Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Benkalas    08/08/2011    1 recensioni
Questo è stato uno dei miei primi racconti fantasy a cui tra le altre cose devo il mio nickname;è nata come one-shot ispirato ad un fatto realmente accaduto e doveva essere una sorta di "catarsi" per una storia andata a male
Il mondo in cui è ambienta,Kymerian è rimasto tutto nella mia testa ad eccezione di Serill comparsa in un racconto che pubblicai per un concorso e di Teemud in questo capitolo
Non ho mai ripreso in mano il progetto "Kymerian" ; un paio di miei amici dovrebbero avere delle bozze di un sequel di questa storia ma sinceramente non ricordo granchè se non un progetto per una statua (e boia se son riuscito a trovare chi sapesse disegnarmela)
Il re Kalas citato nella storia è Driu Kalas che insieme alla moglie Astrid sono i protagonisti della storia ambientata a Serill (se riesco a ritrovarla magari ve la mostro)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Passeggiando per Teemud, Ben si accorse di quanto il villaggio cambiasse per la festa di Massnak: i bimbi gustavano dolci a forma di serpente seduti all’uscio delle capanne, coppie di ogni età si scambiavano affusolati bracciali d’oro, i giovani si esercitavano con le loro balestre nuove, simbolo del loro ingresso nell’età adulta
Anche lui aveva ricevuto un piccolo dono, un ciondolo formato da uno smeraldo stretto tra le spire di un serpente; quando Mastro Ghilal glielo aveva dato aveva spiegato che quel monile rappresentava la protezione che gli abitanti delle Foreste chiedono al loro dio Serpente per ogni straniero.
Quest’ultima parola bruciava nel cuore di Ben come se fosse stato il più volgare degli insulti tanto da riempirgli gli occhi di lacrime al ricordo di quel triste giorno in cui aveva appreso il significato che i nobili di quelle terre attribuivano a quel termine: era uno degli ultimi giorni dell’estate, la principessa Cloe l’aveva invitato alle Torrette dei Forestali per mostrargli in cosa consisteva il Servizio di Guardia che ogni giovane, nobile o plebeo, era tenuto a compiere, ma quando arrivò si accorse che l’invito era stato esteso ad altri quattro principi del regno: Arn, Greyfu, i gemelli Scython e Luke Xurel; all’inizio pensò fosse una buona possibilità per cercare di ambientarsi ma capì presto quanto si stava sbagliando.
Non appena i quattro si accorsero che l’interesse di Ben era più rivolto a Cloe che alle tecniche antincendio, iniziarono a fare del giovane principe il centro dei loro insulti.
“Non siete interessato all’argomento principe Kalas?” – gli chiese Jahon Scython con maldestra ironia – “forse voi conoscete un modo migliore per spegnere un fuoco”.
“Ho sentito dire che la gente di Serill sappia volare” – replicò Yakun in tono cattivo – “forse lì spengono gli incendi semplicemente orinandoci sopra”.
“Può anche darsi” – rispose Jahon – “dagli adoratori di Ayman, il dio Grifone, ci si può aspettare ogni sorta di nefandezza”.
“Non ne dubito” – convenne Arn – “fossi in lei, principessa, mi preoccuperei di quello sguardo, chissà quali orrendi pensieri nasconde”.
Ben aveva ascoltato abbastanza; si girò di scatto, riprese il suo mantello e si diresse verso la porta deciso ad allontanarsi il più possibile da quegl’esseri velenosi come il dio che adoravano, ma Luke gli si parò davanti.
“Ehi, figlio di Aymar, non lo sai che prima di spiccare il volo devi avere il permesso della principessa?”.
“Il principe Kalas è un mio ospite e come tale esigo che lo trattiate” – protestò Cloe – “ed è libero di andarsene in qualsiasi momento desideri farlo! Luke, tu e i tuoi compagni avreste molto da imparare da lui se solo foste un po’ meno pieni di voi stessi” – poi rivolta a Ben aggiunse – “scusali, sono solo dei signorotti” – ed il tono in cui l’accentuò non lasciò alcun dubbio su cosa ne pensasse al riguardo – “che non conoscono la differenza fra lo scherzare e l’insultare. Spero comunque che non te la sia presa a male!”. E quasi per riparare all’offesa subita gli diede un piccolo bacio sulla guancia.
 
“Zio, zio! E’ arrivato Ben!”.
La voce squillante di David distolse Ben dai suoi ricordi, era arrivato alla bottega di Mastro Ghilal; il vecchio troll era uscito attirato dalle urla del nipote e lo stava aspettando sull’uscio del laboratorio guardandolo con aria stupita – “che ci fai qui ragazzo? Nessun incendio da spegnere oggi?”.
“Lascia stare Ghil” – rispose Ben battendosi il petto – “è qui dentro l’unico incendio da spegnere! Ma parliamo dei tuoi fuochi, come vanno i preparativi per lo spettacolo di stasera?”.
“Di lavoro ce n’è ancora tanto e due mani in più fanno sempre comodo” – concluse Ghilal con una sonora risata.
Passarono l’intero pomeriggio a costruire razzetti e mentre mischiavano le polveri con cui riempirli, Ghilal spiegava ogni fase del proprio lavoro; Ben ascoltava con molto interesse ponendo anche numerose domande per avere più informazioni possibili.
Al tramonto Ghilal lo congedò – “E’ meglio che tu vada ragazzo! Se vuoi far colpo sulla tua bella, lavati! Sembri appena uscito da una miniera”.
Per tradizione, una delle famiglie aristocratiche delle Foreste si occupava a turno dell’organizzazione di un banchetto in onore di Massnak a cui chiunque si trovasse nei territori del dio Serpente poteva partecipare; quest’anno si sarebbe svolto nei giardini di Villa Scython, i genitori di Yakun e Jahon non avevano badato a spese: lampioni, festoni, segnaposti finemente intarsiati nella forma dei più esotici animali tutti realizzati dai migliori artigiani Nani, stoviglie di porcellana, composizioni floreali frutto dei migliori artisti Elfi di Teemud, musici e giocolieri erano stati chiamati da ognidove, enormi tavolate erano state imbandite con ogni sorta di portata.
Gli invitati erano parecchi e per Ben non fu difficile dileguarsi con la scusa di dover aiutare Mastro Ghilal negli ultimi preparativi per lo spettacolo.
Ma non raggiunse il grande spazio tra gli alberi dove il vecchio troll lo aspettava; non era sicuro che Ghilal avrebbe approvato il suo progetto e l’aveva preparato da troppo tempo per rischiare di mandarlo in fumo. Così si appostò sulla collina dalla quale aveva visto nascere e morire innumerevoli nuovi giorni e attese la fine della grancassa.
Aveva solo un paio di minuti prima dei tre colpi che avrebbero decretato la fine dello spettacolo, ma se li fece bastare: con un tempismo perfetto sparò il proprio razzo che esplose in un bagliore bianco e verde che riuscì a modellare dandogli la forma di un grifone e di un serpente che, intrecciando le loro code, formavano un cuore.
Non era un trucco difficile, Ben si era allenato per tutto l’inverno col fuoco del camino; bastava avere la giusta dose di Potere, tuttavia richiedeva un notevole dispendio di energia, così Ben decise di tornare alla festa per mangiare qualcosa che lo rimettesse un po’ in forze, ma non aveva idea di cosa l’aspettasse.
Il suo fuori programma aveva impressionato la folla che ora era in subbuglio.
“Che pensiero romantico” – sospirarono un gruppo di ragazze – “chissà chi l’ha avuta?”.
“Sembra che sia stato quel giovane principe straniero” – rispose un’anziana signora, addentando un pezzo di dolce.
“Chi, Benjamin Kalas?”.
“Proprio lui, sembra che abbia un debole per la nostra principessa”
“Pare che neanche la principessa disdegni la compagnia del principe straniero, se capite cosa intendo”
“Ma allora ci sarà un matrimonio?!” – chiesero le ragazze in coro.
“Non possono” – intervenne il fabbro del villaggio – “Benjamin è il secondogenito di Re Kalas, non sarebbe un matrimonio conveniente, e poi ho sentito che anche Jahon Scython sia interessato a quella fanciulla!”
Jahon, che aveva ascoltato tutta la conversazione, rosso di rabbia e di gelosia diede un cenno ai suoi che lo seguirono da Lord Scython.
“Padre, non lascerai che Teemud venga messa in ridicolo da un insolente straniero che non ha ancora capito qual è il suo posto?”
“Suvvia Jahon” – sdrammatizzò Scython – “è stato solo un gioco di fuoco, e anche realizzato piuttosto bene, direi”
“Tu non capisci” – incalzò Jahon – “sai a chi era dedicato quel fuoco? Alla principessa Cloe; è a lei che mira quel figlio di Aymar! Vuole impadronirsi delle Foreste per seminare il morbo del male che già ha colpito la sua terra”.
“Spero per te che le tue accuse siano più che fondate” – fu il solo commento di Ukas Scyton – “Guardie! Scortate il principe Kalas al Consiglio delle Sette Colonne e voi ragazzi chiamate gli altri membri del Consiglio, se non sono troppo brilli da non reggersi in piedi”.
Le guardie trovarono Ben in compagnia di Cloe e ciò convinse Lord Scython della veridicità delle accuse dei figli.
“Ragazzo impertinente, sono scoppiate guerre per molto meno! Ti conviene lasciar perdere quella ragazza, oppure quella che è partita come una bravata sfocerà in qualcosa di molto più grosso e serio!”
“Mylord” – replicò Ben – “non è mia intenzione trascinare il mio e il vostro paese in un’inutile guerra, ma i sentimenti che mi legano alla principessa sono sinceri e profondi e non possono essere spazzati via solo perché qualcuno mi chiede di farlo; chiedo solo di poterla salutare un’ultima volta”
“E sia!” – Ukas Scython era un uomo anziano, ma non uno stolto – “ma domani all’alba dovrai lasciare Teemud”.
La luna specchiandosi nel piccolo stagno del Giardino Reale era l’unica testimone di quel triste momento, l’intero bosco era avvolto in un silenzio irreale, quasi la natura intera condividesse la sofferenza della giovane principessa; lacrime le scendevano copiose sul viso mentre sempre più tempo passava senza che avesse notizie di Ben.
Improvvisamente il silenzio fu rotto da un fruscio di rami e foglie e Cloe vide arrivare verso di se il principe Kalas; gli corse incontro, lo abbracciò e lo baciò più volte. Lui ricambiò i suoi baci come se volesse sfogare tutto il suo amore in una sola notte ma, vedendo che lei era sul punto di scoppiare di nuovo in lacrime, la strinse a se e le lasciò sfogare tutto il suo dolore e quando fu sicuro che si fosse calmata le parlò dolcemente.
“Cloe, non so se riuscirò a trovare le parole adatte, non ho mai provato niente di simile, ma una cosa voglio che sia chiara: non rinuncerò a te, dovessi spaccare i monti Koruat pietra per pietra, dovessi scendere nell’ultimo inferno di Aymar, troverò il modo di rimanere con te per tutta la vita” – si tolse il ciondolo di Mastro Ghilal dal collo e glielo porse – “conserva questo per me, lo restituirai quando tornerò da te”.
Lei accettò il dono, poi raccolse una vecchia balestra da terra – “Era di mio padre” – gli disse – “non visse mai abbastanza da avere un figlio maschio a cui darla: voglio che la prenda tu!”.
“Non posso accettarla” – protestò Ben – “è un oggetto sacro, solo un uomo delle Foreste può impugnarla”.
Lei gli passò un dito sulle labbra – “Non preoccuparti, prendila e con lei difendi il nostro amore”.
Questa volta Ben l’accettò senza reclami.
Avrebbe voluto darle un altro bacio, ma sapeva che se lo avesse fatto non avrebbe più avuto la forza di andarsene, così voltò le spalle alla principessa e andò via con una promessa da mantenere nel cuore.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Benkalas