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Autore: Lady Yoritomo    31/07/2011    4 recensioni
Può l'odio per il proprio nemico mortale tramutarsi in amore? E può succedere dopo che si sacrifica la propria vita per ucciderlo? Jill Valentine non credeva possibile tutto questo, nel momento in cui si è buttata dalla finestra di Villa Spencer trascinando con sé Albert Wesker... ma lentamente, nel periodo trascorso alla mercé del suo aguzzino, si renderà conto che si sbagliava. E da quel momento in poi, il carceriere diventerà liberatore e quelli che aveva creduto suoi amici saranno i suoi nemici.
Ovviamente JillxWesker. OOC dopo un certo punto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10
“Trust” – Wesker
 
Mi alzo dallo sgabello lentamente, come se mi fossi appena risvegliato da un sogno. È sempre stato così, quando suono il pianoforte: dimentico ciò che mi circonda, concentrandomi interamente sulla melodia. Nella mia mente non c’è più spazio per i pensieri, ma solo per richiamare i movimenti meccanici degli accordi, il tutto con la maggiore perfezione possibile. E la sensazione di essere io, con le mie mani, a creare qualcosa di meraviglioso come una melodia, è così inebriante da farmi persino dimenticare i miei progetti, i miei rancori, l’odio e il desiderio di morte. Mai mi sono sentito vicino alla condizione di dio come quando ho suonato per ore il pianoforte senza fermarmi.
Solo io e la musica, la mia creazione. Molto più armonica di qualsiasi altra cosa io sia mai riuscito a creare. In questi momenti mi sento veramente sereno. Volevo che tu mi vedessi, Jill, volevo che vedessi questo lato di me, è ciò che di più umano posso mostrarti senza fingere, senza risultare falso o sforzato e che, sono sicuro, ti avrà colpita. Non mi credevi ancora capace di provare sentimenti, non è vero? Eppure mi hai appena visto sorridere e, anche se non lo sai, era un sorriso vero. L’unico che riesco ancora a concedermi, la sola fetta di umanità a cui non voglio rinunciare e l’unica parte umana di me che probabilmente potrebbe ancora attrarti. Sì, Jill, il tuo amato capitano c’è ancora, nonostante sia stato consumato da qualcosa di superiore. Ha ancora dei sentimenti, nascosti sotto alle sue fredde macchinazioni, può ancora sentire il calore che si prova suonando al pianoforte una melodia commovente, o quello della tua gamba contro alla mia, che non si è mossa da quella posizione per tutto il periodo in cui abbiamo suonato.
Ti porgo una mano per aiutarti ad alzarti e tu me la stringi con rinnovato vigore. Sono piacevolmente sorpreso dal fatto che ti ci sia voluto così poco per recuperare l’uso delle dita. Sei in gamba, lo devo ammettere ancora una volta. Ti sollevi maldestramente e, di nuovo, ti aggrappi al mio braccio per non cadere mentre ti accompagno fino al letto. Non hai ancora aperto bocca, ma posso notare che non mi fissi più con aria di sfida. Qualcosa di me ti inquieta, lo vedo. Ma non sembra più suscitare il tuo odio verso di me. Che il vedermi suonare ti abbia ricordato tutte le volte che ci siamo seduti al pianoforte insieme, in passato? O forse hai ripensato alla prima volta in cui, mentre mi sentivi suonare, mi sei arrivata alle spalle e mi hai abbracciato? Ricordo ancora benissimo che, colto di sorpresa, mi ritrovai a steccare sulla mia parte preferita e desiderai per un attimo che la terra ti inghiottisse, pur di completare alla perfezione la melodia, ma che poi il mio perfezionismo venne meno quando sentii il tuo profumo ed il calore del tuo corpo.
Prima o poi mi abbraccerai di nuovo così, Jill, dovessi metterci degli anni. Ricomincerai ad amarmi, ne sono certo. Vedo già i primi leggeri cambiamenti nel tuo atteggiamento e sono sicuro che la tua non sia finzione. Almeno la tua non lo è. Per quello che mi riguarda, invece, io ti ho fatto vedere il mio lato ancora umano, ma il mio obiettivo non cambia. Ti avrò per annientare Chris.
Avrò la tua fiducia, mia preziosa Jill, anche se il prezzo da pagare fosse abbassare la guardia come ho fatto oggi. La mia tecnica pare aver dato dei frutti, per quanto piccoli… e sono certo che, continuando così, raggiungerò il mio obiettivo.
Per ottenere la fiducia di un’altra persona bisogna entrarci in contatto e la maniera migliore per farlo è condividere i propri sentimenti. Questo è l’unico sentimento che mi rimane e l’ho condiviso con te, Jill. Fanne buon uso, interpretalo nella maniera giusta e vedrai che andremo d’accordo. Non c’è fretta, ho aspettato tanti anni per portare a termine il mio piano, posso aspettare ancora un po’, pur di togliere Chris di mezzo.
«Devi avere fame.» osservo, riflettendo sul fatto che non devi aver toccato cibo solido da tantissimo tempo. «Vado a prenderti qualcosa da mangiare.»
Prima che tu possa ringraziarmi sono già fuori dalla tua stanza, percorro a grandi passi un corridoio e rifletto su cos’altro posso fare per conquistarmi la tua fiducia. Ci vorrà tempo, ne sono certo, ma ci riuscirò.
Una voce femminile interrompe i miei ragionamenti, facendomi digrignare i denti e stringere violentemente i pugni.
«Albert! Albert, aspettami!» la voce è irritantemente alta ed è seguita dal suono di tacchi da donna troppo alti per essere comodi. Senza contare che mi chiama per nome, fatto che, da solo, basterebbe per condannare una persona comune ad una morte prematura. Ma questa, purtroppo, non è una persona comune. È una di quelle che, mio malgrado, mi tocca tenere al mio fianco per i miei scopi e di cui mi sbarazzerò con sommo piacere quando sarà il momento.
Sono tentato dall’idea di nascondermi per sfuggirle, ma mi trattengo. Le pubbliche relazioni prima di tutto e, se voglio che il mio piano riesca, devo fare questo sacrificio. Mi costringo a voltarmi e la vedo mentre mi viene incontro.
Impeccabilmente vestita come al solito, con un abito troppo scollato e troppo corto, tacchi esagerati ed una crocchia di capelli corvini che torreggia sul suo capo. Sarebbe piuttosto bassa, ma fa di tutto per dissimularlo, probabilmente per sentirsi alla mia altezza in tutti i sensi. Sorride, come sempre, quando mi guarda. Mi viene vicina e mi si struscia voluttuosamente contro, come un gatto quando è felice di vedere il padrone. Deve credere di essere seducente, ma in effetti non mi fa né caldo né freddo. Prego solo che abbia qualcosa d’importante da dirmi e che non si tratti di una visita di cortesia tanto per venire a farsi gli affari miei. Certo, essendo convinta di essere la mia partner, si ritiene investita del privilegio di ficcanasare nei miei progetti… e non c’è verso di dissuaderla.
«Excella…» mormoro, cercando di mascherare la mia irritazione. «Cosa ci fai qui?»
«Beh, non posso venire a vedere come sta il mio caro socio?» mi domanda, battendo esageratamente le ciglia ed aggrappandomisi ad un braccio.
Come temevo, non ha nulla da dirmi, è passata di qui soltanto per deliziarmi della sua presenza… o così crede lei. Preferirei un giorno in compagnia di un Licker, piuttosto che con lei attaccata al braccio… ma questo non lo deve sapere.
Mia cara Jill, spero non ti dispiaccia aspettare, ma temo che qui avrò da fare per un bel po’… appena mi sarò liberato di Excella tornerò da te, spero solo di non farti morire di fame nel frattempo!
  
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