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Autore: Floramoss    11/08/2011    3 recensioni
La storia si svolge a cominciare dall'inizio del 5 anno. Non ho tenuto conto di tutti gli avvenimenti originali che appartengono come i personaggi all'autrice. La vicenda ruota attorno alla relazione tra Piton ed Harry dopo la scoperta di un diario appartenuto a Lily. Il resto degli avvenimenti sono molto semplificati ovviamente rispetto alla saga. e' la mia prima pubblicazione. Ho letto molto riguardo questo tema e mi auguro che chi lo ama come me possa apprezzare anche il mio tentativo. Se in qualche occasione sono scaduto nel troppo sentimentale per la situazione trattata vorrei che mi venisse segnalato. Grazie a tutti quelli che mi leggeranno.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CONFESSIONI

CONFESSIONI

Severus non ci vedeva più. Aveva letto tanti di quei documenti che gli era venuta la nausea. Si versò del whisky incendiario e provò a concentrarsi.

-E’ inutile Severus, la tua testa è arrivata al traguardo per oggi.- Severus senza voltarsi rispose: -Come diavolo facevi a star dietro a tutto Albus.-

-Io mi prendevo delle brevi pause giusto ogni tanto… parlavo un po’ con Fanny, facevo un giro sulla torre di astronomia, mi bevevo un sorso di te con Minerva, venivo a vedere cosa stavi combinando….-

-Mi spiavi?-

-Suvvia Severus, via il broncio, la guerra è finita… la maschera non ti serve più.-

-Ti è mai venuto in mente che io non porti alcuna maschera?-

-Certo che mi è venuto in mente, ma altrettanto velocemente ho fugato quel pensiero… perché tu sei di più di quello che fai vedere.-

-E cosa sarei, sentiamo signor so-tutto-io... somigli alla Granger.-

-Sei una persona, con tutto quello che comporta. Non sei un mostro come ti ostini a pensare. E una persona ha bisogno di qualcuno vicino Severus.-

-Io non posso prendermi cura di Potter… non ne sono capace.- Tanto lo sapeva che Albus mirava a parlare di quello.

-Tu hai solo paura… e non di Potter, perché quel ragazzo ti ha conquistato già da un pezzo. Hai paura di te stesso Severus. Che strano, proprio ora che non hanno più paura di te.- Silente ridacchiò e poi tossì. -Allora, lo prendi sotto la tua tutela o no?-

Severus grugnì: -Perché alla fine devi sempre avere ragione?-

-Ma perché sono… cioè ero, molto vecchio… e di conseguenza saggio. Forza, va a dirglielo che quel ragazzino sta passando ore infelici nel dubbio.-

Piton finalmente si voltò a guardare la foto del vecchio preside che gli strizzò un occhio. Si sentì improvvisamente più leggero, quasi gli avessero levato un macigno di dosso. Lasciò tutto sulla scrivania e si avviò alla torre dei Grifondoro. Ora era il Preside e aveva accesso a tutte le Case senza distinzione di sorta. Doveva ancora trovare qualcuno che lo sostituisse come capo casa dei Serpeverde, ma per il momento poteva ricoprire entrambe i ruoli. Scivolando silenziosamente nei corridoi e cercando di non correre benché ne avesse una gran voglia giunse alla sala comune. Il suo ingresso destò comunque stupore e soggezione: nonostante i fatti accaduti la sua immagine era ancora legata ai sotterranei, al Signore Oscuro, alle tremende ore di laboratorio in cui non sapevi mai come saresti uscito e quale sarebbe stata la tua nuova media voto. Sì, metteva ancora soggezione quell’uomo vestito  completamente di nero, senza sorriso e con lo sguardo profondo come la notte.

-Cerco Harry Potter.-

-Non è qui professore.- La voce era quella di Hermione. Si avvicinò all’insegnante: lei ormai aveva rotto ogni distanza. Lo fissò per un attimo -So che ci sta mentalmente maledicendo per averlo lasciato solo ma non c’è stato verso di tenerlo qui. Credo di sapere però dove trovarlo.-

-E’ da Silente.- Fu Ginny a completare la  frase. Era palesemente in pena. -E’ spesso lì, direi anche troppo spesso.-

-Ho capito, grazie.- Prima di uscire diede un’occhiata a tutti i Grifondoro riuniti. -So che vi fa specie vedermi nei vostri alloggi, ma le cose sono cambiate. Quindi dovrete abituarvi.- e lasciò la stanza.

-Ma migliorerà mai un pochino in quel caratteraccio?- la domanda di Ron venne accolta da tutti con un grande “boh?” poi fu Ron stesso a rispondersi: -Ma sì, migliorerà… ci penserà Harry.- e sorridendo cercò posto tra sua sorella ed Hermione che si erano nel frattempo dirette al divano.

Piton uscì nell’aria della sera ormai vicina. La temperatura non era ancora quella dei prossimi giorni di piena primavera, conservava le punte rigide dell’inverno uscente. Si strinse nel mantello che aveva indossato per abitudine e seguì il sentiero per il monumento dei padri fondatori. Ginevra Wisley non si era sbagliata. Una figura stava di fronte alla tomba di Silente. Pur se di schiena, Severus poteva indovinarne i pensieri e lo sguardo. Arrivò alle spalle di Harry e si fermò.

-Comincia a far freddo Potter. E’ meglio se rientri.-

Harry trasalì, proprio non lo aveva sentito arrivare. -Vorrei restare qui ancora un poco se non le dispiace. Il Preside mi manca molto.-

Severus non pensò questa volta a come fosse meglio agire, se insistere con gentilezza o prendere Potter per un braccio e trascinarlo dentro. Non c’era motivo di ritardare ancora quello che avrebbe dovuto fare già da tempo. Fissò lo sguardo sul ragazzo e immagazzinò quanta più aria gli fosse possibile.

-Ho deciso di chiedere ufficialmente la tua tutela. Per i mesi che ti mancano prima di diventare maggiorenne ovviamente. Vorrei il tuo consenso.- Lo aveva detto, tutto d’un fiato e senza tradire particolare emozione. Harry rimase immobile per qualche attimo poi parlò senza voltarsi.

-Non è obbligato a farlo. Adesso non ha più alcun impegno nei miei confronti, ha mantenuto il patto. Porterò via le mie cose dal suo appartamento appena me ne darà il permesso.-

Perché quel maledetto ragazzo gli rendeva la vita così difficile? Non era mai stato ubbidiente ed educato nei suoi confronti come in quel momento. Proprio adesso doveva comportarsi da perfetto Serpeverde. Piton ebbe l’impressione che dalla tomba di Albus uscisse un richiamo, un invito a non fermarsi. E così, contro tutto quello che credeva di essere e che si era premurato di far credere a tutto il popolo magico fino ad allora, decise di assecondare il cuore. Ma la voce questa volta non era più priva di emozione: -E se io ti dicessi Harry che ho preso questa decisione in totale libertà? Se ti dicessi che… - un'ultima pausa ancora prima di buttare via il passato - Se ti dicessi che hai il mio amore da tanto tempo? Se ti dicessi che mi piace la sera rientrare nelle mie stanze sapendo di trovarti ad aspettarmi? E che quando ti guardo vedo vivere tua madre ma vedo vivere anche te e questo mi rende felice? Se ti dicessi che parlarti così è stata una violenza su me stesso ma che l’ho fatto con convinzione perché non voglio perderti?- Ecco. Ora era completamente senza energia. Non avrebbe potuto dire una parola di più, né muovere un passo. Solo respirare.

Harry invece non respirava affatto. Perché aveva un nodo in gola che si era ingigantito ad ogni parola pronunciata dal professore. Non voleva piangere. Non sapeva bene in realtà cosa volesse. Perché era talmente felice che tutto gli premeva dentro quasi a voler farlo esplodere e quindi preferiva restare immobile. Non credeva che gli avesse parlato così. Non lui. Non Severus Piton. Ma era tutto sorprendentemente vero. Come il sole la mattina, come l’acqua sulla faccia, come il profumo del pane tostato. E la gioia non si può frenare troppo a lungo, finisce col chiedere inevitabilmente di uscire ed Harry le aprì la porta. Si voltò e guardò Piton guardarlo. Lo vide in ansia. Gli occhi scuri lo scrutavano in attesa della risposta. Le iridi di Harry erano invece smeraldi negli occhi bagnati. Il ragazzo fu solo in grado di dire con un filo di voce: -Perché hai aspettato così tanto?- Ma Severus lo stava già abbracciando: Harry, il figlio che non aveva avuto, la sua unica e vera ragione di vita da quando Lily non c’era più. Non erano più soli finalmente e adesso potevano urlarlo a tutti.

-Devo prenderlo per un sì allora.-  La voce del pozionista rimbombò quasi in quel silenzio. Harry rispose di sì e rise di una felicità commovente e commossa: per la prima volta dopo lungo tempo i pezzi stavano andando al loro posto. Tornarono insieme verso Hogwarts. Piton diede il suo mantello ad Harry. La tomba di Silente si colorò di bianco sotto la luna.

 

 

Eccomi qui. Questo è il penultimo capitolo della storia. Volevo ringraziare tutti i lettori che mi hanno seguito e sostenuto. Un pensiero in particolare a Black Dragoon che mi ha fatto davvero tanta compagnia coi suoi commenti J: spero non ti arrabbierai se finisco con domani invece di ritardare ma se non chiudo mi porto in ferie un fastidioso senso di “ansia da prestazione” se così vogliamo chiamarla. Prometto che appena avrò chiuso con un lavoro che sto preparando (che non centra nulla con la fandom) mi rimetto all’opera perché scrivere di Severus ed Harry mi piace troppo. Questa mia prima ff mi ha occupato un sacco di tempo, era mesi che ci lavoravo sopra. Mi auguro di essere più svelta per le prossime (ho già due idee per la testa). Nel frattempo attendo di leggerne di nuove, magari di vostre (ne sto seguendo già alcune): l’ispirazione spesso viene leggendo dell’altro e poi l’emozione che può dare la lettura in certi momenti è insuperabile. Fatemi battere forte il cuore, fatemi commuovere e divertire! Continuando a sognare di Severus vi saluto tutte/i J

 

 

  
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