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Autore: Azrael Nightroad    06/08/2011    3 recensioni
Per gli studenti della Shibusen tutto iniziò con una missione apparente normale normale. Non potevano immaginare che gli eventi di quella notte erano solo il preambolo di una battaglia che avrebbe chiamato in causa forze molto più grandi di loro...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Rieccomi con un nuovo capitolo. In questo meno azione ma qualche chiarimento e in più qualche nuovo arrivo ;-). Come sempre ci ho messo un'eternità a causa del lavoro...
 

Capitolo 6
Revelations

 
 
Un’ora dopo l’incidente di Blackgate.
Deserto nei pressi di Death City.

L’esplosione investì l’elicottero della Shibusen facendolo barcollare.
-Death 1 a Shibusen, Blacklight è caduto! Ripeto Blacklight è caduto!-
-Cosa diavolo è successo?- Chiese Stein dalla radio con la voce alterata dalla tensione.
-è esploso all’improvviso dall’interno dottore.-
La risposta si fece attendere qualche secondo.
-Le condizioni di Soul sono stabili?-
-Si dottore.-
-Sorvolate il luogo dello schianto in cerca di superstiti allora.-
-Si signore. Ma… c’è qualcosa di strano… non so spiegarlo bene a parole, ma è come se l’aria si fosse fatta più densa…-
-Procedete con cautela.-
Il pilota compì una larga virata tornando indietro e cominciò a girare intorno all’ammasso di lamiere in fiamme.
-Lì c’è qualcuno.-  Il copilota allungò il braccio indicando un punto poco distante dove i due figure trascinavano una terza.
Maka cercò di distinguerle dal finestrino; due indossavano uniformi della Cerberus, mentre il terzo, ferito più gravemente, un camice bianco macchiato di sangue. Dov’era Shadow?
Il terzetto prese a fare segno di scendere verso di loro, sbracciando a più non posso.
Appena l’elicottero toccò terra ed aprì il portellone i due in uniforme issarono il medico a bordo; il poveretto perdeva molto sangue e tremava visibilmente.
-Dobbiamo andarcene!- rantolò.
-Aspetti! Dov’è Shadow?- chiese la ragazza.
Il ferito sbarrò gli occhi –Non è di lui che dobbiamo preoccuparci, ma di noi! Dobbiamo andarcene! SUBITO!-
Il pilota della Shibusen guardò quelli della Cerberus che gli fecero cenno di non capire neanche loro.
-Dottore si calmi, dov’è il paziente?-
-Il paziente ci ammazzerà tutti se non ce ne andiamo, faccia alzare questo fottuto elicottero!.-
In quel momento con un boato un raggio di energia passò accanto al mezzo scavando un solco nel terreno.
Si bloccarono tutti per un secondo poi il pilota corse ai comandi attivando le eliche.
-Che cazzo era quello?-
Maka, con gli occhi spalancati rispose. –Non può essere… era un’onda dell’anima… ma troppo potente, anche per lui…-
Uno stridore di lamiere piegate e schiacciate attirò la loro attenzione.
Dai resti fumanti stava emergendo una sfera dell’anima gigantesca, con due ali enormi.
La maister la riconobbe subito, ma c’era qualcosa che non andava oltre alla grandezza; era divisa in due parti, una nera e l’altra bianca e sembrava che ognuna cercasse di inglobare l’altra in uno scontro furioso.
Dal centro partì un onda d’urto che li investì facendo protestare le giunture del velivolo.
Ebbero tutti un mancamento che li fece finire boccheggianti. Era come se l’aria venisse risucchiata dai loro polmoni.
-Maledizione…- sussurrò il medico prima di svenire.
Quando l’elicottero fu a qualche metro di altezza qualcosa sbattè contro la cabina; un uccello scivolava sul vetro, morto.
Maka si appoggiò ad una sbarra e scivolò al suolo; avendo la percezione dell’anima più forte era la più esposta a quel fenomeno.
L’apparecchiatura collegata a Soul iniziò a suonare per il mancato ritmo respiratorio.
Dalla radio arrivavano urla di richieste di informazioni miste a scariche elettriche.
Il pilota con le mani tremanti cercava di allontanarsi da quella area maledetta, ma dalla sfera altri raggi energetici neri o bianchi partirono verso il cielo per poi curvare e scontrarsi tra loro oppure ricadere al suolo.
Il velivolo procedeva a velocità massima cercando di evitare quella pioggia letale.
Miracolosamente riuscirono a non farsi colpire e quando furono al di fuori della zona il copilota si alzò a controllare le condizioni di tutti, mentre il collega rispondeva alla radio.
Il macchinario aveva smesso di suonare e riportava il lento respirare della buki ferita, la ragazza si stava lentamente riprendendo, i due piloti erano feriti ma niente di preoccupante e si stavano occupando del dottore.
Asciugandosi il sudore si affacciò da uno dei finestrini posteriori.
-Mio Dio…-
Sulla terra dietro di loro si potevano distinguere le forme di numerosi animali finiti al suolo senza vita.
Non era mai stato un gran credente ma ringraziò qualsiasi divinità ci fosse nell’aldilà.
Quel giorno la Morte era scesa sulla terra e li aveva risparmiati.
 
Una Settimana dopo.
Shibusen

Il dottor Stein entrò nell’infermeria seguito da Black Star, Tsubaki, Kid, Liz e Patty. Maka come sempre era già li a fianco del suo partner.
-Yaaahoooo! Il divino Black Star è sceso tra voi comuni mortali per far visita al suo miglior amico!- Urlò l’assassino saltando in piedi sul letto di Soul.
Due secondi dopo era a terra sanguinante e con il segno di un enorme libro in testa.
-Ti trovo bene.- Disse Kid.
-Si a quanto sembra le ferite stanno guarendo velocemente. L’infezione del sangue nero dovrà pur servirmi a qualcosa.- Si girò a guardare la sua maister con aria dolce -E poi non è per niente cool farsi accudire tutto il tempo.-
Sorpresa da quelle parole lei arrossì leggermente, girandosi dall’altra parte per nasconderlo.
Black Star era di nuovo in piedi come se niente fosse stato –Per forza, l’amico di un Dio non può farsi ammazzare come uno stupido!- disse alzando il pollice in su.
Passarono alcuni minuti di piacevoli chiacchiere, poi Maka chiese –Lui, come sta?-
Stein tirò una lunga boccata dalla sua sigaretta ed espirò. –Come sappiamo, grazie agli agenti che abbiamo inviato ad investigare, il fenomeno è durato circa un’ora. Alla fine l’unico ad essere stato trovato ancora in vita nella zona interessata è Shadow che è stato prelevato privo di sensi da un secondo elicottero della Cerberus. Ora è a casa sua assistito dal loro personale.
Soul strinse le mani sulla coperta -Questo lo sapevamo già…-
-Sono molto restii a fornire informazioni, ma sono riuscito a sapere due cose: primo, che c’è stato un precedente sette anni fa. E secondo, il nome che fu affibbiato a questo fenomeno è Death’s Breath.-
-Death’s Breath? Cioè “respiro della morte”?- Chiese Black Star.
-Esattamente, una manifestazione di potere così grande da soffocare le anime più deboli solo con la vicinanza.-
L’assassino fece un gesto di stizza –Hanno rischiato di rimanerci secchi e tutto quello che hanno da dirci è un nome?-
Il professore strinse le spalle.
-Se è già successo vuol dire che è reversibile…- Mormorò Maka.
-Stando a quanto hai raccontato della sua anima e a quello che avete visto, suppongo tu abbia liberato qualcosa che era imprigionato dentro di lui.-
-In quel momento mi è sembrata la cosa giusta da fare…-
-Non ti sto accusando di niente. Sto solo esponendo un fatto.-
La ragazza annuì lentamente, pensierosa.
Passò un’altra mezz’ora di chiacchiere poi, quando tutti furono andati a casa la bionda shokunin si alzò guardando il suo partner. –Sai già dove sto andando, vero?-
-Si- Rispose lui con un sorriso amaro. – Vorrei poter venire anch’io…-
-Non preoccuparti. Tornerò tra poco.-
-Stai attenta.-

Camminò fino al grande cancello della casa di Shadow, e dopo un attimo di esitazione suonò il citofono.
Il led della telecamera si accese, poi dopo qualche secondo l’entrata si aprì.
Arrivata alla porta rimase interdetta per qualche secondo. Ad accoglierla c’erano due ragazze.
La prima, leggermente più alta aveva capelli biondi che le ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli e che facevano da cornice ad un paio di dolci occhi verdi, un naso alla francese ed una bocca che sorrideva cordiale.
Se il viso era molto attraente, il corpo non era certo da meno. Indossava una maglietta rosso scuro con scollo a V stretta da lacci incrociati sul petto che metteva in risalto il seno abbastanza prosperoso e lasciava scoperta la pancia piatta, le gambe snelle e atletiche erano fasciate da un pantalone bianco attillato e per finire ai piedi portava delle ballerine dello stesso colore della maglia.
La seconda, invece, aveva capelli blu notte che le arrivavano appena alle spalle, un naso regolare, la bocca sottile, ma abbastanza carnosa da essere femminile, e occhi di un colore simile ai capelli che la guardavano annoiati, come se non fosse qualcosa degna della sua attenzione.
Il vestiario era praticamente l’opposto dell’altra: un semplice top nero che le copriva il petto (il seno era meno prosperoso di quello dell’amica, ma ovviamente più del suo) seguito da un pantalone mimetico a varie gradazioni di grigio e nero e anfibi neri.
Erano uno strano duo. L’unica cosa che avevano in comune era una cintura nera con due alloggiamenti ai lati che contenevano due cristalli che Maka riconobbe come Soul Crystals.
Dopo questi attimi di esitazione nei quali le ragazze si studiarono a vicenda la maister abbozzò un –Ciao…- alzando la mano.
-Ciao.- Rispose la bionda.
-Ero venuta a trovare Shadow, sono una sua amica della Shibusen… voi siete della Cerberus vero?-
-Si, io sono Alia e questa ragazza rigida come una mazza di scopa è Rima.- Disse sorridendo. La nominata invece non accennò il minimo cambio di espressione. – Purtroppo lui non può ricevere visite al momento.-
-Ma sta bene? Voglio dire, che ha?-
Le due si guardarono. Poi Alia le chiese.-Qual è il tuo nome?-
-Ah, scusatemi, nella foga mi sono dimenticata di presentarmi… io sono Maka.-
A quel nome la bionda sgranò gli occhi e perfino Rima alzò leggermente le sopracciglia.
-Scusami ma è meglio che tu vada…- disse la prima con una nota urgente nella voce.
-Perché? Cosa sta succedendo? Come sta Shadow?-
-Starà bene… probabilmente. Ma ora per il tuo di bene devi andartene da qui…-
-Troppo tardi.- Disse Rima, aprendo bocca per la prima volta, con voce neutrale.
Dall’interno della casa giunse una voce. –Che sta succedendo?-
Emerse dal buio dietro il portone completamente abbigliata in nero.
Il vestito gotico, cominciava con una specie di corpetto chiuso sulla schiena con dei lacci che si incrociavano sul davanti intorno alla sua terza di seno. Continuava sulle braccia, dove poco più in basso delle spalle il tessuto diventava trasparente creando un motivo a rombi in contrasto con la pelle chiara della ragazza per poi terminare con maniche a sbuffo. E finiva armoniosamente in una gonna che le arrivava poco più in basso delle ginocchia davanti e un po’ più giù dietro chiudendosi a punta. Le gambe erano fasciate in calze leggere e stivali lunghi.
Quando uscì alla luce del sole le altre due si spostarono di lato per farla passare.
Maka rimase senza fiato per la sorpresa.
Il volto leggermente spigoloso, la bocca e il naso perfetti erano incorniciati da capelli lisci e bianchi come la neve che le arrivavano alla base della schiena, mentre gli occhi erano due rubini che la fissavano ostili.
Seppe di avere di fronte membro degli HellDivers dalla ormai familiare oppressione che li accompagna quando sono nervosi, ma se la sensazione che trasmetteva Shadow era gelida come il respiro della morte, la sua era rovente come le fiamme dell’inferno.
Quando parlò di nuovo lo fece con la voce di chi a stento trattiene la rabbia.
-Chi sei?-
Rima e Alia fissavano la maister, la prima curiosa e la seconda preoccupata ma lo sguardo di entrambe diceva “non fare cazzate”.
Lei non sapeva che diavolo stesse succedendo, ma la situazione la irritava non poco. Era venuta a vedere come stava Shadow e non solo non lo poteva vedere e non le dicevano niente, ma ora saltava fuori un membro della sua squadra che sembrava intenzionata a farle parecchio male!
-Sono Maka Albarn. Sono qui per sapere come sta Shadow.- Rispose guardandola negli occhi.
Quelli si illuminarono di luce rossa stringendo la pupilla.
Le due sospirarono rumorosamente “ecco, l’hai fatta”…
Le vetrate intorno a loro si incrinarono.
Istintivamente Maka arretrò di un passo. Cosa poteva spingere qualcuno che non conosceva nemmeno a guardarla con così tanto odio?
Era sicura che quella sconosciuta le si sarebbe lanciata contro, quando vide le mani delle ragazze posarsi sulle spalle dell’albina.
-Per favore calmati.- Le disse Alia.
L’altra la guardò come se volesse attaccare anche lei, ma poi si fermò lentamente.-Hai ragione. Rientriamo.-
Detto questo si incamminò verso l’interno seguita da Rima.
Alia si fermò qualche secondo. –Beh… ci si vede Maka. Sei proprio un bel tipo.-
Mentre il portone si richiudeva la senti gridare –Qualcuno chiami un vetraio! Stasera avremo un casino di spifferi!-

Due Giorni dopo Soul fu dimesso dall’infermeria ricominciando a seguire le lezioni. Fu all’inizio di una di queste che il Professor Sid presentò Rima e Alia come nuove studenti trasferite temporaneamente.
Per la seconda ovviamente ci fu un boato di acclamazioni maschili, compreso uno –Yahooo! Che bomb…- Stroncato sul nascere da un pugno di Tsubaki.
Per il resto della giornata le ragazze furono al centro dell’attenzione maschile. Anche non essendo attraente e civettuola come l’amica Rima attirava parecchi sguardi, che ovviamente non degnava della minima attenzione.
Alla fine delle lezioni, nel cortile dell’accademia Alia si avvicinò a Maka e Soul. –Posso parlarti un momento?- Chiese alla ragazza. Poi vedendo l’espressione della buki aggiunse –Non preoccuparti, mi è simpatica, non ho brutte intenzioni.-
La falce borbottò un –Sarà meglio.- e si allontanò in direzione di Black Star
-Allora? Cosa volevi dirmi?-
-Prima di tutto vorrei scusarmi per il nostro comportamento… purtroppo la situazione non è semplice.-
-Lascia stare…-
-E poi… ti prego non odiare Seyren; sembra cattiva ma non lo è.-
Così quello era il suo nome. –Vorrei solo sapere perché ce l’ha con me. Neanche la conosco!-
L’altra sorrise gentile. –è per Shadow…-
-Per Shadow?!?-
-Già, Seyren ha un carattere difficile, ha sempre respinto con la massima freddezza qualsiasi approccio di qualche ragazzo, ma quando si tratta di lui diventa estremamente irascibile e permalosa… in fondo credo che per la prima volta le piaccia qualcuno, anche se non sa come gestire la cosa.-
-E io cosa c’entro?-
-Mmm.la Cerberus ha deciso di inviare i file degli HellDivers alla Shibusen. Quindi penso non ci sia niente di male a darti qualche anticipazione.-
Si misero a sedere su una panchina lì vicino.
-Tu non sei una di loro vero?- Chiese la maister.
-No, io sono una normale Slayer… per quanto possiamo essere definiti normali… è raro che più HellDivers vengano mandati nella stessa missione, sarebbe uno spreco di forze, quindi possono scegliere una piccola squadra da portarsi come supporto. Io e Rima lavoriamo quasi sempre con Seyren.-
Maka fece una faccia volutamente sconvolta –Deve essere dura!-
-Ahahahah, all’inizio si, è stato difficile, ma una volta che la si capisce non è male.-
-Se lo dici tu…-
-Credimi. È Solo che non sa gestire i suoi sentimenti. Dunque, comincerò dall’inizio. Come sai noi siamo figli di buki e Shokunin come te.-
-Sai anche questo eh?-
-Abbiamo fatto i compiti prima di venire qui. Dicevo, nel caso di Shadow qualcosa è andato storto… durante la gravidanza di sua madre si scopri che non aspettava un figlio, ma due gemelli.-
Stavolta Maka era davvero sconvolta –Cosa? Ha un gemello?-
-No. È proprio questo il punto… la sua anima era molto simile a quella demoniaca, mentre quella del fratello aveva la stessa onda antidemone che hai tu. Verso la fine della gestazione le due non riuscirono più a coesistere e si scontrarono. L’anima di Shadow ebbe la meglio e inglobò quella del fratello che nacque già morto.
Fu affidato alla Cerberus fin da giovanissimo. Credo che i suoi genitori avessero paura di lui. Era molto instabile a causa delle forze opposte che giacevano in lui, ma anche estremamente potente. Quando imparò a mantenere in equilibrio i suoi poteri divenne lo sterminatore preferito della Cerberus. La precedente amministrazione lo usava alla stregua di un’arma e a lui andava bene così. Non ha mai superato il senso di colpa per aver ucciso il fratello, anche se involontariamente.
Sette anni fa ci fu una rivolta interna, molti pensavano che il cammino preso dalla Cerberus fosse sbagliato e le si rivoltarono contro, lui si trovò a combattere contro i suoi stessi alleati non sapendo da che parte schierarsi e con due voci interne che urlavano cose opposte. Fu troppo… Le sue due metà si scontrarono e si verificò il Death’s Breath uccidendo tutti quelli che si trovavano nelle vicinanze. Compresi i capi della vecchia amministrazione malvagia.-
Senza accorgersene Maka stava trattenendo il fiato. –E poi cosa successe?-
-Nuovi capi molto più coscienziosi presero il posto di quelli vecchi. Alcuni volevano comunque uccidere Shadow perché lo ritenevano troppo pericoloso, ma fortunatamente altri riconobbero che nonostante le vittime il Death’s Breath aveva concluso immediatamente una guerra che se lasciata a se stessa avrebbe fatto molti più morti. Decisero quindi di sigillare  dentro di lui la parte di anima “in più” diminuendo la sua forza ma rendendolo più stabile.-
-Quindi la sfera che ho distrutto era…-
L’altra annuì grave –Si. Era il sigillo imposto. Ora l’altra metà  è di nuovo libera.-
Alla maister sembrava che il cuore volesse sprofondarle nel petto –Mio Dio… cosa ho fatto…-
-Ormai è andata. Ora lui sta cercando di recuperare l’equilibrio che aveva un tempo. Ma non è semplice.-
-Non si può sigillare di nuovo?-
Alia scosse la testa. –Sarebbe troppo pericoloso, l’anima potrebbe non reggere e poi dubito che ci sia qualcuno in grado di farlo. Ora è troppo forte.-
-Non c’è niente che possiamo fare?-
-Solo aspettare e sperare che ce la faccia.- Disse la Slayer alzandosi.
-Aspetta! Non mi hai detto del perché Seyren ce l’ha con me!-
-Beh… fai due più due… Shadow è sempre stato estremamente chiuso. Non mostra mai parti di se agli altri, mentre tu sei entrata nella sua anima, l’hai toccata con mano, sei addirittura entrata in risonanza con lui. Suppongo sia maledettamente gelosa.-
Detto questo se ne andò salutandola con la mano.
Maka invece rimase seduta e si prese la testa con le mani. Che casino aveva combinato?
Soul e i suoi amici le furono subito vicino. –Ehi… va tutto bene?-
Come avrebbe fatto a ripetere tutto quello che le era stato detto? Dove avrebbe trovato la forza?
Lo sintetizzò in un garbatissimo –MERDA!-
   
 
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