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Autore: Ravenclaw11    03/08/2011    4 recensioni
Questa storia comincia poco dopo la fine di Harry Potter e I Doni della Morte (senza tenere conto del capitolo "diciannove anni dopo"). Racconta di un ipotetico ritorno a Hogwarts dei protagonisti, è pensato come un ipotetico ottavo libro ma io non sono JK Rowling, sarà quindi uno stile diverso.
è un progetto ambizioso, che spero diventi molto lungo, e che sarà aggiornato, aggiungendo nuovi capitoli, spero spesso.
Tutti i commenti e i consigli sul possibile sviluppo della trama saranno accettati. Buona lettura!
Ricordate anche che:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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           1-L’ultima visita

Harry Potter guardò la casa davanti a lui. Che strano: pensava che non l’avrebbe mai più rivista quando undici mesi prima l’aveva lasciata, in volo, accompagnato da sei suoi sosia. Oltretutto visitare quel luogo non era certo in cima alla lista delle sue cose da fare dopo avere sconfitto il più grande mago oscuro di tutti i tempi, ma doveva tornare un ultima volta per sistemare le cose. Diciassette anni prima era stato depositato sulla soglia, nella notte che aveva sconvolto la sua vita. Ora tornava per sua precisa volontà a chiudere il ciclo. Non aveva avvertito del suo arrivo ma sapeva che li avrebbe trovati in casa, il padre intento a leggere il giornale e a sorseggiare il caffè, la madre occupata a viziare il suo pargolo e quest'ultimo, ben contento delle attenzioni materne, impegnato a mangiare tutto quello che gli capitava a tiro. Harry non aveva paura e non era emozionato, ma non era nemmeno del tutto rilassato quando suonò il campanello.

“Chi è a quest’or...oh…sei tu” disse zio Vernon con un tono che non lasciava intendere emozioni “cosa fai qui?”.

Harry non si era aspettato una gran accoglienza e a quanto pareva aveva avuto ragione.

“Non preoccuparti mi tratterò poco: sono solo venuto a farvi un’offerta. Posso entrare?” disse Harry, anche lui con tono piatto.

“Ehm..certo certo entra. Petunia!”

La casa era esattamente come quando l’aveva lasciata, straordinariamente ordinaria. Un rumore di stoviglie appoggiate nel lavandino, proveniente dalla cucina, annunciò l’imminente arrivo della zia di Harry.

“Che c’è? Oh! Harry!” lei sembrava se non felice almeno piacevolmente sorpresa dalla visita.

“Ciao zia Petunia”

Mentre parlava sentì ancora rumore di passi provenienti dalla cucina. Apparve suo cugino, diverso da come lo ricordava. Sembrava più magro e più in forma e pareva pure aver perso quell’aria da bullo. Harry non aveva dimenticato la piccola manifestazione d’affetto al loro addio l’anno prima.

“Harry! Ehm.. come stai?” Dudley era visibilmente imbarazzato.

“Bene grazie. Anche tu sembri in forma!” Harry tuttavia non voleva apparire troppo felice di vederli, in fondo dieci anni nel ripostiglio del sottoscala non si cancellano facilmente.

Zio Vernon grugnì come per ricordare la sua presenza. Harry non si era preparato nessun discorso, voleva solo finire in fretta per andarsene in luoghi che gli ispiravano ricordi più felici. Decise di andare subito al punto: “zio Vernon, zia Petunia e anche tu Dudley.. potete sedervi? Vorrei parlarvi, non ci metterò più di qualche minuto”

Lo zio non sembrava troppo felice di prendere ordini in casa sua, ma sembrava sollevato dalla notizia che, di qualunque cosa si trattasse, sarebbe stata una conversazione breve.

“Allora” iniziò Harry “come sarete stati informati dagli Auror che vi hanno riportato a casa dal vostro nascondiglio, Lord Voldemort è stato sconfitto. Questa volta per sempre.”

Nonostante fossero Babbani quel nome fece rabbrividire anche loro.

“Dopo oggi non tornerò mai più qui, e voi non avrete mai più a che fare con un mago. Il nuovo ministro della magia, Kingsley Shacklebolt, mi ha accordato il permesso di farvi la proposta per cui sono venuto. So che non avete mai apprezzato il mio mondo e che probabilmente sareste stati più felici se zia Petunia non avesse avuto una sorella strega. Molti Babbani, dopo averci incontrato, vengono stregati per dimenticare la nostra esistenza e gli vengono forniti nuovi e piacevoli ricordi. Voi non rientrate in questa categoria avendo parenti maghi e avendo contribuito alla mia protezione negli ultimi anni. Tuttavia io penso, e anche il ministro lo pensa, che abbiate il diritto di essere sottoposti al trattamento ordinario. Sono qui per chiedervi se volete esercitare questo diritto.”

I Dursley rimasero qualche secondo in silenzio cercando di assimilare quanto gli era stato detto. Il primo a parlare fu zio Vernon: “Stai dicendo che possiamo decidere di dimenticare.. tutto?”

“Esattamente: non avrete alcun ricordo di me, del mio mondo e della mia gente. Sarete convinti di aver avuto una vita normale, esattamente come se nessuno mi avesse lasciato davanti alla vostra porta diciassette anni fa.”

Questa volta Dudley prese la parola: “È vero che sei stato tu? A sconfiggerlo dico?”

“Tutti hanno fatto la loro parte e molti sono morti. Ma sì, il colpo di grazia l’ho dato io.”

“Quei maghi hanno detto che sei un eroe, che hai fatto quasi tutto da solo con qualche amico”

“Come ho già detto il merito va condiviso con varie persone. Ma non posso negare di aver avuto una parte rilevante nel tutto.”

A Harry sembrava di parlare come Silente.

“Papà io non voglio dimenticare! Lui è un eroe e…. Harry ti chiedo scusa per quello che ti ho fatto in tutti questi anni.” Dudley abbassò la testa, paonazzo. Harry era quasi commosso dall’ammirazione che provava per lui suo cugino, che fino a pochi anni prima lo usava come sacco da boxe.

“Suppongo che sia la scelta più giusta. Dopotutto penso che a mia sorella non avrebbe fatto piacere una cosa del genere” Stavolta fu zia Petunia a parlare.

Zio Vernon era sembrato allettato dalla possibilità di poter semplicemente scordare tutte le cose strane che gli erano accadute, ma un po’ per i desideri della sua famiglia e un po’ per qualcosa che sentiva dentro declinò anche lui l’offerta.

“Ragazzo penso che nessuno di loro voglia dimenticare. Quindi mi adeguerò.”

Harry non provava particolare gioia nel sapere che i suoi zii non volevano rimuoverlo dal loro passato, era venuto solo perché pensava fosse giusto lasciare la scelta a loro.

“D’accordo, allora non verrete sottoposti a oblivazione. In ogni caso dubito che ci rivedremo molto presto.. ora devo andare.” Stava per salutare definitivamente tre persone che, nel bene o nel male, avevano avuto un ruolo chiave nel suo passato. Zio Vernon gli strinse la mano, per la prima volta sembrava considerarlo un suo pari. Zia Petunia anche, abbozzò perfino un piccolo abbraccio. Quando fu la volta di Dudley si salutarono come due vecchi amici.

“Statemi bene. Addio”

“Addio” dissero i Dursley quasi in coro.

Harry si avviò lungo il viottolo cercando un posto tranquillo da cui smaterializzarsi. Anche se avrebbe potuto farlo in casa gli sembrava più corretto andarsene come una persona che i suoi zii avrebbero definito normale. Trovò una siepe abbastanza fitta da nasconderlo agli occhi dei pochi passanti, si concentrò, e con un suono secco scomparve, diretto alla casa del suo migliore amico.

  
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