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Autore: Crazy_Me    10/08/2011    1 recensioni
Jack ha dimenticato quanto i pericoli siano sempre in agguato, proprio dietro l'angolo, e soprattutto quanto siano vicini.
Così vicini da avere il suo stesso sangue.
Il capitano dovrà tornare di nuovo ai Confini del Mondo, prima che qualcuno glielo rispedisca, stavolta per sempre.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15



- Hai intenzione di limare il legno un altro po’?! – Sbottò irritato Sparrow.
- Eh? Cosa? Oh… No, è solo che sono preoccupato. -
William sospirò e smise di andare avanti e indietro, accomondandosi vicino all’altro che teneva il timone e osservava con sguardo beato il mare davanti ai suoi occhi.
- Mmmh… non mi sorprendo. Ma, orsù, dimmi, cos’è che ti disturba? – Chiese Jack in modo vago e ironico, senza nemmeno spostare lo sguardo sul suo interlocutore.
- Pensavo alla bussola. – Spiegò rapidamente il ragazzo.
- Bugiardo. – Sussurrò Jack, stando attento a non farsi sentire dall’altro.
- Cosa? E perché? – Borbottò indignato William.
Oh mannaggia!
- Come cosa? Io non ho detto nulla. -
- Sì, invece. E forse hai ragione. Non sto pensando solo alla bussola. -
Jack sentì il panico assalirlo.
- Ah no? – Borbottò, sperando che qualcosa lo distraesse e iniziassero a parlare d’altro – E a cosa anche? Al tesoro? -
Will stava per rispondere quando un pirata lo chiamò a rapporto, illustrandogli la lista di lavori da fare che gli spettavano anche quel giorno.
Sparrow tirò un sospiro di sollievo.

Juliet aprì gli occhi lentamente, richiudendoli subito per la luce che penetrava dalla finestra accanto al letto.
Si chiese quanto avesse dormito e cosa le fosse successo, visto che le uniche cose che ricordava erano il temporale e la bussola.
Il resto era come scomparso e non aveva la minima voglia di sforzarsi a ricordare a causa di un forte mal di testa che, così facendo, sarebbe anche peggiorato.
Si alzò tenendosi sempre ben stretta all’appiglio più vicino nel caso di un altro svenimento, guardò un attimo la sua immagine riflessa nello specchio attaccato alla parete e si sistemò i capelli.
Inforcò il capello e decise di tornare a fare il capitano. Uscì velocemente dalla sua stanza, mettendo su uno sguardo autorevole e controllando con le mani che nella cinta non mancasse nessuno dei suoi effetti personali.
- Capitano! – Esclamò subito il suo più fidato membro dell’equipaggio, un pirata che l’aveva vista crescere e che prima era sotto servizio per il padre – State bene? -
Stava per dire credo di sì, o almeno lo spero, quando scosse la testa per scacciare quelle parole troppo insicure.
- Certo, sto bene, come sempre. -
- Fortunatamente! – Si affrettò a dire l’altro con sguardo sollevato – Ieri quando siete tornata dentro, dopo aver affrontato la tempesta, siete svenuta e avete dormito per parecchio tempo. Ci siamo preoccupati tutti, capitano. -
Juliet fece un sorriso, non troppo grande ma sincero, poi si voltò per osservare chi fosse al timone.
Non che avesse dubbi, ma doveva vederlo con i suoi occhi.
Jack.
Il pirata, accortosi di chi stava fissando il capitano, iniziò subito un breve discorso per scusarsi.
- A dire il vero, non sapevamo cosa fare. Jack Sparrow ha insistito moltissimo per riprendere il controllo del timone. Poi, quando la tempesta è cessata, non volevamo perdere tempo ad aspettare che vi svegliaste. Sappiamo quanto tenete ad arrivare il più preso possibile al tesoro. -
- Perché, voi no? – Chiese un po’ in malo modo la ragazza. Sospirò e alzò le spalle – Perdonami. Comunque sia, avete fatto bene a partire anche senza il mio comando. -
Il pirata si riprese da quello sbotto improvviso e sorrise, fiero di aver fatto ciò che il capitano desiderava.
Juliet si congedò da quest’ultimo con una breve frase e avanzò piuttosto rapidamente verso il fratello.
- Ti sei ripresa, a quanto pare. –
- A quanto pare… Comunque vedo che non perdi tempo. -
- Mai perso tempo io. -
- Già, ma non ti abituare troppo a dare ordini sulla mia nave. – Disse seria la ragazza.
- Su questa bagnarola no di certo, mia cara. -
Juliet si avvicinò di nuovo pericolosamente a Jack, in mezzo c’èra solo il timone a separarli.
- Se preferisci l’acqua, puoi sempre gettarti fuori dalla mia bagnarola con una palla di cannone attaccata al piede. -
- Non pensavo che questa tinozza galleggiante fosse in grado di sorreggere una palla di cannone. – La provocò Jack, sorridente.
- E’ in grado di sorreggere la tua testa piena di sassi, immagino che il resto non sia un problema. -
Sparrow stava per risponderle, o metterle le mani addosso, ancora non aveva deciso e forse forse propendeva per la seconda, quando venne interrotto da una voce familiare.
- Scusate… - Aveva provato a dire William, con le maniche della camicia bianca arrotolate fino al gomito e in mano una strumentazione degna del miglior mozzo.
Juliet si allontanò velocemente per due motivi. Il primo era che di continuare quella discussione infantile con Jack non ne aveva proprio voglia. Il secondo motivo, invece, portava il nome di William Turner. Non aveva la minima intenzione di considerarlo, figuriamoci di scambiare qualche parola. Più gli stava lontano, meglio era. Sia per lei che probabilmente anche per lui.
- Ottimo momento per interromperci, Turner. -
- Mi sembrava che ne stessi prendendo già abbastanza. – Rispose sarcastico il più giovane.
- Ha avuto l’ultima parola. Odio quando succede. -
Will fece un sorrisino, scuotendo la testa.

- Beh, buona notte. – Dichiarò Will, sistemandosi sulla sua branda.
- Mmh…-
- Ancora irritato per la mancata ultima frase? -
- Ne avevo in mente una particolarmente d’effetto. – Mugugnò Jack, facendo una faccia offesa.
- Suvvia, non fare il bambino. – Lo rimproverò Turner sempre sorriendente.
- Me la legherò al dito, sempre che ci sia ancora posto. – Si fissò per un attimo le dita della mano destra, come se al posto della pelle potesse vedere tutti dei fili sottili con dei cartellini attaccati e annotato sopra cosa doveva tenere a mente. Poi scosse la testa e sorvolò – Ma passiamo alle cose importanti. -
- Ovvero? – Chiese sbadigliando l’altro.
- Ovvero questa. – Jack scoprì un pezzo di camicia e mostrò a William la bussola.
- Non è possibile. – Si avvicinò come per vedere meglio ed accertarsi che non fosse una volgare copia – Ma Juliet non l’ha trovata, la tempesta l’ha…- Will ebbe come un’illuminazione – Non è mai stata fuori! -
- Non urlare! -
- Avrei dovuto capirlo. – Disse Turner, abbassando notevolmente il tono di voce – Tu la porti sempre con te, la bussola non è mai stata attaccata al timone. – Si riprese dai suoi pensieri – Ma perché? -
Jack alzò gli occhi al cielo.
- Era troppo pretendere che arrivassi da solo sia a questo che al motivo. – Fece una smorfia – Comunque te l’avevo detto che se avessi continuato a pulire e lucidare lei non si sarebbe innamorata di te. -
- E quindi ti è sorta la bella idea di approfittare del mal tempo. Credi di dirgli la verità? Alla fine, se lo facessi, io potrei stare dalla sua parte, così lei mi…-
- No, se scoprisse la verità io probabilmente finirei a marcire nella stiva. -
- Ma io potrei venire a salvarti. Una volta conquistata la sua fiducia, sul più bello, ovvero arrivati alla meta, io verrei a liberare sia te che gli altri. -
Jack fece finta di pensarci un attimo.
- Ho sempre pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto fidarmi di qualcun altro, cosa che non ho mai fatto. Il giorno in cui avrei dovuto fidarmi di un amico, un vero amico, qualcuno a cui avrei messo nelle mani persino la mia vita. Qualcuno di speciale. -
Will aveva un sorriso tra l’orgoglioso e il commosso.
- Io Jack… -
- Esatto William. – Jack fece una smorfia, appoggiò una mano sulla spalla dell’altro e sorrise – Quello che stavo cercando dirti è che chiaramente quel giorno non è ancora arrivato. E ora buonanotte. -
Turner rimase nella stessa posizione per qualche secondo, giusto il tempo di riprendersi.
- Notte. – Si mise giù, poi si rialzò di scatto – Ah Jack, una cosa: come facevi a sapere che io sarei uscito per salvarla? -
Sparrow strinse gli occhi fino a ridurli a due fessure e fece scorrere lo sguardo prima a destra poi a sinistra, come se la risposta la stesse leggendo in piccolo sulla parete di fronte.
- Allora? – Chiese Will impaziente.
- Lo sapevo. Lo sapevo e basta. Ho pensato sicuramente William saprà approfittare del momento. Semplice, no? -
- Sì, solo che credevo… -
- Credevi cosa? Che io credessi che tu credevi e credi di credere di essere innamorato di Juliet? -
William si prese un attimo per analizzare la frase.
- Sì… insomma… -
- Beh, no. -
Turner annuì e si mise giù, chiudendo gli occhi e sperando di riuscire a dormire. Da qualche notte, infatti, non riusciva più a prendere sonno a causa dei molti pensieri che gli attanagliavano la mente.
Erano domande senza risposta, o forse risposte a domande che lui non aveva posto.
Mentre Jack chiudeva le palpebre con la speranza di non addormentarsi visto che aveva molto su cui riflettere.
Dire della bussola o non dire? Fidarmi o non fidarmi? E William… Aiutarlo ad innamorarsi a sua volta o meglio fargli credere che stia ancora seguendo il piano?
Si girò su un fianco e prese a meditare, nella speranza che anche quella volta la fortuna e il suo buon istinto lo aiutassero nell’ardua scelta.





Dopo tutto ‘sto tempo capisco che ci si aspettava di più, ma sono un pochino indaffarata ultimamente.
Ok, ho finito le cose da dire, posso anche andare :)
A pres… Cioè, alla prossima! – meglio dire così per stare sul sicuro! -  

  
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