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Autore: Sibilla Delfica    15/07/2011    2 recensioni
Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.
Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.
Non sono umano.
Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.

Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.

Non sono umano.

Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.

Mi crederete buono, saggio e misericordioso, ma non è proprio così, io sono una delle poche eccezioni tra gli angeli.

Odiavo quel mondo costruito sul buonismo e sul perdono, mi sembrava debole, e io non volevo farne parte.

Per questo andavo sulla terra a incantare belle ragazze, e per provare piaceri carnali a noi proibiti.

Lo so non avrei dovuto, e ho avuto i miei guai con il “capo” del regno dei cieli, ma tanto al misericordioso Signore bastava che cantassi una nenia per tre giorni in questo modo espiavo i miei peccati , poi ripartivo di nuovo per la giostra.

Era una catena, un giorno di peccato, tre di nenia, peccato e nenia.

Quel giorno dopo aver espiato i miei peccati, dovevo proprio partire alla ricerca di nuove ragazze.

Mi stavo guardando allo specchio, vidi come sempre i miei occhi scuri color cioccolato, i miei capelli neri ribelli, le mie ali candide che erano ripiegate dietro la mia schiena e il mio corpo statuario emanava una strana luce, la luce della sapienza, veniva chiamata.

Il mio aspetto aiutava sicuramente a trovare ragazze disposte a unirsi con me nel peccato, ma se esso non funzionava riservavo di poteri per convincerle.

I miei amici angeli dicevano che ingannavo quelle povere ragazze, che non era giusto, ma a loro in fondo cosa importava, non facevano niente per quelle umane.

Vivono nel loro regno dorato,dove tutto è così schifosamente perfetto, sono io l'unico difetto del loro stramaledetto regno.

-Terra- sussurrai, concentrandomi e subito mi ritrovai dove richiesto.

Sulla Terra doveva ancora spuntare il sole, tutto era avvolto nel silenzio più totale, doveva essere mattino presto.

Non sapevo di certo dove ero capitato, e non mi importava.

Ero su una strada pedonale, di fianco a me c'era un piccolo canale sporco e maleodorante, e non c'erano tante case intorno .

Sentii dei passi veloci, e subito sussurrai – invisibile- il mio corpo si smaterializzò all'istante.

Dalla via sbucò una ragazza, di media altezza, magra, ma con forme sinuose e provocanti, uno splendido viso a forma di cuore incorniciato da una folta chioma nera ondulata, e a completare la sua faccia c'erano due grandi occhi verdi luminosi come due fari nella notte.

Indossava un paio di jeans attillati, che risaltavano le cosce ben tornite, e un cappotto corto.

Una sola parola si poteva usare per definirla: splendida.

Dovevo rendermi subito visibile, ma così all'improvviso l'avrei spaventata... da quando mi preoccupo per le umane?

-rendimi visibile- sospirai piano, comparsi esattamente davanti a lei.

La ragazza si fermò, non sembrava però spaventata, mi guardava solo incuriosita e intravedevo in quegli occhi bellissimi già una punta di desiderio.

-ciao- la salutai in modo malizioso, nel mio solito modo di fare.

-chi sei?- chiese subito.

-importa qualcosa?- a questo punto di solito le incantavo, c'era qualcosa nei suoi occhi questa volta che mi impediva di farlo, mi sembrava ingiusto ingannare una creatura così fragile e di rara bellezza.

-importa e come! Di solito non c'è tanta gente a quest'ora che spunta dal nulla, e per di più mi blocca la strada- tosta la ragazza!

-già... ma per me puoi fare un eccezione...- le sfiorai lievemente un braccio, non riuscivo a usare i miei poteri su di lei, o meglio non volevo, la mia testa mi diceva che lei non se lo meritava, ma io volevo quella pelle candida, perché mi stavo facendo queste paranoie?

- per caso sei uno stupratore? O qualcosa del genere?- domandò sostenendo il mio sguardo – no perché hai sbagliato proprio persona...ora se per favore ti puoi spostare io andrei- cosa? Cosa ? Mi stava rifiutando? Stava rifiutando un essere perfetto? Un angelo? In questi quattro mila anni non mi era mai capitato!

-no non sono nulla del genere... ma dove stai andando con tutta questa fretta?- dissi concentrandomi per rimanere calmo, ma anche con una certa curiosità.

Io curioso di una umana? Forse ha ragione il Signore del regno dei cieli quando blatera sui misteri della vita.

-sai sono le sette meno cinque, e io devo prendere un pullman per andare a scuola, ma mi sa che oggi dovrò tornare a casa!- mi urlò contro.

Doveva andare a scuola, quel posto dove gli umani imparano a leggere a scrivere, certo, certo.

-allora visto che ormai non puoi più andare a scuola, magari potresti venire a fare un giro con me?- le stavo dando la possibilità di scegliere? Ma cosa mi stava succedendo?

Mi guardò prima spaesata, poi il suo sguardo divenne sempre più deciso, e diede la risposta con un filo di voce -Va bene... ti potresti presentare?- aveva detto sì, vittoria!

-Bryan piacere, e tu?- volevo stranamente conoscere il suo nome.

-Mi chiamo Giada- portava il nome di una pietra preziosa, sicuramente a parità di bellezza il nome era appropriato.


ti prego oh mio angelo fai...” una preghiera rimbombava nella mia testa, ma questi umani per cosa pregavano?

Non avevano ancora capito che dai Serafini fino alla schiera più bassa, cioè gli Angeli di cui io faccio parte, tutti sono impegnati a tener sistemato il loro regno luminoso e bianco.

Ormai non è più come una volta il Signore sta invecchiando e per quanto si dica che lui sia onnipotente, non riesce più a governare il regno come faceva qualche secolo fa.

Se avessi commesso questi peccati al tempo di Lucifero mi avrebbe già espulso dal regno.

Mentre pensavo a tutto ciò Giada camminava accanto a me, guardava in basso e non aveva più parlato, mi seguiva e basta, il che è normalissimo, agli umani viene naturale fidarci di noi messaggeri del Signore.

-Giada dove vorresti andare?- sembrò che si fosse appena svegliata da chi sa quali pensieri, distolse i suoi occhi dal terreno e ritornò a guardarmi, questo semplice gesto riaccese dentro me un desiderio devastante.

-non so potremmo avviarci verso un bar e...- si abbassò per raccogliere qualcosa lasciando la frase a metà.

Teneva tra le mani una piuma candida lievemente luminosa grande quanto il palmo della sua mano, la guardava come ipnotizzata, la portò lievemente verso il naso e la annusò – mm...- miagolò.

Quella era sicuramente una piuma delle mie ali, che sulla terra diventavano magicamente invisibili, era difficilissimo che le piume delle ali si staccassero, questo accadeva ogni cento anni ad un sola creatura angelica che abitava il regno dei cieli.

Era la prima volta che mi capitava una cosa del genere.

-E' stupenda! Chissà magari ho trovato la piuma di un Angelo- per un attimo pensai che mi avesse scoperto, poi capii che era soltanto una battuta anche se inconsapevolmente era molto vicina a scoprire la verità.

-beh stavo dicendo si può andare ad un bar e prendere una buona cioccolata calda con panna- mentre diceva questo sorrideva, un sorriso così luminoso e caldo più del sole estivo, che era ormai alto nel cielo.

Sentii il mio cuore tremare e per un attimo il respiro si bloccò, era troppo bella.

-certo signorina, come posso disubbidire a lei- il suo volto arrossì, e questo la rese ancora più invitante...lo so... sembrerò un pazzo maniaco!

La segui in silenzio fino a un piccolo bar all'angolo di una via.

-eccoci-esclamò ancora con quel sorriso troppo bello stampato in faccia...cazzo!- che te ne pare?- mi domandò.

Se avessi dovuto dire la verità, avrei detto che questo locale come d'altronde tutti quegli stupidi posti per gli umani era proprio uno squallore, naturalmente se paragonati ai luoghi del regno delle creature angeliche, ma siccome non mi sembrava la cosa più carina da dire dissi esattamente l'inverso- splendido...proprio il mio genere-

gli occhi già splendenti si illuminarono di gioia, e il sorriso si allargò ancora di più.

-ne sono felice...- disse con entusiasmo.

Io galantemente gli aprii la porta e feci un piccolo inchino invitandola ad entrare, lei sembrò sorpresa da questo mio gesto, il che mi pareva piuttosto strano era impossibile che qualcuno non avesse fatto un gesto ancora più eclatante con una ragazza così dolce e fisicamente perfetta.

Si sedette sul primo tavolo che trovò libero, e io la seguii a ruota.

Subito arrivò il cameriere – allora cosa porto qui?-

Aprii il piccolo menù che conteneva una vasta lista di tipi differenti di cioccolate, con tono roco e sexy al punto giusto dissi – una cioccolata fondente al peperoncino con aggiunta di panna- mentre parlavo continuai a guardare gli occhi verdi di quella umana che per bellezza si poteva paragonare ad un Angelo.

-Io invece vorrei una cioccolata normale con panna- disse accavallando le gambe, non era possibile, lo faceva apposta voleva farmi impazzire.

-arrivano subito- annunciò il cameriere correndo via.

Giada aspettò che il cameriere si fosse allontanato poi cominciò a parlare -Allora come mai stamattina sei spuntato così all'improvviso e mi hai bloccato la strada?- domandò tutto di un fiato.

-Beh non volevo rinunciare alla compagnia di una ragazza così interessante...- risposi con tono roco.

Il suo viso divenne paonazzo per l'imbarazzo, che cercava di nascondere mantenendo un sorriso rigido.

-Non ti ho mai notato da queste parti, ed strano perché sei un ragazzo così...- si fermò rendendosi conto di aver detto troppo e non sapendo più come andare avanti.

-Forse vuoi dire stupendo? Perfetto? Angelico?- chiesi dimostrandomi lo spavaldo e lo sbruffone quale ero.

-Sei un po' presuntuoso non credi?- era chiaramente una domanda retorica.

Avvicinai lentamente il mio viso al suo fino a trovarmi praticamente a pochi centimetri dalle sue labbra.

-Non credi che sia una tentazione?- sussurrai, Giada guardava le mie labbra ipnotizzata, e sapevo perfettamente a cosa stava pensando, perché lo stavo pensando anche io: le miei labbra sopra le sue che viaggiavano di pari passo in una danza senza fine, e un turbine di colori di cui il rosso era il principale ci avrebbe sommersi fino a tal punto che le nostre menti si sarebbero svuotate di ogni pensiero, di ogni ricordo, neanche il nostro nome sarebbe sopravvissuto.

Era la prima volta che anche se non usufruivo dei miei poteri, mi sentivo così in simbiosi con una ragazza.

Ero spaventato dalle nuove emozioni che stavo provando, ma anche felice di aver scoperto che potevo ancora provarne e trovarne di nuove.

Il suo viso si avvicinò pericolosamente al mio, proprio quando le sue labbra stavano per toccare le mie, ecco che con uno scatto improvviso si allontanò.

-scusa, io...- la sua voce era agitata e impaurita.

Perché non mi ha baciato? Ho qualcosa che non va? Ho fatto qualcosa che non dovevo?

Avrei dovuto andarmene, oppure avrei dovuto usare i miei poteri e prendermi ciò che volevo, ma tutte le due opzioni non potevo e non volevo metterle in pratica.

-Devo andare- farfugliò dopo pochi secondi.

Si mise in piedi, e cominciò a muovere i primi passi verso la porta d'uscita, io le presi il braccio per fermarla, appena la toccai una scossa fortissima attraversò il mio corpo come un fulmine.

-Aspetta, non bevi la cioccolata?-mi sentivo un cane bastonato.

Fortunatamente in quel momento arrivò il cameriere con le nostre due cioccolate, gli occhi incantevoli di Giada si posarono pensierosi prima nei miei occhi poi sulle cioccolate.

Alla fine annuì con la testa e tornò lentamente seduta al suo posto.

Il cameriere ci guardò di sottecchi, ed elegantemente ci consegnò le cioccolate fumanti e con un odore inebriante.

Era un peccato anche bere quella cioccolata, gli Angeli non potevano cedere ad alcuna tentazione, quindi neanche alla golosità.

Ma questo piccolo peccato non mi avrebbe procurato alcun guaio ai piani superiori, sicuramente non se ne sarebbe accorto nessuno.

Bevemmo la nostra cioccolata in silenzio.

Un silenzio troppo rumoroso per i miei gusti, un silenzio che per qualche strano motivo mi devastava fisicamente e mentalmente.

-Io adesso devo proprio andare- disse Giada guardandomi con quegli occhi luminosi.

Si alzò e io la segui come attratto da una calamita.

Rimase ferma per un attimo, poi successe qualcosa che non mi sarei mai aspettato.

Giada si lanciò sul mio petto, e le sue labbra divorarono le mie in un bacio travolgente, pieno di desiderio.

Volevo che questo bacio potesse non finire mai, allora la strinsi ancora di più a me, anche lei sembrava della stessa idea perché le sue mani trovarono i miei capelli e li strinsero forte per tener ferma la testa.

Non so quanto durò quel bacio governato solo dalla lussuria, ma so per certo che fu lei la prima ad allontanarsi da me.

-Bryan, voglio poterti rivedere...potresti darmi il tuo numero di telefono?- diceva queste parole diventando sempre più rossa.

-So che può sembrare strano, ma quando mi vuoi rivedere devi soltanto dire queste parole, Bryan aiutami, vieni da me, e io sarò subito da te- gli avevo detto la frase segreta.

La frase per cui un Angelo è obbligato a recarsi sulla terra e aiutare l'umano che l'aveva pronunciata.

Sbatté le palpebre pensierosa- va bene ti credo...allora ci vediamo...ciao- si avvicinò, mi diede un bacio a stampo e uscì dal bar.

Rimasi per molto tempo bloccato vicino al tavolo, ebbi solo la forza di sedermi.

Mi sentivo le gambe molli e il mio cuore batteva all'impazzata.

Però ero felice, per la prima volta nella mia lunga carriera di angelo ero veramente felice, anche se poi alla fine il mio obbiettivo per cui ero venuto apposta sulla terra non era stato proprio centrato.

Ma non mi importava, ora non riuscivo a vedere altre ragazze a letto con me se non lei, stavo impazzendo! Cazzo!

Qualcosa stava cambiando dentro di me l'avevo percepito da quando avevo visto quella ragazza dal viso angelico.

  
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