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Autore: Anima97    07/08/2011    2 recensioni
E se qualcuno credesse di essere un'assassina?
Ma, attenzione, non un'assassina qualsiasi...
La Sua assassina.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All you need is Love!

 
Mi scanso.
Non voglio che mi notino, sarebbe disastroso!
Non voglio che si predino di nuovo gioco me.
L’ultima volta mi avevano così trattata male che avevo pianto tutto il pomeriggio.
Mi sento impotente ai loro sguardi cattivi, che cercano il più piccolo difetto pur di farmi sentire male! 
Tutti mi dicono di ignorarli, ma non è affatto facile quando dei stupidi ragazzini ti insultano.
Cammino velocemente.
Loro sono li, che parlottano e ridono.
Sono lontani. “Ce la posso fare” mi dico. Il locale è quasi vicino.
Incredibile come, prima che io possa toccare la maniglia della porta del locale, mi riescano a vedere tra la gente e urlarmi 
-Meno male che John Lennon è morto!-
Quelle parole mi attraversano il corpo, come le quattro pallottole che hanno attraversato il corpo di Lui.
Stringo più forte la maniglia dalla rabbia.
Le lacrime sgorgano velocemente dai miei occhi, non ce la faccio a reprimerle.
Come possono farmi questo?
L’immagine di John si fa strada dai miei pensieri.
Quelli cominciano a raggiungermi.
Sono bloccata, non riesco a muovermi!
Nella mia immaginazione vedo John che mi dice –Entra Garcia! Che t’importa di loro? Sono solo degli stronzi-
Ormai sono a due passi da me, ma non si avvicinano molto.
-Non piangere, stupida! Quello se l’è meritata la pallottola!- dice uno di loro.
Stringo i denti dalla rabbia.
Erano cinque pallottole, una mancata. L' angoscia cresce. Non voglio parlare, ne insultarli.
Voglio mantener fede a quello che John stesso ha insegnato nella sua canzone: “Immagina tutta la gente vivere una vita in pace”.
E io sono in pace!
-Si, è vero Phil! E’ stato geniale a sparargli la pallottola!-
Io, in pace? Ma chi voglio prendere in giro!
-Davvero geniale quel Mark Chapman!- dice un altro, sottolineando l’ultimo nome.
No! Quel nome no! Quell’assassino, quel traditore, quel pazzo! NON LUI!
-Non merita di essere nominato!- sussurro con rabbia.
-Che hai detto?- dice uno di loro con fare minaccioso.
Esito a rispondere, ma alla fine mi volto verso di loro e con tutta la disperazione che avevo accumulato quel giorno urlo –Dico che quell’uomo non merita di essere nominato! E’ un assassino! Ha ammazzato un brav’uomo! Un padre di famiglia, un musicista, un pacifista che ha LOTTATO per la giustizia! Rimarrà nella storia, per sempre e voi!- li indico con l’indice –Anche se a voi non sta simpaticissimo, non potete impormi di non amarlo! Io AMO John Lennon! Ora e sempre!- le lacrime si fanno sentire più forti.
La gente, in strada, mi guarda o stranita o con pena.
-Tu, brutta..- Phil si avvicina pericolosamente.
Ma io apro la porta del pub e mi ci chiudo dentro.
Mi appoggio alla porta e mi accovaccio a terra.
Da dietro il legno sento quei ragazzi urlarmi parole indicibili.
La tristezza accumulata comincia a scendere dai miei occhi. 
Un forte dolore al petto e un nodo allo stomaco.
Le gambe e le braccia indolenzite.
Presto mi raggiunge la mia amica Rita, anche lei in lacrime.
-Garcia!- mi abbraccia forte.
Io non la stringo, mi lascio solo coccolare dalla mia cara amica.
Guardo la televisione accesa, in alto, sopra un tavolo.
Mandano ancora quel maledetto notiziario!
Ancora! 
Il giornalista parla con monotonia, come se non fosse successo niente di grave;
“Ieri alle ore 22.51, il musicista ex Beatle John Lennon, è stato assassinato mentre tornava a casa. Il suo assassino è stato identificato col nome di…” non ascolto altro.
Non voglio ascoltare altro.
Io e Rita continuiamo a piangere, abbracciate.
-Perché? Perché proprio Lui!?- esclama Rita tra i singhiozzi.
Continuo a piangere.
Sento un vuoto dentro che provocava un dolore disumano.
Non ho mai conosciuto veramente John Lennon, anche se per me è come un fratello.
Era come un fratello.
La sua musica, sin dai Beatles, mi ha sempre accompagnata nella vita.
Non avrei mai pensato di piangere così tanto per un uomo che nemmeno conosco, anche se spesso ci siamo parlati.
Io e Rita ci alziamo e in lacrime ci sediamo sul divano, tra i nostri coetanei.
Spegniamo la TV. Quel notiziario non ci interessa più, l’abbiamo visto già troppe volte!
Michael si porta le mani ai capelli e piange.
Josh mette una mano sulla bocca e guarda un punto nel vuoto.
Sadie piange sulla spalla di Julian.
Io e Rita rimaniamo abbracciate continuando a piangere.
Attimi di silenzio, o meglio, di pianti.
-Era un grande uomo- dice Josh (l’unico che non piange oltre Julian).
Sorrido al ricordo della prima volta che io e Lui ci incontrammo.
-Vi ricordate il primo giorno che ci siamo incontrati?- dico tra i singhiozzi.
Loro annuiscono tutti, sorridendo per un attimo.
-E’ stato così… gentile- dice Sadie con la voce rotta dal pianto.
Mi mancano quei giorni.
John camminava sul il marciapiede, insieme a Yoko, con molta tranquillità.
Io e i ragazzi stavamo per entrare in un pub e lo vedemmo in lontananza.
Tutti gli andarono incontro, tranne me.
Io rimasi ferma a osservarlo.
Era così felice.
Un sorriso smagliante e gli occhi allegri.
La sua mano in quella di Yoko, anche lei sorridente.
Yoko non mi è mai stata antipatica, lei è la donna che ha reso felice John!
Mentre io rimasi ferma a guardarlo, si avvicinò IL gruppetto di bulli.
Cominciarono a trattarmi male “Garcia qua, Garcia la”.
John mi osservò.
Stavo quasi per piangere. Che brutta figura! Essere trattata male davanti John Lennon.
Lui chiese ai ragazzi come mi chiamassi, poi si avvicinò.
I bulli zittirono e lo guardarono con disprezzo.
-Entra, Garcia- mi disse –Che t’importa di loro? Sono solo degli stronzi-
Rimasi esterrefatta.
I bulli lo stavano quasi per azzannare ma si trattennero, non volevano finire in prigione.
John mi sorrise e guardò con commozione i bulli.
-Che cazzo vuoi?- dissero quelli.
John non rispose.
Mi prese da sotto il braccio, mi aprì la porta del pub, invitando Yoko e i ragazzi ad entrare.
Lui rimase per ultimo.
I bulli guardarono la scena con stupore.
John non gli aveva rivolto la parola nemmeno per un attimo.
Ma alla fine li guardò con un sorriso.
-All you need is love!- disse e gli mandò un bacio volante, chiudendo la porta del pub.
Quel sorriso me lo sono sempre portato con me.
Soprattutto adesso che non c’è più.
-Oh John…- sospiro asciugandomi le lacrime –Quel giorno umiliasti i bulli con un semplice bacio!-
Sadie alza la testa e si asciuga le lacrime –Ricordo che dopo essere entrati nel pub parlammo per un po’. Ma tu- e si volta verso di me –Lo fissavi con meraviglia. Mi sono sempre chiesta cosa pensassi in quel momento- 
Le mie guancie si colorano. 
–Infatti- dice Julian –Smettesti solo quando John ti disse qualcosa nell’orecchio e tu arrossisti-
-Mentre lo guardavo pensavo a quanto fosse… umano. Fino ad allora l’avevo quasi sempre visto come un ragazzo irraggiungibile, simile a Dio e Re della musica! Invece, in quel momento, rideva e parlava con noi. Ad un certo punto mi sussurrò all’orecchio “So che sono molto affascinante ma se continui così Yoko si ingelosisce” e subito dopo mi ha sorriso e mi ha fatto l’occhiolino- sorrido e arrossisco al ricordo.
Josh mi guarda un po’ perplesso.
Vedo la faccia di Sedie impegnata in un’espressione di dolore e subito dopo scoppia a piangere, ritornando sulla spalla di Josh –Non ci credo ancora che è morto!-
-Quel Chapman deve crepare!- esclama Michael, riprendendosi dal pianto, con un ghigno.
-No, deve marcire in prigione- dice Julian malvagio -E deve soffrire le peggiori torture!-
-Ragazzi cosa state farfugliando?- esclama Sedie –Dov’è finito tutto il vostro amore, la pace?-
-Sadie! Quello stronzo ha ucciso John!!- urla Michael furiosamente, trattenendo le lacrime.
-Lo so Michael!- risponde Sadie disperata –Ma Qualcuno ci ha insegnato che dobbiamo perdonare e amare coloro che ci fanno un torto!-
-Qualcuno chi? Dio?- chiede scettico Josh.
Sedie annuisce.
Josh sbuffa –In questo momento Dio non c’è. Anzi non è mai esistito! Quanta gente di buon cuore e di grandi opere è stata uccisa in questi ultimi anni?! Da Gandhi a Kennedy, da Luther King a… John Lennon- i suoi occhi si fanno lucidi –Dio è morto insieme a Loro-
Sadie lo guarda confusa.
Noi rimaniamo in silenzio, perché siamo d’accordo con Josh.
-Non riesco a crederci! Dopo tutto quello che è stato detto! Adesso dite che Dio è morto?!-
Ancora silenzio.
Sadie si alza e comincia a camminare avanti e indietro per la stanza.
La guardo. 
Ha gli occhi gonfi e violasti, i capelli rossi scompigliati, il naso e la bocca rossi e la pelle pallida.
Penso che forse anch’io sono in quello stato, in questo momento.
Michael torna a mettersi le mani nei capelli.
Io mi alzo e vado a prendermi una birra dal mini frigo.
-Io…- comincia a dire Sedie -…io penso che Dio c’è- e si ferma.
Tutti noi la guardiamo.
-Come puoi dire questo?- singhiozza Rita.
Prendo la birra, continuando ad osservare la scena.
-Lo dico perché, lo sappiamo tutti, Dio è in ognuno di noi!-
Josh sbuffa di nuovo –Sadie, non sparare cazzate!-
Apro la birra con un cavatappi, tornando al mio posto.
-NON STO DICENDO CAZZATE!- urla lei.
Mi spavento e faccio cadere distrattamente la birra, facendo rompere in tanti pezzi il vetro e versando il fluido sul pavimento.
-Sc…scusate- balbetto piano.
Lei mi ignora –Dio c’è! Dio esiste! Dio è VIVO! Dio è in ognuno di noi! Quando ci ha creati, ci ha lasciato il libero arbitrio! Se Chapman ha voluto fare quel gesto di propria volontà, Dio non poteva impedirlo! Forse vuole metterci alla prova… vedere siamo forti, capire se senza un grande condottiero, noi soldati riusciamo a continuare la nostra battaglia! Vuole accertarsi della nostra fede in Lui e in tutto quello che crediamo-
Sadie zittisce improvvisamente, lasciando noialtri senza parole.
-Ma evidentemente non è così- conclude.
Nessuno piange, tutti sono immersi nei pensieri.
In realtà non sanno cosa dire: di solito si affidavano alle parole degli altri.
Ma secondo me ha ragione. Purtroppo.
A un certo punto Julian dice -Un giorno riuscii a intervistarLo- 
Lo guardiamo scandalizzati e curiosi.
Perché non ce l’aveva mai detto?
Julian comincia a raccontare –Era l’ora di pranzo, quindi non ero in ufficio, ero andato al bar per un veloce gelato.
Cominciai a mangiare, notando in fondo al bar un uomo che cercava di nascondere il viso sotto una spessa sciarpa. Nonostante tutto lo riconobbi subito, era John.
Mi avvicinai e chiesi se potevo sedermi al suo tavolo, facendo finta di non averlo riconosciuto. Fortunatamente lui mi risponde “Si” e così cominciammo a parlare, prima del lavoro troppo stressante e poi, più in generale, della società…
Dopo un po’ gli sussurro “Guardi che ho capito che lei è il sign. Lennon” e Lui mi dice “Lo so”.
Gli chiedo di poterlo intervistare per il giornale. Lui accetta e così, in quel bar… lo intervistai- 
Julian conclude il racconto con un sospiro malinconico.
Noi continuiamo a guardarlo.
Vedo Michael arrabbiato con lui.
-Julian, perché non ce l’hai mai detto?- chiede Rita.
-Soprattutto a me!- esclama Michael.
Julian li guarda –Finita l’intervista, mi supplicò di non parlarne con nessuno e di pubblicarla col un nome fasullo-
-A che serve un nome fasullo? L’intervista sarebbe stata inutile!- dice Josh.
-E’ vero- risponde Julian –Vi ricordate quell’articolo che pubblicai, sui pareri che la gente aveva sulla guerra, la musica eccetera?-
-TRA QUELLE PERSONE C’ERA LUI!- esclamo sgranando gli occhi.
Julian annuisce e si morde il labbro –Mi dispiace non avervelo detto prima-
-Di cosa avete parlato?-
Il ragazzo sorride mesto –Di tutto. Non c’è stato discorso che non abbiamo affrontato! Politica, religione, musica, rapporti di amicizia e amore, personaggi famosi. E’ stato bello dopo, però, quando Lui mi ha chiesto di me. Ha voluto fare una vera e propria chiacchierata, più che un’intervista!-
A questo punto Rita si alza e dice –Vado a cercare l’articolo!-
Non ci opponiamo.
Lei corre verso la porta, la apre e se ne va verso casa sua.
Michael continua a essere nervoso e si maltratta le mani.
Si fida di Julian, essendo il suo fidanzato, e si sono promessi che si sarebbero detti tutto!
-Si, però potevi almeno accennarlo- dice Michael –Io ti ho sempre detto tutto!-
No, Josh Gliel’aveva promesso, non poteva.
Prendo uno straccio e inizio a pulire la birra per terra.
Rimaniamo tutti in silenzio. Sadie ritorna a sedere.
Michael guarda Julian con tristezza e Julian si massaggia le tempie.
Josh si porta di nuovo la mano alla bocca e continua a pensare.
Butto lo straccio tra la roba da lavare, prendo paletta e scopa e comincio a togliere i vetri.
Butto i vetri nella spazzatura e metto tutto in ordine, al posto.
Mentre ritorno al divano, un ricordo mi ritorna alla mente.
Non tutto insieme, piano, un po’ alla volta, come se lo stessi vivendo in questo momento.
Un dolore al petto mi trafigge. Guardo i ragazzi confusa, non so se raccontarglielo.
Julian ha raccontato il suo segreto legato a John… ma il mio è terribile.
E’ un segreto troppo grande! Una colpa troppo... pesante.
Riguarda direttamente la morte di John, io…
Decido di tacere e far finta di niente.
Anche se è difficile.
Il senso di colpa è troppo grande.
Mi siedo vicino a Julian e gli cingo la spalla col braccio.
Mi guarda e gli sorrido tristemente.
Il silenzio diventa strano.
Sembra come se tutti i nostri pensieri, da un momento all’altro, possano essere ascoltati.
A un certo punto sentiamo delle urla lontane “AL LADRO! AL LADRO!”
Seguo la scena con l’immaginazione.
La  donna derubata continua ad urlare mentre il ladro corre nella parte opposta, provvisto di borsetta.
I passanti guardano la scena ammutoliti.
Ma a un certo punto, qualcuno ferma il fuggiasco!
Sentiamo altre urla, di tanti uomini stavolta “Dove credi di andare!” “Ah ah ti ho preso!”
Il ladro urla, capiamo che è un bambino.
E... cominciano a picchiarlo.
Sadie si copre il viso con le mani.
Josh sospira.
Sento Julian rabbrividire.
Michael tende le orecchie per ascoltare meglio e io… io continuo a seguire la scena con l’immaginazione.
Continuano a picchiare il ragazzo finchè arriva la polizia.
Lo lasciano a terra malconcio e i poliziotti lo rimproverano e lo prendono, chiedendo cosa avesse combinato.
La donna derubata dice “Mi ha preso 5 dollari!”
-Oh mio Dio!- esclamo.
Josh mi guarda ma capisce la mia angoscia per quel “ladro”.
-Ecco tutto quello che in questi anni la gente ha imparato, Sadie…- dice Josh verso la ragazza, riferendosi al discorso di prima.
Rita continua ad avere il viso nascosto dalle mani.
-Ma come si fa?!- sussurra Julian.
-Per cinque dollari: picchiato e arrestato- dice Josh.
-Magari era solo un povero bambino affamato…- ho la voce rauca, colpa del pianto.
-Come si fa..?- ripete Michael con più aggressività.
Ritorniamo di nuovo nel silenzio.
La polizia se ne andata, c’è solo la gente che commenta “Non c’è più religione!” “Ma guarda questi ragazzini d’oggi!”
A questi commenti noi ci disgustiamo ancora di più.
E’ inutile dircelo: quei bastardi prima  picchiano un bambino,lo arrestano e osano anche dire che non c’è più religione! Per dei cazzo di 5 dollari!
-John ne sarebbe molto contrariato-
-Lo sappiamo, Garcia-
-Lui… Lui l’aveva detto-
 
-Imagine no possessions…- comincia a recitare Josh -I wonder if you can-
La melodia risuona nella mia mente come una voce tra le montagne.
-No need for greed or hunger- continua Sedie.
Julian guarda Michael - A brotherhood of man-
Michael stringe la mano a Julian sorridendo - Imagine all the people- 
I ragazzi mi guardano.
Ho la testa bassa, lo sguardo perso, ma sorrido.
E mentre una lacrima mi riga il viso canto -Sharing all the world... You may say I'm a dreamer. But I'm not the only one… I hope someday you'll join us, and the world will live as one-
 
Mondo Nutopiano:
Eccomi qua, con questa nuova storia!
E' un racconto introspettivo (se non conoscete il genere, non spaventatevi: niente di cattivo!) e tratta di una ragazza che è convinta di essere un'assassina. Di chi, l'avrete sicuramente capito! ;)
Spero vi piaccia, commentate per favore, così capisco cosa ne pensate, grazie!!
Grazie anche a chi legge soltanto.
Al prossimo capitolo, gente!
 
Peace & Love.
MelinAnima :3
  
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