Non è niente
di che, semplicemente cinque minuti di tristezza durante la notte
passata ad
ascoltare il temporale. Vi consiglio di ascoltare, prima o durante come
preferite, la canzone dei Simple Plan “Gone too
soon” (http://www.youtube.com/watch?v=hp9rpC6Yt1A).
Ovviamente ringrazio in
anticipo tutti voi che leggerete.
DANZARE
NELLA PIOGGIA
A
te mamma,
che
mi hai lasciato
troppo presto.
Nella profondità della notte
l’unico rumore che si percepiva erano i suoi passi leggeri.
Erano
musica che si amalgamava perfettamente con la pioggia che cadeva
incessante sul
terreno. Su quel piccolo pezzo di terra su cui, fino a pochi istanti
prima,
anche lei era stata stesa e che aveva abbandonato per danzare con le
gocce
d’acqua che la circondavano.
Non
era più sola ormai. La pioggia le stava sussurrando parole
di conforto e
l’abbracciava stretta, donandole quel calore che da tempo le
mancava e che
aveva temuto di non poter più provare dopo che lei
l’aveva lasciata.
Si
portò una mano sulle labbra e si accorse che un lieve
sorriso era fiorito sul
suo volto, di solito serio e impassibile. Una risata le salì
dal profondo del
petto e lei la lasciò uscire nella notte… una
risata liberatoria… L’avevano
definita cinica perché non piangeva e sembrava che niente
del mondo esterno la
toccasse, ma se non hai aspettative di nessun genere niente e nessuno
può farti
del male.
Non
era quella la verità, e lei lo sapeva bene.
Il
suo mondo era pieno di sogni e di speranze, che lei racchiudeva strette
nel suo
cuore e nella sua anima e che non permetteva a nessuno di conoscere.
Solo
alla luna e alle stelle mostrava la sua vera essenza e la sua
debolezza…
piangeva e rideva… una risata amara dopotutto, in grado di
nascondere (o far
vedere?) tutto il dolore che provava.
Muoveva
i piedi veloci sull’erba, danzando nella notte e con la
notte, sperando che lei
la vedesse e fosse fiera della donna che stava diventando e che lui
riuscisse a
trovare la strada per liberare il suo cuore e la sua vita da tutto
quello che
aveva dovuto affrontare… con coraggio?... forse…
E
intanto danzava, un piede davanti all’altro, incurante del
mondo circostante,
con la luna e le stelle a vegliare su di lei e consapevoli della
segreta
debolezza che rivelava a loro soltanto.
Si
sentiva finalmente libera e si godeva quel sorriso sbocciato tanto
spontaneamente e così vero. Quel semplice gesto era stato la
sua salvezza, e
non avrebbe mai smesso di ringraziare la notte, sua consigliera e
ancora di
salvezza… la custode delle sue lacrime più
preziose.