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Autore: Sibilla Delfica    25/07/2011    1 recensioni
Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.
Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.
Non sono umano.
Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero seduto su una nuvola e guardavo il mio regno.

Tutto era bellissimo e perfetto, ma era proprio questo che odiavo di più.

-Bryan- una melodia mi fece sobbalzare, si perché questa voce si poteva paragonare ad una bellissima canzone.

Mi girai, e vidi una luce che brillava come una stella.

-Sono un Serafino- l'avevo già capito questo, solo i Serafini sono formati solo dalla luce, la luce della sapienza e della speranza.

-Questo l'avevo capito da me, cosa vuoi?- gli chiesi bruscamente, palesemente seccato dalla sua presenza.

-Ho sentito il tuo stato d'animo, cosa ti fa sentire così tormentato?- in effetti il mio stato d'animo non era dei migliori.

Ero tormentato dal viso di quella umana stupenda, il cui nome era Giada.

Quel viso perfetto, che si colorava di rosso ogni qual volta mi guardava, quel bacio così passionale che mi aveva regalato, avrei voluto ricontrarla.

Non ero riuscito neanche ad andare a letto con altre ragazze dopo di lei, desideravo solo lei.

Avevo tentato di ritornare alla stessa ora, alla stessa strada in cui c'eravamo incontrati, ma niente non l'avevo più trovata.

-niente...- risposi per essere vago.

-Io percepisco quando tu dici cose false o incomplete, quindi dimmi la verità, non andrò a dirlo al grande Signore, lo giuro- ero incuriosito da questo Serafino, era strano che si preoccupasse per un semplice Angelo, però ero anche sicuro che potevo raccontargli tutto, perché se un Serafino da la sua parola la deve mantenere sempre e comunque.

E poi avevo bisogno di sfogarmi.

-beh sono tormentato da una ragazza...Giada la voglio, la desidero...il problema che da quando l'ho incontrata non riesco ad andare a letto con nessuna altra ragazza... nella mia testa rivedo sempre il suo viso colorato di rosso, e il nostro primo bacio- mentre dicevo questo i miei occhi fissavano il vuoto.

-Allora sei tu l'angelo peccatore che ha procurato tanti guai sulla terra- disse con molta calma il Serafino.

-Presente!- Esclamai.

La luce fluttuò fino a trovare posto vicino a me, si sedette sulla nuvola e cominciò a parlare.

-Io lo so cosa senti, e so anche quanto è proibito ciò che senti- queste frasi enigmatiche mi facevano parecchio innervosire.

-Senti non ho bisogno di frasi misteriose- questi Serafini sono tutti fatti con lo stampino, cosa mi aspettavo?

Feci per andarmene, ma il Serafino mi bloccò la strada.

-no aspetta!- cosa voleva ancora da me quel maledetto Serafino.

-Cosa vuoi ancora?- domandai più acido di uno yogurt.

-è amore... si è amore puro quel che provi...- che cos'era una barzelletta? Io che provo amore e per lo più puro?

Scoppiai a ridere, come un pazzo. Certo che questi Serafini sono proprio degli idioti. Io che provo amore puro? Ma come ha fatto ad inventarsela.

-Certo, ora per favore togliti dai piedi!- gli dissi sghignazzando.

Il Serafino non ne voleva sapere di togliersi, e io non lo volevo di certo costringerlo.

-Vieni con me...- mi prese per un braccio e cominciò a trascinarmi.

Passammo per le stanze dorate, che non si devono pensare come le stanze degli umani, ma come una vasta pianura completamente di color oro.

Infine ci addentrammo nel bosco immacolato, luogo incontaminato, in cui regnano sovrane piante di un verde innaturale.

-Siamo arrivati ecco la grotta- mi annunciò il Serafino, la scorgevo, quella era la grotta delle meraviglie, le leggende narravano che in quel luogo si riunissero creature angeliche contrarie allo sfarzo del regno e alle antiche regole che vi vigevano, il nome della setta era gli angeli neri.

Era proibito per tutte le creature angeliche entrarvi.

Il Serafino andava a passo veloce e deciso, ed entrò proprio nella grotta delle meraviglie.

-Saprai le leggende su questo posto...- Ecco perché il buon Serafino si era tanto preoccupato per me, sapeva il mio dissenso verso il regno, e sapeva anche le marachelle che avevo combinato, mi voleva sicuramente offrire un posto nella sua setta.

-Certo che le so le leggende, e io non voglio entrare nella tua setta, mi sembrava strano che un Serafino si preoccupasse tanto per un semplice Angelo!- gli urlai contro senza pensarci.

-No cosa stai dicendo io non ti voglio offrire alcun posto, gli angeli neri non danno la possibilità tanto facilmente di entrare in questa setta- allora cosa voleva da me.

-Tu saprai cose false su questa setta, noi non intendiamo togliere le regole antiche, ma rinnovarle, noi non vogliamo togliere la bellezza del regno, ma soltanto togliere un po' di oro che a noi non serve.- Questa filosofia non mi sembrava così sbagliata.

-Tu come ci sei arrivato fino qua?- gli domandai.

-Io ero un Serafino fedele al Signore, poi mi sono accorto che nel regno c'era corruzione, anzi c'è corruzione, e che anche il Signore purtroppo ne è rimasto immischiato, e tutto questo è colpa di Lucifero.- Lucifero?

-Come Lucifero? Non era stato esiliato?- chiesi molto incuriosito da tutta questa faccenda.

-Da un po' di anni è tornato a minacciare il nostro regno, e da quando è tornato tutto il sistema si sta danneggiando, noi vorremmo evitarlo a modo nostro...- poi continuò- Naturalmente noi abbiamo provato a spiegarlo al Signore, ma non ci vuole dare ascolto- Ero veramente stupito da tutta questa storia, Lucifero a piede libero, il Signore onnipotente immischiato nella corruzione, l'avevo sempre detto che questo regno è bello solo all'apparenza!

-Posso chiedere se è lecito, come vorreste aggiustare il sistema?- La luce rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere.

-Vorremmo neutralizzare per sempre Lucifero, ucciderlo- Adesso capivo perché il Signore era contrario: una delle più antiche regole diceva che non si poteva uccidere.

-Come ti chiami?- chiesi.

-Mi chiamo Paride- Il nome mi suonava bene.

- Bel nome- esclamai divertito.

Io, in tutto ciò che questo Paride stava dicendo, in cosa centravo? Non mi voleva offrire un posto all'interno della setta degli angeli neri, allora con che scopo mi aveva portato fin qui?

-E io cosa centro in tutto questo?- domandai.

Paride mi guardò, come se avessi dovuto capire tutto da solo.

-Tu ami quella ragazza anche se ancora non te rendi conto, tu sei l'esempio che le regole devono essere rinnovate, che tutto deve essere rinnovato, sia chiara una cosa, anche io sono contrario alle tue scappatelle compiute prima che quella ragazza arrivasse!- ancora con sta storia dell'amore! Io non amavo proprio nessuno!

-No non sono l'esempio per niente, io non amo nessuno, sono solo un Angelo che si vuole divertire ecco tutto...- questa volta fu lui che rise, era una risata cristallina, il suono più bello che avessi mai sentito.

-Perché ti ostini a mentire a te stesso...- ma in quel momento qualcuno mi stava chiamando, “Bryan aiutami, vieni da me”.

Quel richiamo a cui gli angeli non possono resistere, e le uniche labbra che lo potevano pronunciare erano quelle di Giada.

Le labbra più dolci che avessi mai assaggiato.

- Devo andare!- dissi e un sorriso inaspettato mi spuntò sulle labbra.

  
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