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Autore: soul_in the night    20/08/2011    0 recensioni
Conosciamo la storia di Avalon High, ma solo secondo quello che la protagonista, ovvero Allie, può vedere. C'è però una storia più profonda, più complicata dietro, la storia di chi si è nascosto dietro una maschera per proteggere Re Artù. La storia di Marco, che è stato costretto a passare per cattivo pur di continuare la missione a cui suo padre aveva dedicato la vita.
Purtroppo non ci sono fic su questo film che, nonostante abbia storpiato totalmente ciò che il libro diceva, mi è piaciuto molto. Spero che vi piaccia, le recensioni naturalmente sono sempre gradite.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Cinque anni dopo.

 
La Avalon High School.
Un covo di studenti abitato dalle specie più rare: cheerleader, atleti, giocatori di football, secchioni e bulli. Passavano le loro giornate facendo finta di ascoltare gli insegnanti, ruminando gomme da masticare e pensando alle feste e alle avventure a cui avrebbero partecipato una volta usciti da quella sorta di prigione con i banchi.
Poi c’erano loro naturalmente, i professori. La loro vita consisteva nel ripetere giorno dopo giorno lezioni sempre uguali a persone sempre più annoiate, senza capire che l’ultimo interesse dei ragazzi era proprio quello di stare a sentire insegnanti che non sembravano neanche troppo convinti di quello che dicevano.
La vita vera, quella sociale, non si svolgeva certamente in classe, ma nei corridoi, luoghi speciali dove si poteva sperare di incontrare coppie intente a sbaciucchiarsi dietro l’angolo, professori che ridevano tra di loro mostrando un incredibile briciolo di umanità, atleti che scimmiottavano dietro alle ragazze, secchioni chiusi negli armadietti da bulli che ghignavano soddisfatti.
Una scuola come tante altre, se non si pensava ad un minuscolo particolare. Dettaglio che agli occhi di molti passava completamente inosservato. Di molti, ma non di un membro dell’Ordine dell’Orso, che non avrebbe mai potuto fare a meno di notare la sua stravagante, eppure perfetta somiglianza con il castello di Camelot.
Era proprio questo il motivo per cui Marco aveva convinto la madre a farsi iscrivere a quel liceo. Liceo che casualmente era frequentato anche da Will Wagner, figlio del nuovo marito di sua madre e di conseguenza suo fratellastro.
Marco si ricordava perfettamente della prima volta che lo aveva visto, al matrimonio celebrato solo due anni prima. Qualcosa in lui aveva fatto scattare la sua guardia e aguzzare la sua attenzione. Will era circondato da un’aura di coraggio e lealtà, oltre che da una certa regalità e ciò lo rendeva fin troppo simile a Re Artù. No, si disse Marco, sarebbe troppo facile se proprio il mio nuovo fratello fosse la persona che cerco da anni. Eppure qualcosa, quello stesso giorno, lo costrinse a rimangiarsi la frase insieme alla convinzione che trovare il Re Leggendario non sarebbe stato affatto facile. Gli bastò stringergli la mano per venir catapultato in un mondo antico, di 1500 anni indietro nel tempo.
 
Due cavalieri armati di tutto punto si trovavano nella foresta. Accanto a loro i cavalli riprendevano fiato dopo quello che doveva essere stato un lungo galoppo. Le armature scintillavano al pallido sole mattutino, mentre i due ragazzi, entrambi ammantati di rosso, si stringevano in una stretta affettuosa: la stretta di due vecchi amici che si rivedono dopo tanto tempo.
 
Marco non aveva avuto bisogno di osservare il cavaliere di spalle per capire che era lui. L’altro invece non poteva che essere Will Wagner.
Quello stesso giorno Marco ebbe anche modo di incontrare l’insegnante di Will, che sarebbe poi divenuto anche il suo. Mr. Moore era un uomo sulla quarantina, con capelli marroni corti e tenuti ordinatamente pettinati e un paio di occhiali che contribuivano a dargli un’aria più seria di quanto non fosse in realtà. Per camminare si appoggiava a un bastone e zoppicava vistosamente. Un po’ troppo vistosamente, pensò lui.
Per tutto il tempo in cui lo ebbe vicino, continuò a parlare sempre e solo della sua passione per il ciclo bretone, o arturiano se preferite. Una cosa però fece insospettire il ragazzo: Moore accennava spesso all’Ordine dell’Orso, come se credesse davvero alle leggende. E allora perché non porta il medaglione? Disse tra sé e sé, ringraziando la madre per averlo convinto quanto meno a nascondere il suo. Moore era sospetto, secondo Marco, troppo sospetto. Fu per questo che il ragazzo fu ben contento di stringergli la mano, sperando in un’altra visione rivelatoria. Stavolta però non avvenne. Ci fu solo un lampo e un’immagine gli si stampò lentamente nella testa.
Moore, vestito da cavaliere medievale, che puntava la sua spada alla gola di Artù, minacciando di distruggerlo. Mordred.
 

***

 
Era passato tanto tempo da quel giorno e Marco aveva fatto il possibile per rendersi odioso agli occhi di Will. Non sapeva cosa avrebbe potuto fare Mordred per eliminare per sempre Artù e quindi la sua unica speranza era che Moore si fidasse di lui, confidando che, in un modo o in un altro, si tradisse commettendo un passo falso. Per farlo doveva fingere di odiare il suo fratellastro e, più o meno, il resto del mondo. Facendo così, lo sapeva, avrebbe potuto cercare di scoprire i piani della reincarnazione del nemico. Non gli piaceva comportarsi così, ma non poteva fare altrimenti: avrebbe fatto di tutto per rispettare il giuramento fatto a suo padre cinque anni prima.
Nel frattempo aveva fatto dei passi avanti. Aveva osservato a lungo Will e il suo migliore amico, un certo Lance. Giocava anche lui a football e sembrava essere per Wagner ciò che Lancillotto era per Artù. Marco non negava però che ciò gli dava una preoccupazione non minima, dato che Lancillotto era stato, per buona parte, colpevole della fine del suo Re. Come a confermare i suoi timori, c’era anche una ragazza, Jennifer, la migliore amica di Lance e Will, con il quale aveva una relazione da tre anni. Ginevra, pensò Marco la prima volta che la vide. Il ragazzo sospettava che, nonostante le parole, Jen e Lance avessero qualcosa da nascondere.
C’era anche un altro studente della Avalon che teneva sott’occhio. I suoi sospetti erano che fosse la reincarnazione di Merlino. Miles, si chiamava così, era il tipico secchione, quello che leccava i piedi degli insegnanti solo per avere una bella A a fine quadrimestre. Non parlava mai con nessuno, era sempre accompagnato solo dai suoi amati libri. Il bersaglio preferito dei bulli insomma. Ma c’era dell’altro. Marco aveva notato che Miles aveva spesso come delle visioni. Si piegava su se stesso, preso da un mal di testa lancinante e un attimo dopo sapeva cose che di lì a poco sarebbero accadute. La leggenda raccontava che Merlino, nonostante fosse un grande mago, dovesse la sua potenza anche alle visioni che lo avvertivano della mossa successiva del nemico ancora prima che egli la compisse.
Mordred non si era ancora rivelato e Marco iniziava a credere che avrebbe smesso i panni di Moore solo quando anche Artù si sarebbe palesato. Non gli rimaneva che non perderlo mai di vista.
<< Ehi amico! >>
Non gli rispose, non ne aveva voglia. Sperava che capisse da solo, ma evidentemente Dj non era abbastanza sveglio per capire qualcosa senza che gli venisse fatto un disegnino o una rappresentazione teatrale.
<< Oh, terra chiama Marco. Non vieni con noi a sistemare qualche secchione?! Stavo pensando a Miles. >>
Miles, eh? Forse avrebbe potuto essere una buona occasione per avvicinarsi a Will. Lui in fondo accorreva sempre in aiuto dei più deboli. Proprio come dovrebbe fare un buon re.
<< Non ci pensare nemmeno, Dj. Ho un conto in sospeso con Miles, mi devo occupare da solo di lui. >>
No, non gli piaceva per niente farlo, ma, dovette ammettere, era piuttosto bravo.
 
 

 
 
 
 
  
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