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Autore: HollyCupcake    01/08/2011    1 recensioni
Il numero 33 di Belgrave Street si trovava verso la fine della strada, vicino all’incrocio con Ebury Street. Tutti in quella parte della via conoscevano la giovane ragazza del numero 33. La signora Plummins, del negozio di alimentari di fianco alla casa, si vantava di essere la più informata sulla giovane, in realtà tutti sapevano del suo rosso fidanzato - Ronald-, di cosa comprava, della sua abituale colazione, dell’autobus che prendeva al mattino. E tutti pensavano che era una brava ragazza, di quelle con la testa sulle spalle e di cui ci si poteva fidare. Una normale ragazza di Londra.
Ma quel sabato mattina sia la signora Plummins, sia gli abituali avventori del bar all’angolo rimasero scioccati quando videro, sulla soglia di casa Granger, quel bel ragazzo pallido, con i capelli biondi, una lunga veste grigia e un baule enorme. Non era di certo Ronald, nè tantomeno il fratello di Hermione, che si sapeva essere figlia unica. In più era vestito in modo talmente bizzarro da suscitare l’ilarità di tutti i passanti.
!!Modifiche al primo capitolo e al titolo. Holly.!!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Wotcha... Salve a tutti i coraggiosi di cuore che hanno intenzione di leggere la storia. 
Non voglio fare anticipazioni, vi chiedo solo di tenere duro per qualche capitolo perchè i primi, come ritmo della narrazione, sono abbastanza lenti. Ma era necessario, quindi... pietà!
Enjoy e buona lettura
Holly

Tornare dalle vacanze è sempre un trauma. Tornare significa rimettersi al lavoro, e farlo nel mese di agosto non è proprio piacevole. Tornare la domenica per essere in ufficio il lunedì è proprio masochismo. Soprattutto per Hermione non era stato proprio piacevole salire in ascensore verso l'ufficio, quel lunedì mattina, con Ron Weasley che le borbottava contrariato al suo fianco. L'apertura delle porte dell'ascensore si era rivelata assolutamente salvifica. 

«Ron, siamo arrivati. E smettila di mugugnare, tanto così è.» commentò. Per tutta risposta Ron, dirigendosi verso la zona Auror, le mormorò: «Ah, ma Harry mi deve delle spiegazioni…».

Tutto lo scontento di Ron era dovuto all'articolo sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta di quella mattina. Dirigendosi verso il suo ufficio, Hermione sbirciò la prima pagina del giornale. Ritraeva un Draco Malfoy ridotto un po' maluccio, con la barba sfatta e l'aria rassegnata, alla sua uscita da Azkaban.

«L'erede dei Malfoy uscito da Azkaban con uno sconto della pena di sei mesi. Il Ministro e Harry Potter dopo averlo difeso in tribunale, lo sostengono e lo graziano. Ma il Ministro lo vuole sottoporre a un esperimento sociale… continua a pag 3.»

Bah, la lasciava indifferente la sua scarcerazione. Insomma nonostante tutti gli insulti che le aveva rivolto, non aveva mica ammazzato nessuno. Più o meno. Silente non contava.

Passò davanti agli Uffici degli Auror e salutò Harry con una mano. Tuttavia tirò dritto. Lei, infatti, non stava per entrare nel suo mega-ufficio da Auror con boccoli color miele ondeggianti al vento. Piuttosto, la sopracitata, stava cercando di sistemare le mille cartacce nello sgabbiotto che le avevano affibbiato in qualità di 'Ufficio della Coordinatrice e Responsabile dei Contatti con i Babbani.' I suoi capelli crespi erano ermeticamente legati in uno chignon e l'aria lì intorno era piuttosto stantia. Se ci fosse stata una finestra, credo che lei l'avrebbe spalancata. 

Hermione Granger non era un Auror. Oh, beh, ci aveva provato. all'inizio avevano così bisogno di Auror per la cattura dei Mangiamorte fuggiaschi che avevano assunto lei, Harry e Ron senza che avessero finito la scuola. Ma alla fine Hermione aveva deciso di lasciare quella carriera di inseguimenti e appostamenti per diplomarsi e trasferirsi alle 'Relazioni con i Babbani'. Era il genere di lavoro che avrebbe fatto felice Arthur Weasley, molti contatti con i Babbani, molti viaggi per l'Inghilterra e pochi soldi a fine mese. Non era, infatti, un lavoro molto ben retribuito, però la soddisfaceva abbastanza. Aveva sostanzialmente il compito di coordinare tutti gli uffici che si occupavano di contatti con i Non-Maghi, tipo gli Obliviatori e la Squadra Speciale Magica. 

Ma ora che le cose nel mondo magico si erano sistemate, avrebbe potuto lanciarsi in qualcosa che sfruttasse un po' le sue abilità.

E sembrava che quella fosse una giornata giusta per pensare ad un nuovo lavoro.

«Hermione, disturbo?».

Alla porta del suo ufficio si era affacciata la Segretaria del Ministro, Jenna Widow.

«Ciao Jenna, entra. No che non disturbi, sono appena rientrata dalle vacanze. Mi preparo per i super-turni di agosto.» Agosto era uno dei mesi dove i trafficanti magici tentavano maggiormente di circuire i Babbani, con accessori vacanze truccati.

Mi sorride ma rimane sulla porta. «Poi mi dovrai raccontare com'è andata. Però c'è il Ministro Shacklebolt che chiede se puoi andare da lui verso le undici. Mi raccomanda di dirti di essere in orario.» 

Hermione sapeva che avrebbe dovuto passare la mattinata a esaminare le cartacce accumulate in sua assenza, che avrebbe dovuto parlare con i Capo Ufficio della Sezione Babbani, che avrebbe dovuto organizzare una visita dai suoi e ripulire l’ufficio. Poco male, avrebbe trovato il tempo più tardi. Parlare con il Ministro significava che c'erano novità. E non se le sarebbe persa per nulla al mondo. 

 

Quando entrò nell'Ufficio del Ministro, mentre cercava di imporsi di non salutarlo troppo allegramente e di non chiamarlo amichevolmente 'Kingsley', Hermione vi trovò il Ministro della Magia che conversava con una strega seduta sulla scrivania di fronte a lui. Aveva capelli biondo miele a caschetto, occhi scuri e profondi, una veste da strega grigio perla e sembrava il ritratto dell'efficenza e della severità. Una McGranitt più giovane. 

«Ah, Hermione! Keeileigh, eccoti la tua strega.» esclamò Kingsley, raggiante. 

Keeileigh si alzò tendendole la mano. Hermione la strinse e rimase stupita dalla presa saldissima della donna. 

«Hermione Granger. Ho sentito tanto parlare di te. E il tuo curriculum è il più impressionante che abbia finora avuto il piacere di studiare. Ventitre anni e vieni già etichettata come Appartenenente all'Ordine della Fenice. Menzione ad Onore per l'aiuto ad Harry Potter durante la Guerra. Auror. Diplomata con il massimo dei voti in tutte le materie da te seguite» recitò a memoria, squadrandola e stringendole la mano nella morsa di ferro «E per concludere, Coordinatrice della Sezione riguardante i contatti con i Babbani. Affascinante. Io sono Keeileigh Tight, Capo del Comitato degli Incantesimi Sperimentali.» si presentò, lasciandole la mano e sedendosi. Sul viso di Hermione di dipinse un'espressione di puro stupore. Aveva sentito parlare dell'impressionante carriera della Tight, ma non l'aveva mai incontrata di persona. Si sedette sulla poltroncina che le veniva indicata da Kingsley. 

«Vuoi qualcosa da bere?» le offrì lui. Hermione scosse la testa ringraziandolo con un sorriso. 

«In tal caso procedi pure Keeileigh.»

La strega si rivolse verso Hermione. «Dunque, Granger. Valutando attentamente curriculum, azioni e parlando un po' di te con i tuoi professori, ho pensato di che potresti essere tu la cosa di cui abbiamo bisogno giù agli Incantesimi Sperimentali. E non sto parlando della parte burocratica, di un posto da segretaria o da dipendente chiusa in un ufficio. Ti sto offrendo un posto nel Laboratorio.» esordì Keeileigh.

Hermione trattenne impercettibilmente il fiato. Il Comitato per gli Incantesimi Sperimentali si occupava di sorvegliare l'uso e lo sviluppo di Incantesimi sperimentali e di condurre degli studi, come quello relativo alla percentuali di maghi e streghe convinti dell'efficacia dell'Incanto per modificare le condizioni atmosferiche. Ma il Laboratorio, situato sullo stesso piano dell’Ufficio Misteri, si occupava principalmente dello studio di nuovi incantesimi, dei loro sviluppi, delle loro applicazioni. Il Laboratorio aveva sempre e solo una decina di maghi al suo interno. Il numero chiuso era dovuto al fatto che il creatore della sezione

Balfour Blane sostenesse che 'meno si è, meglio si lavora'. Hermione si sentì arrossire, lusingata da quella proposta.

«Beh, io… davvero…non…» balbettò la ragazza.

«Non ho finito. Una nostra collega si avvia verso la pensione e fra due anni concluderà il suo lavoro al Laboratorio. Abbiamo bisogno di una persona sveglia e adatta ai nostri standard. Non ti preoccupare, se tu non dovessi dimostrarti all'altezza, ti licenzierei in tronco. Amica o meno del 'famoso' Harry Potter.» spiegò seccamente. Hermione annuì.

«Tuttavia, avendo una strega che in molti definiscono brillante a mia disposizione e due anni di tempo per sostituire la mia collega, ho pensato che per entrare nel Laboratorio, anziché seguire il normale corso di formazione tenuto da uno dei nostri maghi più anziani, potresti seguire il Corso Internazionale di Formazione per gli Incantatori. Immagino tu non sappia cosa sia.- considerò senza scomporsi mentre Hermione le rivolgeva uno sguardo scocciato per quel tono supponente- Da dieci anni a questa parte, in Italia hanno aperto questa 'Università' per tutti coloro che hanno intenzione di lavorare come Incantatori. Non avendo bisogno di nuovi acquisti e vista la confusione provocata da Voldemort- Hermione alzò un sopracciglio irritata: come poteva definire semplice 'confusione' la Guerra Magica? -non abbiamo ancora nessuno che abbia frequentato i Corsi Internazionali e ci farebbe comodo avere al nostro interno almeno una strega aggiornata e fresca. Resta da vedere se questa strega sia davvero all'altezza del compito e delle aspettative che riponiamo in lei.» Keeileigh squadrò Hermione scettica. Le sembrava ancora una ragazzina. Kingsley la ammonì con uno sguardo. 

«Ora, Hermione, resta da vedere se te la senti di trasferirti due anni là a...» Guardò Keeileigh in cerca di aiuto

«Firenze.» completò asciutta la strega.

«Firenze, per seguire il corso. Sempre che tu abbia intenzione di accettare.»

Certo che voleva accettare! Insomma aveva un'opportunità unica e non se la sarebbe lasciata sfuggire, pensò una parte di lei. Però due anni lontano dall'Inghilterra, dagli amici, dalla famiglia. Immaginò la faccia di Ron a una notizia del genere. Si torturò le dita.

«Se fosse solo per me, partirei ora... ma, Kingsley, sai che in ballo non ci sono solo io...». Insomma se Ron le avesse chiesto di andare a vivere insieme, lei non poteva rispondergli: “Ah, guarda tu inizia ad trasferirti, io ti raggiungo tra due anni.”

La Tight prese la parola. «Non mi piacciono gli indecisi: o vuoi questo posto o no. Hai una settimana per decidere, dopodiché dovrò rivolgermi alla mia seconda scelta. In ogni caso, mi hai fatto venire in mente che il colloquio di assunzione posso fartelo in questo momento, così da non perdere tempo con un incontro futuro. Quindi rilassati, concentrati e rispondi.» Hermione rivolse uno sguardo agitato a Kingsley: un colloquio?! Senza che nessuno le avesse dato il tempo di prepararsi?! Che assurdità era mai questa! 

 

Mezz’ora di domande dopo, Keeileigh Tight uscì dall’Ufficio del Primo Ministro, lasciando un’Hermione confusa e alquanto ansiosa di sapere il risultato. 

«Non ti preoccupare, credo fosse più che altro per pura formalità. Si lamenta sempre del fatto che non ci sono più le menti di una volta, non si farà sfuggire la tua.» tentò di rassicurarla Kingsley.

Non che la consolasse. Era ancora un po’ sottosopra per tutto quello che era successo. 

«Credi che sia sicuro affidare uno degli Uffici più importanti a quella pazza sclerotica?» commentò acida. 

«Purtroppo è un po’ dura, ma con il tempo, conoscendola a fondo, ti ci affezionerai. »

«Tu credi? Mi ha fatto un colloquio di lavoro così, su due piedi!»

Kingsley rise. «Pensi che accetterai?» le chiese.

Hermione alzò le spalle. Doveva pensarci un po’ su.

«In ogni caso fammelo sapere, perché anche io avrei un incarico da affidarti finché sei ancora alle Relazioni con i Babbani.» Si alzò e la accompagnò alla porta.

«Ah, mi sento in dovere di farti un appunto Kingsley. Perchè Malfoy è già fuori? Ron non ha preso troppo bene la sua scarcerazione, ha borbottato tutta mattina.»

«Immaginavo e dovremo parlare anche di questo. Dimmelo quando hai deciso cosa fare.»

Hermione sbuffò. «Sarà fatto.»

  
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