VIII Capitolo
But the past ain’t through with you…
Quando
arrivarono a casa di Gerard, Lyn-z li aspettava
davanti la porta, sorridente ed allegra. Gerard si sentì terribilmente in colpa
e guardò il vassoio che aveva comprato, dopo essere usciti dall’hotel, al bar
più vicino.
La salutò
con un lieve bacio sulle labbra e lei sorrise felice.
“Mi hai
portato la colazione!” disse euforica, tanto da cominciare a saltellare come
una bambina. Lui le sorrise un po’ ed annuì cercando di mostrarsi felice tanto
quanto lei. Frank se ne stava dietro di lui, senza dire una parola, e quando il
più grande si voltò lui gli rivolse un sorriso quasi malizioso che lo fece
sentire ancora più uno schifo.
Possibile
che Frank fosse felice di tutta quella situazione?! No perché insomma non era
una cosa normale. Aveva tradito sua moglie a nemmeno ventiquattro ore dal
matrimonio! Era quasi un record, o forse era proprio un record!!
Sospirò,
cercando di non farsi notare da sua moglie che tutta contenta toglieva la carta
che avvolgeva il vassoio e prendeva un muffin, mangiandolo felice.
“Frank,
resti qui ancora per molto?” chiese Lyn-z sorridendo
ad un Frank che non lasciava trapelare alcuna emozione. Gerard si voltò a
guardarlo e lui le sorrise.
“Non lo
so, penso per qualche altro giorno, poi credo proprio di dover tornare nel
Jersey, ho comunque del lavoro da sbrigare.” Rispose lui, con un sorriso.
Sembrava
che la notte scorsa non fosse successo nulla e che fossero davvero vecchi amici
che non si vedevano da un po’. “Sai, non vedo Gerard da un paio di anni e
insomma ho l’occasione per passare un po’ di tempo con lui, come ai vecchi
tempi” continuò il più basso, provocando una serie di brividi lungo la schiena
di Gerard alle ultime parole da lui pronunciate.
Già, la
sera prima era stata proprio come ai vecchi tempi.
Tossicchiò
e sorrise, dirigendosi verso il bancone della cucina, dove la macchinetta del
caffè aveva appena finito di fare il caffè. Si prese una tazza e se ne versò
una buona dose. Dopotutto sua moglie credeva che fossero stati a fare
colazione, in realtà non aveva toccato nemmeno una goccia di caffè e temeva di
non riuscire a pronunciare una sola sillaba di senso compiuto senza almeno
mezzo litro di caffè in corpo.
“Frank..Vuoi
del caffè?” chiese Lyn-z finendo di masticare, visto
che suo marito non era in grado di parlare evidentemente. Il ragazzo annuì con
sorriso.
“Anche se
lo abbiamo già preso, non direi mai di no ad una bella tazza di caffè”
Frank era
capace, sempre, di tirarlo fuori dai guai. Forse era anche per questo che lo
amava incondizionatamente. Perché, nel bene o nel male, Frank riusciva sempre a
fare qualcosa di buono per lui. Al posto suo non lo avrebbe assolutamente
fatto, non avrebbe fatto tutto quello che era successo la scorsa notte, né
nient’altro, perché si sarebbe sentito tradito.
Così si
sedettero tutti attorno al tavolo della piccola cucina e parlarono fino ad ora
di pranzo, senza smettere un secondo di ridere. E Gerard si sorprese nel
vedersi ridere a dei ricordi che per lui erano sempre stati tabù. Insomma
ricordare il vecchio tour, quel tour così devastante che lo aveva portato a
mollare tutto. Eppure adesso rideva, perché Frank non raccontava le cose
peggiori, bensì le cose divertenti, che erano accadute quelle poche volte che
lui era sobrio, o le cazzate che diceva quando non era esattamente sobrio, ma
nemmeno troppo fatto e ubriaco. Semplicemente quando era un po’ brillo.
Ma in
fondo un po’ tutti lo erano sempre in quel periodo. Dopo un concerto andavano
sempre a sbronzarsi un po’.
Si rese
conto che tutto quello gli mancava terribilmente. Non il fatto di essere fatto
dalla mattina alla sera, è chiaro. Ma la vita in tour, le cazzate con gli
amici, urlare in un microfono, vedere migliaia di persone che saltavano,
urlavano, si spingevano e cantavano con lui.
Gli
mancava tutto quello. L’emozione di fare musica e far provare le stesse loro
emozioni ai loro fan attraverso delle parole urlate in un microfono. E nella
sua testa stava cominciando a balenare un’idea. Un’idea che forse non tutti
avrebbero accettato. Ma lui ci avrebbe provato comunque. Non tutto, in fondo,
era perduto. Tanto valeva tentare.
Era
tornato nel Jersey da un paio di settimane, e si sentiva con Gerard
regolarmente tramite e-mail o tramite telefono.
Spesso il
più grande lo chiamava in piena notte, quando Lyn-z
dormiva, per dirgli che lo amava e che non lo avrebbe dovuto dimenticare. Era
brutto dover stare lontano da lui, ma dopotutto lì, a Belleville,
aveva la sua vita, i suoi cani, il suo lavoro, la sua nuova band. Non poteva
mollare tutto e trasferirsi a Los Angeles per stare con Gerard. Lo avrebbe
fatto, ma non ne valeva la pena. Insomma lui era sposato e si sarebbe sentito
semplicemente un amante. Non che gli dispiacesse, in fondo era ciò che era, ma
non gli andava di stare lì per una cosa così.
Quel
giorno se ne stava a casa sua, sul divano, circondato da tre dei suoi infiniti
cani, con in mano la sua chitarra, componendo musica che probabilmente non
avrebbe mai suonato. Non con la sua nuova band comunque- che poi band non era,
passava il tempo soprattutto- .Era una cosa più da My
Chemical Romance, ma ormai non c’era più niente da
fare, si erano sciolti e niente avrebbe riportato tutto come una volta. Forse
era un bene, per Gerard. Ma Frank sentiva la mancanza di quella band come
dell’aria che respirava, sentiva la mancanza della band perché sentiva la
mancanza di Gerard, e Gerard era la band.
Non si
aspettava di sentire squillare il telefono a quell’ora, a meno che non fosse
qualcuno della Skeleton che voleva parlargli. Smise
di suonare e buttare lì accordi alla bell’e meglio e afferrò il cellulare sul
tavolino basso davanti al divano. Vedere il nome di Gerard che lampeggiava sul
display del cellulare lo riempì di gioia, e anche di preoccupazione. Gerard
chiamava di sera, mai alle tre del pomeriggio, semmai gli scriveva delle
e-mail.
“Hey Gee, devo preoccuparmi? Sono
le tre del pomeriggio!” rispose, con una risatina, per sdrammatizzare e non far
notare la sua preoccupazione. Gerard ridacchiò di rimando.
“Se vuoi
preoccuparti…Io mi preoccuperei, più che altro per ciò che sto per dirti
Frankie” disse il più grande, la voce modificata dal microfono del cellulare.
Frank assunse un’aria preoccupata e si mise meglio a sedere, in attesa che
Gerard aprisse quella fottuta bocca per dargli una qualche orribile notizia. Si
aspettava che gli dicesse una cosa tipo ‘Non possiamo andare avanti così, se
fossi stato qui sarebbe stato meglio, ma sarebbe stato comunque sbagliato, non
voglio più tradire mia moglie’ o chissà che cosa!
Stava per
morire di ansia, si sentiva quasi soffocare per l’agitazione. E Gerard se la
rideva, probabilmente perché aveva capito che era ansioso.
“Rilassati
Frankie…E’ solo che volevo dirlo prima a te, prima di avvisare gli altri…”
Cosa
voleva fare? Suicidarsi? Andare a vivere in Australia, o al polo Nord? Non ci
stava capendo più niente, doveva solo rilassarsi.
“Okay Gee, ma dimmi cosa c’è, veloce che mi sta venendo l’ansia!”
ammise mordicchiandosi il labbro anche se non poteva vederlo. Gerard rise e la
sua risata fu un brivido lungo la schiena e lo fece sorridere. Si sentiva
stupido, davvero stupido.
“Okay,
okay. Niente di che insomma…Avevo solo una mezza idea che adesso non è più
mezza, ma se tu non ci stai lascio perdere…” lo teneva ancora sulle spine. Lo
avrebbe ucciso appena possibile! “Volevo rimettere su la band.” buttò lì, come
se niente fosse, come se fosse una proposta per una birra fuori con amici.
Rimettere
su la band significava un sacco di cose. Insomma era una cosa parecchio
complicata, o forse non lo era per niente e Frank aveva semplicemente paura che
Gerard potesse ricadere in ciò che gli era successo prima, anche se adesso gli
sembrava molto più stabile di prima.
Poteva
sentire Gee fremere dall’altro lato, in attesa di una
sua risposta, ma Frank non sapeva che dire. Era rimasto fermo, con gli occhi
fissi sul foglio doveva aveva scribacchiato quella canzone, che per la sua
nuova “band” non andava decisamente bene…
“D’accordo
Gee, per me va bene” disse infine, aprendosi in un
sorriso. Non aveva nulla da perdere e quell’occasione avrebbe dato lui la
possibilità di passare molto più tempo con lui e avrebbe ostacolato la
relazione tra lui e Lyn-z. Si era una cosa cattiva da
pensare, ma proprio non sperava altro.
“Grazie,
Frankie, chiamo gli altri, ti chiamo stasera” disse e riattaccò velocemente,
probabilmente perché sua moglie era entrata nella stanza, e non gli lasciò
nemmeno il tempo di salutarlo.
Beh,
aveva parecchio tempo da passare con lui, adesso che volevano rimettere su la
band. Doveva impegnarsi a scrivere le canzoni. Non sarebbe stato difficile, lui
aveva un sacco di idee per la testa e sicuramente anche Gee,
visto che aveva preso questa decisione.
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Eccomi di nuovo qui.
Scusate il ritardo,
ma sono stata bloccata senza sapere cosa scrivere e quindi…Boh.
Comunque è un
capitolo molto a random, davvero, anche le cose sono
scritte a random…
E anche il titolo è
molto random, quello soprattutto.
Bene.
Recensite, non
recensite, apprezzate, criticate, ogni commento è ben accetto anche se
negativo.
Much Love.
Gì <3