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Autore: Ili_sere_nere    05/08/2011    7 recensioni
Chi a Capodanno non dice "Anno nuovo, vita nuova" sperando che accada qualcosa di sconvolgente e di inaspettato che ti cambi la vita in meglio? Anche la nostra protagonista, Andrea Belmonti, 21 anni originaria dell'Italia, se lo è augurato. Ed è accaduto. La sua semplice vacanza,fatta per riposare e pensare un po' a sè, si trasformerà in qualcosa a cui non aveva assolutamente pensato. Punto di partenza del nostro viaggio? Atlanta. Punto di arrivo? Ancora tutto da decidere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Let Me Go'
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Cap o17


Capitolo 17

 

Quali furono le ultime parole di Paul? Ah si, ‘ora gli passerà e domani sarà come se non fosse accaduto nulla’. Peccato che l’indovino Paul avesse sbagliato di grosso. Ian, dopo quel litigio, non mi parlò per niente, non rispondeva alle chiamate o ai messaggi. Niente di niente. Giravamo le scene, il regista chiamava lo stop e neanche tre secondi dopo lui spariva. Questo suo comportamento non fece altro che innervosirmi maggiormente.
Approfittai di una giornata priva di riprese per me ed andai a fare quattro passi per le strade della città. Il tempo non prometteva nulla di buono. Nuvole scure e, probabilmente, cariche di pioggia sovrastavano la città. “Poco importa se piove, al massimo mi ammalo nuovamente” pensai lanciando qualche occhiata verso quelle.

Camminai così a lungo che raggiunsi il Centennial Olympic Park. Ero stata lì anche in altre occasioni ma ogni volta era come se fosse la prima. Quel parco era stupendo, ricco di fontane, luci e decorazioni varie. In pratica, era favoloso. Sorrisi scordandomi quasi di Ian e mi avviai verso una panchina, sedendomi poi su di essa. Presi il telefono dalla tasca dei jeans e mi collegai sia a Twitter che a Facebook.
“Oddio ma quante notifiche ci sono!?” pensai spalancando gli occhi. Ero stata taggata in tantissimi post o link, oltre ad avere richieste di amicizia a volontà. Decisi che avrei controllato il tutto una volta tornata a casa per cui mi dedicai a quello che volevo fare.

“@andi_dea_rea: E dicono che sia Londra la città in cui piove maggiormente. Beh, dovrebbero sapere che anche Atlanta, in questo periodo, con le piogge non scherza!Vdicono che sia Londra la città in cui piove maggiomente.

 Presi poi dalla borsa una scheda telefonica e dopo aver composto il numero che compariva sulla scheda, avviai la chiamata verso il telefono di Christian.
<< Pronto? >>
<< Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Cricri, tanti auguri a te! >> gli canticchiai. Quel giorno era infatti il 18 ottobre e Christian faceva 22 anni.
<< Andrea! Credevo che te ne fossi scordata! >>
<< Come potevo scordarmi del compleanno del mio ex ragazzo e attuale migliore amico?! >> chiesi ridacchiando.
<< Ancora qualche minuto e il giorno del mio compleanno finiva. Ma grazie comunque. Come procede lì? >>
<< Balla o verità? >>
Ci fu un momento di silenzio. << Prima di risponderti devo dirti che su internet spopolano le foto tue e di Ian. Comunque, verità >>
<< Tanto per rimanere in tema Ian.. Qualche giorno fa abbiamo discusso. Riassumo molto velocemente.. Il signorino era geloso del fatto che il fotografo Bruce Weber abbia fatto complimenti sul mio corpo. Cioè, come avresti reagito se uno di fama mondiale dicesse che il tuo corpo non deve subire ritocchi perché è perfetto così come è? Dio quell’uomo può essere mio padre, se ci ripenso, e lui è geloso! >> spiegai sentendomi nervosa.
<< Capito.. Beh, Andrea, avrà avuto le sue ragioni e con questo non lo sto giustificando. Pure tu sei gelosa di lui, per cui siete pari >>
<< Scherzi? >> dissi scioccata.
<< Non so come è andata per intero la cosa, non conosco Ian. Conosco solo te e questo non vuol dire che io debba sempre darti ragione >>
Mi imbronciai. << Resta però il fatto che da allora non mi parla, né risponde alle mie chiamate o ai messaggi. Si sta comportando da bambino! >>
<< E tu non sei andata da lui per parlare? >>. “Colpita..”
<< No.. E’ lui che deve venire da me! >>
<< Ecco la seconda bambina della questione >>. “.. e affondata”.
<< Sei insopportabile quando fai così >> dissi.
<< Non è così, e lo sai. Non sopporti che ti venga fatto vedere che sbagli anche tu. Siamo esseri umani, Andrea. Il valutare ogni decisione non ci rende immuni dallo sbagliare ed in questo caso sbagliate entrambi. Lui a non rispondere e te perché stai facendo l’orgogliosa >>
Non ebbi nulla da ridire perché era la verità. Tutti e due ci stavamo comportando da immaturi.
<< Io però oggi non farò nulla >> dissi infine << Comunque sto finendo il tempo per cui.. Ciao Cricri.. Ti voglio bene >>
<< Anche io te ne voglio, e grazie ancora per gli auguri >>.
La telefonata venne chiusa e riposi il telefono in tasca.

Buttai indietro il capo, osservando il cielo grigio. Qualche minuto dopo, sentii alcune gocce colpirmi il viso. Imprecai mentalmente per non essermi portata l’ombrello. A poco a poco l’intensità della pioggia aumentò e fui costretta a ripararmi sotto un gazebo nella speranza che spiovesse.
Le mie speranze furono tutte vane perché la pioggia divenne sempre più intensa e fitta. “Credo che per oggi non tornerò a casa” pensai. Non volevo scomodare nessuno per farmi venire a prendere sapendo che erano impegnati con le riprese per cui mi sedetti in stile indiano a terra. Per passare il tempo navigai su Internet ma mi stancai anche di quello.
Quando ormai le mie speranze stavano diventando vane, poco distante dal gazebo in cui mi ero rifugiata, passò una persona che riconobbi poco dopo.
<< Sam! Ehi Sam! >> mi alzai in piedi muovendo verso destra e verso sinistra il braccio. Il ragazzo si girò nella mia direzione e, dopo un momento di sorpresa, si incammino verso il gazebo.
<< Andrea? Ma che ci fai qui? >>
<< Sam grazie a Dio! Ero venuta a fare quattro passi e poi ha iniziato a piovere.. Me lo dai un passaggio verso casa? >> chiesi facendo gli occhioni dolci.
Sam alzò lo sguardo al cielo. << Odio questa tua espressione, lo sai vero? >> disse ed io annuii contenta. << Vieni qui sotto l’ombrello così andiamo verso la macchina >>.

Non me lo feci ripetere due volte e corsi verso di lui, riparandomi con il suo ombrello.
<< Sam grazie davvero >> dissi sincera.
<< Tranquilla >> fu la sua unica risposta.
Ci avviammo verso la macchina in silenzio. La situazione era alquanto strana. Ci eravamo lasciati, forse, non nei migliore dei modi ma in quel momento ci comportavamo come se non fosse accaduto nulla tra noi.
<< Come... Come va con Ian? >> chiese Sam, rompendo il silenzio.
Mi guardai prima da una parte e poi dall’altra. << Me lo stai chiedendo realmente? >>
<< Ehm, si? >>
Annuii impacciata. << Bene anche se qualche giorno fa abbiamo litigato e non ci parliamo da allora >>
<< Non ti chiederò il motivo. Ma ti chiedo solo questo, sei sicura? >>
Mi fermai costringendo a fare lo stesso anche a lui. << Sam.. Dimmi cosa vuoi sentirti dire e facciamo prima >>
<< Non voglio sentirmi dire nulla, Andrea >>
<< Bene allora evitiamo il discorso Ian >> dissi punta sul vivo.
<< D’accordo, come vuoi tu. Come vanno le riprese? >>
<< Benissimo >> dissi acida.
<< Visto? Parlare con te quando sei arrabbiata è inutile. Ti chiudi a riccio e non fai altro che essere acida >>
<< Sai che ti dico, Sam? Torno a piedi. Grazie comunque per il passaggio >> dissi allontanandomi da lui, bagnandomi sotto la pioggia.
Sam mi bloccò tenendomi per il polso. << Sta zitta e cammina >>. Lo guardai male e rimasi in silenzio mentre continuammo a camminare.

Arrivammo alla macchina ancora in perfetto silenzio e nello stesso modo salimmo dentro. Sam accese l’auto, ingranando poi la marcia, e l’auto prese a muoversi. Io guardai fuori dal finestrino immersa nei miei pensieri. Sentii il telefono vibrare ma appena lessi il nome “Ian”, rifiutai la chiamata. Dopo di quella ne seguirono altre, oltre ai vari messaggi. Non avevo voglia di sentire Ian al momento per cui spensi il telefono.
<< Mi dispiace.. >> esclamò Sam all’improvviso facendomi voltare verso la sua direzione.

<< Di cosa esattamente? >> chiesi socchiudendo gli occhi leggermente.
<< Che tu ed Ian abbiate litigato >>
<< Non devi. Succede di litigare per cui questo non sarà né il primo né l’ultimo >> dissi riportando lo sguardo verso fuori.
<< Mi dispiace anche che tra noi sia finita. Credevo che potesse funzionare tra noi >>
<< Avrebbe potuto funzionare ma.. – corrugai la fronte – abbiamo iniziato anzi, ho iniziato a essere confusa. Poi tu te ne sei uscito con la storia dell’essere andato a letto con la tua ex.. >> dissi irritata.
<< Dopo che tu mi avevi detto di Ian. Non scordare questo particolare >> ribatté lui nello stesso tono.
<< Non lo stavo scordando Sam >> voltai il capo verso di lui.
Sam alzò entrambe le sopracciglia. << Oh no, non lo hai scordato. Hai solamente tralasciato questo particolare >> puntualizzò.
Sbuffai scuotendo il capo. << Dobbiamo riprendere a litigare? >>
<< Io non voglio litigare. Sei tu che mi metti il nervoso >>.
<< Io cosa? >> chiesi alzando i toni. << Sam ferma questa macchina e fammi scendere >>
<< La smetti di fare la bambina? >>
<< Non solo ti do il nervoso, faccio pure la bambina? Qualche altro bel complimento non puoi dirmelo? No, fermati che mi stai facendo arrossire >> dissi ironica portando la mano sulla maniglia dello sportello. << Ora ferma questa macchina! >>
Sam non lo fece ma accelerò. << Stai ferma! >> disse allungando la mano verso di me per farmi rimettere composta.
<< Tu ferma questa macchina! >> insistetti e feci per aprire lo sportello.
Sam per bloccarmi voltò il capo verso di me e, allungando nuovamente la mano verso di me, bloccò il mio intento. Mi scostai dalla sua presa e mi voltai a guardare davanti a me, verso la strada.
Appena lo feci spalancai gli occhi. << Sam la macchina! >> urlai vedendo un auto venirci incontro avendo sorpassato un’altra vettura.
Sam voltò subito il viso verso la strada e fece per sterzare in modo da schivare l’auto. Tuttavia quella ci colpì comunque lateralmente. Accadde tutto velocemente. Riuscii solo a percepire le mie grida e quelle di Sam mentre la macchina, a causa dell’alta velocità con cui viaggiava l’altra, si ribaltò finendo fuori strada, giù per una collinetta. L’auto si ribaltò più volte e noi al suo interno fummo sballottati di qua e di là.

Quando l’auto si fermò, aprii lentamente gli occhi. Ci ritrovavamo con l’auto sottosopra.
<< Sam? Sam come ti senti? >> chiesi lieve sentendo male a tutto il corpo, oltre che a sentirmi stanca. Voltai, per quanto mi era possibile, il capo verso di lui. Lo trovai privo di sensi con varie ferite sul viso da cui usciva il sangue. Fui colta dal panico. << Sam? Oddio.. Sam rispondi? >> chiesi impaurita sentendo le lacrime agli occhi. Non potevamo muoverci in quanto le cinture di sicurezza si erano bloccate.
Da fuori sentii, sebbene leggermente, le voci di alcune persone che ci chiedevano se stessimo bene e di non preoccuparci perché stavano chiamando i soccorsi.
Un forte dolore alla testa mi fece stringere gli occhi e portarmi una mano sulla fronte. Sentii la mano bagnarsi di qualcosa di denso. Portai la mano davanti agli occhi e mi sentii male quando la vidi completamente rossa di sangue. “Oddio!”. Mi agitai nuovamente e più lo facevo e più il dolore alla testa aumentava. La posizione in cui ci trovavamo non ci semplificava affatto le cose.
Cercai di raggiungere la borsa che, in seguito all’impatto, si trovava contro il parabrezza. Iniziai a percepire forti brividi, la testa girare e le palpebre iniziavano a farsi pesanti.
<< Non addormentarti.. Non addormentarti >> presi a ripetermi. Riuscii a prendere da dentro la borsa il telefono e lo accesi.
<< Andrea? >> un mormorio leggero mi fece spostare lo sguardo. Sam si era svegliato. << Che è successo? >>
<< Abbiamo fatto un incidente, Sam >> dissi componendo il numero di Ian anche se iniziavo a non sentire più sensibilità alle mani. << Riesci a muoverti? >> gli chiesi mentre mettevo il vivavoce al telefono.
<< Si ma.. credo di essere bloccato. In più.. Ho sonno >> mormorò chiudendo ed aprendo gli occhi ogni volta sempre più lentamente.
<< Sam resta sveglio >> dissi scuotendolo leggermente. “Dannazione Ian rispondi!” pensai.
La mia vista prese a barcollare e ad appannarsi. << Andrea non addormentarti >> mi dissi anche se iniziai a sentire la mia voce fioca e ovattata.
<< Andrea? >> la voce di Ian al telefono mi riscosse leggermente. << Andrea ci sei? >>
<< Ian.. >> mormorai cercando di farmi sentire.
<< Andrea che succede? Sto cercando di chiamarti da un sacco di tempo e... >>
<< Incidente.. Stradale.. >> dissi lieve.
<< Cosa? Andrea alza la voce >>
<< Incidente Stradale.. Poco lontano dal Centennial Olympic Park >> dissi alzando la voce. Ma questo significò usare quelle poche forze che mi erano rimaste.
<< Andrea come ti senti!? Con chi stai? Andrea? Andrea rispondimi! Andrea!? >> percepii la voce di Ian agitata.
Volevo rispondergli che andava tutto bene, che stavo bene ma non potei. La stanchezza ebbe la meglio e venni risucchiata dentro il buio.

<< Ok.. al mio tre..>>. Percepii il suono di una voce che non conoscevo. << Uno.. Due.. Tre >> e in un attimo la cintura fu sganciata e qualcuno mi prese in braccio.
<< Dobbiamo metterla su di una barella! >> un’ altra voce urlò.
<< Signorina mi sente? Signorina? >>
Cercai di aprire gli occhi ma non ce la feci. Si schiusero leggermente soltanto. << Sam? >> chiesi debolmente.
<< Signorina il suo amico è vivo ma entrambi dovete essere trasportati d’urgenza in ospedale >>.
Ricordai di essere stata allungata su qualcosa, probabilmente la barella.
<< Andrea! Fatemi passare! Andrea! Vi ho detto di lasciarmi passare è la mia ragazza quella! >>. “Ian?” << Andrea.. Mio Dio! Mi senti!? >>
<< Signore mi lasci fare il mio lavoro >>

<< E’ la mia ragazza! Mi dica almeno come sta! >>
<<  La ragazza è debole. Ha perso molto sangue e bisogna portarla d’urgenza in ospedale. Tuttavia era cosciente per qualche secondo >>

Ci fu un lungo silenzio. Il buio tornò prepotentemente a farmi visita. Prima però di arrendermi, sentii un tocco caldo, una stretta alla mano e qualcuno che chiamava il mio nome. Poco dopo non sentii più niente.

Spazio Autrice ( per modo di dire )

*si avvicina piano piano.. si schiarisce la voce* Buongiorno *si copre aspettandosi contro insulti, minacce e chi più ne ha più ne metta* 
Dai non siate cattivi con me.. *occhi da cucciolo* .. Dai, oggi ho fatto anche l'esame della patente.. Siate clementi... Comunque sono stata promossa *__*
Comunque bando alle ciance, parliamo del capitolo.. Paul si sbagliava.. Quei due non hanno fatto pace anzi, neanche si parlavano.. E come accade in questi momenti Andrea chiama Christian (che poi sia anche il suo compleanno, pura coincidenza [ sese ] ).. Ma guarda un pò chi ha fatto nuovamente la sua comparsa!? Sam.. ù.ù peccato che lui a ricomparire e quei due fanno un indicente stradale.. Devo ammetterlo, la storia dell'incidente stradale io l'avevo originalmente pensata per l'epilogo di questa storia ma poi mi sono detto "Si, serena, così è la volta buona che vengono e ti uccidono" , per cui l'ho cambiato. Cosa succederà nel prossimo? Mmm.. oh, beh.. Non dico nulla.. *me sadica*..
Ringrazio chi ha letto, chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare...
Ho detto quello che dovevo per cui non mi resta che darvi appuntamento a Lunedì!

  
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