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Autore: laNill    30/07/2011    3 recensioni
Le lacrime uscivano copiose, ormai, dai suoi occhi e, nonostante lei tentasse di fermarle invano, i singhiozzi sommessi e le guance color porpora tradivano quelli che erano i suoi veri sentimenti.
E Shima, parola dopo parola, si rese conto.
Si rese conto che Izumo aveva capito tutto ciò che lui aveva tentato di fargli capire da più di un mese.
“Odio.. quando tenti di proteggermi senza che io lo sappia, rischiando persino la vita pur di farmi stare in salvo. E Odio il fatto che non ti odio.. nemmeno.. nemmeno un pochino. Ma, più di tutti, odio il fatto che tu.. tu..” [...]
[Izumo x Shima]
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Izumo Kamiki, Renzou Shima, Rin Okumura, Shiemi Moriyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Odio il fatto che non ti odio
~ Terza parte ~


Era mattina inoltrata ma il sole riscaldava la pelle delle due giovani più di quello che avrebbe potuto fare in pieno pomeriggio, sedute sul ciglio del corridoio di fronte alle loro stanze con le dita dei piedi a sfiorare delicatamente le acque fresche del mare.
“E’ rinfrescante, non trovi Izumo-chan?”
“Sì, è una piacevole sensazione.” Asserì lei, osservando i segni circolare che produceva, uno di seguito all’altro. “Però non capisco perché dobbiamo stare con questi vestiti così pesanti. Non ne avevi di indumenti estivi, tu?”
In effetti, i vestiti da Miko che entrambe indossavano non erano proprio adatti per la stagione estiva; il tessuto, nonostante non fosse tanto spesso, era però sempre troppo pesante per non far sudare le giovani esorciste, leggermente arrossate in viso per il caldo.
“Scusami, avevo solo questi.” Si giustificò Shiemi, in colpa, congiungendo le mani in grembo e abbassando lievemente il volto.
“Mph, vabbeh quello che è fatto, è fatto. Ora il problema è un altro: scoprire dove si trova il demone dell’altra sera.”
“E anche il motivo per cui distrugge questo monastero.” Lo sguardo della bionda si soffermò volutamente sul Torii sventrato, visibilmente dispiaciuta. “Un così bel portale, che causa ci può essere per il suo odio verso qualcosa di così bello e antico.”
“Probabilmente è in collera con i monaci per qualche motivo oppure per semplice divertimento, visto che ci troviamo nel monastero più visitato di tutto il paese.” Rifletté sospirando la mora, puntando i palmi delle mani sulle assi e reclinandosi leggermente indietro, con il viso esposto al sole e alla lieve brezza marina. “L’unica cosa da fare è scoprire dove si nasconda ed agire di conseguenza.”
“Però non è giusto che si dia da fare solo Deisuke per cercare di risolvere la situazione. Tutti gli altri monaci, ho saputo, sono rintanati nelle loro stanze a pregare per paura che ricompaia Satana, come la notte blu di sedici anni fa. Ma anche lui ha paura, penso, perché ieri l’ho visto correre veloce, subito dopo che il Torii è stato spazzato via.”
“Cosa hai visto, scusa?”
Izumo drizzò repentinamente la schiena a quelle parole, perplessa.
“Ho visto Deisuke, ieri sera.”
“Come hai fatto a vederlo che era tutto buio? Non c’era nemmeno una luce accesa, a quell’ora di notte.”
La ragazzina sorrise, imbarazzata.
“Vedi io sono abituata a guardare di notte. Alcune volte, quando piove, sono costretta ad alzarmi e a coprire le piante con dei teli e, visto che lo faccio da quando sono piccola, ormai non mi servono nemmeno più delle fiaccole per illuminare il giardino; riesco a trovarle anche da sola le cose, e senza alcun fastidio. Quindi mi è risultato facile vedere che stava correndo su quel pontile.” Principiò indicando due ponti più in là alla loro sinistra, notando in quel momento proprio la figura del diretto interessato camminarvi lentamente, tenendo tra le mani una grande cesta. “Oh, guarda un po’. C’è proprio Deis- I..Izumo-chan!”
L’esorcista dai lunghi codini non aspettò affatto che la compagna terminasse ciò che aveva da dire perché, alzandosi con uno scatto fulmineo, iniziò a correre verso il monaco, raggiungendolo in una manciata di minuti.
“Ehi, giovane monaco!” lo chiamò atona, costringendolo a fermarsi e voltarsi parzialmente.
Sul suo viso si potevano notare delle leggere occhiaie attorniargli gli occhi che, in quel momento, avevano assunto una luce vagamente perplessa.
“Buongiorno anche a te. C’è qualcosa di cui vuoi parlarmi, con così tanta foga?”
“Sì, esattamente. Dove sei stato ieri sera, quando sia il ponte principale che il Torii venivano distrutti da quel demone?”
Il ragazzo parve sorprendersi di quella domanda, chiedendosi come avesse potuto vederlo in piena notte e senza una luce ad illuminare la sua figura.
E quel visibile disagio, fu per la ragazza un chiaro segno della sua colpevolezza.
“Stavo.. nella mia stanza, ovviamente. Dove avrei potuto essere a quell’ora di notte!? E nonostante quel frastuono mi abbia svegliato vi sono rimasto fino alla fine, per paura che Satana potesse fare di nuovo la sua comparsa. Mi sembra di avervelo già detto questo.” Il suo tono e il suo sguardo si fecero più duri. “Perché secondo voi gli altri monaci non sono usciti? Perché hanno paura. Tutti l’abbiamo, quindi non venirmi a fare la predica o a fare domande inopportune.”
“Domande inopportune, eh?” un sorriso serafico piegò le labbra della ragazza. “Ieri sera Shiemi ti ha visto che correvi dal luogo dove era avvenuto il fatto verso l’esterno dell’edificio. Spiegami dunque cosa stavi facendo, se mi hai detto che sei rimasto tutta la sera nella stanza.”
Ci furono alcuni minuti di silenzio, durante i quali i due si scrutarono, scettici l’uno dell’altra.
Nel frattempo Shiemi era rimasta ad osservare l’amica, perplessa, fino a quando non la fece sobbalzare la voce sonora di Rin uscire fuori da una delle stanze alle sue spalle.
“Aaah, ma perché deve essere così umido oggi.” Si lamentò, con un ventaglio tra le mani. “Nemmeno se mi spoglio starei bene.”
Si sdraiò a terra, con la testa a penzoloni verso l’acqua, sventolandosi per darsi quel poco di refrigerio che quel ventaglio gli avrebbe saputo dare.
“Però senza quel bagno fresco saremmo stati ancora peggio. Non so come facciate ad indossare quei vestiti che sembrano così pesanti.” Proferì Shima, appoggiando la schiena ad una colonna vicino, al fianco di Rin.
“Non sembrano, Shima-kun, lo sono.” Rise Shiemi, bagnandosi di più i piedi. “Infatti prima Izumo-chan si stava lamentando proprio di questo, anche lei soffre molto il caldo.”
“A proposito, ora dov’è?”
“Sta parlando con Deisuke, laggiù.” Affermò, suscitando l’interesse di Shima che drizzò lievemente la schiena mentre osservava i due parlare. “Appena gli ho parlato di lui, si è alzata subito e l’ha rincorso. Non capisco ancora, però, perché si sia alzata così velocemente.”
Mentre la ragazzina continuava a parlare, il suo viso assunse un’espressione completamente seria, nettamente in contrasto con il suo modo di essere solito.
“Mmh?” Anche Rin si voltò verso il punto dove si trovavano i due, anche se controvoglia. “Quella lì si comporta fin troppo stranamente con quel tipo, da quando stiamo qui. Va bene che anche io non lo sopporto, ma almeno lo dimostro. Lei invece sembra continuare a volerci parlare; sarà che forse hanno lo stesso carattere, mi pare.”
“Ragazzi,” li chiamò l’esorcista dai capelli rosa, sorridendo nervoso. “Visto che ho paura che quei due potrebbero scannarsi da un momento all’altro, io vado a controllare se sia tutto apposto.”
“Non ho detto di esservi rimasto tutta la sera,” continuò Deisuke freddo. “Ma solo fino alla fine del frastuono; dopo sono andato a controllare le imbarcazioni nella struttura che dava sul mare, alla fine di questo ponte, e se tutto fosse stato apposto. Infatti ho portato via queste reti e questi talismani di terracotta,” ed indicò un agglomerato di reti da pesca al cui centro vi erano riposti una manciata di piccole tavolette marroni con delle iscrizioni antiche dipinte in nero. “Che ora sto appunto riportando indietro.”
“E perché proprio queste tavolette sei andato a prendere in un momento così pericoloso?”
“Queste sono tavolette che risalgono alla costruzione del santuario, venivano e vengono ancora oggi usate per portare buon augurio alle uscite in barca e per non far ricadere sulla barca cattivi auspici e buona pesca. Sono rari, questi amuleti, solo pochi templi li usano e ne hanno solo in pochi esemplari.”
Izumo rimase in silenzio, non avendo nulla contro cui ribattere.
Eppure c’era qualcosa che non la convinceva nella storia di quel monaco, ma non sapeva dire cosa. C’entrava qualcosa in quelle distruzioni, ma non aveva le prove per confermarlo né qualcuno che testimoniasse per lei.
“Ora, se vuoi scusarmi andrei a svolgere i compiti che mi sono stati assegnati. E dì al tuo amico che sta arrivando che può evitare di farmi domande che tentino di far ricadere la colpa su di me.”
Lo sguardo del ragazzo si posò per brevi attimi sulla figura di Shima, costringendo anche Izumo a girarsi a guardarlo, per poi voltarsi nuovamente ed andarsene.
“Oh, se n’è andato. E dire che volevo salutarlo.” Affermò Shima, una volta raggiunta la ragazza.
“Si può sapere tu che cosa ci sei venuto a fare qui?” lo sgridò lei, sbuffando nervosa e voltandosi a guardarlo.
“Avevo timore che iniziavate a menarvi. Sai com’è, siete tutti e due un po’ scontrosi; poi già è tanto che ne meni uno, di monaco, se arrivi a due Dio si arrabbierà sul serio con te e non vorrei che ciò accada.”
“AH! Sarei scontrosa eh!?”
Izumo, sentendosi punta nell’orgoglio, dopo aver dato una pedata al piede del ragazzo, girò i tacchi e se ne andò seguita a ruota da lui.
Poi realizzò una cosa che aveva del tutto tralasciato ma che, in quel momento, le tornava particolarmente utile.
“Shima, tu sei un monaco!”
Più che una domanda era un’affermazione.
“Sì, perché? Inizio a piacerti perché sono un monaco?”
“No, stupido! Hai mai sentito parlare di alcune tavolette che difendono le imbarcazioni nei giorni di pesca e danno buon auspicio? Sono di questa dimensione, su per giù, di terra cotta e hanno una strana forma, quasi a limone con dei riccioli alle estremità.” Affermò gesticolando con le mani per rendere ancor più l’idea di come fosse fatto l’oggetto.
“Delle tavolette, eh? Mmmh..” Il ragazzo parve riflettere, scrutando le tavole di legno sotto ai loro piedi. “Mi sembra di averne sentito parlare ma non ricordo bene come si chiamassero. Ricordo però nei libri del nostro monastero, una volta Konekomaru mi aveva fatto vedere diverti tipi di oggetti contro il male e, se non ricordo male, doveva esserci anche un qualcosa del genere.”
“Contro il male?”
“Sì, su questo sono sicuro. Non so però se serva anche per la pesca o per i mariani. Ma bada che sono più una leggenda che delle vere e proprie tavolette quindi non ne sono sicuro.”
“Che vuoi dire?”
“Sono molto antiche, non si trovano praticamente quasi più in circolazione. Solo un paio di monasteri possono vantare questi oggetti e sicuramente vengono custoditi come dei cimeli da collezionisti incalliti.”
Izumo assunse un’espressione pensierosa, cercando di far combaciare tutti i pezzi del puzzle. Ma c’era sempre qualcosa nel racconto di Deisuke che sicuramente non quadrava.
Ed ora che Shima gli aveva detto questo, ne era ancora più certa.
Era così tanto pensierosa e con la mente da tutt’altra parte da non accorgersi che Shima si era chinato alla sua altezza e la scrutava, curioso.
“Sai che ti verranno le rughe se sei così seria ogni giorno?”
Solo allora gli occhi di Izumo incontrarono quelli scuri di Shima, così vicini da riuscire a vederne le striature dell’iride.
Fu proprio quella vicinanza a farle perdere momentaneamente contatti con la realtà, reagendo a scatto ritardato.
“Eh?”
“Qui,” indicò lui  il punto sopra il setto nasale e tra le due sopracciglia senza toccarlo. “Ti verranno le rughe, e sarebbe davvero un peccato se un visino così carino si imbruttisse così presto.”
Sorrise, come solo lui sapeva fare. Quel sorriso ironico e spensierato, sbarazzino, tanto da farle placare il cuore e riempirlo di tutto il calore possibile.
Solo lui riusciva a darle quelle sensazioni.
Ma di certo non glielo sarebbe andata a dire, non in quel momento. Sarebbe stato troppo imbarazzate per lei ammettere di essersi presa una cotta per un maniaco simile.
Dunque, come ci si poteva aspettare da una come lei, gli scansò con un gesto secco la mano allontanandosi quel tanto necessario per raggirarlo e per continuare a camminare.
“Non sono affari tuoi se mi vengono le rughe. E poi non avevi detto che sono scontrosa? Che cosa continui a girarmi ancora intorno!”
“Ma stavo scherzando, Izumo-chan. Non prendere le mie parole come un’offesa!” cercò di giustificarsi, continuando a sorridere per cercare di sdrammatizzare la cosa.
“Come dovrei prenderla, sentiamo?”
“A dire la verità, mi piace quando fai la scontrosa; sei divertente.”
Il cuore della ragazza mancò di un paio di battiti, costringendola ad abbassare il volto in modo tale da nascondere il lieve rossore che era comparso sulle guance.
Ecco che di nuovo le faceva quell’effetto.
Perché, perché proprio lui?
“St..stai zitto, inizi ad infastidirmi.”
“Posso farti una domanda?” chiese lui di punto in bianco suscitando la perplessità della giovane, volgendosi parzialmente a scrutarlo con la coda dell’occhio.
“Mh?”
“Come mai sei così interessata a Deisuke?”
Era una sua impressione o il tono con cui le stava rivolgendo quella domanda si era fatto vagamente serio?
“Che? Che domanda sarebbe scusa?”
“Così, per curiosità. Ci parli molto spesso nonostante litighiate e vi punzecchiate in continuazione. Rin ci sta alla larga, perché tu no?”
“Perché tu invece non ti fai gli affari tuoi?”
Shima restò per brevi attimi in silenzio, mantenendo il suo sguardo fisso sulla ragazza di spalle, per poi parlare nuovamente con tono vagamente sornione.
“Guarda, Izumo-chan, che potrei ingelosirmi se continui a parlare più con lui che con me.”
La ragazza fu sul puntò di avere una specie di blocco cardiaco, dopo quelle parole, ma riuscì a mantenere la calma e la razionalità che gli erano propri.
Era palese che stava scherzando, sapeva che Shima era quel tipo di ragazzo che ci provava praticamente con tutte. Chissà quante volte aveva usato quella tattica per abbindolare qualcuna.
..Però perché, pensare ciò, le provocava così male al petto?
“Che cosa? Non dire cretinate, Shima, ti ho detto che devi stare zitto. Possibile che devi sempre assillarmi con questi discorsi? Non attaccano con me, te l’ho già detto l’altro giorno.”
“Ma è la verità! In fondo sono anche io un monaco, perché non ti innamori di me anziché di lui; poi è pure pelato, non dirmi che ti piacciono i pelati!? Per te sarei anche disposto a rasarmi a zero.. anche se preferirei che ci ripensassi su due volte, eh.”
“Aaah, vuoi stare zitto!?”
“Se vuoi ti do il mio numero di cellulare, il tuo ancora non me l’hai dato; me lo darai un giorno o l’altro? Ne sarei felice poterti sentire tutti i giorni quando ci saranno le vacanze. Mi mancherà sentire la tua voce per tutto quel tempo, magari potremmo anche uscire insieme. Che dici, me lo concederesti un appuntamento?”
“Zitto! Zitto!”
“Oppure potremmo anche andare al mare, eri così carina l’ultima volta con quel costume da bagno. Volevo farti una foto ma sono sicuro che mi avresti spaccato la macchina fotografica in faccia. Dai, Izumo-chan, ti prego. Dammi un’opportunità, cosa ti costa? Vedrai che ti renderò felice, te lo prometto.”
E in quel momento non seppe più trattenersi.
Lo baciò.
Era stato un attimo, ancor meno di un istante, le labbra di Izumo si premettero irruente e leggermente tremanti su quelle di Shima.
Aveva serrato gli occhi per non guardare quale espressione avesse assunto il compagno, probabilmente attonita e, in parte, anche abbastanza felice. In fondo non stava aspettando altro, lui.
E lei, andando contro il suo cervello e orgoglio, l’aveva fatto.
Doveva ammetterlo che in parte l’aveva fatto per farlo tacere una volta per tutte, sapeva bene che non sarebbero bastate le botte, le minacce o tutti gli insulti che avrebbe potuto fargli o dirgli; l’unica cosa che avrebbe bloccato il suo sproloquio poteva essere solo quello.
Poi l’aveva fatto perché… perché voleva farlo.
Osservare da vicino il suo viso, i suoi occhi, le sue labbra gli aveva fatto scattare qualcosa, tra lo stomaco e il petto, che la spinse a quel gesto tanto assurdo e improvviso quando bello.
Ma non gliel’avrebbe detto, il suo orgoglio glielo negava.
Si staccò, dunque, contenendo il rossore e l’imbarazzo sul suo viso e guardandolo neutrale, per quanto possibile, indietreggiando un paio di passi.
Come aveva previsto, era rimasto sconvolto dal suo gesto, con le labbra e gli occhi spalancati, e un lieve rossore a imporporargli le guance, cosa che la fece innamorare ancora di più.
“Potresti chiudere la bocca, ora?”
Indietreggiò ancora per poi voltarsi e continuare a camminare più lentamente.
Shima, rimasto immobile e scombussolato dalla situazione, si sfiorò le labbra con la manica della felpa per poi correrle dietro.
“I..Izumo-chan..”
Essere chiamata con quella voce roca e dal tono lievemente basso le fece venire dei brividi piacevoli lungo la schiena ma si limitò a sospirare.
“Stai zitto, Shima.”
“Ma.. quello è stato il nostro primo-”
Il nostro primo cosa?” chiese sorniona, girandosi verso di lui, costringendolo a fermarsi a sua volta.
Sul volto gli si poteva chiaramente leggere tutta la sua perplessità per la situazione e per quel particolare fatto.
“Non pensare che, solo per un bacio, io sia pazza di te. L’ho fatto solo per farti chiudere il becco, mi stavi innervosendo.”
Fu il suo orgoglio a parlare, non il suo cuore, e non riuscì a trattenere le parole che uscirono dalle sue labbra.
E l’espressione che assunse Shima, dapprima attonita poi ferita e delusa, le fece contorcere lo stomaco per un profondo senso di colpa. Vedeva quanto gli avevano fatto male quelle parole e quanto fosse irato per averlo baciato, e questa cosa la fece sprofondare a terra.
“Cos’era quel bacio, Izumo?” Gli chiese, allora, estremamente serio il ragazzo, spiazzandola.
Cos’aveva significato, eh?
Che era cotta di lui, ovviamente.
Che avrebbe voluto che anche lui provasse le stesse sensazioni che provava lei quando si guardavano o si parlavano, che lui doveva essere solo suo e non di tutte quelle ragazze che aveva tentato di rimorchiare senza successo e che non voleva essere presa in giro solo per avere un appuntamento o un numero di telefono.
Ma lui questo non lo capiva, non gli importava.
Si puntellò il fianco, dunque, con la mancina chiusa a pugno, tremante così come tutto il suo corpo.
“Ovviamente nulla. Era solo un bacio, non te l’ho dato per motivi particolari. Ti sarebbe piaciuto se ci fosse stato qualcosa, vero? Un’altra conquista per te-”
Le sue parole furono bloccate dall’avvicinarsi di lui, che gli posò le mani a serrargli le spalle.
Lo sguardo fisso negli occhi di lei.
“Rispondimi: dare un bacio a me sarebbe stato uguale se avessi dato un bacio a Deisuke?”
“Sì..”
Una risposta sussurrata, detta a stento ma senza rifletterci, abbassando lo sguardo di lato, colpevole.
Non voleva vedere i suoi occhi, non voleva vedere il suo viso né la sua voce.
Non si stava innamorando di lui, non doveva farlo.
Si stata solo prendendo gioco di lei e del suo orgoglio; se al suo posto non ci fosse stata lei, in quella missione, avrebbe fatto le stesse cose con un’altra.
Mentre le mani di lui allentavano la presa, annullandola poi del tutto, e lentamente lui si allontanava Izumo poté chiaramente sentire il suo cuore che si incrinava e un principio di lacrime fasi largo agli angoli degli occhi.
Si voltò parzialmente, infine, verso di lui.
Lo sguardo fisso sulle sue spalle e la bocca premuta sul dorso della mano.
...

“No, non sarebbe stata la stessa cosa..”



Note dell'Autrice:
Rieccomi con il terzo capitolo!
Devo ammettere che la fine di questo mi piace da matti, sono così carini e la scena è così malinconica ;_; (Porca miseria Izumo dovevi dirgli di NO D: ndLady)(..guarda che sei tu che scrivi -.- ndIzumo) *coaf coaf*
Dunque passo a rispondere alla recensioncina che mi è giunta:

@VelenPortuguese: Sono felice che ti piaccia TT^TT qualche giorno fa son stata un pochino giù per il fatto che non sapessi scrivere o, se riuscivo, scrivo solo storie stupide D: Quindi tante grazie >///< Per il povero Deisuke.. sssi, ammetto di averlo fatto abbastanza stronzetto in questi capitolini ma 'non tutto è oro quel che luccica' .. e già ho detto troppo xD Alla prossima! =)

E ringrazio anche tutti quelli che si limitano semplicemente a leggiucchiare ciò che scrivo, invitandoli comunque a recensire! :3
  
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