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Autore: IvanaEfp    01/08/2011    9 recensioni
«Non posso continuare a giocare fuori, padre?» una farfalla si posa sul braccio teso di Draco. «Posso?» È un sussurro, il suo, la preghiera di un animo fragile, leggero come una farfalla.
Lucius fa scattare la mano in avanti sul suo braccio. Un rumore appena percettibile. Quando la solleva, la farfalla è morta.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L’elefante e la farfalla

 

                   

A chi sogna in un lieto fine.

A chi non ci crede neppure un po’.


 

 

Corre la stagione degli alberi in fiore. Le farfalle spiccano il volo e si tingono dei colori dell’arcobaleno.

L’odore del granturco, in quel campo che dista poco più di cento passi da Malfoy Manor, solletica le narici e disturba l’aroma delle rose curate e dei gelsomini.

Il miscuglio di profumo di erbe fresche e di insetticida richiama le api e le farfalle in quel labirinto di piante.

 Il sole tramonta.

«Non posso continuare a giocare fuori, padre?» una farfalla si posa sul braccio teso di Draco. «Posso?» È un sussurro, il suo, la preghiera di un animo fragile, leggero come una farfalla.

Lucius fa scattare la mano in avanti sul suo braccio. Un rumore appena percettibile. Quando la solleva, la farfalla è morta.



 

*


 

 

A Malfoy Manor vige il silenzio; un silenzio tetro, forzato, velenoso.

Draco è appena ritornato da anni di estenuanti lotte a Hogwarts; ha l’orgoglio ferito per aver ceduto alla vigliaccheria dei propri genitori e un peso nel cuore, perché una parte di lui è rimasta là, lontana da casa.

Prima di mettere di nuovo piede in quella casa, Draco aveva solo un vago ricordo di quella farfalla strappata dal mondo, ma ora, mentre ogni passo lo riporta a quell’infanzia troppo dura, il senso di oppressione riappare.

Sei un vigliacco.

Sente di essere un vigliacco perché ha lasciato che una farfalla lo ferisse; perché non è diventato quello che era scritto diventasse.

Sei un vigliacco.

Si sente vigliacco perché ha paura, ha sempre avuto paura: ha paura di rimanere un goffo elefante, paura di essere schernito ancora, di non avere mai un ruolo importante in vita sua. Di restare sempre e solo Draco, figlio di Malfoy. Il purosangue dal sangue vigliacco.

«Raccontami della tua infanzia, Draco: com’era la tua famiglia, e la tua casa? C’erano dei bambini con cui giocare?» le aveva chiesto un giorno, Hermione.

Allora non sapeva ancora che la verità l’avrebbe spaventata, credeva che avrebbe accettato lui, la sua famiglia e la sua casa perché, semplicemente, era quello che desiderava. Infondo era quello che tutte le ragazze desideravano.

«Tuo padre è un vigliacco. Vivere con lui deve esserti costato molto; non è vero, Draco?»

Respira in fretta, Draco, e cerca di scacciare via la nausea che l’assale.Non potrebbe mai portare lì Hermione; sarebbe come mostrare una fragile farfalla a suo padre.  


 

*


 

 

Ci verresti con me, Hermione?

Draco non ha mai smesso di piangere quella farfalla; era solo un bambino quando suo padre aveva cercato di insegnargli che tutto ciò che respira e ha sangue nelle vene, va annientato.

Tutto, nel mondo, è meno puro del sangue di un Malfoy.« E se è più puro del mio, padre?»

«Uccidi, Draco, e nutriti del loro sangue.»

Da allora ha smesso di cercare di seguire i consigli di quell’uomo annientato dalla sete di gloria.Ha smesso perché, un giorno, una farfalla si è posata sulla manica della sua costosa giacca.Lì sono cominciati i sogni; sogni troppo leggeri per un cuore pesante e oppresso come il suo; un sogno che comincia con una farfalla e che finisce distrutto da essa.

Era ferita, quella farfalla, e il suo sangue era rosso. Rosso come l’amore. Rosso come la morte.

 


 

*


Draco si è preso cura di quella farfalla; ha fasciato le ali delicate e le ha dato di che sfamarsi.Granger si sfamava di libri, di parole d’inchiostro.

Il ragazzo ha visto le sue dita fragili sfogliare la carta con voracità, l’ha vista crescere e maturare, con quelle parole d’inchiostro.

E poi la farfalla ha spiccato il volo, si è allontanata da lui e dalle sue certezze.

Sei un vigliacco.

Non ha più parlato con la farfalla; l’ha lasciata volare via per nutrirsi di altri fiori.L’ha guardata innamorarsi e spiegare le sue ali a qualcun altro.

Le ferite sanguinanti di Draco, di un elefante ferito, non sono state rimarginate da nessuna farfalla.

 



*



«È in memoria dei vecchi tempi, » sussurra Granger porgendogli l’invito.

Draco afferra la carta lucida e trattiene una protesta; come può, la sua farfalla, ferirlo ancora?

«Sei felice?»

«T’importa?»

Malfoy non ha più fatto del male a nessuno da quando suo padre ha ucciso quell’indifesa farfalla; correva la stagione dei fiori, degli alberi di pesco e di quel venticello caldo e velenoso.Non ha mai fatto male ad una farfalla, fino ad ora. 

«Mi fai male…» le stringe un braccio, porta la bocca sulla vena che pulsa sul collo e morde, lì, dove il sangue scorre caldo.

«Shh…» sibila «Shh, mia dolce farfalla.» E si sente serpente dentro. Un serpente dal cuore di farfalla… e dall’animo di un’elefante.

E può notare l’incertezza e il dubbio oscurare le iridi castane di lei.

Perché non hai voluto me, Hermione?

E di nuovo quel silenzio occupa l’aria calda; Hermione tace.

Tace e lascia che le mani disperate di lui vaghino sul vestito verde; verde come l’erba che s’arrampicava intorno a quella povera farfalla morta; verde come il mare inquinato, come il cielo scuro di Hogwarts, come gli incantesimi che l’hanno fatto fuggire ancora, ancora, ancora.

Veleno.

Le sfiora i fianchi, lo sterno, la gola; conficca le unghie dove la vena batte più forte, dove sente la paura nascere.

«Hai paura, farfalla? Non averne…»

E le strappa l’innocenza e l’amore e i sogni mentre mille lacrime appannano il mondo; Hermione continua a tacere, morta dentro. Poiché si sente violata e tradita. Nessuno, prima d’ora, le aveva rubato l’amore.

«Shh… shh, farfalla, shh.»

Continua a cullarla anche dopo, quando il dolore s’è placato.La culla e le sussurra mille promesse; le canta del suo amore, del suo cuore di farfalla nascosto in un corpo imperfetto, in un corpo da elefante.Le racconta di quanto sia stupido amarla quando quella dolce farfalla ride di lui.Le racconta di quant’è amaro sentirsi inferiori a chi, per natura, è meno puro di te.E continua a cullarsi, da solo - braccio contro braccio, gambe sotto le ginocchia, sangue che fuoriesce dai polsi scarni- anche quando Hermione gli urla contro e sparisce, una volta per tutte, dalla sua vita.

«Shh, farfalla, shh.»

Silenzio.

A Malfoy Manor cade fitta la pioggia; corre la stagione delle morti, degli alberi spogli e dei cadaveri delle farfalle sulle siepi incolte.

In quel labirinto che ha visto nascere e morire l’amore tra due esseri diversi, tra un elefante e una farfalla, giace il corpo scarno di un uomo afflitto, distrutto e morto per amore.

Si narrerà, nei secoli, di quanto sia difficile per un elefante convivere con il peso che gli altri gli attribuiscono.

Si narrerà, nei secoli, di quanto Malfoy sia stato farfalla dentro; ed è un battito d’ali, un leggiadro tintinnio appena percettibile, a portar via dal suolo, dal suolo umido e insanguinato, quell’elefante dal cuore di farfalla.

 

   
 
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