Salve, salve! ^^ 
Scusate, ma non so dirvi se sono in ritardo oppure no... Ormai ho perso il conto dei giorni! xD
Però sono felice di aver aggiornato, anche se (spero non mi cercherete per trucidarmi) il capitolo è corto.

Dunque... La nostra Kagome è nei guai? Chi le capiterà come compagno/a di stanza? ... E se in seguito, le cose si ribalteranno?
Siete curiosi? Spero che la vostra risposta corrisponda ad un sì! :D

Non risponderò alle recensioni (sono la pigra versione umana di Buyo e sarebbe anche inutile per questo capitolo), ma vi basti sapere che sì, sono crudele e mi piace finire i capitoli tenendovi sulle spine, Inuyasha è terribilmente tenero quando è geloso o abbassa le orecchie (*^*), le scene super-mielose e da diabete tra Inu e Ka-chan sono vitali per me e il "coso" (Hojo) non capisce una mazza.

Ringrazio chi segue questa fic piuttosto strana (xD), Pluto90 (Pluto-chaaaaaan! *^*) e Lully_93 per aver recensito.
In fine... Buona Lettura! :D


                                                                                                                                                                                                                CrazyV 
                                              

                 
 
    
Capitolo 12 –                                                   Stanza 301. 
             Tra felicità e battibecchi, Inferno e Paradiso…!
 







Dopo aver assegnato la “camera maledetta”, come la chiamava Kagome, tutti si fiondarono nella sala da pranzo ansiosi di poter –finalmente- fare un pasto decente in quella giornata.
Kagome e compagnia bella stavano parlando del più e del meno e Hojo si mise in un angolino a fare cerchi... Troppo depresso per non essere il compagno di stanza di Kagome, quando Sebastian avvertì dell’orario di chiusura della sala.
Sango e Kagome si catapultarono –letteralmente- nella propria stanza, mentre Inuyasha trascinava Miroku, impegnato a fare proposte indecenti ad ogni ragazza che le capitava sott’occhio.
 

-Oh, Dio… Non ci posso credere, non è possibile.-
-Kagome, è destino.- ridacchiò Sango.
-Sì, ma non ti pare strano che con un sorteggio sia andata a finire così?- disse mentre si portava una mano sulla nuca la piccola Higurashi.
-Senti, ormai è fatta e non sai quanto sono felice per questo!- esclamò raggiante la mora, intenta a sistemare magliette in un cassetto.
-Già! Chi se ne frega!-
Fu un attimo. Le due si guardarono negli occhi, intuendo che pensavano la stessa cosa e subito iniziarono a lanciare urla di gioia… Dopotutto erano solo le 22:30 e c’era solo una stanza accanto a quella. Stanza nella quale un ragazzo iniziava ad innervosirsi, cosa diavolo c’era da urlare tanto!?
Fece cenno all’ amico di seguirlo.
-Tu vieni con me.- 
Non era una richiesta, ma un ordine… E lui ci teneva alla sua vita!


-Cosa cavolo urlate, decerebrate!- ringhiò l’hanyou, spalancando la porta.
Intanto le due avevano smetto di saltellare come delle povere sceme e fissavano interdette il ragazzo.
-Emh… Inuyasha, tesoro bello, qualcosa in contrario? Oppure… Sei solo geloso del fatto che ci sono io con Ka-chan al posto tuo?- disse maliziosa Sango.
Il mezzo demone la fissava tra l’indignato e il rabbioso.
- Sì! Sì, ho qualcosa in contrario! Anche se siete ragazze, quindi è nel vostro DNA schiamazzare come delle galline, che cavolo avete da urlare!? Poi perché dovrei essere geloso di questa  qui!?- indicò la ragazza accanto 
Kagome, piuttosto rabbiosa, si portò a due centimetri dal viso di Inuyasha dando il via ad un’ altra delle loro “piccole” dispute…
-Avrai anche ragione sul fatto di schiamazzare a quest’ora e in una stanza d’albergo, ma come ti permetti di paragonarci a delle galline e… “Questa qui”!?-
-Perché, tu non sei una gallina?-
-Idiota, pensa per te!-


Male.  Molto male.
Non doveva dirlo. Se c’era una cosa da evitare, sicuramente era commentare la natura di Inuyasha.
Non aveva mai sopportato il peso di quelle orecchie, segno della sua diversità. Anche il fatto di essere solo... Certo, da quando Kagome era entrata nella sua vita la sua famiglia erano i suoi amici, ma restava comunque doloroso.


Infatti quest’ultimo abbassò le simpatiche orecchiette e si voltò verso la porta.
“Ma perché non conto fino a dieci prima di parlare?! Stupida, sei una stupida Kagome!” Pensava, agitandosi, la ragazza.
L’hanyou, senza voltarsi, diede la buonanotte e se ne andò in completo silenzio, sotto gli sguardi straniti di Sango e Miroku che non aveva aperto bocca.
Kagome, invece, fissava la porta con occhi vitrei… Cosa cappero era preso a tutti e due?
Ancora con i pensieri in subbuglio a causa della sfuriata, entrambi i litiganti si tuffarono tra le coperte.
Persi nei loro pensieri, mentre l’oscurità della notte inghiottiva le loro stanze.