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Autore: Sweet_Juliet    01/08/2011    3 recensioni
eccomi!!!
questa è la mia prima fanfiction su Merlin e ho immaginato un finale alternativo/una continuazione della terza serie
dal primo capitolo: "Gwen sfiorò il muro con le dita e si sentì un rumore metallico, come di una serratura che scattava, provenire dalla sua destra.
Si voltò verso la parete.
Lì, dove fino a pochi secondi prima c’era un solido muro, si era resa visibile una porta.
La ragazza la oltrepassò e si trovò nella più grande biblioteca che avesse mai visto.
Era meravigliosa.
Gli scaffali raggiungevano il soffitto e riempivano buona parte della stanza segreta."
dal quarto capitolo: "“Dov’è Ginevra? Ti ha convinto lei a venire qui? Perché non è qui?!”
Gaius sbiancò e si trattenne dal rispondere.
“Dimmi dov’è, Gaius!” urlò, incapace di nascondere rabbia e preoccupazione.
“L’hai lasciata sola!” lo accusò e, furente, lo afferrò per il collo della maglia, quasi sollevandolo."
dall'ottavo capitolo: "“Ti prego” sussurrò nuovamente Artù.
Gwen alzò il viso e i suoi occhi umidi si immersero in quelli del principe, con un’espressione così intensa e triste che pensò di poterci annegare.
Le lacrime iniziarono a rigarle le guance.
Lui la aiutò ad alzarsi e la accolse tra le proprie braccia, affondando il volto tra i suoi capelli profumati e sussurrando ancora una volta: “Ti prego”.
Quell’enorme vicinanza, fisica ed emotiva, abbatté tutte le barriere formatesi nella mente di Ginevra, che, tra i singhiozzi, iniziò a raccontare."
dal diciassettesimo capitolo: “Mi hai fatto spaventare”gli disse voltandosi e accoccolandosi contro il suo petto.
“Avresti potuto essere chiunque”.
“Chiunque altro avesse fatto una cosa simile, ora dovrebbe temere per la propria vita”
dal capitolo 22: Alzò lo sguardo per incontrare quello sofferente del suo amato, ma gli occhi erano chiusi.
Terrorizzata, si avvicinò al suo volto e gli posò due dita sul collo.
Sospirò di sollievo: respirava ancora. Ma non sapeva dire per quanto ancora l’avrebbe fatto.
Provò a svegliarlo, era il modo migliore per controllare le sue condizioni, ma lui manteneva gli occhi chiusi. Doveva essere svenuto.
Disperata, iniziò ad urlare a gran voce: “Aiuto! Aiuto, aiutateci! Aiuto!”.
Non le importava chi avrebbe risposto, amici o nemici, ciò che contava ora era salvare Artù.
il pairing è Artù/Ginevra
spero che vi piaccia ;)
Sweet_Juliet
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Investitura
 

Il giorno seguente Artù si recò con Gaius e Merlino nelle stanze del padre per aiutarlo a prepararsi per la cerimonia d’investitura.
Il principe indossava l’armatura di rappresentanza con il mantello rosso e lo stemma di Camelot e la spada al fianco.
Uther invece portava delle vesti sontuose, era ancora troppo debole per indossare l’armatura, e venne sorretto da Merlino e Gaius fino alla sala del trono, dove si sedette esausto.
Cercò comunque di mostrarsi felice, per Artù.
Ci teneva molto.
Aveva organizzato la cerimonia in grande stile per tirare su di morale il popolo, a cui era stata permessa l’entrata nel cortile del castello per acclamare i neo-cavalieri.
Il principe si sedette alla destra del re e, dopo di lui, la sala iniziò a riempirsi di cavalieri e dignitari di corte.
Cercò con gli occhi Ginevra ma non la trovò, però, immaginando la sua presenza, si alzò e richiamò l’attenzione su di sé, facendo calare il silenzio.
“Benvenuti cittadini di Camelot” esordì con un sorriso e allargando le braccia, come per accogliere tutti i presenti.
“Siamo riuniti qui oggi per compiere una cerimonia senza precedenti” continuò solenne.
Tutti lo ascoltavano rapiti e in trepida attesa.
“Mi spiace avervi convocati qui con così poco preavviso e senza nemmeno comunicarvi il fine del rito, ma volevo sorprendervi.
Oggi verrà modificato per la prima volta uno degli articoli della legge di Camelot. Il primo” fece una pausa, i presenti si scambiarono sguardi interrogativi: nessuno ne era stato informato.
Solitamente, la corte veniva interpellata per decisioni del regno importanti come quella, ma questa volta se ne erano occupati solo il re e suo figlio.
Artù fece un segno a Geoffrey, che avanzò, srotolò una pergamena e lesse: “Primo articolo del codice del regno di Camelot: i cavalieri dell’esercito del sovrano saranno scelti solo e soltanto tra la nobiltà di sangue”.
Richiuse il foglio e indietreggiò, porgendolo al sovrano, il quale iniziò a scrivere non senza una certa difficoltà.
Dopo poco tempo, Uther poggiò penna e calamaio e allungò il documento al figlio, che proclamò il nuovo decreto: “I cavalieri dell’esercito del sovrano saranno scelti indipendentemente dal loro ceto sociale, ciò che conterà saranno la fedeltà e la realtà dimostrata verso la corona e il regno”.
Artù arrotolò la pergamena e regalò un sorriso alla platea.
Poi continuò: “Mi impegno come vostro principe e futuro re a rispettare e far rispettare questo nuovo articolo, dando a chiunque lo desidererà e lo meriterà la possibilità di entrare a far parte dell’ordine dei cavalieri di Camelot.
A riprova delle mie parole, ora chiamo qui, innanzi al trono, quattro uomini che hanno rischiato le proprie vite per la salvezza di Camelot e i suoi abitanti, dimostrandosi degni di entrare a far parte dell’ordine”.
La folla dei presenti si aprì, lasciando passare quattro uomini vestiti da cavalieri, che andarono ad inginocchiarsi di fronte ai reali.
Anche Artù si inginocchiò davanti al padre, che gli consegnò la propria spada e tornò a sedersi, ancora molto debole.
Il principe ringraziò il padre e si voltò, avvicinandosi ai quattro uomini.
La folla li osservava in trepida attesa.
“Alzati, Sir Percival, cavaliere di Camelot” proclamò solennemente il principe, poggiando il piatto della spada prima sulla spalla sinistra, poi sulla testa e infine sulla spalla destra dell’amico.
Ripeté il rituale anche con Lancillotto, Elyan e Gwaine, poi i quattro si alzarono e, all’unisono si inchinarono ai reali, portando la mano sinistra sull’elsa della spada e la destra chiusa a pugno sul cuore.
“Ora fate parte del più nobile ordine di cavalieri esistenti. Siatene degni”.
I neo-cavalieri annuirono e si voltarono per essere accolti dall’applauso dei presenti, ma il principe li fermò presto con un gesto della mano.
E ricadde il silenzio.
Tutti, interdetti, si bloccarono e lo fissarono straniti.
La cerimonia doveva essere terminata, non c’erano più cavalieri da investire.
“Perdonatemi, ma temo di non aver finito con le sorprese” annunciò il principe, sempre sorridendo.
“Oggi non volevo solo nominare nuovi cavalieri: desidero anche celebrare un altro tipo di coraggio. Il coraggio di un’altra persona, che ha messo a rischio la propria vita per Camelot.
Ha aiutato i cavalieri mentre erano rinchiusi nelle segrete, li ha curati dopo le torture ed è riuscita persino a farne evadere uno, Sir Leon, per poi correre nella foresta ad aiutarmi a escogitare un piano per riprendere il regno.
Tutto ciò all’insaputa di Morgana e Morgause.
E credo, anzi sono certo, che sia anche merito suo se oggi possiamo dire di aver riconquistato completamente la nostra terra.
Perciò vi invito a raggiungermi, Ginevra” disse il principe, facendo volare il suo sguardo sui presenti.
Gwen non poteva crederci.
L’aveva elogiata davanti all’intera corte e le aveva anche attribuito il merito della vittoria.
Era … era sconvolta, non riusciva più a muoversi ma Merlino, dietro di lei, le sorrise e, con una spinta, la convinse ad avvicinarsi al principe.
La folla si tirò da parte per farla passare, fissandola meravigliata.
Lei arrivò di fronte ad Artù, si inchinò e si inginocchiò ai suoi piedi, non senza essere arrossita per il sorriso mozzafiato che lui le stava regalando.
Sorriso che era dedicato solo a lei.
“Ginevra, per il potere conferitomi dal sovrano e per le azioni eroiche da te compiute, ti attribuisco il titolo di Lady” disse, sfiorandole le spalle e la testa con la spada.
Poi le porse una mano e la aiutò ad alzarsi.
La fece voltare, sempre tenendole la mano, e lei fu accolta da un applauso ancora più fragoroso di quello rivolto ai cavalieri.
“Congratulazioni, da questo momento sei una nobildonna!” le sussurrò all’orecchio.
Aveva le lacrime agli occhi.
Artù l’aveva appena resa nobile!
Gwen era al colmo della felicità, ma lo sarebbe stata ancor di più se avesse realizzato subito ciò che quel gesto avrebbe comportato: il principe l’aveva solo premiata per coraggio dimostrato, ma aveva anche fatto sì che potessero stare insieme.


 
 
Angolo Autrice:
ciau a tutti!!!
Tutto bene???
Beh, ecco a voi il non capitolo di questa fic, spero che vi sia piaciuta e non vedo l’ora di leggere i vostri commenti a proposito.
Un bacione
Sweet_Juliet 

   
 
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