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Autore: Kiki Hiwatari    09/08/2011    3 recensioni
Chiuse il portone. Il guidatore ingranò la retro, uscendo dal giardino, poi partì frenetico per allontanarsi il più possibile. Tuttavia i misteriosi aggressori parvero non essere d'accordo e lanciarono i loro bey all'inseguimento.
- Impossibile! Ci stanno raggiungendo!- urlò Daichi guardando indietro.
- Cosa?! Come possono essere così veloci?- chiese Mao
- Tenetevi ragazzi. Sarà un viaggio movimentato-
.
spero di avervi incuriosito almeno un po' (ma ne dubito)
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ciao piacere sono Kiki (: questa è la prima storia che pubblico in assoluto, abbiate un po' di pietà perfavore. commenti, consigli e critiche sono ben accetti (:
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

 

 

-Presto ogni vostro dubbio sarà chiarito-

I ragazzi osservano l'anziano. Nonostante l'aria seria, l'uomo emanava una specie di aura benevola, che fece rilassare inconsciamente i blaider.

-Lei chi è?- Takao fu il primo a parlare

-È un vero onere per me conoscerla, guerriero dell'aria- sentenziò con un'inchino -Io sono Darius-

-Guerriero dell'aria? Ma che significa?- domandò il prof, tentando di consultare invano il suo pc. L'uomo intanto si era avvicinato al gruppetto e si era inchinato rispettosamente altre tre volte, prima rivolto a Kei

-Guerriero del fuoco- poi davanti a Rei e a Max

-Guerriero della terra, guerriero dell'acqua. Era da moltissimi anni che attendevo il vostro arrivo- I ragazzi continuavano a non capire.

-Scusi ma credo che ci abbia scambiati per qualcun'altro- intervenne il cinese

-Assolutamente no. Voi siete i quattro guerrieri. Non mi sono certamente sbagliato. Voi custodite i quattro animali sacri-

Takao e gli altri presero immediatamente i loro bey dalle tasche, constatando che continuavano ad emanare calore. Dopo alcuni secondi da ognuno dei bit scaturì un fascio di luce, uno per ogni trono, fatta eccezione per quello argenteo. I quattro seggi si illuminarono, rivelando poi diversi disegni sugli schienali. Sul trono con il cuscino marrone chiaro era comparsa l'immagine della tigre bianca, su quello rosso spiccava invece una fenice, su quello grigio vi era il drago azzurro, mentre su quello blu era comparsa l'immagine della tartaruga. I ragazzi non accennavano a proferire parola.

-Venite con me- L'uomo si posizionò davanti al grande trono centrale, borbottando alcune parole che i giovani non riuscirono a capire. Poi un lieve tremore percosse la stanza ed il trono si sollevò da terra. Sotto il seggio vi era l'inizio di una scalinata che scendeva lungo un tunnel buio.

-Seguitemi- li incoraggiò Darius iniziando a scendere. Il gruppo lo seguì senza discutere, erano tutti troppo curiosi, volevano scoprire di cosa stesse parlando il vecchio. Scesero la scala a chiocciola per qualche minuto. Infine giunsero in un magnifico giardino sotterraneo illuminato da una luce azzurrina. Al centro del quale una fontana di marmo bianco si ereggeva in tutta la sua bellezza. Quel luogo emanava un che di mistico. Nessuno dei ragazzi parlava, come se pronunciando una parola la magia si spezzasse. Fu però Darius ad intervenire, dicendo a Takao, Kei, Rei e Max di sedersi con lui intorno alla fontana. I quattro obbedirono, erano seduti a gambe incrociate, rivolti verso la piccola costruzione.

-Ora, guerrieri, prendetevi per mano, chiudete gli occhi e liberate la mente-

Nuovamente i giovani fecero come gli era stato detto. Dopo una manciata di secondi percepirono una strana sensazione, come un senso di vuoto. Tuttavia non erano spaventati, gli sembrava di galleggiare in una mare di niente. Il nulla più totale. La pace e la spensieratezza di quel vuoto era piacevole, nessun male e nessun pericolo. Improvvisamente nelle menti dei ragazzi si creò l'immagine di un karibù color argento. Come in un film le immagini si susseguivano nelle menti dei blaider. Intorno all'animale era tutto buio. Poi l'oscurità venne illuminata da milioni di piccoli puntini luminosi. Era così che aveva creato lo spazio, le galassie e le stelle. Ora vicino al karibù erano comparsi altri quattro animali che, unendo i loro elementi, avevano creato la Terra. L'aquila rossa aveva forgiato il nucleo rovente del pianeta, il drago azzurro aveva formato l'atmosfera. La tartaruga aveva creato gli oceani, portando l'acqua, mentre la tigre bianca aveva plasmato la roccia, facendo emergere la terra dal mare. Infine il karibù aveva portato la vita. Tutto sembrava perfetto, le differenti forme di vita ormai popolavano quel mondo, vivendo in perfetta armonia. Poi però una gigantesca ombra scusa aveva portato la paura sulla Terra. Gli esseri viventi avevano iniziato a lottare fra loro, i sentimenti come l'odio e la rabbia ormai prevalevano sull'amore e la felicità. Le creature si stavano auto-distruggendo, mentre l'ombra osservava divertita il suo operato attraverso due raccapriccianti occhi vermigli. Fu allora che il karibù decise di intervenire, ingaggiando una furiosa battaglia con l'ombra, aiutato dai quattro animali. Tuttavia l'entità creò dei cloni oscuri del drago azzurro degli altri. Dopo numerosi scontri il karibù e gli altri animali riuscirono a sconfiggere l'ombra. Purtroppo però non riuscirono ad eliminarla definitivamente. Allora decisero di confinarla nella zona più remota della galassia. I cloni oscuri, senza controllo, si dispersero sulla Terra, così come gli animali originali.

I blaider erano sconcertati, le immagini proiettate nelle loro menti sembravano tangibili. Era stato come sognare ad occhi aperti. Tutto intorno a loro divenne nuovamente nero. Fu allora che i ragazzi aprirono gli occhi di scatto, scoprendosi leggermente sudati.

-Lo... lo avete visto... anche voi?- chiese Takao titubante. I tre annuirono, poi si rivolsero al vecchio.

-Cos'era quell'ombra?- chiese l'americano

-Le tenebre- rispose pacatamente Darius -Avete visto la creazione del mondo e la battaglia avvenuta miliardi di anni fa tra la luce ed il buio-

-Per quale motivo ce lo ha mostrato?- domandò Kei

-Era il mio compito. Qualora i guerrieri fossero tornati avrei dovuto mostragli l'origine dei loro poteri e spiegarli come liberare la forza degli animali sacri-

-Ma loro sanno già evocare i bit power, utilizzandoli al massimo le loro qualità- intervenne il prof. Solo allora i cinque sembrarono ricordarsi di non essere soli.

-Non capisco... Se siete già in grado di utilizzare il loro potere, perché siete qui?-

-La nostra nave è stata distrutta e siamo naufragati qui- spiegò Christal

-A proposito, dove siamo?- chiese Daichi. I giovani si guardavano un po' sorpresi, effettivamente non sapevano nemmeno dove si trovavano. Fino a quel momento però non avevano dato tanto importanza alla cosa.

-Siete sull'isola di Purusha-

-Ma non era proprio quella la nostra destinazione?- domandò Mao. Aveva avuto fortuna avevano raggiunto il loro obbiettivo senza neanche saperlo. Tra tutti i posti si erano ritrovati sull'isola di Purusha, la loro meta. Era lì che Daitenji gli aveva esortati ad andare. Il motivo non gli era ancora chiaro, ma la presenza dell'anziano non era un caso. Il presidente sapeva del tempio e di Darius, non c'era altra spiegazione. I quattro blaider tirarono nuovamente fuori i loro beyblade. Darius si avvicinò osservando con interesse le piccole trottole di metallo.

-Potreste farmi vedere- chiese gentilmente. Takao e Kei si scambiarono uno sguardo d'intesa, prima di allontanarsi un po'.

-Tre... Due... Uno... Pronti? Lancio!-

Dranzer e Dragoon ruotavano velocissimi, dopo un paio di piccoli attacchi accellerarono ulteriormente, evocando il drago azzurro e la fenice. L'uomo osservava la scena con uno sguardo lievemente deluso. Terminata la breve dimostrazione l'uomo prese la parola.

-È in questo modo che liberate l'energia degli animali sacri?- domandò sorpreso. I ragazzi annuirono. In un certo senso fieri di aver dimostrato in parte il loro grande potere. Tuttavia il sospiro rassegnato di Darius li scoraggiò non poco.

-C'è qualche problema?-

-Vedete, guerriero della Terra, effettivamente riuscite ad evocare gli animali, ma in questo modo non utilizzate nemmeno un centesimo delle loro reali possibilità-

-E come possiamo sprigionare tutta la loro energia?- intervenne Kei

-Finché continuate a tenere gli animali imprigionati in quegli aggeggi- disse indicando i loro bey -vi sarà praticamente impossibile. Dovete liberarli... letteralmente-

-Come?- il russo era molto interessato all'argomento. Diventare più forte era quello che voleva. Non aveva rinunciato al sogno di essere il migliore e quel vecchio sembrava essere la sua risposta. Se esisteva un modo per aumentare la potenza di Dranzer era deciso a utilizzarlo, nonostante non fosse più disposto a sfruttare bey come Black Dranzer. Black Dranzer... ma certo! L'aquila nera. Era il clone oscuro della sua fenice. Quindi esistevano altri bey con la potenza spaventosa dell'aquila nera e molto probabilmente il misterioso gruppo di blaider che gli aveva attaccati ne era in possesso. Quel pensiero lo inquietò leggermente. Se quella sera avessero combattuto sarebbero stati sicuramente sconfitti. Non erano pronti ad affrontare un nemico così potente, non in quel momento almeno. Magari erano addirittura in grado di liberare i bit-power oscuri, a contrario di lui. Kei si morse il labbro inferiore, stringendo i pugni.

-Come?- chiese -Come possiamo liberarli?- il tono della sua voce era fermo, ma lo sguardo trasmetteva una determinazione incredibile. Lui voleva, anzi doveva diventare più forte.

-Basterà concentrarvi, lasciare che l'energia fluisca attraverso i vostri corpi e permettere agli animali sacri di uscire da quelle trottole. Una volta liberi saranno tangibili ed il loro potere potrà realmente essere sprigionato-

-Proviamo- il russo era già in posizione, pronto a lanciare il bey

-Guerriero del Fuoco! Aspetti! Non qui! Se liberasse la fenice distruggerebbe l'intera sala. Seguitemi, vi porto fuori- detto ciò Darius ricondusse i giovani nella sala con i troni. Una volta lì premette un pulsante ed il gruppo si ritrovò all'esterno del tempio. Pochi secondi dopo Dranzer ruotava ai piedi del suo proprietario. Il russo evocò l'aquila rossa, dopodiché chiuse gli occhi, tentando di concentrarsi il più possibile. Il resto del gruppo lo guardava trepidante, con un pensiero comune: ce l'avrebbe fatta? Dranzer aveva aumentato ulteriormente la sua rotazione, bruciando l'erba sotto di lui. Dopo qualche minuto la trottola divenne completamente incandescente, era ricoperto da fiamme cremisi che impedivano di distinguere chiaramente il bey. La fenice intanto cresceva, acquistando progressivamente tangibilità. Kei ce l'aveva praticamente fatta. Ma proprio quando sembrava esserci riuscito la trottola aveva rallentato improvvisamente, fermandosi ai piedi del gruppo e rinchiudendo nuovamente il bit power nella sua prigione di metallo. Il russo si lasciò sfuggire un ringhio di disapprovazione.

-Wow! È stato incredibile!- sentenziò Takao esaltato -Voglio provarci!-

-Me too!-

-Io pure-

I quattro blaider continuarono ad allenarsi con l'aiuto degli altri, solo il prof, Hilary e Darius non partecipavano, poiché non possedevano un bey. Il prof però non perdeva neanche un minimo movimento delle trottole, registrando tutto grazie al suo computer. Fu così che la ragazza si ritrovò a chiacchierare con l'anziano signore.

-Quindi lei vive qui da solo?-

-Esattamente- La ragazza si incupì leggermente

-Non le dispiace non avere nessuno con cui parlare?- L'uomo non rispose

-Ehm.. scusi non volevo essere indiscreta. Faccia finta che non abbia detto niente- disse la brunetta agitando le mani

-Sai Hilary, tu mi ricordi molto mia figlia- le disse dolcemente, ma la ragazza fu sicura di notare un velo di malinconia nella sua voce.

-Oh. È tanto che non la vede?-

-Già, tanti.. tanti anni ormai. Ti somigliava molto, avete lo stesso sguardo- sentenziò con un sorriso -Si legge la determinazione nei tuoi occhi. Sono attraversati da una luce particolare, tuttavia sembra che qualcosa ti turbi- La brunetta arrossì, per poi abbassare la testa e fissare intensamente le scarpe.

-Fammi indovinare. Vorresti aiutare i tuoi amici, renderti utile in qualche modo, ma non sai minimamente come-

-E lei come fa a saperlo?- disse alzando la testa di scatto e voltandosi verso Darius.

-Tranquilla, vedrai che troverai un modo-

-Non sono sicura di riuscirci. Insomma, non so fare niente! In che modo potrei mai aiutarli?!- la ragazza si accorse dopo di aver alzato leggermente la voce, così riabbassò la testa. Darius allora le poggiò una mano sulla spalla, come tacito appoggio. Fu solo un secondo. Nella mente della ragazza si delineò il suono di un campanello, mentre lo sguardo ambrato di quella che sembrava una renna si imprimeva nella sua testa. Riaprì gli occhi, trovando i blaider che si allenavano ancora davanti a lei.

-C'è per caso del cibo su quest'isola?- Darius la osservava perplesso, quindi la ragazza gli spiegò le sue motivazioni

-Finito l'allenamento i ragazzi saranno sicuramente affamati, quindi pensavo che per iniziare a rendermi utile avrei potuto procurare un po' di cibo per la cena-

-Prova a cercare nella foresta, ma ti sconsiglio di addentrarti la dentro da sola-

-Ok, allora chiederò a qualcuno di accompagnarmi- disse con un sorriso. Dopodiché si avvicinò ai ragazzi

-Hei! Io vado nella foresta a recuperare del cibo per la cena, qualcuno ha voglia di accompagnarmi?-

-Io. Io vengo volentieri- disse sorridente Rico alzando una mano

-Perfetto. A dopo ragazzi- I due si inoltrarono velocemente nella selva, scomparendo dalla visuale dei ragazzi. Kei aveva lanciato una veloce occhiata ai due senza accorgesi che Dranzer nel frattempo si era fermato. Strinse involontariamente i pugni prima di recuperare il suo bey e lanciarlo con forza contro un albero lì vicino.

Ormai era sera e la luce iniziava a diminuire. Il gruppo aveva acceso un piccolo fuoco ai piedi della gradinata.

-Insomma. Ma dove si è cacciata Hilary con la cena? Ho fame- si lamentò Takao.

 

 

 

 

 

 

Hilary e Rico nel frattempo stavano finendo di raccogliere gli ultimi approvvigionamenti per la cena.

-Allora io direi che prendiamo anche quel frutto là e poi torniamo dagli altri- disse la ragazza indicando una sottospecie di mango appeso su un albero. Il bicolore tentò di coglierlo ma era troppo alto.

-Non ci arrivo-

-Fammi da scaletta, così ci arrivo io- sentenziò la brunetta. Il ragazzo la fece salire con i piedi sulle sue mani. Hilary riuscì ad afferrare il frutto, tuttavia questo sembrava non essere intenzionato a staccarsi dal ramo. La ragazza dovette dare alcuni forti strattoni prima che questo si staccasse improvvisamente. La brunetta perse l'equilibrio, facendolo perdere anche al suo compagno. I due capitolarono a terra. “Che terreno morbido” pensò la ragazza prima di aprire gli occhi. Poi si accorse di essere atterrato su Rico. I loro volti erano a pochissimi centimetri di distanza gli uni dagli altri. Il cuore della ragazza iniziò a battere velocissimo, quasi volesse uscirle dal petto, mentre le sue guance si tinsero di rosso. Rico rimaneva immobile, fissando intensamente la brunetta. I loro visi erano veramente vicini,tanto da fondere i loro respiri. Rico si avvicinò ulteriormente, intenzionato a estinguere la breve distanza che ancora li separava. Tuttavia, quando fu ad un paio di centimetri dalla bocca di Hilary, questa si alzò di scatto spolverandosi i vestiti.

-Sarà... sarà meglio tornare indietro. Gli altri... ci staranno aspettando- disse ancora rossissima volto, incamminandosi verso il tempio. Rico si alzò deluso osservando la schiena della ragazza che si allontanava. Poi anche lui si incamminò, raggiungendola velocemente. I due non parlarono per tutto il tragitto. Quando giunsero al tempio il sole era già calato e le stelle avevano fatto la loro comparsa.

-Ehi era ora! Stavamo per venirvi a cercare-

-Tra te e Daichi abbiamo dovuto prendere un sacco di cibo, altrimenti saremmo rimasti a digiuno- scherzò la brunetta. Il gruppo si sedette attorno al fuoco, mangiando e chiacchierando del più e del meno. Poi si addormentarono per terra utilizzando tronchi, massi o scalini come letto improvvisato.

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

sono tornata per vostra sfortuna con un altro obbrobrioso capitolo. Personalmente non mi piace molto, l'ho riscritto almeno una quindicina di volte, una peggiore dell'altra. Alla fine ho deciso di pubblicarlo così... Chiedo scusa per il ritardo >/////<

ringrazio tantissimo chi ha commentato, chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite e ha tutti quelli che usano un po' del loro tempo per leggere questa fic.

Una bacione (: Kiki

  
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