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Autore: soul_in the night    18/08/2011    1 recensioni
Conosciamo la storia di Avalon High, ma solo secondo quello che la protagonista, ovvero Allie, può vedere. C'è però una storia più profonda, più complicata dietro, la storia di chi si è nascosto dietro una maschera per proteggere Re Artù. La storia di Marco, che è stato costretto a passare per cattivo pur di continuare la missione a cui suo padre aveva dedicato la vita.
Purtroppo non ci sono fic su questo film che, nonostante abbia storpiato totalmente ciò che il libro diceva, mi è piaciuto molto. Spero che vi piaccia, le recensioni naturalmente sono sempre gradite.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Avalon High.

Another point of view.

L’inizio.



                                                                      

Una stanza di ospedale, bianca, fredda, incredibilmente irreale. In posti come quelli sembra che il mondo esterno non esista. Le luci al neon nascondono agli occhi ciò che non si vuole vedere. I suoni ovattati degli strumenti medici sembrano quasi coprire le voci ancora più tenui di medici e infermieri. Parole sussurrate da persone che ormai di sentenze ne hanno date tante. È impossibile per chi si trova all’interno di una stanza udire la voce di qualcuno che, lontano dalla parete, nascosto dietro una porta chiusa, non vuole farsi sentire.

Era ancora più difficile se il chirurgo, parlando con la donna, aveva tutte le intenzioni di non permettere che il figlio adolescente di lei carpisse una sola parola.
Questo, pensava Marco, era del tutto inutile. Era perfettamente a conoscenza di ciò che stava ascoltando sua madre in quel momento. “Mi dispiace, signora. Abbiamo fatto il possibile ma temo che i nostri sforzi non abbiano sortito alcunché. A suo marito non rimane molto da vivere.”  L’aveva sempre saputo lui, fin da quando suo padre era stato portato in ospedale l’ultima volta. Tossiva talmente tanto che avevano dovuto far arrivare l’ambulanza d’urgenza. Ora in quel lettino, attaccato alla flebo e a mille altri macchinari, sembrava incredibilmente debole. Respirava appena; il fumo gli aveva rovinato completamente entrambi i polmoni e Marco sapeva che non c’erano possibilità che si rimettesse. Era un brav’uomo suo padre e lui gli era affezionato. Aveva insegnato a Marco molte più cose di cui non avesse fatto la scuola. Era intelligente e simpatico; era sempre stato capace di trattare con suo figlio, anche più della madre. Il suo unico, grande difetto era il vizio del fumo che ora lo costringeva a letto in fin di vita. Marco non riusciva a capacitarsi del fatto che di lì a poco non l’avrebbe più visto, ma sapeva che, nonostante tutto, sarebbe stato forte. Per sua madre, ma soprattutto per onorare il più grande insegnamento del padre: non ha senso piangersi addosso, nella vita bisogna sempre andare avanti, compiere il proprio destino senza guardarsi alle spalle.

<< Marco… avvicinati >>.
<< Come ti senti? Non dovresti sforzarti >>. Cercava di farlo stare attento, ma sapeva che non lo avrebbe ascoltato.
<< Non ha senso ormai… sappiamo entrambi che questa storia non andrà a finire bene >> Non gli lasciò tempo di ribattere, riprese subito a parlare.
<< Marco, tu sai che in tutti questi anni, io ho fatto parte dell’ordine dell’orso. Nella mia vita ho fatto il possibile per scoprire l’identità della persona in cui si reincarnerà re Artù. Ora però non potrò più farlo. Vorrei che fossi tu a continuare ciò che io ho reso la mia missione. Naturalmente puoi rifiutare, non mi sogno nemmeno di obbligarti a fare qualcosa contro la tua volontà. >>
Sì, sapeva tutto di quella storia. C’era stato un tempo in cui la riteneva buona solo per i sognatori, ma poi l’affetto per il padre e l’interesse che quelle leggende suscitavano in lui l’avevano portato, giorno dopo giorno, a riporre la sua fiducia in quel vecchio libro impolverato. Secondo gli appartenenti all’ordine dell’orso, Re Artù è destinato di reincarnarsi, insieme ai suoi cavalieri, per portare il mondo fuori dai periodi più bui. Assieme ad Artù, anche Mordred, il suo fratellastro e nemico giurato, sarebbe tornato, con lo scopo di distruggere Artù. Per sempre. Non erano molte le persone a conoscenza di questa leggenda e ancor meno erano coloro che ci credevano, ma quei pochi avevano dedicato la loro vita a proteggere Artù. Era una richiesta importante quella che gli stava facendo, avrebbe dovuto pensarci, ma in quel momento ogni fibra del suo corpo gli suggeriva di promettere al padre che avrebbe fatto qualsiasi cosa per continuare la sua missione.

Stava per rispondergli, ma venne bruscamente interrotto dall’arrivo del medico e di sua madre.
<< Marco, forse è meglio se esci. Il dottore deve parlare con tuo padre >>. Non attese altro, lo sospinse verso la porta. L’aveva sempre trattato come un bambino. Come se non sapesse che il padre stava per morire. Non erano forse prove sufficienti i colpi di tosse sempre più forti e frequenti, il respiro sempre più debole e irregolare e i battiti segnati sul monitor che man mano rallentavano, diradandosi? In ogni caso, ubbidì, andandosi a sedere su una sedia appena fuori dalla porta. Da lì riusciva a vedere fuori dalla finestra. Una tristezza profonda lo assalì e lo costrinse a chiedersi se fosse giusto che il mondo continuasse quando la gente moriva, ad ogni ora, in ogni luogo. Sentiva la forza di suo padre che man mano sfumava e decise che avrebbe fatto di tutto per mantenerne vivo il ricordo, in qualsiasi modo. In quel momento sentì un silenzio profondo farsi largo, non solo dentro di lui. Sua madre uscì dalla stanza, il capo chino, gli occhi rossi e gonfi. Aveva pianto, ma aveva cancellato ogni traccia di lacrime per non mostrarsi debole davanti al figlio. Marco sentì che il bene che provava per la donna si risvegliava. Entrambi i suoi genitori erano sempre stati molto forti e lui era orgoglioso di aver preso da loro. << Potrebbe sembrare strano, >> disse, cercando a fatica di trattenere i singhiozzi << ma l’ultima cosa che ha detto è stata di proteggere Re Artù. Sai per caso di cosa stesse parlando? >> Lei non aveva mai saputo niente dell’ordine, era più che giusto che fosse confusa. Marco però non se la sentì di spiegarle in quel momento, forse in futuro… Si limitò ad accennare un sorriso, molto difficile in un momento come quello. << Voleva che ti dessi questo. Era il suo medaglione, non se lo toglieva mai. Ha detto che è giusto che lo abbia tu >>. La donna gli mise al collo la collana del padre. Una semplice catenina d’argento, di quelle che si danno ai bambini al momento del battesimo. La particolarità stava tutta nel ciondolo. The Order of the Bear. Questa era la scritta che sormontava il disegno di un orso argentato. Segnava l’appartenenza all’ordine dell’orso e il solo fatto che suo padre glielo avesse voluto dare significava che aveva fiducia in lui. A quel punto non gli rimase altro che fare quel passo.

Te lo prometto padre. Troverò Re Artù e lo proteggerò. 

                                                                      
  
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