shooting stars
10 agosto
2003.
A Londra
il tempo era sereno quella notte. Nessuna nuvola si intravedeva per
miglia di
distanza.
Nella casa abitata da Remus Lupin, Ninfadora Tonks e il loro
figlioletto di 5
anni, Ted Lupin, ma conosciuto come Teddy, regnava il completo silenzio.
Questo
silenzio era dovuto al fatto che la famigliola felice si trovava in
giardino. Ognuno
di loro era steso sull’erba, intento a guardare il cielo
illuminato da milioni
e milioni di stelle.
Quella, era una notte speciale. In quella notte, accadeva un fenomeno
unico e
raro, quello delle classiche stelle cadenti.
Tonks e
Remus erano sdraiati vicino, le loro mani che si stringevano. Avevano
gli occhi
chiusi, sembrava quasi che dormissero, anche se, non era affatto
così. I due
innamorati, respiravano la loro presenza. Non c’era nulla di
più importante al
mondo che stare insieme.
Finalmente,
potevano godere di quella pace tanto desiderata.
Cinque
anni addietro, la battaglia di Hogwarts, l’ultima battaglia
del mondo magico si
era conclusa. Ninfadora e il marito si erano salvati per poco. Una
maledizioni
li aveva colpiti in pieno, ma, miracolosamente, erano sopravvissuti.
Inizialmente erano rimasti privi di senso, apparentemente morti, ma gli
occhi
attenti di Molly Weasley, salvò entrambi. Sarebbe bastato
qualche minuto in
più, e i due sarebbero morti. Fortunatamente, non fu
così.
“Mamma!”
urlò una voce infantile.
L’Auror aprì gli occhi e si girò verso
il figlio che si era seduto dietro di
loro, insieme all’inseparabile Ippogrifo regalatogli da
Sirius per il suo primo
compleanno.
“Che cosa c’è, tesoro?”.
Il colore dei capelli del bambino cambiarono colore, diventando
azzurri. “Cosa
state facendo tu e papà?”.
“Stiamo guardando le stelle” rispose lei,
sorridendogli.
L’espressione
di Teddy divenne confusa e allo stesso tempo curiosa. “E
perché?”.
Remus stava silenziosamente ascoltando la discussione e sorrise. Il
figlio
stava attraversando la classica fase dei perché
e continuava a ripetere quella domanda fino a che la sua
curiosità si placava. Il
bimbo però, stava attento ad ogni risposta che riceveva,
infatti, ogni volta
che ne aveva occasione, sfoggiava le sue conoscenze allo zio Harry o
allo zio
Sirius che si complimentavano con lui, scompigliandogli i capelli.
“Perché questa
notte è una notte diversa dalle altre”.
“Perché?”.
“Perché questa notte ci saranno le stelle
cadenti” rispose la madre,
avvicinandosi al piccolo che la abbracciò e ne
approfittò per andare in
braccio.
“E che cosa sono le stelle cadenti?” chiese Teddy,
mentre l’ippogrifo che
teneva con sé, si divincolava per andare via. Il bambino
lasciò la presa
dolcemente, in modo che il pupazzo avesse un po’ di
libertà.
“Beh, ecco …” fece la ragazza impacciata
“Le stelle cadenti sono … Uhm
…”
“Che
cosa?” insisté il bambino, ansioso di ricevere una
risposta.
“Oh, Remus! Aiutami!”.
Il marito, chiamato in causa, sorrise, voltandosi verso la moglie.
“Hai bisogno
di aiuto?”.
“Io … NO!” ribattè indignata
“Ma penso che tu potresti spiegare meglio a tuo
figlio cosa sono le stelle cadenti,
o no?”.
Il licantropo ridacchiò. “E va bene!”
poi si rivolse al figlio “Allora Teddy,
sei pronto a sapere cosa sono le stelle cadenti?”.
“Sì!” esultò il piccolo,
sgattaiolando via dalla madre per andare dal suo papà.
Remus gli scompigliò i capelli ed il bimbo
arrossì, poi, ad un tratto, i suoi
capelli e i suoi occhi cambiarono. Diventarono naturali, come li aveva
in
realtà e senza modificare il suo aspetto con le
abilità ereditate dalla madre. I
capelli diventarono castano chiaro, quasi dorati e gli occhi
diventarono di un
bellissimo azzurro.
Era la
copia esatta del padre. Ninfadora sorrise. Era contenta che il figlio
avesse
preso tutto dal suo papà. Trovava che fosse bellissimo. Non
poteva essere
diversamente dato che aveva preso le caratteristiche
dell’uomo che amava.
A quanto sembrava, aveva in comune con l’uomo anche
l’intelligenza, la voglia
di apprendere e di leggere, ma anche un lato agitato e curioso
… un
lato … Malandrino, con grande gioia di
Felpato.
“Allora,
vediamo …. Le stelle cadenti sono delle piccole rocce
magiche” disse, volendo
semplificargli le cose. “E sono magiche per tanti motivi. Ad
esempio, perché brillano”.
E mentre
spiegava, Teddy ascoltava, non perdendosi una sola parola. Anche Tonks
ascoltava la voce del marito, affascinata dalla sua capacità
di rendere tutto
maledettamente fantastico ed interessante.
“Sai le
stelle sono come dei piccoli porta fortuna. Ti spiego il
perché: vedi, ognuno
di noi, ha bisogno di un po’ di fortuna nella vita e le
stelle brillano proprio
perché contengono la fortuna di cui tutti noi abbiamo
bisogno. Contengono anche
i desideri, per questo ce ne sono così tante.”.
Il piccolo mago arricciò le labbra “Ma
papà, per la fortuna c’è sempre
Lui rise “La felix felicis, Teddy?”.
“Sì!” annuì.
“Oh ma
“E perché?”.
“Aspetta, fammi finire e vedrai”.
“Va bene”.
“Dunque, dicevo … le stelle contengono fortuna e
desideri di cui ognuno di noi
ha bisogno, ecco perché sono così speciali. E
una notte all’anno, in particolare, le stelle
cadono per arrivare dal
cielo fino qui, dove siamo noi, per dare fortuna e speranza a chi ne ha
più
bisogno”, concluse Remus, sorridendo e sperando di aver dato
una spiegazione
semplice ma efficace.
Il viso
del bambino si illuminò “Wow! Davvero
papà? E quando arrivano le stelle
cadenti?”.
“Beh, prova a guardare il cielo. Magari ne vedi
una”.
“E che cosa devo fare se ne vedo una?”.
“Chiudi
gli occhi e pensa ardentemente a cosa desideri di più al
mondo”.
Teddy
saltellò sul posto “Non vedo l’ora di
vederne una!!”.
Remus sorrise ed abbracciò la moglie, baciandogli i capelli
rosa cicca.
“Sei sempre un professore fantastico” gli
bisbigliò all’orecchio, dandogli velocemente
un bacio sulle labbra.
In quell’istante, mentre il silenzio regnava di nuovo
sovrano, un pizzico di
fortuna e di desideri cadde dal cielo, portandosi dietro di
sé una scia
luminosa.
Gli occhi
attenti dei tre non si persero quello spettacolo favoloso.
“Papà! Hai visto la stella scadente? E tu,
mamma?”.
“L’abbiamo vista, amore” rispose
“E
“Non posso dirtelo, Teddy.”
“Perché?”
si lamentò.
“Se te lo dico non si avvera” rispose
semplicemente, facendogli l’occhiolino.
Il
piccolo si rabbuiò. Avrebbe tanto voluto sapere che cosa
desiderava la sua
mamma. Lui, ad esempio, aveva chiesto che i suoi undici anni
arrivassero
presto, in modo da andare ad Hogwarts.
“Però …”
riprese Ninfadora “Per questa volta posso fare
un’eccezione”.
Anche Remus era curioso di sapere.
“Ho chiesto che tutto rimanesse così. Che tutto
rimanesse così perfetto, come è
ora”.
L’uomo sorrise in direzione di lei che aveva gli occhi
brillanti di felicità. Tutto
era fantastico come aveva sempre sperato. Sapeva che la vita con Remus
non
poteva essere altro che perfetta e felice.
“Oh”
fece
Teddy “E tu papi?”.
“Io niente” fece il mannaro.
“Come?!” chiesero madre e figlio, in sincrono.
Il mago
rise “No. Non ho bisogno di niente. Tutto quello che ho
sempre voluto è qui,
accanto a me”.
A Ninfadora si strinse il cuore e abbracciò il marito,
baciandolo “Oh, Remus..
Ti amo”
“Ti anche io, Ninfadora”.
Teddy
invece rimase a guardare quello spettacolo sdolcinato. Non capiva
perché il suo
papà non aveva espresso il desiderio. Che cosa voleva dire
che tutto quello che
aveva sempre voluto era lì? Si limitò a
borbottare un “Bleah, che
schifo!” quando vide i genitori baciarsi.
I due si
staccarono subito e risero, coinvolgendo anche il figlio in
quell’abbraccio che
racchiudeva tutti i desideri del mondo.
Quello
che si vuole di più, d’altronde, è
essere felici. E sia Remus che Dora che
Teddy erano felici.
D’altronde, la felicità risiede nelle cose non
straordinarie, ma in ciò che ci
è sempre accanto ogni giorno, in ciò che
è semplice e … familiare.
“Vi
voglio bene” mormorò una voce timida, la voce del
loro figlio, la loro unica
stella.
Note Autrice: piccola fic
scritta di getto e
non riletta sulla notte di San Lorenzo.
Ecco come mi sono immaginata questa sera per la famiglia Lupin.
Ovviamente, Remus e Tonks non sono morti nella battaglia finale (mi
spiace ma
non ho mai accettato questa cosa ù.ù) e nemmeno
Sirius.
Che dire? Beh, non mi piace troppo, anche se, per disgrazia vostra, la
pubblico
comunque xD
Boh, a voi i giudizi, sia positivi che negativi!
Un bacio.
Franci