Capitolo
7
Un
bel sogno
E i tempi di
Nadine furono molto brevi. La sera successiva, infatti, su quello stesso letto
dell’infermeria, lei e Kurt consumarono il loro amore. “ Sei sicura, Nadine? ” le
chiese Kurt, guardandola negli occhi lucidi per l’emozione. “ Sì. ” rispose,
poggiando le mani sul petto del giovane che era sospeso a mezz’aria su di
lei. Tra un bacio e una carezza, i due
innamorati rimasero presto senza vestiti. “ Amore. ” disse Nadine, trattenendo
un gemito e accostò il capo di Kurt al suo seno. “ Ti amo. ” ribatté l’altro in
un sospiro e poi i loro corpi si unirono. Kurt si fermò per un attimo nei suoi
movimenti armonici e continui per riprendere fiato e Nadine, prendendogli la faccia
bagnata di sudore, l’avvicinò alla sua. Ansimante, lo baciò sulle labbra e Kurt
riprese a entrare lentamente in lei.
Nadine mise le sue mani, fredde anche in estate, sulle natiche nude di
Kurt e da quel momento in poi fu lei a guidarne i movimenti, ancora lenti e
continui, spingendolo verso di sé. La baracca si riempì di sospiri e gemiti
trattenuti per timore dei due di essere scoperti. Alla fine, Kurt accostò la
guancia a quella di Nadine e, con un fil di voce, le disse: “ Qualunque cosa
accadrà, io ti sarò sempre vicino, non ti lascerò mai. ” In un singhiozzo,
Nadine esplose in lacrime – per la prima volta – di gioia e, stringendosi
fortemente al suo amato, rispose: “ Ed io ti amerò per sempre, fino all’ultimo
respiro della mia vita e anche dopo, io ti amerò per tutta l’eternità. ” E, di
nuovo, i due amanti unirono le loro labbra in un bacio appassionato.
“ Amore,
ricordi quella sera che non venni al filo spinato? ” domandò Nadine, poggiando
la testa sul petto di Kurt che subito annuì con un sorriso. “ Non avevo la
febbre. Ero nascosta dietro questa baracca e ti guardavo. ” confessò la ragazza
dispiaciuta. “ Perché? ” fece Kurt, coprendole le nudità con la sua giacca da
SS. “ Stavo morendo di gelosia. ” rispose Nadine e Kurt, accarezzandole i corti
capelli, disse: “ Nadine, io stavo per andarci a letto con quella, ma poi io
pensavo a te. ” Tra i due seguirono alcuni istanti di silenzio, poi il giovane
abbracciò la sua amata e concluse: “ Sono contento di non aver mai fatto
l’amore con nessun’altra prima di te. ” Nadine si strinse forte al petto di
Kurt che la baciò sul capo e, la mattina dopo, l’acuto fischio della sirena li
sorprese addormentati, ancora stretti in quell’abbraccio.
Di sera,
Kurt – accodandosi al reparto di SS, travestito da nazista – riuscì a entrare
di nuovo nel campo di concentramento e a incontrare Nadine nella baracca
dell’infermeria. I due fecero l’amore, così come la sera successiva, di nuovo
con passione e dolcezza.
“ Nadine,
raccontami com’eri quando sei arrivata al campo. Com’eri vestita, com’erano i
tuoi capelli. Lunghi, vero? ” domandò Kurt, continuando ad accarezzarle i
capelli. Nadine gli rivolse un rapido sguardo prima di accoccolarsi di nuovo al
suo petto e, con voce malinconica, rispose: “ Beh, non ti sarei piaciuta. ” “
Perché?! ” fece Kurt meravigliato. “ Perché ero un po’ … diciamo rotondetta. ”
ribatté la giovane, ricordando in quel momento tutti gli sguardi e i commenti
negativi ricevuti in passato. “ Mi saresti piaciuta lo stesso. ” affermò Kurt
con tono deciso. “ Era brutto sentirsi dire frasi del tipo: Se non dimagrisci,
non trovi marito … ” cominciò a raccontare Nadine e Kurt, a questa prima frase,
sbuffò “ … perché agli uomini non importa dei buoni sentimenti; oppure: Se
dimagrisci, puoi trovare più facilmente lavoro. ” “ Che gente ignorante! ”
intervenne Kurt sdegnato. “ Poi quelle battutine … ” riprese a dire Nadine “ …
e quegli sguardi strani. ” “ Ti capisco, Nadine. Anche a me succedeva e succede
tuttora a causa del mio problema. So benissimo ciò che si prova. ” affermò Kurt
con voce triste e la ragazza continuò: “ Poi a volte per consolarmi mi
dicevano: Però hai un bel viso; Però sei bella dentro. ” Kurt capì che Nadine
era sul punto di piangere e allora decise di tirarla su di morale, di farla
ridere. “ E non avevano tutti i torti! ” disse e, prendendola su di sé, con
tono scherzoso, aggiunse: “ Sei bella dentro e fuori, sopra e sotto! ” Nadine
fece un’espressione di finto rimprovero e gli diede un buffetto sulla guancia.
“ Ma che volgare! ” esclamò poi ridendo. “ Tu hai pensato male! ” ribatté Kurt
e iniziò a farle il solletico. “ Basta, Kurt! ” diceva Nadine trattenendo le
risate “ Altrimenti ci scopriranno! ” Kurt smise di
farle il solletico e adagiò le mani sui suoi fianchi. I due innamorati risero
un’ultima volta prima di tornare seri e guardarsi profondamente negli occhi. Le
loro labbra erano vicinissime ma non tentarono nemmeno di sfiorarsi. Poi Nadine
poggiò lentamente la guancia sulla spalla di Kurt e, con dolcezza, gli chiese:
“ Kurt, ti prego, dimmi qualcosa che mi faccia sognare. ” Il giovane si prese
qualche secondo di tempo per mettere insieme le idee, per ricordare ciò che da
sempre la sua amata gli aveva raccontato di desiderare e ciò che lui stesso
voleva per il loro futuro, poi disse: “ Quando la guerra sarà finita, ci
trasferiremo a Berlino e andremo ad abitare in una casetta dal tetto rosso con
fuori un grande giardino. Ci sposeremo e tu entrerai in chiesa vestita di
bianco accompagnata dalle note dell’Ave Maria di Schubert. Quello sarà il giorno più felice della nostra
vita. Io aprirò un piccolo studio fotografico, lavorerò sodo tutto il giorno,
poi la sera tornerò a casa e, scherzando, ti dirò: Amore, sono a casa! Cosa c’è
per cena?! … ” Nadine sorrise malinconicamente. “ … Poi una sera tu mi dirai:
Amore, presto saremo in tre. Ed io impazzirò di gioia, ti prenderò in braccio e
urlerò: è magnifico! ” “ è davvero un bel sogno. ” intervenne
Nadine e Kurt – anche lui con voce malinconica – confermò: “ Sì, davvero un bel
sogno. ” I due avrebbero tanto voluto crederci per davvero.
“ Io proprio non ti capisco, Kurt … ” cominciò a dire il signor Hochmann a suo figlio, portando una mano alla fronte “ … Perché non torni a lavorare al giornale? ” “ Sto cercando un altro lavoro. ” rispose Kurt con aria quasi di sfida. “ Ancora? Kurt, hai ventitré anni. Te ne rendi conto? Dovresti lavorare e avere già una famiglia tua da mantenere. Io alla tua età ero già andato via di casa da due anni. ” Parlava il signor Hochmann senza sapere che questo era il desiderio di Kurt, trovare lavoro e metter su famiglia con la sua Nadine. “ Non preoccuparti, presto toglierò il disturbo! ” affermò il giovane, mentre nella sua testa prendeva forma un’idea. “ E sarebbe ora! ” Queste parole dall’accento ironico non fecero altro che incoraggiare Kurt a metterla in pratica al più presto possibile.
Di sera,
Kurt fece l’amore con Nadine sfogando su di lei tutto il nervosismo causatogli
dalla discussione con suo padre. “ Cosa c’è, Kurt? ” domandò Nadine con
fastidio e apprensione. “ Va tutto bene, va tutto bene. ” rispose il ragazzo,
dandosi una calmata per timore di farle del male. Poi Kurt si fermò e,
guardando negli occhi la sua amata, con voce ancora affannata, le disse: “
Nadine, ho bisogno di sapere una cosa. Ti fidi di me? ” La giovane rispose con
meravigliata dolcezza: “ Sì, Kurt. Lo sai già che mi fido di te. ” “ Domani ti
porterò via da qui. ” A queste parole, Nadine sgranò gli occhi.
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Caro
lettore,
manca poco
alla fine di questa triste e avvincente storia. Il giovane Kurt ha finalmente
trovato il coraggio di portare la sua Nadine via dall’inferno di Ravensbrück. I due riusciranno a scappare e a coronare il
loro sogno d’amore? Beh, non ti resta che aspettare il prossimo capitolo.
A presto.
Nadine