho bisogno di una visita dall’oculista. E invece non lo trovo.
« Dove cazzo è Mikey?» ho alzato parecchio la voce, nessuno vuole rispondermi. E’ come se la mia voce non avesse suono. Gerard continua a fissarmi con quei suoi occhi straziati e le lacrime e.. e mi accorgo che anche io sto piangendo.
Inizio ad agitarmi ancora di più se possibile. Trovo la forza di alzarmi da terra. Vedo Ray arrivare verso di noi con dei caffè in mano. Ecco si, uno di quelli è di sicuro per Mikey. Magari è al cesso ecco perché non c’è.
« Ray..» dico ansimante, il cuore è a mille. Ray non mi risponde, posa i bicchieri a terra, vicino Gerard che sembra non reagire a nulla. Ha ancora gli occhi fissi lì dov’è poco prima c’ero io.
« Ray..» la mia voce è una supplica, me ne rendo conto anche da solo. « Ray dove cazzo è Mikey?» dicendo il suo nome mi scende una lacrima e non voglio, non posso credere che tutti sono qui per..
Ray mi abbraccia. Sul suo petto sento scorrere altre lacrime. Il battito del suo cuore è accelerato. Sta piangendo. Mi sciolgo dal suo abbraccio.
« Rispondetemi cazzo!» tiro un calcio alla sedia attaccata al muro che mi trovo vicino. Mi metto le mani tra i capelli. Perché nessuno vuole rispondermi? Cos’è uno scherzo? Un “al lupo al lupo” per far cagare Frank sotto?
Giro su me stesso come prima all’ingresso. C’è Donna seduta affianco alla porta, ha il camice. Sta piangendo sulla spalla di quella che riconosco come zia di Mikey e Gerard, le stringe una mano e sembra disperata. La donna le stringe le spalle e trattiene le lacrime accarezzandole i capelli.
« Ray cazzo rispondimi.» urlo puntando un dito contro Ray.
« Mikey..» la sua voce è impastata dal pianto. « Mikey è lì dentro.» dice con la voce spezzata dal pianto. Cerca conforto nella mia spalla ma prima che possa avvicinarmi sto già prendendo a pugni il muro. Con le lacrime agli occhi scarico tutto sul muro, sento male alle mani, se non era per i guanti rossi –quelli regalati da Gerard che ho lasciato dopo il ballo per sentire Gerard vicino- a quest’ora di sicuro stavano sanguinando. Ray mi afferra e cerca di calmarmi.
E’ tutto confuso, è tutto movimentato, è tutto fottutamente reale.
Mikey non è in una sala di rianimazione. Non può, non deve.
Mi porto le mani al viso scoprendolo bagnato da lacrime calde che bagnano anche i miei guanti.
Ray mi avvolge in un abbraccio.
Voglio perdere i sensi. Voglio svenire e svegliarmi domani mano nella mano con Gerard. Svegliarci e bere un caffè con Mikey e poi delle fare prove con Ray.
Mikey dove sei?
Penso di non riuscire più a respirare. Sento una pietra nel mezzo della gola. Voglio svenire.
Mikey..
Cado a terra, di nuovo in ginocchio vicino Gerard.
Non ho forze, non ho controllo del mio corpo che sta abbracciando Gerard in modo disperato quasi per aggrapparsi.. a cosa poi? Ad un brandello di sofferenza? Gerard non reagisce.
Le mie mani afferrano il suo viso e le mie labbra si uniscono di nuovo con le sue che ora sono fredde e sanno di lacrime.
Non mi curo del luogo, delle persone e di nulla. Ora voglio baciare Gerard.
Non voglio pensare a domani o a quando qualcuno uscirà da quella porta per dirmi che il mio migliore amico è morto.
Perché si, io loso.
Mikey è morto.
Non c’è la sua presenza qui, non c’è la sua essenza e non c’è niente di lui se non solo un corpo dietro una porta.
Altre lacrime bagnano il mio viso unendosi con quelle di Gerard.
 
 

FINE.
(per ora.)
 
 
 
 
 
Bene, eccoci qui alla fine.
Io sto piangendo perché bhò.. la fine, Mikey e tutto insieme.
Non saprete la sorte di Mikey se non prima del sequel. Non saprete la causa e bhè non saprete niente, vi tocca aspettare LOL
 
Non vorrei fare inutili ringraziamenti in stile Oscar ma..
Voglio ringraziare  Teresa  che è sempre stata dietro questa storia a spingermi a scriverla e a convincermi che è almeno decente. La ringrazio quasi ogni giorno e non sto qua a ripeterle per l’ennesima volta cosa penso della sua meravigliosa persona.
Ringrazio chi ha sempre recensito e chi ha solo letto.
Ringrazio le Fucking Killjoys perché sono stupende!
Ringrazio i My Chemical romance che con la loro musica mi hanno portato grandi cambiamenti, mi hanno migliorato e mi hanno portato a conoscere gente fantastica.
Ringrazio ogni giorno i miei artisti preferiti che mi stimolano.

Mi permetto di consigliarvi l’ultima onesto che ho pubblicato, non posso passarvi il link ma andando nel mio profilo la troverete.

Per ora ci salutiamo ma ritornerò presto con il sequel – sempre se non cambio idea ZAN ZAN.

Baci, Ann
 
 

   
 
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