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Autore: Charlotte Stewart    02/08/2011    5 recensioni
Bella Swan è una seducente dottoressa. Ma anche molto timida. Una sera la sua macchina si fermò e poco dopo cominciò un bruttissimo temporale. Allora scese dall’auto e andò a cercare aiuto.
E.. per sapere il resto dovete aprire e leggere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Titolo: Dopo la tempesta c’è sempre il sereno.
Personaggi: Bella/Edward
Contesto: Nessun libro
Generi: Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: AU
Introduzione/Presentazione: Bella Swan è una seducente dottoressa. Ma anche molto timida. Una sera,mentre andava all’aeroporto, la sua macchina si ruppe e poco dopo cominciò un bruttissimo temporale. Allora scese dall’auto e andò a cercare aiuto. E.. per sapere il resto dovete aprire e leggere. 


http://www.youtube.com/watch?v=e1pg5RoIaDw&feature=related  – ascoltatela leggendo il capitolo.

 


            Dopo la tempesta c’è sempre il sereno. 

 

-  capitolo 4.

Era passata una settimana dal mio arrivo in quella casa.
Da quando avevo conosciuto Edward e il suo magnifico bambino.
Da quando ero diventata ‘mamma’. Da quando ero falice.

Felice davvero.
Avevo cominciato a lavorare nel nuovo ospedale. Tutti erano gentili con me,forse alcuni anche troppo.
Ma non potevo lamentarmi !
Facevo turni normali,mattina e pomeriggio. Qualche volta il turno di notte,che odiavo perché mi faceva stare lontana da Edward.

Con quest’ultimo,poi,le cose andavano alla grande.
Passavamo tutto il tempo a parlare di noi,di cosa ci piace e di cosa odiamo. Ci stavamo conoscendo e questo non poteva che rendermi felice.
Qualche volta andavamo alla stalla che c’era dietro casa a spazzolare un po’ i cavalli,quando c’era il sole. Nelle giornate di pioggia,invece,restavamo a casa a coccolarci un po’ sotto una calda coperta di lana.

Mancavano cinque minuti alla fine del mio turno. Speravo tanto che Edward fosse al suo ambulatorio. Così da pranzare insieme.
- Hei Bella. Ti va di mangiare con me ? – mi domandò Alan,cardiochirurgo,spuntando da dietro

- Hei. Scusami,ma ho già un impegno. – risposi mortificata. Era la decima volta che lo rifiutavo. E mi dispiaceva da morire.

- Tranquilla. – mi sorrise e andò via.
Avevo finito il mio turno quindi timbrai il cartellino e andai verso la macchina.
Presi il telefono e selezionai il numero di Edward.
Volevo dirgli che stavo andando da lui,ma optai per una sorpresa.

Passai dal ristorante che si trovava lungo la strada e presi una porzione per due di spaghetti.

Arrivata al suo ambulatorio il cuore cominciò a battermi forte.
Feci un respiro profondo e scesi dall’auto incamminandomi verso la porta.
Contai fino a tre e bussai.
Mi venne ad aprire la sua segretaria – che io odiavo profondamente – Cecilia. Una finta bionda con una sesta di seno.
Ma che fine avevano fatto le brutte segretarie ?
- Oh,ciao Bella. Edward e di là. Te lo chiamo subito. – si aggiusto la maglia e andò a chiamare “Edward”  dissi nella mia mente imitando la sua voce.

-         Un attimo e sarà subito da te. – quanto potevo odiarla ?
Mi misi a sedere accanto a un cagnolino color cioccolato. Credo fosse un barboncino nano. Era tenerissimo.
Lo presi in braccio e cominciai a coccolarlo.
- Sai,sono geloso. A me non mi ricopri di così tante attenzioni. – disse una voce che ormai conoscevo bene.
- Questo perché tu non sei così carino e coccoloso. – dissi posando a terrà il batuffolo cioccolatoso e alzandomi per guardare Edward negli occhi.
- A davvero ? Allora dovresti farti coccolare da lui,la sera. – disse con strafottenza.
- O magari da Alan… - dissi per farlo infastidire. Fece subito un’espressione arrabbiata. Era dannatamente sexy quando diventava geloso. Anche se lui non l’ammetteva mai.

- Ci ha provato ancora ? Ma quell’uomo non si stanca mai ? – disse esasperato.

- Dipende da quando si è motivati pur di avere una cosa. – e mi avvicinai a lui.
Lui mi sorrise e mi abbracciò. 
- Mi sei mancata. – disse tra i miei capelli.
- Anche tu. – risposi con un sussurro.
Le cose tra noi andavano bene,però non ci eravamo ancora baciati. Solo coccole e tanta dolcezza.
Ogni volta che lo guardavo,lo sguardo mi si posava sulle sue invitanti labbra.
E ogni volta mi trovavo a fare qualche pensiero poco consono e arrossivo.
Volevo baciarlo. Ma volevo che fosse magico. Come lui.
- A cosa stai pensando ? – mi domandò notando il mio silenzio.
- A quanto sei perfetto. E a quanto ti voglia.. bene. – Gli ho detto che gli voglio bene ? Quando in realtà vorrei baciarlo fino a sentire male alle labbra ? Sono da ricovero!
- Ti voglio bene anch’io,Bells. – e mi baciò i capelli.
Dovevo uscire da quella situazione imbarazzante.
- Ho portato il pranzo. – me ne uscii allotanandomi da lui.
- Perfetto! Ho una gran fame. – rispose lui.
- Oggi pomeriggio sei a casa ? – domandi fingendomi non troppo curiosa.
- Mh,si. Finisco con questo cagnolino e poi sono tutto tuo. – e mi sorrise. L’ha detto dal vero ? E’ tutto mio ?
Ignorando quell’ultima frase gli domandi cosa avremmo fatto per ammazzare il tempo.
- Ti porterò a cavalcare. – come quando ero piccola. Pensai.
- Benissimo! – sorrisi a trentadue denti. – Passo a prendere Dylan e ti aspettiamo a casa. Non tardare. – dato che avevo finito di mangiare la mia piccolissima porzione mi alzai e gli diedi un sonoro baico sulla guancia che lo fece arrossire.
Adorabile!
- Io vado. Ci vediamo tra poco,allora. – e mi diressi verso la macchina.
Passai per l’asilo e presi Dyaln che appena mi vide mi saltò in braccio.
- Bella. Mamma. Bella. Mamma. – non sapevo come chiamarmi. Se diceva ‘mamma’ si vergognava,se diceva ‘Bella’ pensava di affondermi. Era uguale a suo padre.
- Tesoro mio. Dai,Sali in macchina che ci dobbiamo preparare ad una bella cavalcata. – e gli allacciai la cintura di sicurezza.
- Siiiiii ! – trillò tutto felice.
Sal’ in macchina e guidai fino a casa.
Scendemmo e prima di andare nella stalla,ci andammo a cambiare.
Io optai per un pantaloncino color terra e una canotta bianca.
Fuori c’erano 35°. Quell’abbigliamento era d’obbligo!
Dylan,invece,indossò una canottiera e uno bermudino. Entrambi erano di colore blu notte.
Uscimmo dalla porta della cucina che dava direttamente sull’enorme giardino.

- Mamma.. Bella,ti va a chi arriva prima ? – mi sfidò il biondino dagli occhi blu.

- Certo. – e si mise a correre ed io dietro di lui.
- Ho vinto! Ho vinto! Ho vinto! – continuava a ripete Dylan.

- Mi hai battuto. Sei troppo veloce per una vecchietta come me. – dissi scompigliandoli i capelli.

- Già. – rispose cominciando a spazzolare il suo pony.

 Io comincia a pettinare Butterfly , una cavalla color panna. Le accarezzai la il dorso,fino ad arrivare alla testa e pettinarle la folta chioma.
In un attimo ripensai a mio padre e a quando era bello quando cavalcavamo per il bosco di Forks o a la paush. Solo noi. Senza pensieri o preoccupazione.
Solo noi.

Guardando Butterfly mi vennerò in mente le parole che mi disse mio padre prima di morire:
Quando ti mancherò,quando vorrai parlare con qualcuno del tuo ragazzo,delle tue delusioni,guarda Ginger – il suo cavallo – negli occhi e parlale. Lei ti ascolterà e lo farò anche io. Sempre.

Gli occhi cominciarono a inumidirsi e sapevo che sarei scoppiata a piangere di li a poco.

-         Avete iniziato senza di me ? – disse Edward comparendo nella stalla.

Mi girai per guardarlo e lui vedendo i miei occhi lucidi venne di fronte a me e mi prese il viso tra le mani.

-         Che hai ? Ti senti male ? – domandò con la sua solita premura.

-         Sto bene. Tranquillo. Adesso passa. – con i polsi mi asciugai le lacrime che stavano cominciando a fuoriuscire dai miei occhi.

-         Posso stare tranquillo ? – non aveva ancora abbandonato il mio volto.

-         Tranquillissimo.

-         Allora,questa cavalcata ? – ci rimproverò Dylan vedendoci fermi.

-         Andiamo.

Ognuno prese il suo cavallo e si mise al galoppo.

Dylan volle venire con me. Quindi stavo ben attenta a non andare troppo veloce per non farlo spaventare o cadere.
Mentre Edward correva davanti a noi io andai a trotto.

-         Dai,supera papà. Dai. – mi incitò Dylan.

-         No. Puo’ essere pericoloso. – risposi. E vidi il suo faccino intristirsi. Mi sentii morire in quel momento.

Così presi a galoppare più forte che potevo e raggiusi Edward.

-         Vuoi fare una gare ? – mi sfidò con il suo magnifico sorriso sghembo.

-         Pronto a perdere ? – e cominciammo a correre.

Stavo quasi per vincere quando successe il disastro.

Un serpente sul percorso fece agitare il cavalo che alzaci fece cadere me e Dylan per terra.

Io sbattei la testa ma non mi feci niente. Mentre Dylan rimase in mobile dov’era.

Mi precipitai da lui e vidi che aveva sbattuto la testa e che perdeva sangue. Molto sangue.

Dissi a Edward di venire subito e di aiutarmi a sollevarlo.

Sentivo il battito a mala pena ,andava subito portato in ospedale e operato.

- Oddio!Dylan! Dylaaan! – continuava a urlare Edward cercando di svegliare il figlio. Che però non poteva sentirlo.

Salimmo subito in macchina e partimmo a tutta velocità verso l’ospedale.

Appena arrivati dissi all’infermiera di preparare una sala operatoria.

Edward tentò di seguirmi ma gli dissi di aspettare in sala d’attesa. Non voleva saperne di stare li. Così gli ridissi di avere fiducia in me. Che avrei fatto di tutto pur di salvarlo.

Si calmò e si andò a sedere su una di quelle squallide poltrene scolorite.

Mi lavai ed entrai in sala operatoria.

Come sospettavo Dylan aveva un’emorragia cranica. Dovevo cercare di limitare i danni.

Era raro nei bambini trovare un aneurisma e forse il pediatra di Dylan non si era accorto che ce l’aveva perché in un bambino non si nota facilmente.

Dovevo assolutamente salvargli la vita. Era mia figlio.

Dopo cinque ore d’intervento,le condizioni di Dylan si stabilizzarono.

Adesso però andava tenuto in osservazione per tre settimane e sperare – forse era meglio pregare – che andasse tutto bene.

Mi ripulii e andai da Edward,mentre portavano il bambino nella sua stanza.

Lo vidi che si teneva la testa tra le mani e piangeva.

Comincia a piangere anche io. Perché la colpa di tutto quel casino era mia. Io avevo Dylan con me. Io non mi sono accorta del serpente. Io stavo quasi facendo perdere a Edward suo figlio.

Gli andai vicino e appoggiai la mia mano sulla sua spalla.

Appena mi vide si asciugò le lacrime e si alzò guardandomi negli occhi.

-         come sta ? E’ morto ? Sta bene ? T-ti prego .. dimmi qua-l-cosa. – era stravolto.

-         Sta bene. Solo che abbiamo scoperto che ha un aneurisma ovvero malformazione a carico delle arterie cerebrale. Con la caduta si è creato un’emorragia cranica. Sono riuscita a salvarlo. Però bisogna tenerlo in osservazione per tre settimane e vedere come sta. Sperando che le funzione celebrali non abbiamo subito troppi danni.

-         Grazie.Grazie.Grazie. – disse Edward abbracciandomi.

-         Grazie ? Edward ho quasi ucciso tuo figlio. Dovresti odiarmi. – gli sputai tutto ciò che pensai.

-         Odiarti ? Bella sarebbe potuto accadere anche a me. Con la differenza che io non gli avrei potuto salvare la vita. Sei un angelo. Ti prendi cura di lui,di noi,con tanto amore. Sei la sua mamma. Non potrei odiarti,mai. – prese il mio viso tra le mani e mi baciò.

Dopo una settimana e dopo tutto quello che era successo trovò la forza per baciarmi e farmi capire che lui ci teneva davvero a me.

Assaporai le sue morbide labbra che tanto avevo agognato e sognato.

Si staccò per guardarmi negli occhi e vedere se lo volevo anche io.

Di risposta intrecciai le mie mani tra i suoi capelli e risposi al bacio. Dopo non so quanto tempo ci staccammo e l’unica cosa che riuscì a dire fu: Wow.

 

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BENE,ECCOCI AL QUARTO CAPITOLO.

E’ UN CAPITOLO TRISTE,LO SO. MA SI E’ SCRITTO DA SOLO.

LA PARTE ‘MEDICA’ DELL’ANEURISMA E L’EMORRAGIA NON SO SE SIA GIUSTA,CIOE’ IO NON ME NE INTENDO DI QUESTE COSE PERO’ LEGGENDO DU INTERNET SUCCEDEREBBE QUELLO.  ( MA POTETE CORREGGERMI SE SBAGLIO. )

FINALMENTE BELLA HA AVUTO IL SUO TANTO ATTESO BACIO. ANCHE SE FORSE NON SE LO SAREBBE IMMAGINATO COSI’ BELLO DA MOZZARE IL FIATO.

 

BHE,AL PROSSIMO CAPITOLO – SPERANDO IN QUALCOSA DI PIU’ FELICE – E NON VEDO L’ORA DI LEGGERE NUOVE RECENSIONE.

 

UN BACIO,EFFY.

  
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