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Autore: elrohir    01/04/2006    2 recensioni
La musica, la scuola, i sogni. La vita. L'amore. Ma come è difficile quando hai diciott'anni e hai perso la testa per il tuo migliore amico. Come è difficile se tutto sembra assurdo, come una lastra di vetro nero che, improvvisamente spezzandosi, rivela tanti, minuscoli frammenti bianchi...
Genere: Generale, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È arrivato

Daniele: confusioni, musica e colori

 

È arrivato.

Tutto allegro, come se oggi pomeriggio non fosse mai esistito.

Si è infilato la chitarra, ha gettato la custodia da un lato, ci ha dato le spalle e ha cominciato a strimpellare. Normalissimo. Il Nico di sempre.

Resto qui, da solo perché Fra è andato a cercare Vale, a guardarlo.

A volte mi chiedo se sono completamente impazzito a pensare a lui in questo modo.

Cioè, non si sta parlando di un ragazzo qualunque. Lui è Nico, il mio Nico, mio cugino. Non è proprio normale che io me lo sogni ogni notte, giusto?

-Ehi, Niki, passata l’incazzatura?

Si volta e ha uno sguardo gelido. Come facciano a essere freddi due occhi così scuri non lo so.

Ultimamente non sopporta che lo chiami Niki. Quando lo fa Ale, si trasforma in un micino che fa le fusa, ma se sono io… è una pantera distaccata quella che mi osserva.

Chiaramente, io mi diverto da impazzire a dargli sui nervi. Anche se ci sono gli effetti collaterali, perché quando è irritato e freddo paradossalmente diventa ancora più irresistibile.

-Non ero incazzato.

E con questo chiude l’argomento.

Mi appoggio al muro e lo guardo. Quanto può cambiare una persona in sei mesi?

Nico ha fatto l’impossibile. Entrambi i gemelli sono completamente diversi dai ragazzini che conoscevo, ma con Nico il cambiamento è stato così brusco, così… diretto.

Mi chiedo dove sia finito il Nikita folle che conoscevo. Il bambino che alla fine della terza media, quando tutti se lo vedevano al classico, e poi laureato in lettere, e chissà cosa, ha deciso di iscriversi a un’istituto d’arte per poter disegnare e suonare a piacimento. Il mio cuginetto sempre allegro, sempre sorridente. Con le trecce rasta e il nasino sporco di pittura.

Il Nico che rideva anche quando litigava.

Adesso al suo posto mi ritrovo un diciottenne nervoso, imbronciato, alto e… terribilmente intrigante.

Scuoto la testa mentre lui si sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Ogni giorno che passa diventa più bello. Si girano a guardarlo, Niki, sia i maschi che le femmine, e suonare al suo fianco a volte è esasperante. Vedi gli sguardi incollati a lui, seguirlo istante dopo istante.

Non potete immaginarvi la gelosia.

Una volta era il mio migliore amico. Non importavano i due anni di differenza, mi vedeva come il suo eroe, e per me lui era una specie di cassaforte cui affidare i pensieri.

Sapevo che mi raccontava tutto, anche le cose più imbarazzanti.

Ma da qualche tempo non è più così. Ha i suoi segreti, segreti oscuri, che solo Alessandro conosce. I gemelli sono ancora più vicini di quando erano bambini, se possibile, e questo mi fa un po’ male, mi fa sentire tagliato fuori.

Certo, sono il primo da biasimare, in fondo questo patto di reciproca fiducia l’ho tradito io per primo, quando non gli ho detto che i miei sentimenti stavano cambiando, ma…

Non ho ancora trovato il coraggio per quella confessione, e più passa il tempo più dubito che mai lo troverò.

Ha lo sguardo fisso nel pubblico, Nico, sembra cercare qualcuno.

Sento una lieve fitta di gelosia, ma la soffoco in fretta. –Chi cerchi, occhi splendenti?

Lui arrossisce e non mi guarda. –Dov’è Fra?

-Con Vale.

Fa una smorfia scorgendo il nostro battista e la sua ragazza. Si stanno baciando piuttosto appassionatamente, e non posso sprecare l’occasione per sfottere mio cugino. –Che c’è Niki, siamo diventati improvvisamente pudichi?

-Spero solo che Ale non arrivi adesso.

Già. Ale. La seconda parte del rompicapo gemello.

Mi chiedo in quale senso vada letta la frase sibillina di Nico. Se davvero è Vale quella che lo manda fuori di testa come tutti sembrano pensare.

Io credo di sapere quale sia il problema tra lui e Fra. Mi chiedo se Francesco l’ha già capito. A giudicare dall’entusiasmo con cui divora la bocca di Valentina, direi di no. Ma non si può mai sapere. In fondo, sono mie congetture. Magari sto solo cercando una consolazione, e quindi immagino che altri siano nelle mie stesse condizioni. Certo, per Fra sarebbe più facile. In ogni caso, non sarebbe suo cugino quello per cui ha perso la testa.

Nico mi guarda. Sorride, è quasi dolce. Quanto mi mancava questa sua espressione.

-Su, va a chiamare il depravato, che dobbiamo iniziare.

E la serata fila come sempre, simile a uno dei disegni astratti di Nico. Con esplosioni di viola, di verde, di rosso. Con botti di vita, con risate di chitarra. E la sua voce…. la sua voce vellutata, che cola nel microfono e poi ci scoppia tutto intorno. Bellissima. Irraggiungibile.

Siedo sul gradino e rido. Fra e Ale sono con noi, per una volta paiono sereni. Forse mi sono sbagliato, forse non c’è niente di strano tra quei due. Forse…

Ma Vale se n’è andata da poco, e non me la sono sognata quell’espressione sollevata. Negli occhi di Fra. Negli occhi di Ale.

Forse dovrei fare un discorsetto a mio cugino, prima che le cose si deteriorino troppo.

Nico comunque è sparito. Ha detto qualcosa all’orecchio di Ale, poi si è dileguato.

Con un tipo alto, bruno, che lo aspettava nell’ombra.

Non posso dire che la cosa mi abbia fatto piacere. Ma è la sua vita, in fondo… se vuole passarsi la sera con quell’energumeno non posso farci niente. Anche perché ho ormai perso qualunque diritto sia inerente alla figura di cugino più grande.

Guardo i miei piedi, uno dopo l’altro, percorrono il sentiero. Intorno l’erba è umida, scura. Il parco sembra immenso.

Fra e Ale si spintonano e battibeccano, come sempre. Quest’estate al mare erano sempre gli ultimi ad addormentarsi, passavano ore a dire cazzate solo per avere l’ultima parola. Io e Nico li guardavamo rassegnati, poi chiudevamo gli occhi e cercavamo di dormire. Inutile dire che io restavo sveglio a lungo, ascoltandolo respirare. Ascoltandolo vivere.

Basta, devo smetterla di pensare a Niki o…

Niki.

Questo non dovevo vederlo.

Ha la schiena poggiata contro il tronco di un albero, e l’energumeno… l’energumeno… è addosso a lui. Chiudo gli occhi. Dio, che male allo stomaco…

Sento Fra trattenere il respiro, stupito e forse un po’ imbarazzato. E poi Ale.

-Ehi, ma che cazzo fa quel bastardo?

Apro gli occhi. Ale ha il volto scurissimo, e si muove svelto, furioso.

In quel momento guardo meglio, e mi accorgo che Nico sta tentando di allontanare il tizio, che lo schiaccia contro l’albero, cercando di baciarlo.

Li raggiungiamo, spintono via il tipo, poi lo riconosco. Eravamo insieme alle medie, anche stati amici per qualche tempo. Mi viene voglia di vomitare.

-Cazzo ti credevi di fare?- ringhio, e lui mi guarda negli occhi. –Cazzo te ne frega a te, Daniele?

-Senti stronzo, quello è mio cugino, quindi vedi di girare al largo…

Mi spinge. Gli tiro un pugno. Si mette Fra in mezzo e lo allontana. –Senti, vattene e non peggioriamo le cose, ok?

Non sono per niente convinto, e so che anche Ale non lo sarebbe, ma adesso lui è preoccupato per suo fratello, e anche io ho cose più importanti da fare che una rissa con quello lì.

Così, mentre lui si allontana piuttosto in fretta, mi volto.

I gemelli sono a terra, Nico è rannicchiato contro il petto di Ale e respira profondamente. Non mi è mai sembrato tanto piccolo e indifeso. Alessandro gli accarezza i capelli e sussurra dolce –Dai Nikita, dai, non è successo niente vero? Non ti ha fatto nulla… siamo arrivati in tempo…

Mio cugino ha i pantaloni slacciati, e mi sento rabbrividire. Ale li riabbottona con dita tremanti, penso di non averlo mai visto più arrabbiato. Del resto, per lui Nico è sacro. Credo che avrebbe ammazzato l’energumeno, se non fosse stato più occupato a controllare che suo fratello stesse bene. E condivido abbastanza le sue emozioni.

Fra si inginocchia al suo fianco, gli tocca la spalla. Ale si scrolla, insofferente.

-Quel frocio di merda, perché l’hai lasciato andare?

Vedo Francesco sbiancare, ritrae la mano. Spalanca gli occhi, sconvolto. Ale lo fissa malevolo.

-preferivi se lasciavo che lui e Dani si pestassero?

-Sarebbe stato il minimo, dopo quello che ha cercato di fare…

-E cosa ha cercato di fare?

Alessandro ha occhi che mandano fiamme. –Ma ti sei rincoglionito di botto, Fra? Se non arrivavamo in tempo quello violentava mio fratello, e…

-Non puoi esserne sicuro, Ale…

Alessandro si tira in piedi, sconvolto. –Ma che cazzo dici? L’hai visto anche tu… non starai mica insinuando che Niki fosse d’accordo, spero?

Suo fratello trema tra le sue braccia. Fra non parla, io li guardo e non capisco cosa stanno dicendo. Però è stata la prima impressione anche per me, e per questo mi sento una merda.

-Ale aspetta…

Apro di nuovo gli occhi, Ale se ne sta andando insieme a suo fratello. Nico ha gli occhi chiusi e la testa posata sulla spalla di Ale. Fa male il cuore vederlo così.

Vedo Francesco con le lacrime agli occhi, e questo mi fa strano. Ma poi sento Ale –Senti Fra non ho più voglia di ascoltare le tue cazzate per stasera… ci vediamo. Notte.

I gemelli spariscono verso l’entrata. Io guardo Fra e scuoto la testa.

-Ma cosa ti è saltato in testa di dire quella roba? Lo sai com’è Ale quando gli toccano Nico.

Lui scuote il capo, e i suoi bei capelli rossi scendono a velare il viso. Si lascia scivolare a terra, le ginocchia tra le braccia.

–Non lo so.

 

Nota- Che ne dite? Se trovate qualche contraddizione o qualcosa di assurdo, vi prego, fatemelo sapere… non so se questo sviluppo funziona, ma era una scena che avevo in mente e dovevo metterla giù. Per favore, commentate…

X Venus87: Grazie! Sono contenta che il primo ti sia piaciuto. Che dici degli altri? Kisses Roh

   
 
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