<< Mio Signore...>>
<< Levati di torno ora. Hai parlato abbastanza. A te penserò più tardi >>.
Gli occhi di Lord Voldemort, ridotti a due fessure, si posarono su quella che egli considerava una tra le più valide combattenti del suo esercito; seppure fosse gravemente ferita, le iridi opache di Bellatrix Lestrange erano illuminate da una luce particolare, non comprensibile per l' Oscuro Signore. Osservò la
mano della fedele serva accarezzare con straordinaria attenzione il ventre, notevolmente ingrossato e visibile dall' ampio mantello, estremamente rovinato e sporco del sangue delle numerose vittime, che per tutti quei mesi aveva celato con successo la stato della donna.
Come poteva in quel momento occuparsi di lei? Certo, una formidabile assassina, abile e capace anche nel soddisfare le voglie ed i desideri del suo unico padrone.
Ma come poteva proprio egli, Lord Voldemort, aver commesso un così terribile errore molti mesi prima?
Come poteva non essersi controllato davanti al piacere?
Bellatrix portava in grembo suo figlio, frutto di una delle tanti notti di sfrenata lussuria trascorse assieme a lei dopo la morte di quello stupido vecchio, che tanto predicava circa la forza dell'amore.
Come aveva potuto essere così... umano?
Distolse lo sguardo e fissò il castello, stringendo il pugno sulla preziosa bacchetta di Sambuco.
Avrebbe pensato a togliere di mezzo la donna più tardi.
Mentre Harry Potter trionfava dopo la morte del Signore Oscuro, Bellatrix Lestrange esalava l'ultimo respiro stringendo tra le braccia la piccola creatura appena nata.