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Autore: Something Rotten    26/07/2011    2 recensioni
Casa Wentz era il punto d'approdo preferito per ogni matricola fresca di contratto nella Fueled. Era una delle migliori attrattive che quel posto offrisse, c'era la piscina, la sala giochi, litri d'alcol e - qualche volta- anche un paio di belle ragazze che non aspettavano altro che un galletto "dalle uova d'oro". Con l'aumentare del budget e della fama, la maggior parte di loro perdeva l'abitudine di frequentare quella casa - se si escludevano le varie feste di compleanno che Pete organizzava, l'unico uomo ad avere un compleanno ogni mese- e qualche Reunion strana. Solo in pochi non avevano perso quell'abitudine, William era uno di questi. Inventava ogni possibile scusa per non arrivare all'unica risposta plausibile, diceva a sé stesso che la piscina di Pete fosse migliore della sua - nonostante fossero praticamente uguali-, oppure che l'amico avesse giochi migliori per la play - altra scusa poco plausibile, dato che l'ultimo giochetto che Pete aveva comprato risaliva a qualche anno prima-. Diceva persino che la sua casa fosse più silenziosa della sua, come se i pianti di Bronx -quelle poche volte che Ashley lo lasciava a casa sua- non inondassero l'intera villa.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fall Out Boy, The Academy Is
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Folie A deux '
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jdjakfjakfjakfjakfka W.A.M.S. {We all masturbate sometimes}

Casa Wentz era il punto d'approdo preferito per ogni matricola fresca di contratto nella Fueled. Era una delle migliori attrattive che quel posto offrisse, c'era la piscina, la sala giochi, litri d'alcol e - qualche volta- anche un paio di belle ragazze che non aspettavano altro che un galletto "dalle uova d'oro".  Con l'aumentare del budget e della fama, la maggior parte di loro perdeva l'abitudine di frequentare quella casa - se si escludevano le varie feste di compleanno che Pete organizzava, l'unico uomo ad avere un compleanno ogni mese- e qualche Reunion strana. Solo in pochi non avevano perso quell'abitudine, William era uno di questi. Inventava ogni possibile scusa per non arrivare all'unica risposta plausibile, diceva a sé stesso che la piscina di Pete fosse migliore della sua - nonostante fossero praticamente uguali-, oppure che l'amico avesse giochi migliori per la play - altra scusa poco plausibile, dato che l'ultimo giochetto che Pete aveva comprato risaliva a qualche anno prima-. Diceva persino che la sua casa fosse più silenziosa della sua, come se i pianti di Bronx -quelle poche volte che Ashley lo lasciava a casa sua- non inondassero l'intera villa. Fatto sta che passava interi pomeriggi a sguazzare nella piscina di casa Wentz, mentre il padrone di casa scriveva testi o componeva canzoni. William era l'unico che Pete ammettesse in casa quando era nel periodo "scrivo tre canzoni al giorno e ne butto nel cestino due e mezzo", ovvero nel momento di massima ispirazione, quando anche un fungo colto nel bosco poteva ispirarlo per una nuova canzone. Nemmeno Patrick - nonostante tutti conoscessero la grande infatuazione che Pete provava nei suoi confronti- era ammesso, forse perché ogni volta che si trovavano da soli in una stanza finivano con il fare sesso persino sul tappetino all'ingresso.
« Will, ti aspettavo da un po. » aveva commentato Pete aprendo la porta di casa con indosso solo un paio di boxer grigi sbrindellati e con qualche buco qua e la.
William aveva sorriso, pensando che con tutti i soldi che l'altro aveva poteva permettersi un paio di boxer decenti.
« Gabe voleva che lo accompagnassi a fare spesa. Sai quanto può essere petulante quell'uomo! » aveva risposto - si stava davvero scusando per aver fatto tardi ad un appuntamento immaginario? No, decisamente, no.-
« Oh... » aveva commentato chiudendo la porta e sbuffando « E come sono andate queste spese? »
« Bene, sempre se conosci la ricetta dei burritos! Mi trattava come un bambino spiegandomi la ricetta perfetta della nonna materna per cucinare dei perfetti burritos. Io non so neanche cosa siano! » aveva detto ironico mentre fissava l'altro buttarsi di peso sul divano e riprendere in mano il computer.
« Un giorno te li cucino io. Altro che ricetta di nonna Saporta! » aveva commentato ad alta voce prima di mettersi le cuffie nelle orecchie « Fai come se fossi in casa tua, Will. Oggi Andy, Joe e Patrick vengono a vedere il lavoro che ho svolto e ho ancora un paio di testi da rivedere. Vuoi rimanere a cena? Puoi chiamare Gabe così non ti annoi. »
Spesso William non riusciva a stare dietro ai numerosi discorsi che Pete iniziava senza finire, oppure alle numerose parole che pronunciava alla rinfusa, ma col tempo aveva imparato ad amare persino questo in lui.
« Vado a chiamare Gabe, okay? Spero solo che non porti quei burricosi! »
Pete gli aveva sorriso prima di tornare a fissare lo schermo con aria disperata. William lo aveva lasciato solo, uscendo dalla porta della cucina che dava proprio sulla piscina. Si era messo su una sdraia componendo distrattamente il numero di Gabe.
« Gabyboy, stasera hai da fare? » aveva chiesto con poca enfasi.
« Vuoi un appuntamento al lume di candela, Will? » aveva chiesto l'altro ironico.
« No, solo una cena a casa di Pete con i fob al completo. »
La risata di Gabe era così forte da rischiare di spaccargli un timpano. Dopo la risata - solitamente- c'erano quelli che Gabe spacciava per consigli, ma che in realtà erano solo prese per il culo, nient'altro che battute pericolose trasformate sapientemente in consigli. William si chiedeva sempre perché avesse scelto Gabe come amico e l'unica risposta che trovava era che era un Dio del sesso, niente di più.
« Dovresti chiedere a Pete un appuntamento, Willy. Magari senza Patrick, data la loro totale incapacità di resistere tre minuti senza fare sesso.. »
« Vaffanculo Gabe, non l'ho deciso io. Ci vieni o no? » aveva chiesto spazientito, non aveva bisogno di qualcuno che gli rendesse palese la verità, la conosceva benissimo senza il suo aiuto.
« Certo Willy il Coyote, Saporta verrà in tuo aiuto. »
« Willy il coyote? Gabe, sparati. Ci vediamo dopo e lascia a casa la tua stupida aria saccente. »
Aveva riattaccato lanciando il telefono su una delle altre sdraie. Si era spogliato lentamente, prima di sentire il bisogno di un cocktail. Poco lontano  dalla piscina c'era un chioschetto che Travis aveva regalato a Pete per il suo compleanno, una delle poche cose buone che quell'essere aveva fatto in tutta la sua vita. Si era avvicinato al chiosco prendendo alla rinfusa un paio di bottiglie. Aveva letto le etichette ma non ci aveva capito molto, non era esperto negli alcolici, solitamente era Gabe che gli riempiva il bicchiere di una qualche sostanza profumata. Aveva mischiato tutto nello shaker, per poi versarlo in un bicchiere pieno di ghiaccio. Aveva dato un sorso titubante, credendo fermamente che fosse venuto una schifezza dato il suo colore verdognolo alla Shrek, invece il sapore era buono, forse un po troppo fruttato e dolce, ma non poteva lamentarsi visto che era il suo primo esperimento come Barman.
*
Pete aveva resistito pochi minuti sul divano. Non era per il caldo o per la mancanza d'ispirazione, era solo curiosità. Voleva a tutti i costi vedere cosa stesse combinando l'amico dai capelli castani e dalla presenza ingombrante. Si era affacciato alla finestra della cucina, nascosto da una tendina bianca. Lo aveva visto cambiarsi, come succedeva spesso. I pantaloni che sgusciavano via dalle sue gambe chilometriche - lo invidiava per quelle-, la maglietta che lasciava piano piano scoperto un lembo di ventre, poi un altro... fino a quando non cadeva a terra sopra ai pantaloni. Aveva mandato giù l'ultimo grammo di saliva che aveva in gola, prima di osservare il ragazzo avvicinarsi sinuosamente al chiosco dei cocktail. Lo aveva visto trafficare con quelle bottiglie, l'assenzio, il gin, il rum, la pesca... tutte cose che non stavano bene mischiante con le altre. Aveva cominciato a ridere da solo, quel ragazzo non sapeva nulla di cocktail. Era uscito in veranda solo per giungere in suo soccorso, non certo per stare a pochi centimetri dalla sua pelle.
« Cosa hai mischiato, mio dolce Billy? » gli aveva chiesto fingendosi ignaro.
« Non lo so, ma sembra buono... cioè buono se vuoi avere la nausea! Dolce da far schifo. » aveva commentato posando sul bancone il bicchiere. Decisamente troppo mieloso per la sua bocca.
« Posso fare io? » aveva chiesto come se quella non fosse casa sua.
« Sei tu il padrone di casa. » aveva puntualizzato William sedendosi su uno sgabello.
« Giusto. Questo me lo ha fatto assaggiare la prima volta Patrick... »
William aveva storto la bocca, ma Pete era di spalle non lo avrebbe mai visto.
Continuava a parlare della prima volta che aveva assaggiato quel fottuto drink con quel fottuto Patrick. William lo aveva ascoltato per un po, prima di alzarsi dallo sgabello e di tuffarsi in acqua. Pete si era voltato con l'espressione più stralunata che William gli aveva mai visto fare.
« Scusa, ma il sole picchia ed avevo bisogno d'acqua fresca. » aveva mentito continuando a nuotare mentre Pete continuava a tritare il ghiaccio.
« Hai qualcosa contro Patrick? »
Se William non avesse avuto la bocca chiusa avrebbe sicuramente bevuto tutta l'acqua della piscina per lo stupore. Pete non era certo noto per essere il ragazzo più intelligente e perspicace del mondo - anzi era anche parecchio tardo-.
« Ma che vai a pensare?! Solo un animale dal sangue freddo come te può rimanere sotto al sole senza provare caldo! » aveva risposto cercando di essere il più convincente possibile.
« Un animale a sangue freddo?! »  aveva esclamato Pete scrollando la testa e tornando a preparare i cocktail con tanto di ombrellini e ciliegine.
« Si come i serpenti. » aveva risposto William sorridendo, era riuscito a sviare il discorso.
« Sei fissato con i serpenti... con i cobra e con Gabe. » aveva commentato Pete avvicinandosi al bordo della piscina e porgendo il bicchiere a William che se la rideva contento.
« Che centra ora Gabe? » aveva chiesto
« Come che centra non l'hai forse chiamato non appena ti ho detto che potevi portarlo? »
« Mi hai forse spiato, Pete? »
L'altro era arrossito, inventando scuse poco credibili, prima di scolarsi l'intero bicchiere. William continuava a ridere, almeno prima di trascinarlo nella piscina con sé. Avevano nuotato e parlato per un po, evitando volutamente sia il discorso Patrick che il discorso Gabe. William nuotava - volutamente- vicino a Pete, così vicino che l'altro poteva sentire l'acqua muoversi per via dello spostamento del corpo dell'altro, si sfioravano volutamente, ma nessuno dei due aveva il coraggio di rendere quel contatto più "intimo".
Pete era uscito dall'acqua dopo qualche secondo.
« Devo farmi una doccia e finire quel testo. Puoi farla anche tu, ormai conosci a memoria la tua stanza. » aveva commentato prima di schizzare dentro.
La villa di Pete aveva tante camere degli ospiti, così tante che potevano entrare benissimo quasi tutti i componenti della Fueled. Un paio di quelle camere, ormai, erano destinate alle stesse persone, gli amici più intimi di Pete che dormivano quasi regolarmente da lui. Uno di questi era ,per l'appunto, William. C'erano persino un paio di vestiti nell'armadio, oltre che ad un accappatoio e ad un paio di boxer e di calzini.
William aveva osservato la figura di Pete entrare in casa, per poi sparire dietro alla porta d'ingresso. Era rimasto un po nell'acqua prima di seguire il suo esempio.

*

Pete era schizzato in casa come un pazzo, forse perché lo era diventato per davvero. Quel contatto appena accennato con il corpo seminudo di William e le fantasie che aveva scatenato nel suo cervello lo avevano reso leggermente elettrico. Ben lungi dal continuare a scrivere testi si era diretto verso il bagno del secondo piano, il bagno degli ospiti che non usava molto spesso, ma sentiva di non poter arrivare fino al terzo piano. Pete non riusciva a contenere i suoi ormoni - questa era una cosa risaputa- quando si trattava di Patrick, quel ragazzo scatenava in lui una serie di reazioni a catena che lo portavano a consumare l'atto nei posti più impensabili e non credeva di provare qualcosa di simile con qualcuno che non era Patrick, come per esempio William. Per pochi istanti, soprattutto quando William gli aveva sorriso scostando dal suo volto un paio di ciuffi ribelli aveva avuto la voglia irrefrenabile di fare sesso con lui, ma conoscendo la sua cotta per Gabe aveva rinunciato in partenza, rifugiandosi in bagno con un mostro fra le gambe. Aveva tirato giù i boxer ed aveva cominciato a toccarsi, mentre la sua mente riproponeva il corpo di William bagnato e circondato d'acqua.

*
William era entrato in casa convinto di trovare Pete -ancora bagnato e vicino ad uno shock elettrico- sul divano a smanettare sul pic, magari solo per twettare qualcosa di cattivo nei suoi confronti. Non appena aveva visto il divano completamente libero e sgombro ne era rimasto sorpreso. Aveva deciso che prima si sarebbe fatto una doccia - magari per calmare i bollenti spiriti- e poi si sarebbe messo alla ricerca dell'amico per continuare quell'opera di seduzione che aveva intrapreso nell'acqua - e che sembrava non aver sortito alcun effetto positivo-.
Si era diretto verso la sua camera, acciuffando alla rinfusa qualche panno pulito e l'accappatoio rosa - una volta bianco, ma i lavaggi di Pete erano così magici che si sapeva come entravano i panni, ma non si sapeva come uscivano- e si era diretto verso il bagno del secondo piano, conscio del fatto che non lo avrebbe di certo trovato là, dato che era il bagno degli ospiti - ed aveva seri dubbi che qualcuno lo pulisse-.
Aveva aperto la porta con estrema lentezza, aveva messo l'accappatoio sull'appendiabiti e si era voltato per accendere l'acqua calda. Quei gesti erano così monotoni e meccanici che non aveva nemmeno notato la presenza di Pete dietro alla doccia rivolto di spalle e intento a fare qualcosa di così "godurioso" da non accorgersi che William era appena entrato nel bagno. Solo quando aveva aperto l'acqua si erano accordi dell'altrui presenza.
Pete si era coperto nella speranza che l'altro non capisse quello che stava facendo, William era diventato rosso capendo benissimo quello che l'altro stava facendo.
« Cazzo. » aveva commentato William girandosi di spalle « Ma che cazzo stai facendo? »
« Vuoi un disegnino? » aveva risposto Pete nascondendo malamente l'imbarazzo « Sai, tutti a volte ci masturbiamo. Non abbiamo mica Gabe a portata di  mano come te. »
William aveva cominciato a ridere, mentre si avvicinava a Pete e gli toglieva di dosso quell'asciugamano nel quale aveva cercato di nascondersi.
« E tu non hai Patrick? » aveva chiesto a poca distanza dalla sua nuca, mentre le mani percorrevano il petto ed il ventre del ragazzo. Nonostante non potesse vedere il suo corpo, la mano destra percorreva in maniera ineccepibile il tatuaggio che Pete aveva sul basso ventre, lo conosceva così bene che avrebbe potuto disegnarlo ad occhi chiusi, tutta quella conoscenza era frutto di mesi e mesi del "guardare ma non toccare".
« Hai visto Patrick, ultimamente, nella mia vita? Io ho visto solo te. » aveva commentato fra i gemiti Pete.
William gli aveva morso il collo.
« Ed io non vedo Gabe ora. » aveva commentato continuando a mordicchiare la pelle scura e tirata dell'amico « E non credo che sia giusto che tu faccia tutto da solo, sai? Pete Wentz non dovrebbe masturbarsi in solitudine. »
Pete avrebbe voluto aggiungere "Sante parole", ma il contatto della mano di William sul suo membro gli aveva annullato ogni parvenza di pensiero. Quello che provava non era lontanamente paragonabile a quello che aveva sempre pensato di poter provare, era decisamente di più.


*
« Scusa eh, ma questo titolo non ha senso! Cosa sarebbero tutte queste lettere puntate? » aveva chiesto Patrick sfogliando i testi ed imbattendosi in un "W.A.M.S.".
Pete e William si erano lanciati una piccola occhiata d'intesa, prima di diventare rossi e di svagare.
« E poi "Let's meet in the purgatory of my hips and get well". Con chi hai fatto sesso, Pete? » aveva chiesto Gabe - intuendo molto di più di quanto avesse voluto-.
Ne Pete ne William avevano detto nulla, continuando a svagare scherzosamente. Come avrebbero potuto spiegare agli altri - ed ai loro fans- che quelle lettere si riferivano alla frase che Pete aveva detto non appena era stato scoperto nel bagno? Di certo la magia della canzone sarebbe morta sotto alla pronuncia di quella semplice frase - o constatazione amichevole-.
In fin dei conti tutti avevano bisogno di masturbarsi a volte.




Se sto pubblicando questa cosa orrenda vuol dire che sono impazzita.
Comunque il titolo di questa fic è una canzone dei Fob che non ha decisamente quel significato, la storia è decisamente vista e rivista e i personaggi non mi appartengono.
Ma un parere è sempre ben accetto x°D
P.
   
 
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