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Autore: Soul Sister    24/07/2011    8 recensioni
Dal primo capitolo:La mia vita era sempre stata come una di quelle sit com americane, piena zeppa di colpi di scena, ma sempre prevedibili. Di quelle con teenager alle prese con qualche cretino super-figo che le tormenta e rende la loro vita un inferno, ma che, inevitabilmente, poi, le fa innamorare di lui come delle povere pere cotte.
Ma, fortunatamente, io non ero la classica ragazza da sit com che s’innamorava del cretino della città. Io ero la teenager che affrontava il deficiente in questione, perché, purtroppo, anche nella mia prevedibile realtà, lui esisteva.
Non poteva mica non esserci. Perché quella presenza era peggio di una piaga in via di putrefazione, un porro peloso, un foruncolo, e resisteva.
Ma, se nelle sit com, poi diventava l’eroe, si poteva star certi che qui, nella mia città, nella mia vita, lui non sarebbe mai diventato magicamente il santo della situazione. Non c’erano segreti scabrosi della famiglia che l’avevano irreparabilmente rovinato, niente maschere che nascondevano un cuore d’oro. Eh sì, perché, purtroppo, il figone del mio, di villaggio, lo conoscevo fin troppo bene. Perchè le nostre famiglie erano amiche da quando mio padre e mia madre andavano al liceo, e, come se non bastasse, una delle mie sorelle era fidanzata col fratello maggiore della mia nemesi. Solo per informazione, nel mio universo, la pustola, colui che rompeva le palle insistentemente, aveva il famoso nome di Adam Brown: mi rifiutavo categoricamente di ritenerlo mio cognato. Era troppo..deprimente.
Restava il fatto, che la Pustola aveva appena segnato la sua ora.

-Spero vi abbia incuriosito :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Buondì, ragazze :D Mi sento realizzata XD Sono riuscita a rispondere alle recensioni, e pure ad aggiornare presto, senza far passare anni xD Cioè, non è cosa da poco u.u
Comunque...Adam è davanti alla finestra di Natalie..che vorrà a quell'ora da Natalie? E lei lo seguirà, incavolata com'era per il non-saluto? (okay, questo è ovvio xD) Però è bello mettere suspance U.U xD Spero che il capitolo vi piaccia come è piaciuto a me scriverlo xD
Forza, chicas, voglio un URRA' per Addy xD
Okay, basta rompere le scatole ^^"
Buona lettura (o.o spero lo sia xD)

Capitolo 12.
Il rifugio segreto



-Scendi, veloce!- sibilò, facendomi cenno di andare giù.
Lo guardai male; cioè, prima manco mi salutava, ed ora pretendeva tutto e subito? Chi credeva di essere? Le mie occhiatacce le meritava proprio tutte.
-Natalie!- insistette, e siccome non volevo che svegliasse le nostre famiglie e tutto il vicinato, feci un cenno affermativo e scesi giù in cortile munita di piumino. Faceva un freddo boia, tra l’altro era notte fonda e c’era umido. Se mi fossi ammalata, l’avrei picchiato a sangue.
Lui mi guardò con un sopracciglio alzato, le braccia incrociate al petto e il piede che batteva sull’erba congelata. –Finalmente! Aspettavi l’alba?- fece, ironico.
-Che vuoi?- ribattei, mezza balbettante. Sentivo il freddo arrivare dritto dritto nelle ossa; il pigiama pesante e il giubbotto non riuscivano a tenermi al caldo. Maledetto Brown e la sua voglia di farci morire assiderati.
-Scommetto che sei arrabbiata perché non ti ho salutata.- dedusse. Oh, ma che bravo: aveva scoperto l’acqua calda. –Non prendertela, avevo già in mente di rivederti ora.-
-Ma grazie. Molto intelligente non salutare le persone perché hai programmato di svegliarle nel cuore della notte e farle scendere in pigiama nel giardino con un freddo polare. Ti sei superato, Brown.-feci, acida.
Lui alzò un sopracciglio, irritato. –Pensavo avessimo superato la fase Cognomi e Frecciatine.-
Sbuffai, da quando era così diplomatico? -Sono arrabbiata, e quando sono arrabbiata è inevitabile.-
Lui accennò un sorrisino. –Vedrò di rimediare.- Senza che me ne rendessi conto, mi prese per mano e mi trascinò accanto al muretto che divideva casa mia da casa sua. Adam afferrò dell’edera e cominciò ad issarsi sulla parete, per poi accucciarsi in cima, sorridendo soddisfatto. Molto agile. Peccato che io non fossi Spiderwoman, e anche senza esagerare, non avevo un briciolo dell’agilità di Adam. Sarei caduta e mi sarei spezzata l’osso del collo quasi sicuramente.
-Dai Nat, vieni su.- m’incitò.
-Ma sei cretino? Mi uccido!- ribattei, cercando di non alzare troppo la voce.
-Non è difficile, fai come ho fatto io.- Sbuffai, e cercai di fare come diceva lui. Arrivata in cima al muretto, quasi mi venne da urlare per la paura. Non era molto alto, ma abbastanza per farmi girare la testa. Io soffrivo di vertigini solo al secondo gradino della rampa di scale, e dicevo tutto.
-Una scala, no?- sibilai, mentre Adam soffocava una risata. Mi porse una mano, rialzandosi con cautela. Mi trascinai, terrorizzata, vicino a lui e l’afferrai saldamente, spalmandomi contro di lui. Stavo sudando freddo, per colpa di quel demente suicida. Ero decisamente terrorizzata dall’altezza. Per di più, essendo notte fonta c’era buio, e se guardavo in basso mi sembrava di sprofondare nell’oblio. Mi chiedevo come avrei fatto a scendere-sempre che non fossi morta prima per il freddo, e/o per una caduta ad angelo giù dal muretto.
Mi fece strada, tenendomi forte, fino ad un albero che interrompeva il passaggio. Adam lasciò la mia mano per arrampicarsi tra i rami, e io lo seguii incerta, finchè non sparì tra le foglie. Sentii un tonfo, e pensai immediatamente che si fosse spiaccicato al suolo. –Adam..?-
Sentii chiaramente la sua risata, smorzata e soffocata per non far troppo rumore.
-Mi sento lusingato..finalmente mi chiami di nuovo per nome.-
-Cretino!- sibilai in risposta, arrancando fino ad un ramo a cui mi attaccai forte.
-Dai, Natalie! Muovi quel bel culetto che ti ritrovi!- Eh? Che cosa mi ritrovavo io?
Riuscii a schiodarmi dalla posizione in cui ero solo per il semplice fatto che volevo prenderlo a pugni e fargli confiare quel faccino da schiaffi. Mi intrufolai tra i rami, e mi ritrovai su di una base di legno davanti a..
-La mia casetta sull’albero.- disse Adam, aprendo le braccia per mostrarla, e sorridendo della mia faccia stupita e confusa.
-Perché non sapevo della sua esistenza?- domandai, guardandola bene; era davvero carinissima, col tettuccio persino riverniciato di rosso.
Era assurdo non averla mai notata, dato che era attaccata al muretto di casa mia. -Sei proprio sbadata, Natalie Smith..- Mi portò dentro alla casetta, con dentro un sacco a pelo e una chitarra.
Lo guardai con un sopracciglio alzato. -Ho capito tutto. Mi hai svegliato per mostrarmi dove ti ritroverò ibernato domattina.-
Lui ghignò. –Se mi iberno io, lo sarai anche tu.-
Mi accigliai, incrociando le braccia al petto. –C’è un solo sacco a pelo.- notai.
Adam fece il suo sorriso sghembo, quello che usava per far capitolare le ragazze.
-Prima regola base per la sopravvivenza. Basta rimanere vicini vicini, per stare al calduccio.- Ammiccò, -Nudi, pelle contro pelle è ancor meglio, ci si scalda prima.-
Lo guardai scettica. –Le cose sono due: o è un messaggio subliminale per chiedermi di venire a letto con te..oppure mi stai prendendo per il culo.-
Adam scoppiò a ridere, sedendosi sul sacco a pelo.
-Ti prendo in giro, ovviamente..adoro imbarazzarti. Però non scherzavo sulla regola base della sopravvivenza-.
-Idiota..- sibilai, sedendomi accanto a lui e mollandogli una gomitata, mentre rideva ancora. Poi mi sporsi per prendere la chitarra, e sorrisi a Adam. –Me la suoni? E’ da un po’ che non ti sento farlo..- Lui mi guardò stupito, e io feci un cenno insistente, senza ovviamente rispondere alla sua muta domanda. L’afferrò, e cominciò a strimpellarla. Era bravissimo. Rimasi a bocca aperta quando cominciò a cantare. La canzone era bellissima. Lui era bellissimo, mentre suonava.
Mi stupii io stessa del mio pensiero, ma ero troppo presa ad ascoltarlo e a guardarlo incantata, per redarguirmi. Adam era semplicemente una continua scoperta, e oramai qualsiasi aggettivo gli affibbiassi era un superlativo assoluto.
Quando finì di suonare, si voltò a sorridermi imbarazzato.
-E’ bellissima..la canzone- balbettai, ancora scossa. Se Adam pensava realmente le cose che cantava, allora non mi stupivo che mi capisse. Sembrava fosse confuso quanto me.
-Sai..-disse, riponendo in un angolo la chitarra, -questo è il posto mio e di Kate..-
Sorrisi appena. –Sono un’intrusa, allora.- Dedussi, dandogli una leggera spintarella con la spalla.
Lui sorrise appena, guardandomi con la coda dell’occhio. -Non credo che a Kate dispiaccia, dato che per lei sei una sorella pari a me..- ribattè, con un’aria saccente.
-Ma allora sarebbe un incesto..- commentai, fingendomi allarmata e sconvolta.
Adam mi guardò confuso. Ridacchiai, e gli spiegai: -Be’, se sono sorella di Kate, sono anche sorella tua..e se mi volessi portare a letto, lo sarebbe, o sbaglio?- La sua faccia era impagabilmente sconvolta. Scoppiai a ridere, e poco dopo mi seguì anche lui. –Sembri la suora di turno, ma in realtà sei una vera diavoletta!- e prese a farmi il solletico senza pietà. Eh, suora?Io?
Cercai di ribellarmi, ridendo e pregandolo, finchè non mi lasciò respirare.
-Sai, Adam..ci sono tante cose che ancora non sai di me..- mormorai, riprendendo fiato, -E tante che non saprai.- feci con una nota maliziosa, rivolgendogli un sorriso mellifluo. Lui mi guardò sorpreso, sbattendo le palpebre. Rotolai su di un fianco, per vederlo meglio, e mi avvicinai pericolosamente al suo viso. Era un rischio per me, quanto per lui, questa vicinanza, ma non mi fermai. –Non vedrai mai la diavoletta che è in me..-
Quando sentii il suo respiro sulla pelle, decisi che era meglio per entrambi che mi fermassi lì. Adam mi guardava con gli occhi spalancati, il verde delle sue iridi sembrava illuminare quella piccola casetta.
-Cos’è..il gatto ti ha mangiato la lingua?- mormorai, ridacchiando. Mi allontanai dal suo petto, rimettendomi seduta composta. Si sistemò pure lui, ancora con uno sguardo stralunato.
Fece una risatina nervosa, e parlò con una vocetta stridula: -Natalie..sei davvero..sorprendente..- Scosse la testa, espirando forte e riprendendo contegno.
-Che..dicevamo?- domandò, picchiettando le dita sulla sua coscia.
Risi, -Di sorelle e incesti- gli ricordai, facendolo sorridere.
-Ecco, di questo dovevamo parlare, e non dei tuoi lati selvaggi.- ricordò, ghignando. Gli diedi una gomitata nelle costole, e lui tossicchiò.
-Beh,-dissi, -spara.-
Piantò gli occhi nei miei, -Perché hai avuto quella reazione, quando hai sentito il nome di Melanie?- Era stato diretto, schietto, e pretendeva una risposta.
Indugiai qualche istante, cercando di formulare un pensiero coerente di fronte a quello sguardo stravolgente.
-Sai..io vedo te, Bryan e Kate con i tuoi genitori..e penso che la vostra famiglia sia bellissima, perfetta nei suoi screzi e problemi di tutti i giorni. Siete uniti, e vostra madre stravede per ognuto di voi; vi vuole bene, a ognuno in un modo diverso, ma assolutamente devoto e adorante. Vi adora in modi diversi, perché voi siete diversi, ma non fa differenze.- Adam rimaneva ad ascoltarmi, respirava perfino piano per non disturbarmi. Proseguii, ora con più sicurezza, con voglia di parlarne con qualcuno, di sfogarmi. –Mia madre non fa altro che ricordarmi, ogni volta che discutiamo, che su tre figlie sono la più problematica..non conta che mi faccio un culo così per dare il massimo in tutto quello che faccio, per lei, per farla sentire orgogliosa di me..perchè alla fine l’unica che conta veramente per mia madre è Melanie..è sempre stata la preferita, la sua Melanie, la figlia prodigio che ha voluto frequentare la scuola in Francia..magari Emily non se ne rende conto, però io e Rose ci stiamo male..sembra che tutto quello che facciamo vada nel cesso..- mi accorsi solo quando Adam prese tra le sue braccia, di star piangendo. Singhiozzai sul suo petto, bagnandogli il giubbotto, -Io non sono Melanie, ed essere Natalie evidentemente non è abbastanza..non sono all’altezza di una sorella come lei..-
-Sh, sh..No, Nat, non dirlo nemmeno..sei una ragazza fantastica,davvero, non hai nulla da invidiare a Melanie. Credimi, io preferisco una Natalie sé stessa, allegra e un po’ sbadata, a una Melanie con la puzza sotto il naso e la minigonna..- Mi fece ridacchiare, e mi staccai da lui sorridendogli appena. Tirai su col naso, e proseguii. –Beh..se poi non si è notato..mia sorella è una persona piuttosto falsa e approfittatrice..mia madre ha ancora la convinzione che sia ancora una ragazza inviolata, santa e devota alla castità…quando era ancora qui, mia madre era tutta soddisfatta perché diceva che la sua bambina era così bella da attirare ragazzi come mosche..beh, non le volevo rovinare il mito dicendole che si comportava da troia già a dodici anni..- Adam rise apertamente, poggiando la fronte contro la mia spalla.
Sospirai, sconsolata. –La cosa peggiore è che non aveva scrupoli nemmeno con i ragazzi che piacevano a me e Rose..- Adam si accigliò.
-Davvero?- fece, stupito.
-Non solo. Anche con i nostri ragazzi. Prima che Rose s’innamorasse di Bryan, è stata per più di un anno con questo tipo..quando si sono lasciati, ha scoperto che lui l’aveva tradita più volte con Melanie..ma era già partita per la Francia, probabilmente per salvarsi il culo da Rose..- raccontai, innervosita ancora al pensiero. –Melanie non sa che sappiamo..Rose non l’ha mai dimenticato..per quello che stasera era gelosissima..stava per scoppiare, quando Melanie ha abbracciato Bryan. Glielo leggevo in faccia,l’ avrebbe presa per i capelli e l’avrebbe rispedita da dov’è venuta con un calcio nel culo..-
Adam fece una faccia stupita e ridacchiò. –Devo ribadire quel che ho già detto: preferisco mille volte una sbadata suora diavolessa, piuttosto che Melanie.-
Lo guardai attentamente: -E io che pensavo che mia sorella fosse il tuo ideale di ragazza..-
Adam mi guardò fintamente allibito.-Chi mai ti ha fatto pensare tali ingiurie?-
-Tu!- Rise.
-Guarda che non sono una sottospecie di puttaniere, Natalie!- mi rimbeccò. Anche se era divertito, i suoi occhi sembravano volermi convincere di quel che diceva. –Sì, è vero, ci provo, anzi provavo, con le ragazze, ma non sono tipo da una scopata e ciao ciao!-
-Le ragazze della nostra scuola però ti dipingono in un altro modo..-
-Natalie, quelle galline non potrebbero vantarsi con le altre dicendo di non aver concluso niente, no? Sì, beh, con qualcuna ci sono stato. E parecchie ingrandiscono le cose; da un bacio sulla guancia sono capaci di dire che siamo andati a letto insieme, per cui..- Rimanemmo in silenzio entrambi. A che punto eravamo arrivati? Io accusavo come una fidanzata gelosa e lui si difendeva come un fidanzato colpevole, e tutto era partito come una battuta.
Il silenzio lo ruppe lui.-Mi dispiace di aver toccato un tasto che ti fa soffrire, Natalie..non volevo che piangessi a causa mia..-
Gli sorrisi, per tranquillizzarlo. –Non preoccuparti, sono felice di averne parlato anche con te..voi Brown avete un qualcosa di speciale che mi porta a spifferarvi tutto quasi contro la mia volontà!-
-Anche Bryan lo sa?- domandò stupito Adam.
-Beh, tuo fratello è il mio migliore amico!- gli ricordai. –Ma Adam..tu hai davvero intenzione di dormire quassù?- chiesi, sbadigliando.
Adam sorrise. –Certo che sì. E ovviamente starai qui anche tu, perché ti ammazzeresti a scendere, col buio che c’è.-
Sbuffai, -Se morirò congelata mi avrai sulla coscienza.-
-Hai freddo?- domandò Adam, che aveva riappoggiato il viso sulla mia spalla.
-Un po’..- ammisi. Mi fece spostare un istante, e s’infilò nel sacco a pelo, invitandomi a raggiungerlo. Non mi feci pregare, e lo imitai mettendo da parte l’imbarazzo solo perché in realtà stavo surgelando.
-Sì, sei decisamente congelata..vieni qui.- Rimasi un attimo sorpresa, quando mi avvolse i fianchi per stringermi al suo petto. Però Adam era caldo, e un ottimo cuscino, e non impiegai molto a calmarmi e a sciogliere i muscoli tesi.
Rimanemmo a chiacchierare per non so quanto tempo, in quella posizione, una stretta all’altro. So solo che mi sentivo benissimo accanto a lui, e che se fosse stato per me, sarei potuta morire in quel momento, ibernata, e non me ne sarebbe fregato di meno. Era bello avere Adam come amico. Era appagante, e mi scaldava il cuore- e in quel momento, anche tutto il resto.
Mi ero addormentata con il suo respiro caldo che mi sfiorava il viso delicatamente, e la sua voce che canticchiava una melodia dolcissima.
.
Quando aprii gli occhi, mi sentivo piuttosto confusa e indolenzita. Non ci misi molto a notare che non mi trovavo nel mio letto, e soprattutto non nella mia stanza. Ero accoccolata comunque contro qualcosa di caldo e morbito, che riconobbi come Adam. Feci mente locale, e mi ricordai della serata passata nel rifugio segreto suo e di Kate.
Stava ancora dormendo; il respiro cadenzato, i capelli arruffati e la bocca leggermente dischiusa. Sembrava un angioletto, era assolutamente tenero Adam mentre riposava. Mi ritrovai a sorridere debolmente, mentre sfilavo una mano sal sacco a pelo e sfioravo il suo viso in una carezza debolissima. Le sue palpebre tremolarono, e ritrassi subito il braccio sotto le coperte, per paura che si fosse svegliato e che si fosse accorto del mio gesto di eccessivo affetto. Mi sentivo strana, quella mattina. Era tutto così diverso e assurdo che mi girava la testa. Eppure ero felice, talmente tanto da poter toccare il cielo con un dito. Me ne sarei stata per sempre così, tra le braccia di Adam, a guardarlo dormire in pace con i sensi, senza far niente. Non avrei avuto bisogno di mangiare, di bere..anche respirare mi sembrava quasi superfluo in quel momento, se non fosse che se non avessi respirato non avrei sentito il buonissimo profumo di Adam.
Mi rendevo conto che quei pensieri non erano propriamente da me. Non con Adam Brown, almeno. Perché, insomma..da nemici giurati, stavamo passando a una bella amicizia..ma qualcosa dentro di me si rifiutava di accettarlo. E, tanto per precisarlo, quella parte era il mio cuore. E non ne capivo il perché.
O forse, mi rifiutavo solo di pensare a quello che avevo paura di ammettere.
Che non volevo ammettere, perché avrebbe concretizzato tutto.
Adam accennò un sorriso, e sbattè le palpebre, mostrandomi tutta la bellezza dei suoi occhi illuminati da un raggio di sole filtrato tra le foglie fuori dalla finestrella della casetta sull’albero.
-Buongiorno.- dissi, sorridendogli.
-‘Giorno..- mugugnò, stiracchiandosi un po’.-Vedo che non sei un ghiacciolo vivente, quindi niente tua anima sulla coscienza. Credo che tu mi debba delle scuse per la tua scarsa fiducia.- mi pungolò, con un sorrisetto sghembo. Quando poteva essere bello un dannato sorriso?
-Certo che non ti chiedo scusa!- esclamai, dandogli una pacca sulla spalla.
-Ahio..- si lamentò, mettendo su un broncio degno di un cagnolino sfrattato da casa e abbandonato sulla strada. –Sei crudele..in più che ti ho fatto da stufa elettrica per tutta la notte..-
-Mi pare il minimo!- l’apostrofai, piccata, -Dopo avermi bloccata quassù, col freddo polare di ieri sera!-
Lui fece un sorrisetto malizioso.-Ammetti che ti è piaciuto dormire appolipata a me..-
-Non ho dormito appolipata a te!- starnazzai, sentendo le guance diventare rosse inevitabilmente, -Al massimo, sei tu quello che mi usava come orsacchiotto!-
Lui fece una faccia da spaccone, quella che m’irritava e divertiva al tempo stesso.
-E certo che ti ho confusa per un peluche..sei tutta morbidosa!- e detto ciò, tastò i miei fianchi, pizzicandoli da sotto il giubbotto pesante che portavo. Sussultai, e gli diedi un’altra sberla sul braccio.
-Sei un cretino Brown!- sibilai, fintamente indignata.
-Vuoi un bacino come punizione per la mia sfacciataggine?- chiese, con una faccia che era tutto un cinema.
-Ovvio che no! Sarebbe un premio, mica una punizione!- gli feci presente, piccata. Ridacchiò, finchè non ripiombò il silenzio tra di noi. Ma non era imbarazzante. Era caldo, accogliente.
Venne rotto da una sua domanda: -Che ore saranno?-
Mi strinsi nelle spalle, -Non ne ho idea..ma tanto è sabato oggi.- gli ricordai. Non avevamo lezione, quindi anche se fosse stato tardi non ci sarebbero stati problemi.
Sentimmò un urlo che ci pietrificò. -Oddio, dov’è Adam!?- Emma sembrava in panico.-Bryan, rispondimi!- Colui che mi aveva usato come orsacchiotto rise sui miei capelli, facendo volar via il mio cuore.
-Non ne ho idea mamma!- ribattè il fratello di Adam, e lo immaginai alzare le mani in segno di resa. In quel momento, sentimmo un rumore di ante che sbattevano, e ci giunse un’imprecazione di Rosalie. Le nostre case erano così vicine che dalla casetta di Kate e Adam si poteva sentire tranquillamente tutto ciò che succedeva, se le finestre erano aperte.
Lì fu il mio turno di ridere, contro il petto di Adam, finchè l’idea che tra poco saremmo dovuti tornare a casa, e quindi separarci, mi fece raggelare. Non ne avevo assolutamente voglia.
Anche Adam probabilmente pensò a ciò che temevo, e diede voce ai miei pensieri.
-Tra poco dovremo scendere..- disse piano, -Forse è meglio non con Rose alla finestra a lanciare maledizioni. Appena possiamo…- Annuii appena.
Gli ultimi istanti li passammo in silenzio, poi mi districai dalle coperte e Adam mi seguì. Sembravamo dei ladri, che sgattaiolavano di soppiatto da una casa.
Scendemmo dalle scalette attaccate all’albero, poi Adam mi fece fare il giro-fortunatamente- della casa e dopo avergli fatto un cenno, corsi nel mio giardino e m’infiltrai silenziosamente in casa. Salii le scale senza essere beccata, e m’intrufolai in camera di Rose, e pensando di essere al sicuro, sospirai di sollievo.
-Dove. Cavolo. Sei. Stata.- sussultai, voltandomi e appiattendomi contro alla porta, trovandomi di fronte una Rose sconvolta e furente.
Accennai un sorrisino. –Ho fatto jogging presto..molto presto.-
Rose alzò un sopracciglio, nella tipica espressione alla Sherlock. –In pigiama..?-
Il mio sorrisino diventò più incerto. –Sì..non avevo molta voglia di cambiarmi..ero così comoda!-
-E con le pantofole, ovviamente.-
Okay. Ero nei pasticci. Mannaggia a me!
-Sei fortunata che non l’ho detto a mamma.- borbottò Rose, -ma dimmi dov’eri.-
Il sorriso incerto divenne imbarazzato, mentre sentivo le guance arrossarsi. Mi lasciai cadere sul secondo letto improvvisato nella stanza di Rose, con un sospiro. –Non hai fatto niente di male, vero?- domandò. Mi guardò in faccia, e si rasserenò. –Sei euforica, Nat. E io sto morendo di curiosità. O me lo dici o te lo cavo fuori con la forza!- mi minacciò, accennando un sorrisino.
-Ero con Adam..- confessai. Mia sorella rimase di stucco, immobile per qualche istante. Scoppiò in un urlo estatico, battendo le mani e mettendosi a saltare per la stanza, e fui io lì a rimanere perplessa.
Rose si fiondò a due millimetri dal mio naso, fissandomi intensamente.-Cos’è successo tra voi?-
-Niente di che..- e le raccontai della serata trascorsa, di come mi fosse aperta con lui riguardo a Melanie, alle mie paturnie mentali, di come ci fossimo stuzzicati e di come avessimo dormito abbracciati per tutta la notte.
-Oddio..- Rose mi guardava con gli occhi a cuoricini.-Quel ragazzo è un angelo!- ovvio che lodasse Adam..ormai tutti stravedevano per lui.
-Ma c’è qualcosa di diverso, nel tuo sguardo, sorellina..- disse, scrutandomi attentamente. Mi sentii ribollire.
-Non c’è nulla di diverso, in me. Sono sempre io, Rose. Hai preso un granchio.- dissi frettolosamente, alzandomi e spogliandomi il giubbotto, per poi chiudermi nel bagno. Sentivo il cuore battere forte nel petto.
Mi guardai nello specchio. I miei occhi scintillavano, talmente erano lucidi, e le mie guance ricordavano tanto due pomodori maturi.
Oh cazzo, no.
Mi sciacquai il viso e mi lavai i denti, recuperando un po’ di contegno.
-Che ore sono?- chiesi a Rose, mentre rientravo in camera. Lei si guardò al polso, e si strinse nelle spalle:-Poco più delle nove e mezza.-
-E come mai sei sveglia a quest’ora?- la guardai perplessa, con un cipiglio.
Mia sorella fece un sorriso furbo: -Non ti sentivo russare e mi sono preoccupata!-
Aprii la bocca, indignata. –Ma io non russo!- ribattei.
Rosalie rise, -Oh sì che russi! E anche tanto! Mi stupisco che Adam non ti abbia buttata giù dall’albero!- Diventai paonazza dall’imbarazzo e mi buttai su di lei, cercando di soffocarla con il cuscino che avevo agguantato, dando vita ad una vera e propria battaglia all’ultima piuma.
Quando, tra le risate, ci accorgemmo di aver rotto una federa, e alcune piume svolazzavano per la stanza, decidemmo di darci un contegno.
-Ehi, ma che succede qui? Mi avete svegliata!- Io e Rose ci voltammo verso la porta, da cui sbucava una furente Melanie, impiastricciata di maschera di bellezza verde sul viso, con un cetriolo sull’occhio, e l’altro nella mano sospesa a mezz’aria.
-Scusa..- fece Rose, storpiando il suo viso in tutte le smorfie possibili per trattenersi dallo scoppiarle a ridere in faccia.
-Mh.- Melanie si richiuse la porta alle spalle con un tonfo, e dopo un solo istante, io e mia sorella scoppiammo a ridere fragorosamente, incuranti che Melanie ci potesse sentire.
-Era..ridicola!- ansimò Rose, tra un singulto e l’altro, trattenendosi la pancia. Si lasciò andare sul materasso pesantemente, mentre cercava di riprendere fiato.
-Oddio..- esalai, ancora con un sorriso divertito sulle labbra. –Questa era da immortalare..mi sarebbe piaciuto appendere i manifesti per tutta la città...-
Rose si aprì in un sorrisetto ambiguo, e si alzò di scatto, frugando nel suo cassetto. Ne tirò fuori la macchina fotografica digitale, mi lanciò uno sguardo d’intesa, e tra vari sghignazzamenti, la seguii nel corridoio.
Si sentiva il respiro pesante di mio padre, e mia madre evidentemente era uscita. Ci avvicinammo alla mia stanza, da cui proveniva un canticchiare stridulo di Melanie.
Rose bussò, con un ghigno.
-Chi è là?- Alzai un sopracciglio: ma come parlava questa? Scendi dal piedistallo, pensai, non sei una vera principessa.
-Colazione in camera.- fu la risposte geniale di Rosalie. Melanie non aspettò due istanti ad aprire la porta, adorando essere servita e riverita. E in quel momento, Rose, esclamando un “sorridi?”, scattò la foto a Melanie. Due secondi di silenzio inquietante, dove io e Rose ritenemmo saggio battere in ritirata nella sua stanza, per poi sentire un urlo allarmato di Melanie. Rose chiuse la porta a chiave, ridendo in modo quasi convulso davanti alla versione di Shrek-Melanie.
-Mel, che ti pren…Ma che hai sulla faccia?- sentimmo la voce di papà sul pianerottolo. L’urlo di quella gallina lo aveva svegliato e spaventato. Ma forse, non quanto il suo aspetto attuale. –AAAAH!- ringhiò Melanie, furente, sbattendo la porta. Scoppiai a ridere di gusto, imitata da Rosalie, finchè non sentimmo bussare alla camera. Rose si alzò ed aprì, rivelando papà piuttosto perplesso.
-Ho due domande da farvi. Uno: che le avete fatto? Due: anche voi mettete quelle robe schifose sulla faccia?-
Rose ridacchiò: -Le abbiamo solo scattato una foto!- disse, mostrando la prova e facendo sorridere papà. –E comunque no, noi no. Ma spera che la mamma non la veda, rischia di prenderla come esempio o ti ritrovi un’orchessa nel letto!- scherzò. Papà sorrise. –Nono, mi basta una figlia con il viso verde!- e amicò, -Fate le brave!- e richiuse la porta alle spalle.
Rose si spaparanzò sul letto, nuovamente.-Fortuna che non aveva ancora tolto quella roba dalla faccia!- commentai, ammirando il mostro sulla fotocamera digitale. –Questa la voglio far vedere a Adam!- aggiunsi, ridacchiando. –Gli verrà un infarto!
  
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