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Autore: patronustrip    10/08/2011    4 recensioni
Il destino ha in serbo per noi strane cose.
Un giorno ti mette davanti ad un bivio, e devi solo scegliere da che parte andare. Però mica te lo ricordi tu, quel bivio. È come se nessuno te l’avesse detto che una volta imboccata una strada, una volta aver detto sì invece di no, avresti perso tutto. Tutte le tue possibilità di azione.
Quando scegli di “fare” perdi immediatamente tutte le miliardi, infinite, possibilità che avevi. Perché hai già scelto.
Il destino ti lascia quel libero arbitrio, sta a te capire dove andare, ma presta attenzione, perché un errore ti può costare la vita. E non parliamo di morte, ma di un tragico conseguirsi di eventi che ti portano ad avere settantacinque anni, e a non esserti nemmeno reso conto di come ci sei arrivato.
Ma se un giorno qualcuno arrivasse e ti mostrasse una via di fuga. Se ti riportasse al principio, al momento esatto in cui eri davanti a quel bivio, in cui scegliere a chi donare il tuo cuore. Tu, Harry James Potter, padre di famiglia e marito fedele, che cosa faresti?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Ginny Weasley, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Sono riuscita a rimediare il pc e la chiavetta! :) anche questa volta il capitolo arriva in perfetto orario XD (a parte i giorni in cui mi dimentico che giorno è... ehm)
Vista qualche stella cadente? Io ne ho beccate 5 o 6 in questa settimana :)
Buon ferragosto a tutti!
Buona lettura ;)

 



CAPITOLO XVI
Noi

Sono passati due mesi.
Hogwarts è stata fredda, pesante e al contempo confortante.
Il mio ritorno di memoria è stato molto più veloce e meno traumatico del primo. Harry mi ha costretto ad andare nella mia stanza a leggere il mio diario, e quando l’ho fatto (anche se pensavo di farlo visitare da qualche Guaritore specializzato in psicologia) è finito tutto lì. Boom.
Ci avessimo pensato prima.
Per il resto, come dicevo, Hogwarts: fredda, pesante e forse anche confortante.
Confortante per tenerci lontano da Ron e Ginny. L’idea che dobbiamo stare qui è la nostra scusa per non porci il problema. Per non sentire l’esigenza di chiederci se forse non sarebbe il caso di provare a rimettersi in contatto con loro.
Entrambi sappiamo, però, che non potremo mai avere la prima parola in tutto questo. Non più.
Non ci resta che attendere.
Due mesi. Che non sono passati in fretta.
All’inizio, così scioccati da tutto, facevamo fatica anche a baciarci senza sentirci in colpa. Non abbiamo più dormito insieme, né tanto meno fatto l’amore.
Poi un giorno Harry è venuto da me, trovandomi in mezzo alla biblioteca, nel tavolo più nascosto di tutti. Non ho mai capito come facesse, ma sapeva sempre dove ero. E non usava mai la Mappa.
Ho alzato gli occhi dal libro e come tanti giorni prima di quello, in silenzio, abbiamo preso a fissarci. Poi però ha allungato la mano e mi ha accarezzato la testa. Si è chinato verso di me, e mi ha baciato. Credevo fosse l’ennesimo piccolo bacio incerto che ci scambiavamo da quel giorno.
Ma si è mosso lento, accarezzando piano la mia bocca. Ho sentito una scossa elettrica al corpo, e il desiderio riaccendersi incerto da qualche angolo, dove l’avevo tenuto buono. Eppure, mentre schiudevo di poco le labbra, mi sono tirata indietro. Ma stavolta lui non era d’accordo.
«No…» Ha sussurrato, sfinito dalla situazione e ha ripreso le mia labbra fra le sue, tirandomi a sé.
Ma di nuovo il mio corpo fece per scostarsi nel momento in cui stava per cedere. Ho scosso il capo, e ho nascosto il viso lontano da lui. Era ancora vicinissimo, potevo sentirlo respirare.
Ma Harry non si è arreso.
Si è alzato, e ha girato intorno a al tavolo per sedersi accanto a me, e guardarmi per bene in viso. Mi fissava intensamente, fino a che non si è avvicinato talmente da sentire l’odore della sua pelle. A un pelo dalla mia bocca. Non si è mosso, non ha detto nulla né fatto altro. Solo… aspettava.
Aspettava che il mio conflitto interno passasse. Che il viso di Ron disgustato e tradito, se non poteva svanire, almeno sbiadisse nella mia mente. Che fossimo di nuovo solo noi due. Harry e Hermione.
Ho tentato di ignorarlo, ma era così vicino, così deciso a far cessare il mio senso di colpa, che ho sospirato. Un piccolo lieve sospiro, che ha battuto contro le sue labbra, tornando da me. La mia testa si è inclinata, quasi impercettibilmente, ed ero di nuovo sulla sua bocca.
Ci muovevamo, incontrandoci, cercandoci. Desiderandoci. Ho avvolto le mie mani sulle sue spalle, e lui mi ha cinto la vita. E anche se quando ci siamo separati, nel nostro sguardo c’era ancora la delusione e la tristezza, sapevamo che almeno eravamo di nuovo liberi di amarci. Lui mi ha abbracciato, e io ho respirato intensamente, per ricordarmelo tutte le volte che saremo stati di nuovo lontani, il suo magnifico odore.

Neville, Dean e Luna non hanno mai fatto domande.
Non hanno mai chiesto cosa fosse successo con Ron o Ginny. Anche perché guardandoci era piuttosto chiaro. Ma non hanno mai voluto sapere nulla, nessun pettegolezzo, nessun chiacchiericcio. Anzi, sono quelli che hanno zittito mezza scuola dopo che si era saputo di noi, e tutti già parlavano a vanvera.
Gli amici.
Anche adesso, mentre camminiamo per le vie innevate di Hogsmeade, la settimana prima di Natale, e loro sono così allegri, mentre io e Harry ci teniamo per mano, tra i guanti. È come se fosse stato così da sempre.
«Diavolo…» Dice Dean concitato  «…devo assolutamente prendere delle caramelle, ne sono dipendente. E tu Hermione, mi aiuterai a sceglierle!» Mi punta il dito contro, improvvisamente. Inserendomi in una discussione in cui non avevo preso parte fino a quel momento.
«Io?» Domando, indicandomi «E perché diavolo dovrei essere io a …»
«Perché così pronuncia Dean il Grande, muoviti, andiamo.» Risponde tirandomi per un braccio, lascio la mano di Harry e Dean pare ricordarsi di lui in quel momento «Non fatturarmi Harry, è solo per poco.» Aggiunge poi.
Harry annuisce. «Nessun problema. Credo che le farà bene un giretto a Mielandia»
«Ma… ma sei matto? Che cosa ci vado a …» Tento di replicare.
«Vai Hermione e divertiti!» Mi saluta Luna, Neville mi fa “ciao” con la mano, sorridendo.
«Ma siete tutti impazziti?» Domando urlando, perché ormai Dean mi ha già ficcato dentro la folla di Mielandia, con foga.

«Forza, muoviamoci» Fa Neville, tirandomi per la manica, mentre Hermione scompare dentro il negozio affollato.
Mi avvio, Luna e lui mi seguono con i passi a soffocarsi sulla neve.
«Che posto avevi in mente, Harry?» Mi chiede Luna. Io cerco fra le vetrine e le insegne, quella che avevo visto il week end prima, di sfuggita, e pubblicizzata sul Profeta la settimana prima ancora.
«Eccolo!» Esclamo, appena lo scorgo dietro un angolo. Rischio di scivolare sulla neve, ma mi riprendo, mentre corro, non so nemmeno perché, fino all’entrata del negozio. Neville e Luna mi sono dietro, lei si lascia scivolare sulla neve per almeno un metro. Sorrido a quel suo gesto.
«Harry ma…» Dice Neville sorpreso, appena legge l’insegna. Ma io sono già dentro.
Il campanello della porta tintinna al mio ingresso, Luna è dietro di me e osserva intorno curiosa. Neville chiude la porta, e più che curioso sembra spaesato, così mi sta accanto cercando con la sua mole di non urtare nessun espositore. Arrivo al bancone in fondo al negozio, dove la luce è fioca e si staglia sulla luminosità dei diamanti e metalli preziosi. Al banco non c’è nessuno, così suono il campanello.
Luna si è piantata di fronte la vetrina delle pietre, le più colorate e strane. Le osserva incantata, poi si china in ginocchio a fissare anche quelle ai piani inferiori. Neville, dopo aver circoscritto il luogo con lo sguardo, posa i suoi occhi perplessi sui miei, si avvicina per sussurrare. «Ehm, Harry… vuoi regalarle un gioiello?» Domanda.
Sorrido, mentre il proprietario si avvicina al bancone. «Non proprio» Rispondo in un altrettanto sussurro. Mi volto e vedo l’uomo, piuttosto in ghingheri, osservarmi inarcando un sopracciglio.
«Se volete informazioni, il proprietario del pub qui accanto conosce la zona molto meglio di me» Dice, prevenuto, indicando oltre la porta.
Ecco, questo lo odio. Quando sei giovane hai un mucchio di vantaggi, è vero, ma l’ignoranza di certi adulti mi fa venire il voltastomaco. Tento di ricordarmi perché sono qui e sopprimo l’istinto di mandarlo a quel paese. «Vorrei vedere degli anelli, per cortesia. Anelli di fidanzamento» Dico senza il minimo segno di titubanza. Mi sento allegro. Neville spalanca la bocca, mentre il commesso mi guarda un po’ stranito, dando un’occhiata alla mia giacca e alla mia maglietta. Come cercando di vedere se ho intenzione di vendermele per pagargli l’anello. Sento Luna venirmi accanto.
«Mi scusi, forse non ha capito molto bene. Il mio amico qui le ha chiesto di vedere alcuni anelli di fidanzamento per la sua ragazza» Luna, ti amo. Te l’ho già detto? Magari non davanti a Hermione, potrebbe arrabbiarsi… oppure condividere il pensiero?
Il proprietario ci fissa arricciando le labbra, quasi disgustato «Signorina, con tutto il garbo possibile, ho come la sensazione che voi non sappiate dove…»
«Lo sappiamo. “Damon Perxin, il re dei gioielli.”» Rispondo, citando a memoria la pubblicità che ho strappato dal giornale.
Lui fa un sorriso a metà tra il compiaciuto e lo scettico «Allora non credo che capiate che questo posto è un posto d’alta classe. Le paghette di tre studenti non pos…»
Ok, mi sono ufficialmente rotto. Sospiro e porto la mano alla fronte, alzandomi il ciuffo. Non mi piace farlo, ma questo tizio non la pianterà mai. Infatti, mentre sta parlando, volta distrattamente lo sguardo su di me e sulla mia cicatrice. Improvvisamente il suo volto sbianca e le parole gli muoiono in gola.
Lascio andare la frangia che lui è già scappato dietro la porta del magazzino per prendere gli anelli.
«Sei proprio sicuro che sia questo il posto in cui vuoi comprare l’anello ad Hermione? Mi sembra così intriso di negatività…» Commenta Luna. Neville annuisce.
In realtà ci stavo già pensando da me. Avevo scelto questo posto perché c’era scritto che era il migliore, e io voglio solo il meglio per Hermione. Solo che… non so se comprare un anello costosissimo, in un luogo privo d’anima, sia la cosa giusta da fare.
«No… andiamocene» Rispondo mesto.
Siamo già fuori, accecati di nuovo dal bianco della neve, quando mi prendo per idiota. Ho aspettato l’ultimo week end prima delle vacanze per decidermi a comprarle l’anello. Lancio un calcio alla neve.
«Che ne dici di andare da Pernico Piano?» Mi chiede Neville, io rabbrividisco.
«Ehm… no. Non… non mi piace Pernico» Mento, in realtà non posso e non voglio andarci. Lì ho comprato l’anello di fidanzamento per Ginny, ed ero anche insieme a Ron, mentre lui comprava il suo per Hermione. Se volessi andare nel posto che ha segnato la nostra vita con una data precisa, potrei direttamente andare a buttarmi nella tomba di Voldemort. E poi non voglio riciclare nulla per Hermione. Siamo già vecchi e riciclati noi, di seconda mano insomma, e non è una bella sensazione.
Sconfitto e desolato, mi avvio insieme a Neville e Luna di nuovo nei pressi di Mielandia.
«Dai Harry, potrai sempre darglielo dopo Natale, no?» Mi consola lei, avvicinandosi e fissandomi con i suoi grandi occhi azzurri.
Le sorrido. In realtà non vorrei. Non ce la faccio più ad aspettare. Ogni volta che lei mie dice “Ti amo” io vorrei dirle: sposami. Ma non mi piace farlo senza avere un anello in mano.
Voglio darglielo a Natale così che quando passeremo i prossimi insieme, non sarà per noi solo il ricordo dei Natali passati con le nostre famiglie. I nostri figli, Ron o Ginny. Ma sarà un nuovo ricordo, il ricordo di quando le ho chiesto di sposarmi.
In quel momento la vedo uscire con Dean dal negozio, entrambi con due buste enormi piene di dolci, una ciascuno. Hermione ha l’aria perplessa e un po’ irritata, viene verso di me con lo sguardo di fuoco.
«Tu…» Mormora indicandomi, e so già cosa mi aspetta tra qualche ora. Dean ride e mastica le caramelle mentre mi lancia uno sguardo allusivo, ma Neville però risponde al mio posto, scuotendo lievemente il capo. Dean sembra deluso, oltre guardare il suo sacchetto chiedendosi cosa diavolo ci farà con tutta quella roba.
Mi dispiace, amico.
Andiamo da Madama Rosmerta a prendere una burrobirra e qualcosa da mettere sotto i denti. Il locale è strapieno come al solito, ma in quel momento sette ragazzi lasciano il tavolo e noi ci fiondiamo a prenderlo. Luna arriva per prima, allungando le gambe su almeno tre sedie, per tenerci il posto mentre scavalchiamo la folla.
Io e Hermione ci sediamo nella panca all’angolo, circondata dalle sedie degli altri. Dean e Luna si siedono accanto, dalla parte di Hermione, Neville dalla mia.
«Sentite, io non mangerò mai tutta-questa-roba…» Dice Hermione poggiando la sua busta di Mielandia al centro del tavolo, scandendo l’ultima frase, fissandomi torva. Io mi schiarisco la voce, facendo finta di non averci fatto caso «Quindi servitevi pure».
Neville non se lo fa ripetere due volte, è già con il braccio infilato fino al gomito nel sacchetto, mentre prende manciate di caramelle e se la infila in bocca. Hermione ed io lo fissiamo sconvolti.
«Fe sh’è? Avedo fade» Deglutisce, capendo di non essere comprensibile «Avevo fame…» Mormora piano poi, imbarazzato.
Ci vogliono almeno quindici minuti prima che Madama Rosmerta riesca a venire al nostro tavolo per prendere le ordinazioni.
«Uff, salve ragazzi. Scusatemi ma oggi è il delirio» Si giustifica, portandosi una ciocca di capelli, scappata nella foga, dietro l’orecchio. Puntella la penna sul taccuino, e ci sorride. «Ditemi tutto.»
«Burrobirra e… questo c’è oggi?» Domanda Neville, indicando sul piccolo e consunto menù appoggiato al tavolo. Rosmerta annuisce.
«Oh sì, il pasticcio lo facciamo tutti i giorni»
«Ne prendo due.» Dice, sorridendo. Hermione continua a fissarlo incredula. «Che c’è? Ve l’ho detto, ho fame!»
«Io prendo una burrobirra e un Panino Stregato» Dice Dean, portandosi alla bocca un ape frizzola dal sacchetto sul tavolo, ormai a metà.
«Io vorrei, gentilmente, una burrobirra e un’insalata» Ordina Luna con la sua solita voce garbata.
«Torta di Zucca e burrobirra» Facciamo in coro io e Hermione. Sento che mi stringe la mano sotto il tavolo. Lo fa ogni volta che veniamo qui, ai Tre Manici di Scopa, e prendiamo la Torta di Zucca.
«Bene, le cinque burrobirre in arrivo subito. Per il resto… tra un po’ temo» Dice, dispiaciuta guardando il caos attorno.
«Aspetteremo.» Risponde Neville sorridendo. Lei gli ricambia il sorriso, lasciandogli una carezza sulla testa, poi si avvia verso il bancone e urla le ordinazioni.
«Abbiamo fatto colpo, eh?» Sghignazza Dean, Neville raggiunge subito un colorito paonazzo.
«Ma che Madama Rosmerta abbia sempre avuto un debole per lui lo sanno tutti» Replica Hermione sorridendo.
«Già Neville, sei un ragazzo così carino, ancora mi chiedo come mai nessuna ragazza ti abbia chiesto di uscire» Si inserisce Luna, e fra di noi cala il silenzio. Lei nemmeno se ne accorge.
Neville balbetta, confuso «M-mi… mi stai chiedendo di uscire c-con te?» Chiede, alzando il dito flebile, per indicarla.
Luna pare scuotersi un attimo per quella domanda. Tutti noi la fissiamo, mentre arrivano le nostre Burrobirre. «Veramente non intendevo questo. Però se ti fa piacere…» Risponde lei, sorridendo come al solito.
Hermione alza gli occhi al cielo. Falso allarme. Io sorrido, e Dean scuote la testa. Madama Romserta posa l’ultima Burrobirra proprio davanti a Neville, e poi dice «Ah, se tu avessi qualche anno di più stai certo che ti chiederei di uscire senza nemmeno pensarci» E ci lascia, dando un affettuoso buffetto sulla faccia di Neville, che diventa ancora più rossa di prima.
Passano pochi secondi, poi Hermione, Luna, Dean e io scoppiamo a ridere.
Quando ci siamo ripresi, e il colorito di Neville è tornato più o meno il solito, Hermione mi batte una mano sul braccio, chiedendomi di passare.
«Vado un attimo in bagno» Mi dice, io mi alzo e Neville si sposta per farla uscire. Quando la vedo scomparire oltre l’angolo dove, da quello che avevo notato entrando, sembra esserci una lunga fila, qualcuno mi chiama alle mie spalle. 
«Ehi, Harry» Mi volto, è Rosmerta, indica con un dito la porta d’ingresso «Qualcuno chiede di te» Poi torna al suo servizio.
Mi sporgo quanto posso e fra un passaggio e l’altro di persone riesco a vedere una donna piuttosto robusta, con una bandana legata alla fronte, in maniche corte… maniche corte a dicembre?
Mi alzo perplesso, Neville mi lascia passare, prima che possa sentire Luna sbattermi contro, quando mi fermo impedito dalla folla.
«Che fai?» Domando.
«Ti seguo» Risponde semplicemente, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«Ehm… ok» Riesco ad uscire dal pub, e una folata di vento gelido mi taglia la faccia. Ho lasciato il cappotto dentro, Luna invece, intelligentemente, ha portato il suo e vi si stringe. «Chiedeva di me?» Domando alla donna corpulenta, che mi fissa come divertita.
Annuisce «Certo che sì. Se un cliente come te scappa io non me lo lascio mica sfuggire così facilmente»
«Ehm… come scusi?» Domando perplesso.
La donna mi tende la mano callosa, sorridendo. E come se avesse mosso l’aria, sento il suo odore di bruciato e metallo «Damon Perxin, molto lieta di conoscerti Harry»
Spalanco gli occhi. No, non può essere. «Come scusi?» Ripeto, come un disco rotto. Sto congelando e saltello da un piede all’altro, la mia pazienza e la mia concentrazione non sono proprio al massimo.
Lei si porta le mani ai fianchi «Sono io Damon Perxin. Sì lo so, i miei genitori non ci sapevano fare molto con i nomi…» Aggiunge alla fine, vedendo la mia faccia sconvolta. Luna invece, pare divertita e come al solito sorride. «Mi sembra che tu stia congelando, vieni. Abbiamo un affare di cui discutere» Mi fa cenno con la mano di seguirla, avviandosi per la stradina. Io guardo l’entrata del Pub, e non riesco nemmeno a scorgere il nostro tavolo, talmente è pieno.
«Ci stai ancora pensando? Muoviti!» Mi allerta Luna, spingendomi. Questa ragazza deve essere la mia coscienza.
Entriamo in un piccolo edificio, attraversando una porta in legno massiccio dipinta alla ben’e meglio. Appena Damon la apre, un gran calore esce dall’entrata, investendomi in pieno. Non ci metto molto a fiondarmi dentro.
Il posto è piccolo, ma è chiaro che si tratta di un’officina. Tavoli e attrezzi ovunque, grossi pezzi di pietre grezze, minerali e metalli sono ammucchiati in un angolo, sotto il tavolo più largo. Al centro c’è un grande forno dove, dentro un crogiolo, del metallo che sembra oro, sta fondendo. A quel calore i miei muscoli si rilassano e sono più predisposto all’ascolto.
«Allora, August mi ha detto che volevi vedere degli anelli, non è vero?» Oh mio Dio, allora è davvero Damon Perxin!
«Ehm, sì. Ma…»
«Mi dispiace che quell’idiota ti abbia fatto scappare via, ma sai, nessuno sa che Damon Perxin sono io e lui se ne approfitta. Comunque gran parte della gente che viene qui per comprare i miei lavori vuole essere adulata, e August è il migliore in questo. Purtroppo non succede spesso che degli studenti vengano in una gioielleria così costosa a comprare gli anelli di fidanzamento per le loro ragazze… anche perché non sono molto sicura che i ragazzi della tua età sappiano cosa sia davvero il matrimonio…» Dice, poggiandosi ad un tavolo da lavoro, incrociando le braccia. Mi sorride.
Vorrei dirle: mi creda io lo so.
Luna si toglie il cappotto, comincia a far caldo anche per me. «Dai torna in negozio, August è lì che ti aspetta con i pezzi migliori» Mi indica una porta secondaria, e così capisco che siamo nel retrobottega della gioielleria.
Sono confuso «Perché è venuta a cercarmi?» Se risponde: perché sei Harry Potter, alzo i tacchi e scappo via. Giuro.
Sorride «Perché quell’imbecille di August non capisce niente di questo mestiere. Io faccio miracoli con i metalli e le pietre, con ciò che la terra sputa fuori dal suo ventre. E metà di questi vanno in mano a damerini o imbecilli dell’alta classe per cui sono solo un altro gioiello nella loro collezione.» Scuote il capo «Purtroppo senza galeoni non si può fare un mestiere del genere. Così non potevo farmi sfuggire un cliente come te. Non capita tutti i giorni che un ragazzo venga qui e mi chieda la roba più costosa per la sua ragazza. Così, se questa ragazza ricorderà questo anello per tutta vita… diavolo fa per me!… anzi, non capita mai.» Aggiunge poi, ripensandoci e corregendosi. Sento il sorriso incurvarmi il volto automaticamente. «E poi sei Harry Potter.» Scherza, ridacchiando. Sì lo so, ho detto che me ne sarei andato, ma il prologo era già abbastanza per me, e a quanto pare anche per Luna che batte le mani concitata, precedendomi verso la porta che da al negozio.
August è dietro il bancone e attende in silenzio, imbarazzato. Luna scorge tutti gli anelli fermati nel rettangolo di velluto nero e mi lancia uno sguardo gioioso. Io le sorrido e le vado accanto, cominciando a scrutare tutto quel ben di Dio.
Sono tanti. Alcuni sono grandi, altri hanno diamanti di tutte le forme e dimensioni. Altri ancora si intrecciano in ghirigori esagerati. Luna me ne indica uno.
«Che ne dici di questo?» L’anello è di oro bianco, porta un piccolo diamante in cima, ed è inciso con minuscoli decori a forma di foglie. Un lavoro di incisione magistrale.
«Mmh… è bello, ma non so» Rispondo, incerto.
«Devi esserne convito al centocinquanta percento, ragazzo» La voce di Damon ci fa alzare la testa, è poggiata alla porta del retrobottega e mastica una pipa spenta. Si avvicina e scruta gli anelli.
«Questo. Oro puro ventiquattro carati. Incisione a mano libera – niente bacchetta – con aggiunta di argento. Forza e prosperità» Mi indica l’anello, poi passa ad un altro. «Questo. Oro rosa e diamanti. Passione» Passa ad un altro «Questo qui, platino con pavé di diamanti. Per sempre insieme.»
Sbatto le palpebre confuso, porto la mano avanti per fermarla. «Cosa sono queste cose che dici…? Significati?»
Lei annuisce «Sì. Ogni volta che creo un gioiello penso prima a quello che vorrei fargli dire. Così lo creo in base al significato che voglio dargli.»
Una luce mi si accende nella testa. «E se io volessi… commissionarti l’anello?»
Damon sorride, con la pipa spenta ancora fra i denti. «Adesso ragioniamo».

Non riuscirò mai a capire come mai i bagni delle donne siano sempre così affollati, mentre gli uomini riescono a fare tutto in pochi secondi. Faccio una smorfia, pensando alle possibili risposte che potrei darmi, così decido di sorvolare il quesito. Sorpasso la moltitudine di gente che affolla il pub e torno al mio posto quando noto, con sorpresa, che né Harry né Luna sono al tavolo. Dean e Neville mi fissano.
«Dov’è Harry? Luna?» Domando, prima ancora di avvicinarmi. Ma Neville è già in piedi per farmi prendere posto.
Dean dice «Ehm, Luna voleva assolutamente andare a comprare un… un…»
«Un cappotto a strisce per il suo gufo» Risponde Neville continuano per lui. 
«Un… cosa?» Chiedo, credendo di non aver capito bene.
«Sì. Un cappotto a strisce per il suo gufo. Secondo lei potrebbe soffrire di freddo ogni volta che consegna la posta d’inverno» Continua  Dean.
«Hermione, pensi di sederti o dovrò restare così… ehm, per molto?» Mi domanda titubante Neville.
«Oh sì, scusa.» Dico, prendendo posto, Neville si accomoda di nuovo «Ma non ho capito. Cosa c’entra Harry?» I due si lanciano uno sguardo.
«Ecco, Luna ha voluto portare Harry con sé, secondo lei lui ha un grande…»
«Feeling. Un grande feeling con gli animali e quindi poteva scegliere meglio di lei il cappotto adatto al suo gufo.» Li fisso attonita e confusa. Ma che gli prende a tutti oggi? Poso la mano sulla panca, e sento il cappotto di Harry sotto il palmo.
«Perché diavolo ha lasciato qui il suo cappotto? Fuori ci sono tre gradi sotto zero! È sempre il solito… scusami Neville» Dico, chiedendogli di uscire. Ma lui non si muove, e lancia occhiate nervose a Dean. «Neville?» Ripeto, sperando che non abbia sentito. In quel momento Madama Rosmerta arriva con le nostre ordinazioni.
«Ecco qui. Belle calde… tutto ok?» Domanda, fissandoci perplessa. Dean annuisce vigorosamente e lei fa spallucce, tornando a lavoro.
«Neville.» Ripeto, cominciando a perdere la pazienza. Lui prende un respiro profondo, mentre sento Dean aprire la bocca per dire qualcosa, ma l’altro lo precede con la voce piuttosto acuta.
«Hermione… ti ho mai detto quanto sei carina?»
Dean si sbatte una mano sul viso mentre le guance di Neville si colorano vistosamente.

«Questa è la lista dei materiali che abbiamo. Scegli pure con calma» Damon mi porge un libricino consunto, e quando lo sfoglio vedo tutti i dettagli su ogni pietra e ogni metallo. Esempi di lavorazioni, incisioni e fusioni.
«Che lavoro affascinante» Mormora Luna persa nel suo mondo.
Accanto ad ogni pietra c’è scritta la sua composizione chimica e biologica, e anche una breve storia con il significato che l’uomo le ha sempre attribuito. Noto che alcune note sono state aggiunte con una grafia veloce e stilizzata, quasi in ogni pagina. Sembrano descrizioni di significati e motivi che a volte collimano e altre no, con l’ideologia descritta nella pagina.
Ad esempio nell’ematite, che riporta la ideologia di “sangue della terra” e pietra del vigore fisico, energico e mentale, le note in aggiunta dicono: cuore, passione ma anche violenza.
Nell’onice, definita come pietra dell’autostima, le note riportano: eleganza e discrezione.
«Non leggere quella roba. Guarda solo la pietra» Mi dice improvvisamente Damon, accendendo finalmente la pipa.
«Come… ma pensanvo che… » Balbetto, confuso.
«Io leggo quella roba perché devo. Tu non farlo, vai a sensazione. Devi creare un gioiello che significhi qualcosa per te. Non per qualcun altro che è arrivato prima. Le pietre e i metalli sono l’anima della terra, nessuno può dirgli cosa sono e cosa rappresentano. Se vuoi farlo, se vuoi convincerle che sei degno, devi essere più duro di loro. Possederle e farle tue. Falle tue.»
Il suo discorso mi colpisce come uno schiaffo. Sfoglio le pagine del libro, non prestando più attenzione alle scritte, ma solo alle pietre. Sono così variegate e variopinte che mi soffermo su ciascuna per cercare di capire. Ma Damon, mi interrompe di nuovo «No. Non sforzarti. Lo capirai… lo capirai.»
Annuisco e continuo a cercare, arrivo al capitolo sui metalli. Tutte le classi dell’oro, tutte le forme dell’argento e poi… eccolo. Mi copisce subito e non ci penso due volte.
«Questo» Il mio indice si ferma sulla pagina.
«Oh, Harry…» Mormora Luna stupefatta.
Damon sorride. «Ottima scelta.» Sbuffa il fumo dall’angolo della bocca. «Perché?»
Domanda poi, e io ho un attimo di turbamento. «Scusa ragazzo, non sono un’impicciona. Ma devo saperlo se vuoi che faccia un lavoro sentito» Ride, portandosi la pipa di nuovo alla bocca.
Sento i loro occhi puntati su di me, soprattutto quelli di Luna che attendono ansiosi la mia risposta.
Mi sento un po’ imbarazzato.
«Beh…» Deglutisco «Credo perché… è come lei» Sorrido «Quelli che non sanno guardare lo scambiano per del semplice argento, ma in realtà è il metallo più prezioso del mondo. È così delicato e puro da mischiarsi fra tutti…  ma quando ci fai attenzione ne rimani ammaliato, e devi ammattere che… stupido com’eri da guardare solo l’oro o le pietre più comuni, non ci avevi mai fatto caso a quanto fosse… meraviglioso, distinto e puro.»
Luna mi guarda incantata, credo abbia gli occhi lucidi. Improvvisamente mi abbraccia, strizzandomi senza farmi respirare.
«Sapevo che eri innamorato di Hermione, ma non credevo così… Harry sei più sensibile di quello che dai a vedere!»
«G-grazie…» Rispondo sarcastico, tentando ti repirare.
«Leggi qui» Damon ci interrompe, sorridendo, Luna mi lascia andare e si fionda sulla pagina che lei indicava.
Mi chino sul libro e leggo dal punto in cui mi ha segnato.

Di tuffi i metalli preziosi, il platino è sicuramente il più prezioso. È il più raro, il più puro, il più resistente; è il più importante da ogni punto di vista; ed è il più difficile da lavorare (ma a chi sa farlo, offre possibilità espressive assolutamente uniche). La preziosità esclusiva del metallo bianco, peraltro, non è soltanto quella oggettiva, materiale; essa è determinata principalmente da valenze immateriali, da uno straordinario complesso di elementi emozionali.

Un sorriso mi si stampa sulla faccia. È lei. Luna mi saltella accanto, emozionata.
«Voglio questo. Voglio un anello di platino» Dico, sicuro di me, indicandolo.
Damon mi sorride sempre più contenta. «E come lo vuoi?»
Non ho bisogno di rifletterci su «Semplice. Come una fede nuziale babbana. Un semplice anello di platino.»
«Vuoi inciso qualcosa dentro?» Mi domanda, mentre August prende appunti accanto a lei.
A questo ci devo pensare per un attimo. «Io…» Poi un’illuminazione mi colpisce «Voglio scriverci un numero. Sessantaquattro» Luna mi fissa perplessa, non capendo, ma non chiede nulla.
Lei annuisce «Come vuoi» Poi mi guarda seria e dice «Ora mi dispiace interrompere questo momento romantico, ma gli affari sono affari. Sai che questo anello ti verrà a costare un occhio della testa e forse anche un rene, vero?»
Luna spalanca la bocca, preoccupata, mi fissa per vedere la mia reazione. Io sorrido «Non importa. Riesci a consegnarmelo prima di Natale?»
«Certo, te lo spedisco via gufo ad Hogwarts?» Domanda, chiudendo il libro e mettendoselo sotto braccio.
«Sì, sarebbe magnifico.» 
«Puoi anche pagarmi la prossima volta che torni ad Hogsmeade, tanto non c’è rischio di non trovarti…» Sghignazza, masticando la pipa. Sorrido.

Non so se sentirmi presa per stupida, e se loro pensano davvero che io lo sia.
«Cosa sta succedendo qui?» Domando concitata, mentre Neville continua a sorridermi imbarazzato.
Dan mi guarda «Niente, ehm… Neville aveva perso una scommessa con me e così gli ho detto di dirti questo come penitenza.»
Inarco le sopracciglia, scettica «Ah ok, allora ora non avrà problemi ad alzarsi e lasciarmi passare» Metto più enfasi nelle ultime due parole, spingendolo con le gambe. Ma lui imperterrito non si muove.
«N-non posso, Hermione… ho… ho perso anche una scommessa con Harry e questa è la mia penitenza, quindi…»
«Neville, tesoro, se non ti togli immediatamente dai piedi giuro che ti faccio saltare in aria.» Dico fintamente tranquilla con una voce melliflua, estraendo la bacchetta dalla tasca del cappotto. Neville la guarda terrorizzato, Dean spalanca gli occhi.
«No, non lo farai mai…» Mormora sdrammatizzando.
«Visto che siamo in tema: scommettiamo?» Faccio per puntare la bacchetta contro la sedia di Neville, avendo solo intenzione di lanciargli un innocuo Descendo, giusto per farlo cadere, quando qualcuno arriva alle mie spalle.
«Che sta succedendo qui?»

Domando perplesso fissando Hermione mentre punta la bacchetta contro Neville, contratto per lo spavento e con gli occhi ben strizzati. Lei mi fissa per bene, ma stranamente non posa la bacchetta.
«Dove eri?» Domanda, con voce che agli altri potrebbe apparire la solita, ma io lo sento, sì, il tono, quello lo conosco molto bene.
«Con Luna» Rispondo ovvio, in attesa di capire se Dean e Neville si erano inventati una scusa credibile.
«Hai trovato quel cappotto per il tuo gufo, Luna?» Domanda Dean, prontamente. Luna capisce al volo e mentre prende posto dice:
«No, non avevano nulla che mi piacesse.» Sbuffa e fa la faccia delusa. Che attrice incredibile!
«Posso sedermi o hai intenzione di fatturarmi?» Domando ad Hermione, indicando la bacchetta. Lei continua a fissarmi di sbieco, forse sta tentando di praticare il Legilimens su di me.
Neville mi fa passare, grato come non mai della mia presenza, così mi siedo di nuovo accanto a lei, facendo finta di nulla.
«Sei piuttosto allegro» Mi dice Hermione. Dannazione, non sono mai riuscito a nasconderle nulla. Eh no, amore, stavolta non l’avrai vinta.
Scrollo le spalle «Dici? Non saprei…» Pianto i miei occhi sulla torta, evitando di guardarla.
Non mi fa più domande, ma sento che ha capito qualcosa. Spero solo non sia così chiaro.

Se voleva comprarmi un regalo di nascosto poteva farsi accompagnare da Neville e lasciare qui Luna. Almeno lei sa mentire come si deve.
Eppure non ha nulla nelle mani e nelle tasche, forse se lo farà spedire a scuola? Probabile.
Ah! Harry, appena mi darai il regalo faremo un bel discorso su come nascondere alla tua ragazza certe cose. Così mi togli tutto il divertimento, accidenti, penso mentre prendo una fetta di torta dal suo piatto anche se la mia è ancora intatta. Lui alza gli occhi al cielo, senza ribattere. È un vizio che non mi toglierò mai.

 



Il prossimo sarà l'ultimo :) cercherò di inserirlo in orario ma, come al solito, se non lo trovate la mattina, di sicuro lo inserirò di pomeriggio. Chiedo ancora scusa, ma è un periodo caotico, come dicevo, sono in pieno trasloco e domenica/lunedì è Ferragosto.
A presto!
PS. La descrizione del platino l'ho presa da un sito, al momento non ho il link a portata di mano, magari lo posto nel prossimo capitolo :)
  
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