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Autore: MrsPurr    14/08/2011    8 recensioni
"La Primavolta dell'ordinaria e perbene Petunia Evans, non fu sotto le lenzuola fiorite del suo letto nuziale, bensì a sedici anni, brilla, in uno squallido ed imprevisto stanzino.
Se l'avesse raccontato a se stessa non ci avrebbe creduto."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Petunia Dursley, Vernon Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Petunia Evans, sedici anni, sospirò sconsolata fissando il costoso vestito color rosa-non-troppo-acceso.

Petunia era in tutto e per tutto una ragazza normale. Si vestiva come le altre, parlava come le altre, a scuola era nella media, né troppo brillante né tantomeno una capra. Era di statura media, aveva i capelli di lunghezza media e perfino i suoi occhi stinti e marroncini rientravano nella media. Da un anno frequentava, dopo aver avuto l'approvazione dei genitori, il suo primo e unico amore, Vernon Dursley. Vernon, diciassette anni, era un ragazzone corpulento, anch'egli in tutto e per tutto normale.
La relazione tra loro andava a gonfie vele, come assicurava Petunia alle amiche.
Andavano al cinema, a pattinare sul ghiaccio, a fare picnic.
Il loro primo bacio risaleva al loro primissimo appuntamento. Quel bacio aveva pienamente soddisfatto Petunia, perché era stato ESATTAMENTE come si aspettava. Lei e Vernon condividevano la predilezione per le cose che vanno secondo il previsto. Amavano visceralmente la tranquillizzante ordinarietà.
La spontaneità e le situazioni prive di un rituale prefissato da seguire li mettevano profondamente a disagio. Per dire, loro avevano sempre saputo che si sarebbero messi insieme, che ad un certo punto lui le avrebbe chiesto di uscire, e che sarebbe stato lui a chiederle di poterla accompagnare al ballo di fine anno scolastico. Aveva accettato - un rifiuto non era previsto - ed ora eccola qui, a scontarsi con ciò che detestava e la spaventava di più al mondo: UN IMPREVISTO.
Era stata la sua amica Gloria ad avvistare l'abito. Petunia, eccitata, l'aveva rimirato, sfiorato, indossato. Solo in seguito aveva guardato la targhetta del prezzo. Cento sterline. Suo padre era stato chiaro: non intendeva spenderne più di trenta, quaranta al massimo, per un pezzo di stoffa.
"N-non te la prendere. Ne troveremo un altro" provò a blandirla l'amica, notando la sua espressione.
Lei non rispose, arrabbiata con se stessa. Avrebbe dovuto prevedere che un vestito così bello sarebbe stato altrettanto costoso.
Era così irritata. Si irritava sempre quando le cose prescindevano dal suo controllo. Ma mostrare le sue emozioni in pubblico sarebbe stato così di cattivo gusto..
Si girò verso Gloria.
"D'accordo" mormorò "cerchiamo ancora."
Dopo un'altra ora di estenuante perlustrazione fra negozi di tutti i tipi, finalmente trovò quel faceva al caso suo: un economico, soffice, ordinario vestito color pesca.
Ora non rimaneva altro da fare che aspettare pazientemente il ballo, che avrebbe avuto luogo tre giorni più tardi.
Quando finalmente venne il momento di prepararsi, passò qualche minuto - qualche decina di minuti - a lambiccarsi sui propri capelli.
Era meglio una tradizionale ed adulta crocchia, un sofisticato chignon, delle trecce infantili..? Infine decise di innaffiarli di spuma volumizzante e lasciarli sciolti sulle spalle. Il pensiero le fece il brutto scherzo di correre a Lily e ai suoi luminosi capelli rossi, ma Petunia lo dirottò bruscamente da un'altra parte, com'era solita fare ogni qualvolta il pensiero si soffermava sul Mostro.
Al diavolo quell'anormale, questa sarebbe stata la SUA serata.
Sorrise sentendo Vernon suonare il campanello.


Qualcuno aveva corretto il punch. E lei l'aveva scoperto troppo tardi. Vernon continuava a bere - il suo sangue irlandese non si smentiva mai - e lei, per qualche strano motivo, lo imitava. Beveva e ballava, non aveva mai ballato così, con tutta se stessa, priva di inibizioni, sociali e non. Il gruppetto da garage da quattro soldi intonò un lento, e lei si appiccicò al suo ragazzo.
Un giramento di testa più forte degli altri le fece tremare le gambe.
"Penso di essere un po' ubriaca" gli bisbigliò all'orecchio.
"Non voglio che ti vedano IN QUESTO STATO" esclamò il ragazzo guardandosi attorno - nemmeno l'alcool lo liberava dal suo complesso costante "vieni con me.." aggiunse prendendola per mano.


"Ma dove mi hai portato?" rise Petunia nel buio. Si sentiva un'altra persona. Che bello sbarazzarsi della vecchia rigida Petunia!
"Nello sgabuzzino delle scope. Staremo qua finché non ci passa.."
Petunia non aveva quasi mai bevuto in vita sua. Stava sperimentando quell'esaltante momento in cui i pensieri diventano confusi e incoerenti. Per qualche incomprensibile ragione le venne in mente un film in cui c'era una scena analoga: due ragazzi chiusi in uno sgabuzzino. Solo che loro a questo punto si baciavano. Quasi agendo senza l'autorizzazione di se stessa, baciò Vernon. Ma non fu il solito bacio perbene, privo di lascivia. Fu qualcosa di nuovo. Una creatura fatta di pura passione si era impossessata del suo corpo. Lui sapeva di punch e dopobarba. E maschio, anche.
"Vernon" sussurrò la nuova creatura "fai l'amore con me."

La Primavolta dell'ordinaria e perbene Petunia Evans, non fu sotto le lenzuola fiorite del suo letto nuziale, bensì a sedici anni, brilla, in uno squallido ed imprevisto stanzino.
Se l'avesse raccontato a se stessa non ci avrebbe creduto.
  
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