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Autore: Kessi    10/08/2011    5 recensioni
“Che cosa c’è, tesoro?”.
Il colore dei capelli del bambino cambiarono colore, diventando azzurri. “Cosa state facendo tu e papà?”.
“Stiamo guardando le stelle” rispose lei, sorridendogli.
L’espressione di Teddy divenne confusa e allo stesso tempo curiosa. “E perché?”.
Remus stava silenziosamente ascoltando la discussione e sorrise.

[...]
“Perché questa notte è una notte diversa dalle altre”.
“Perché?”.
“Perché questa notte ci saranno le stelle cadenti” rispose la madre, avvicinandosi al piccolo che la abbracciò e ne approfittò per andare in braccio.

Remus, Tonks e Teddy nella notte del 10 agosto. Che desiderio avranno espresso?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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shooting stars

 

 

 

 

 

 

10 agosto 2003.

 

 

A Londra il tempo era sereno quella notte. Nessuna nuvola si intravedeva per miglia di distanza.
Nella casa abitata da Remus Lupin, Ninfadora Tonks e il loro figlioletto di 5 anni, Ted Lupin, ma conosciuto come Teddy, regnava il completo silenzio.
Questo silenzio era dovuto al fatto che la famigliola felice si trovava in giardino. Ognuno di loro era steso sull’erba, intento a guardare il cielo illuminato da milioni e milioni di stelle.
Quella, era una notte speciale. In quella notte, accadeva un fenomeno unico e raro, quello delle classiche stelle cadenti.
Tonks e Remus erano sdraiati vicino, le loro mani che si stringevano. Avevano gli occhi chiusi, sembrava quasi che dormissero, anche se, non era affatto così. I due innamorati, respiravano la loro presenza. Non c’era nulla di più importante al mondo che stare insieme.
Finalmente, potevano godere di quella pace tanto desiderata.

Cinque anni addietro, la battaglia di Hogwarts, l’ultima battaglia del mondo magico si era conclusa. Ninfadora e il marito si erano salvati per poco. Una maledizioni li aveva colpiti in pieno, ma, miracolosamente, erano sopravvissuti. Inizialmente erano rimasti privi di senso, apparentemente morti, ma gli occhi attenti di Molly Weasley, salvò entrambi. Sarebbe bastato qualche minuto in più, e i due sarebbero morti. Fortunatamente, non fu così.

“Mamma!” urlò una voce infantile.
L’Auror aprì gli occhi e si girò verso il figlio che si era seduto dietro di loro, insieme all’inseparabile Ippogrifo regalatogli da Sirius per il suo primo compleanno.
“Che cosa c’è, tesoro?”.
Il colore dei capelli del bambino cambiarono colore, diventando azzurri. “Cosa state facendo tu e papà?”.
“Stiamo guardando le stelle” rispose lei, sorridendogli.
L’espressione di Teddy divenne confusa e allo stesso tempo curiosa. “E perché?”.
Remus stava silenziosamente ascoltando la discussione e sorrise. Il figlio stava attraversando la classica fase dei perché e continuava a ripetere quella domanda fino a che la sua curiosità si placava. Il bimbo però, stava attento ad ogni risposta che riceveva, infatti, ogni volta che ne aveva occasione, sfoggiava le sue conoscenze allo zio Harry o allo zio Sirius che si complimentavano con lui, scompigliandogli i capelli.
“Perché questa notte è una notte diversa dalle altre”.
“Perché?”.
“Perché questa notte ci saranno le stelle cadenti” rispose la madre, avvicinandosi al piccolo che la abbracciò e ne approfittò per andare in braccio.
“E che cosa sono le stelle cadenti?” chiese Teddy, mentre l’ippogrifo che teneva con sé, si divincolava per andare via. Il bambino lasciò la presa dolcemente, in modo che il pupazzo avesse un po’ di libertà.
“Beh, ecco …” fece la ragazza impacciata “Le stelle cadenti sono … Uhm …”
“Che cosa?” insisté il bambino, ansioso di ricevere una risposta.
“Oh, Remus! Aiutami!”.
Il marito, chiamato in causa, sorrise, voltandosi verso la moglie. “Hai bisogno di aiuto?”.
“Io … NO!” ribattè indignata “Ma penso che tu potresti spiegare meglio a tuo figlio cosa sono le stelle cadenti, o no?”.
Il licantropo ridacchiò. “E va bene!” poi si rivolse al figlio “Allora Teddy, sei pronto a sapere cosa sono le stelle cadenti?”.
“Sì!” esultò il piccolo, sgattaiolando via dalla madre per andare dal suo papà.
Remus gli scompigliò i capelli ed il bimbo arrossì, poi, ad un tratto, i suoi capelli e i suoi occhi cambiarono. Diventarono naturali, come li aveva in realtà e senza modificare il suo aspetto con le abilità ereditate dalla madre. I capelli diventarono castano chiaro, quasi dorati e gli occhi diventarono di un bellissimo azzurro.

Era la copia esatta del padre. Ninfadora sorrise. Era contenta che il figlio avesse preso tutto dal suo papà. Trovava che fosse bellissimo. Non poteva essere diversamente dato che aveva preso le caratteristiche dell’uomo che amava.
A quanto sembrava, aveva in comune con l’uomo anche l’intelligenza, la voglia di apprendere e di leggere, ma anche un lato agitato e curioso …  un lato … Malandrino, con grande gioia di Felpato.
“Allora, vediamo …. Le stelle cadenti sono delle piccole rocce magiche” disse, volendo semplificargli le cose. “E sono magiche per tanti motivi. Ad esempio, perché brillano”.
E mentre spiegava, Teddy ascoltava, non perdendosi una sola parola. Anche Tonks ascoltava la voce del marito, affascinata dalla sua capacità di rendere tutto maledettamente fantastico ed interessante.
“Sai le stelle sono come dei piccoli porta fortuna. Ti spiego il perché: vedi, ognuno di noi, ha bisogno di un po’ di fortuna nella vita e le stelle brillano proprio perché contengono la fortuna di cui tutti noi abbiamo bisogno. Contengono anche i desideri, per questo ce ne sono così tante.”.
Il piccolo mago arricciò le labbra “Ma papà, per la fortuna c’è sempre la Felix… flicis!”.
Lui rise “La felix felicis, Teddy?”.
“Sì!” annuì.
“Oh ma la Felix Felicis non è neanche lontanamente magica ed interessante quanto le stelle cadenti!”.
“E perché?”.
“Aspetta, fammi finire e vedrai”.
“Va bene”.
“Dunque, dicevo … le stelle contengono fortuna e desideri di cui ognuno di noi ha bisogno, ecco perché sono così speciali. E  una notte all’anno, in particolare, le stelle cadono per arrivare dal cielo fino qui, dove siamo noi, per dare fortuna e speranza a chi ne ha più bisogno”, concluse Remus, sorridendo e sperando di aver dato una spiegazione semplice ma efficace.

Il viso del bambino si illuminò “Wow! Davvero papà? E quando arrivano le stelle cadenti?”.
“Beh, prova a guardare il cielo. Magari ne vedi una”.
“E che cosa devo fare se ne vedo una?”.
“Chiudi gli occhi e pensa ardentemente a cosa desideri di più al mondo”.
Teddy saltellò sul posto “Non vedo l’ora di vederne una!!”.
Remus sorrise ed abbracciò la moglie, baciandogli i capelli rosa cicca.
“Sei sempre un professore fantastico” gli bisbigliò all’orecchio, dandogli velocemente un bacio sulle labbra.
In quell’istante, mentre il silenzio regnava di nuovo sovrano, un pizzico di fortuna e di desideri cadde dal cielo, portandosi dietro di sé una scia luminosa.
Gli occhi attenti dei tre non si persero quello spettacolo favoloso.
“Papà! Hai visto la stella scadente? E tu, mamma?”.
“L’abbiamo vista, amore” rispose la Metamorfomagus.
“E
che cosa hai espresso?” chiese, curioso.
“Non posso dirtelo, Teddy.”
“Perché?” si lamentò.
“Se te lo dico non si avvera” rispose semplicemente, facendogli l’occhiolino.
Il piccolo si rabbuiò. Avrebbe tanto voluto sapere che cosa desiderava la sua mamma. Lui, ad esempio, aveva chiesto che i suoi undici anni arrivassero presto, in modo da andare ad Hogwarts.
“Però …” riprese Ninfadora “Per questa volta posso fare un’eccezione”.
Anche Remus era curioso di sapere.
“Ho chiesto che tutto rimanesse così. Che tutto rimanesse così perfetto, come è ora”.
L’uomo sorrise in direzione di lei che aveva gli occhi brillanti di felicità. Tutto era fantastico come aveva sempre sperato. Sapeva che la vita con Remus non poteva essere altro che perfetta e felice.

“Oh” fece Teddy “E tu papi?”.
“Io niente” fece il mannaro.
“Come?!” chiesero madre e figlio, in sincrono.
Il mago rise “No. Non ho bisogno di niente. Tutto quello che ho sempre voluto è qui, accanto a me”.
A Ninfadora si strinse il cuore e abbracciò il marito, baciandolo “Oh, Remus.. Ti amo”
“Ti anche io, Ninfadora”.
Teddy invece rimase a guardare quello spettacolo sdolcinato. Non capiva perché il suo papà non aveva espresso il desiderio. Che cosa voleva dire che tutto quello che aveva sempre voluto era lì? Si limitò a borbottare un “Bleah, che schifo!” quando vide i genitori baciarsi.
I due si staccarono subito e risero, coinvolgendo anche il figlio in quell’abbraccio che racchiudeva tutti i desideri del mondo.
Quello che si vuole di più, d’altronde, è essere felici. E sia Remus che Dora che Teddy erano felici.
D’altronde, la felicità risiede nelle cose non straordinarie, ma in ciò che ci è sempre accanto ogni giorno, in ciò che è semplice e … familiare.

“Vi voglio bene” mormorò una voce timida, la voce del loro figlio, la loro unica stella.

 

 

Note Autrice: piccola fic scritta di getto e non riletta sulla notte di San Lorenzo.
Ecco come mi sono immaginata questa sera per la famiglia Lupin.
Ovviamente, Remus e Tonks non sono morti nella battaglia finale (mi spiace ma non ho mai accettato questa cosa ù.ù) e nemmeno Sirius.
Che dire? Beh, non mi piace troppo, anche se, per disgrazia vostra, la pubblico comunque xD
Boh, a voi i giudizi, sia positivi che negativi!
Un bacio.

Franci

  
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