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Autore: Roxanne Potter    25/07/2011    0 recensioni
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Piccoli e teneri (si fa per dire) - serie'
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Salve! Torno dopo un po' di ritardo, mi dispiace per i miei numerosi (?) e appassionati (?) lettori.
Buona lettura, questo capitolo sarà breve. Ah, vi assicuro che ogni parola uscita dalle labbra di Rose è più autentica del genio della zia Row.u.u

Capitolo 16 : Spiegazioni.

La luce del sole mattutino sembrava quasi un miracolo, dopo i bizzarri e spaventosi eventi della sera prima, e la notte passata al freddo.
I ragazzi camminavano per le strade di Venezia, le bacchette nascoste. Rose era ben mimetizzata con i Babbani, grazie al suo semplice vestito bianco da ragazzina. Ma la divisa di Hogwarts, con gli stemmi della casa di Grifondoro, attirava non poche occhiate curiose e divertite.
Avevano finito per dormire in una casa in costruzione, dopo una lunga camminata alla ricerca di un luogo dove fermarsi.
Erano entrati dalla porta scardinata, stando attenti a non farsi vedere, poi avevano raggiunto una stanza polverosa, piena di calcinacci, ragnatele e pietre, la finestra chiusa con le imposte tinte di un verde scorticato. Si erano stesi su un paio di materassi macchiati e bucherellati, come unica coperta una tenda stropicciata non più alta di loro.
Si erano addormentati senza parlarsi, la stanchezza aveva avuto la meglio. Quando si erano risvegliati, avevano deciso di fare quattro passi e cercare un po' di tranquillità, prima che Rose raccontasse cosa le era accaduto.
Nonostante la situazione in cui si trovavano, Albus scoprì che la città di Venezia era... bella.
Fissava le gondole che scivolavano sull'acqua e sotto i ponti, e gli piaceva guardarle. Così come gli piacevano tutte quelle persone che affollavano le strade, con le loro arie indifferenti, ignare dei ragazzini stregoni che erano passati loro accanto.
-C'è un bar, lì.- disse la voce Roxanne, riscuotendolo dai suoi pensieri. -Con dei tavolini. Possiamo andare a sederci.
Albus si voltò. In mezzo a quelle case, c'era anche un bar, l'insegna che scintillava sulla porta.
E fuori si trovavano quattro tavolini di plastica bianca.
-Ok, sediamoci, allora. Così potremmo parlare.- disse Rose.
I ragazzi presero posto a un tavolino libero, e si squadrarono seri. Albus spezzò il silenzio.
-Ok, facciamo il punto della situazione. Siamo a Venezia. In Italia. Qualcuno di voi conosce almeno un minimo di italiano? Io so giusto dire ciao.
-Io.- rispose Betsabea. -Cioè, lo conosco perché lo studiato, ma solo un poco. Con le cose più facili posso cavarmela.
-Sei un mito, Bets.- disse Louis. -Posso chiamarti così?
Lei rise.
-Va bene.
-Perfetto.- disse Rose. -Se mai ci servirà parlare con qualcuno, qui, sappiamo come fare. Adesso voglio che mi spieghiate come siete arrivati qui. Poi vi dico tutto quello che mi riguarda, ok?
-Ok.- rispose Al. -In effetti è una storia breve. Io sono salito nel mio dormitorio e mi sono accorto che la Chiave di Salomone era sparita dal baule. Sono sceso giù a dirlo agli altri, che intanto si erano accorti che tu eri sparita. Siamo saliti nel dormitorio e loro me l'hanno detto. E in quel momento io ho come sentito un richiamo verso il libro. L'altro libro, quello che avevo preso in biblioteca, lo chiamo il manoscritto. Beh, l'ho aperto ed è comparsa una luce sulla pagina. Io sentivo che il libro ci avrebbe rivelato dov'eravate tu e la Chiave. Ho toccato la pagina e noi siamo stati teletrasportati fuori da quella casa. Siamo entrati per cercarti e... poi lo sai.
-Tocca a te.- disse Frank.
Rose sospirò, ma non aveva un'aria stanca o persa, come quando era tornata a Hogwarts.
-Ok, è una lunga storia. Devo partire da quando sono sparit
   
 
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