Capitolo
17
Quali furono le ultime parole di Paul? Ah si, ‘ora gli passerà e domani sarà come se non fosse accaduto nulla’.
Peccato che l’indovino Paul avesse sbagliato di grosso. Ian, dopo quel litigio,
non mi parlò per niente, non rispondeva alle chiamate o ai messaggi. Niente di
niente. Giravamo le scene, il regista chiamava lo stop e neanche tre secondi
dopo lui spariva. Questo suo comportamento non fece altro che innervosirmi
maggiormente.
Approfittai di una giornata priva di riprese per me ed andai a
fare quattro passi per le strade della città. Il tempo non prometteva nulla di
buono. Nuvole scure e, probabilmente, cariche di pioggia sovrastavano la città.
“Poco importa se piove, al massimo mi ammalo nuovamente” pensai lanciando
qualche occhiata verso quelle.
Camminai così a lungo che raggiunsi il Centennial
Olympic Park. Ero stata lì anche in altre occasioni ma ogni volta era come se
fosse la prima. Quel parco era stupendo, ricco di fontane, luci e decorazioni
varie. In pratica, era favoloso. Sorrisi scordandomi quasi di Ian e mi avviai
verso una panchina, sedendomi poi su di essa. Presi il telefono dalla tasca dei
jeans e mi collegai sia a Twitter che a Facebook.
“Oddio ma quante notifiche ci sono!?” pensai spalancando gli
occhi. Ero stata taggata in tantissimi post o link, oltre ad avere richieste di
amicizia a volontà. Decisi che avrei controllato il tutto una volta tornata a
casa per cui mi dedicai a quello che volevo fare.
“@andi_dea_rea:
E dicono che sia Londra la città in cui piove maggiormente. Beh, dovrebbero
sapere che anche Atlanta, in questo periodo, con le piogge non scherza!
Presi poi dalla borsa una scheda
telefonica e dopo aver composto il numero che compariva sulla scheda, avviai la
chiamata verso il telefono di Christian.
<< Pronto? >>
<< Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri
Cricri, tanti auguri a te! >> gli canticchiai. Quel giorno era infatti il
18 ottobre e Christian faceva 22 anni.
<< Andrea! Credevo che te ne fossi scordata! >>
<< Come potevo scordarmi del compleanno del mio ex ragazzo e
attuale migliore amico?! >> chiesi ridacchiando.
<< Ancora qualche minuto e il giorno del mio compleanno
finiva. Ma grazie comunque. Come procede lì? >>
<< Balla o verità? >>
Ci fu un momento di silenzio. << Prima di risponderti devo
dirti che su internet spopolano le foto tue e di Ian. Comunque, verità >>
<< Tanto per rimanere in tema Ian.. Qualche giorno fa
abbiamo discusso. Riassumo molto velocemente.. Il signorino era geloso del
fatto che il fotografo Bruce Weber abbia fatto complimenti sul mio corpo. Cioè,
come avresti reagito se uno di fama mondiale dicesse che il tuo corpo non deve
subire ritocchi perché è perfetto così come è? Dio quell’uomo può essere mio
padre, se ci ripenso, e lui è geloso! >> spiegai sentendomi nervosa.
<< Capito.. Beh, Andrea, avrà avuto le sue ragioni e con
questo non lo sto giustificando. Pure tu sei gelosa di lui, per cui siete pari
>>
<< Scherzi? >> dissi scioccata.
<< Non so come è andata per intero la cosa, non conosco Ian.
Conosco solo te e questo non vuol dire che io debba sempre darti ragione
>>
Mi imbronciai. << Resta però il fatto che da allora non mi
parla, né risponde alle mie chiamate o ai messaggi. Si sta comportando da
bambino! >>
<< E tu non sei andata da lui per parlare? >>.
“Colpita..”
<< No.. E’ lui che deve venire da me! >>
<< Ecco la seconda bambina della questione >>. “.. e
affondata”.
<< Sei insopportabile quando fai così >> dissi.
<< Non è così, e lo sai. Non sopporti che ti venga fatto
vedere che sbagli anche tu. Siamo esseri umani, Andrea. Il valutare ogni
decisione non ci rende immuni dallo sbagliare ed in questo caso sbagliate
entrambi. Lui a non rispondere e te perché stai facendo l’orgogliosa >>
Non ebbi nulla da ridire perché era la verità. Tutti e due ci stavamo
comportando da immaturi.
<< Io però oggi non farò nulla >> dissi infine
<< Comunque sto finendo il tempo per cui.. Ciao Cricri.. Ti voglio bene
>>
<< Anche io te ne voglio, e grazie ancora per gli auguri
>>.
La telefonata venne chiusa e riposi il telefono in tasca.
Buttai indietro il capo, osservando il cielo grigio. Qualche
minuto dopo, sentii alcune gocce colpirmi il viso. Imprecai mentalmente per non
essermi portata l’ombrello. A poco a poco l’intensità della pioggia aumentò e
fui costretta a ripararmi sotto un gazebo nella speranza che spiovesse.
Le mie speranze furono tutte vane perché la pioggia divenne sempre
più intensa e fitta. “Credo che per oggi non tornerò a casa” pensai. Non volevo
scomodare nessuno per farmi venire a prendere sapendo che erano impegnati con
le riprese per cui mi sedetti in stile indiano a terra. Per passare il tempo
navigai su Internet ma mi stancai anche di quello.
Quando ormai le mie speranze stavano diventando vane, poco distante
dal gazebo in cui mi ero rifugiata, passò una persona che riconobbi poco dopo.
<< Sam! Ehi Sam! >> mi alzai in piedi muovendo verso
destra e verso sinistra il braccio. Il ragazzo si girò nella mia direzione e,
dopo un momento di sorpresa, si incammino verso il gazebo.
<< Andrea? Ma che ci fai qui? >>
<< Sam grazie a Dio! Ero venuta a fare quattro passi e poi
ha iniziato a piovere.. Me lo dai un passaggio verso casa? >> chiesi
facendo gli occhioni dolci.
Sam alzò lo sguardo al cielo. << Odio questa tua espressione,
lo sai vero? >> disse ed io annuii contenta. << Vieni qui sotto
l’ombrello così andiamo verso la macchina >>.
Non me lo feci ripetere due volte e corsi verso di lui,
riparandomi con il suo ombrello.
<< Sam grazie davvero >> dissi sincera.
<< Tranquilla >> fu la sua unica risposta.
Ci avviammo verso la macchina in silenzio. La situazione era
alquanto strana. Ci eravamo lasciati, forse, non nei migliore dei modi ma in
quel momento ci comportavamo come se non fosse accaduto nulla tra noi.
<< Come... Come va con Ian? >> chiese Sam, rompendo il
silenzio.
Mi guardai prima da una parte e poi dall’altra. << Me lo
stai chiedendo realmente? >>
<< Ehm, si? >>
Annuii impacciata. << Bene anche se qualche giorno fa
abbiamo litigato e non ci parliamo da allora >>
<< Non ti chiederò il motivo. Ma ti chiedo solo questo, sei
sicura? >>
Mi fermai costringendo a fare lo stesso anche a lui. <<
Sam.. Dimmi cosa vuoi sentirti dire e facciamo prima >>
<< Non voglio sentirmi dire nulla, Andrea >>
<< Bene allora evitiamo il discorso Ian >> dissi punta
sul vivo.
<< D’accordo, come vuoi tu. Come vanno le riprese? >>
<< Benissimo >> dissi acida.
<< Visto? Parlare con te quando sei arrabbiata è inutile. Ti
chiudi a riccio e non fai altro che essere acida >>
<< Sai che ti dico, Sam? Torno a piedi. Grazie comunque per
il passaggio >> dissi allontanandomi da lui, bagnandomi sotto la pioggia.
Sam mi bloccò tenendomi per il polso. << Sta zitta e cammina
>>. Lo guardai male e rimasi in silenzio mentre continuammo a camminare.
Arrivammo alla macchina ancora in perfetto silenzio e nello stesso
modo salimmo dentro. Sam accese l’auto, ingranando poi la marcia, e l’auto
prese a muoversi. Io guardai fuori dal finestrino immersa nei miei pensieri.
Sentii il telefono vibrare ma appena lessi il nome “Ian”, rifiutai la chiamata.
Dopo di quella ne seguirono altre, oltre ai vari messaggi. Non avevo voglia di
sentire Ian al momento per cui spensi il telefono.
<< Mi dispiace.. >> esclamò Sam all’improvviso
facendomi voltare verso la sua direzione.
<< Di cosa esattamente? >> chiesi socchiudendo gli
occhi leggermente.
<< Che tu ed Ian abbiate litigato >>
<< Non devi. Succede di litigare per cui questo non sarà né
il primo né l’ultimo >> dissi riportando lo sguardo verso fuori.
<< Mi dispiace anche che tra noi sia finita. Credevo che
potesse funzionare tra noi >>
<< Avrebbe potuto funzionare ma.. – corrugai la fronte –
abbiamo iniziato anzi, ho iniziato a essere confusa. Poi tu te ne sei uscito
con la storia dell’essere andato a letto con la tua ex.. >> dissi
irritata.
<< Dopo che tu mi avevi detto di Ian. Non scordare questo
particolare >> ribatté lui nello stesso tono.
<< Non lo stavo scordando Sam >> voltai il capo verso
di lui.
Sam alzò entrambe le sopracciglia. << Oh no, non lo hai
scordato. Hai solamente tralasciato questo particolare >> puntualizzò.
Sbuffai scuotendo il capo. << Dobbiamo riprendere a
litigare? >>
<< Io non voglio litigare. Sei tu che mi metti il nervoso
>>.
<< Io cosa? >> chiesi alzando i toni. << Sam
ferma questa macchina e fammi scendere >>
<< La smetti di fare la bambina? >>
<< Non solo ti do il nervoso, faccio pure la bambina?
Qualche altro bel complimento non puoi dirmelo? No, fermati che mi stai facendo
arrossire >> dissi ironica portando la mano sulla maniglia dello sportello.
<< Ora ferma questa macchina! >>
Sam non lo fece ma accelerò. << Stai ferma! >> disse
allungando la mano verso di me per farmi rimettere composta.
<< Tu ferma questa macchina! >> insistetti e feci per
aprire lo sportello.
Sam per bloccarmi voltò il capo verso di me e, allungando
nuovamente la mano verso di me, bloccò il mio intento. Mi scostai dalla sua
presa e mi voltai a guardare davanti a me, verso la strada.
Appena lo feci spalancai gli occhi. << Sam la macchina!
>> urlai vedendo un auto venirci incontro avendo sorpassato un’altra
vettura.
Sam voltò subito il viso verso la strada e fece per sterzare in
modo da schivare l’auto. Tuttavia quella ci colpì comunque lateralmente.
Accadde tutto velocemente. Riuscii solo a percepire le mie grida e quelle di
Sam mentre la macchina, a causa dell’alta velocità con cui viaggiava l’altra, si
ribaltò finendo fuori strada, giù per una collinetta. L’auto si ribaltò più
volte e noi al suo interno fummo sballottati di qua e di là.
Quando l’auto si fermò, aprii lentamente gli occhi. Ci ritrovavamo
con l’auto sottosopra.
<< Sam? Sam come ti senti? >> chiesi lieve sentendo
male a tutto il corpo, oltre che a sentirmi stanca. Voltai, per quanto mi era
possibile, il capo verso di lui. Lo trovai privo di sensi con varie ferite sul
viso da cui usciva il sangue. Fui colta dal panico. << Sam? Oddio.. Sam
rispondi? >> chiesi impaurita sentendo le lacrime agli occhi. Non
potevamo muoverci in quanto le cinture di sicurezza si erano bloccate.
Da fuori sentii, sebbene leggermente, le voci di alcune persone
che ci chiedevano se stessimo bene e di non preoccuparci perché stavano
chiamando i soccorsi.
Un forte dolore alla testa mi fece stringere gli occhi e portarmi
una mano sulla fronte. Sentii la mano bagnarsi di qualcosa di denso. Portai la
mano davanti agli occhi e mi sentii male quando la vidi completamente rossa di
sangue. “Oddio!”. Mi agitai nuovamente e più lo facevo e più il dolore alla
testa aumentava. La posizione in cui ci trovavamo non ci semplificava affatto
le cose.
Cercai di raggiungere la borsa che, in seguito all’impatto, si
trovava contro il parabrezza. Iniziai a percepire forti brividi, la testa
girare e le palpebre iniziavano a farsi pesanti.
<< Non addormentarti.. Non addormentarti >> presi a
ripetermi. Riuscii a prendere da dentro la borsa il telefono e lo accesi.
<< Andrea? >> un mormorio leggero mi fece spostare lo
sguardo. Sam si era svegliato. << Che è successo? >>
<< Abbiamo fatto un incidente, Sam >> dissi componendo
il numero di Ian anche se iniziavo a non sentire più sensibilità alle mani.
<< Riesci a muoverti? >> gli chiesi mentre mettevo il vivavoce al
telefono.
<< Si ma.. credo di essere bloccato. In più.. Ho sonno
>> mormorò chiudendo ed aprendo gli occhi ogni volta sempre più
lentamente.
<< Sam resta sveglio >> dissi scuotendolo leggermente.
“Dannazione Ian rispondi!” pensai.
La mia vista prese a barcollare e ad appannarsi. << Andrea
non addormentarti >> mi dissi anche se iniziai a sentire la mia voce
fioca e ovattata.
<< Andrea? >> la voce di Ian al telefono mi riscosse
leggermente. << Andrea ci sei? >>
<< Ian.. >> mormorai cercando di farmi sentire.
<< Andrea che succede? Sto cercando di chiamarti da un sacco
di tempo e... >>
<< Incidente.. Stradale.. >> dissi lieve.
<< Cosa? Andrea alza la voce >>
<< Incidente Stradale.. Poco lontano dal Centennial Olympic
Park >> dissi alzando la voce. Ma questo significò usare quelle poche
forze che mi erano rimaste.
<< Andrea come ti senti!? Con chi stai? Andrea? Andrea
rispondimi! Andrea!? >> percepii la voce di Ian agitata.
Volevo rispondergli che andava tutto bene, che stavo bene ma non
potei. La stanchezza ebbe la meglio e venni risucchiata dentro il buio.
<< Ok.. al mio tre..>>. Percepii il suono di una voce
che non conoscevo. << Uno.. Due.. Tre >> e in un attimo la cintura
fu sganciata e qualcuno mi prese in braccio.
<< Dobbiamo metterla su di una barella! >> un’ altra
voce urlò.
<< Signorina mi sente? Signorina? >>
Cercai di aprire gli occhi ma non ce la feci. Si schiusero
leggermente soltanto. << Sam? >> chiesi debolmente.
<< Signorina il suo amico è vivo ma entrambi dovete essere
trasportati d’urgenza in ospedale >>.
Ricordai di essere stata allungata su qualcosa, probabilmente la
barella.
<< Andrea! Fatemi passare! Andrea! Vi ho detto di lasciarmi
passare è la mia ragazza quella! >>. “Ian?” << Andrea.. Mio Dio! Mi
senti!? >>
<< Signore mi lasci fare il mio lavoro >>
<< E’ la mia ragazza! Mi dica almeno come sta! >>
<< La ragazza è
debole. Ha perso molto sangue e bisogna portarla d’urgenza in ospedale.
Tuttavia era cosciente per qualche secondo >>
Ci fu un lungo silenzio. Il buio tornò prepotentemente a farmi
visita. Prima però di arrendermi, sentii un tocco caldo, una stretta alla mano
e qualcuno che chiamava il mio nome.
Spazio Autrice ( per modo di dire )
*si
avvicina piano piano.. si schiarisce la voce* Buongiorno *si copre
aspettandosi contro insulti, minacce e chi più ne ha più
ne metta*
Dai non siate cattivi con me.. *occhi da cucciolo* .. Dai, oggi ho
fatto anche l'esame della patente.. Siate clementi... Comunque sono
stata promossa *__*
Comunque bando alle ciance, parliamo del capitolo.. Paul si sbagliava..
Quei due non hanno fatto pace anzi, neanche si parlavano.. E come
accade in questi momenti Andrea chiama Christian (che poi sia anche il
suo compleanno, pura coincidenza [ sese ] ).. Ma guarda un pò
chi ha fatto nuovamente la sua comparsa!? Sam.. ù.ù
peccato che lui a ricomparire e quei due fanno un indicente stradale..
Devo ammetterlo, la storia dell'incidente stradale io l'avevo
originalmente pensata per l'epilogo di questa storia ma poi mi sono
detto "Si, serena, così è la volta buona che vengono e ti
uccidono" , per cui l'ho cambiato. Cosa succederà nel prossimo?
Mmm.. oh, beh.. Non dico nulla.. *me sadica*..
Ringrazio chi ha letto, chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare...
Ho detto quello che dovevo per cui non mi resta che darvi appuntamento a Lunedì!