Era successo tutto di fretta. Pochi minuti
e Rosalie avrebbe partorito. Che giornata!
Entrammo rumorosi in casa Cullen presi dalla fretta della pioggia e dall’entusiasmo
di vedere la partoriente.
Renesmee fu la prima a correre su per le scale, dritta dalla zia. Io la seguii
ad agio con Ej in braccio, ormai sveglio che scrutava il tutto con i suoi
occhioni verdi. I due uomini…forse non era la parola giusta, ma io li avevo
sempre visti come tali, Jacob e Edward erano alle mie spalle parlottavano.
“Devi vedere che faccia che ha tuo fratello”.
Divertito, Jacob derideva Emmett.
“Lo immaginavo. Prendeva in giro me..e adesso..”.
Edward alzava le spalle consapevole della sensibilità del fratello.
“Jasper si sta godendo la scena”.
Jacob scoppiò in una risata rumorosa.
Mi voltai cupa.
“Voi due, la volete smettere! Rosalie è in una fase critica. Voi uomini non
capite le sofferenze di una donna”.
Ovviamente non ero arrabbiata, anzi sorridevo. Jacob annuì e si passò una mano
dietro il collo, invece Edward si chinò per darmi un bacio sulla guancia.
“Non tutti gli uomini sono uguali amore”.
Io mi sciolsi e sorrisi. Ormai il mio sguardo cupo era scomparso e Jacob, che
si era accorto di tutto, arricciò la fronte e s’imbronciò.
“Non vale! Lui ha sempre le parole giuste per non farsi sgridare”.
Edward sorrise.
“Impara un po’ di galateo Jacob”.
“Non ne ho bisogno”, rispose a sua volta.
Mi voltai scuotendo la testa e borbottai mentre proseguivo nel cammino.
“Sembrate due bambini”.
Renesmee era ormai sparita non so dove, nel corridoio ritrovai Esme e Alice. Un
po’ più avanti accostato alla porta della camera di Rosalie, c’era Emmett con
Jasper. Li guardai curiosa e trattenni una risata. Emmett era molto serio con
le braccia incrociate e un evidente muso contorto, dietro di lui Jasper
sorrideva e guardava Edward indicando Emmett con il dito, per far notare
l’espressione del fratello. Edward si passò una mano sul viso per evitare di
sorridere ed io mi rivolsi ad Alice con un mezzo sorriso.
“Come sta andando?”.
Alice mentre rispondeva al mio sguardo prese Ej in braccio per stringerlo un
po’ a sé.
“Diciamo bene”.
Mi voltai verso Emmett che sbruffava.
“Tutto bene Emm?”.
Secco rispose subito.
“No”.
Jasper rise ed Emmett lo fulminò con lo sguardo.
“Stai ridendo?”.
Jasper per tornare serio dovette tossire.
Edward mi spiegò.
“E’ arrabbiato perché Carlisle l’ha fatto uscire dalla camera”.
Jacob alzò le spalle.
“Che ci vuoi fare, è la vita”.
Emmett lo fissò selvaggiamente. Edward rispose leggendo la mente del fratello.
“Jacob, meglio evitare battutine se non vuoi che ti stacchi la testa”.
Mi guardai intorno ed Esme capii chi cercavo.
“Renesmee è in camera sua. Sta preparando una sorpresa per la cuginetta”.
Ci fu un attimo di silenzio e Jasper colse l’attimo.
“Edward l’hai portata la videocamera per riprendere Emmett? Altrimenti, dopo,
negherà tutto”.
“Non credo serva. Abbiamo i testimoni”, rispose mio marito complice.
Emmett non rispose e iniziò a ronzare ai bordi della porta come un cane da
caccia. Diciamo…un orso da caccia!
Dentro la stanza non si udivano urla. Era
un po’ strano considerando il mio parto straziante e rumoroso. Guardai Edward
che sembrò capirmi.
“I vostri parti sono diversi. Rosalie ha sofferto la gravidanza, ma non avrà un
parto ‘normale’. Sarà tutto più facile per lei. Rischioso ma meno sofferente”.
In effetti, la gravidanza di Rosalie era stata diversa dalla mia. Quasi sempre
era costretta a rimanere a letto per via dei dolori insopportabili. Io ero la
creatrice della cura che assumevamo per portare avanti le gravidanze, e questo
permetteva a me, di aver in un certo modo,del vivo dentro da poter partorire
naturalmente.
Per Rosalie era tutto diverso. Nonostante le parole di Edward, ero preoccupata
ed Emmett con me.
“Ci stanno mettendo molto! Perché?”, brontolava gesticolando.