20/08/2011
3 recensioniCosa possiamo aver in comune noi?
Niente, tranne il peccato di essere nati.
Abbiamo il sangue macchiato.
I nostri genitori ci reputano strani,i coetanei diversi,la società feccia.
Passeggio per strada, allargo il colletto della camicia.
Mi sento soffocare, questi sguardi su di me bruciano.
Mi stanno consumando la pelle... vogliono che il mio cuore sia esposto a loro.
Vogliono farmi impazzire.
Vi prego ,basta.
Fatemi andar via.
Voglio correre via felice, come quando ero solo una bambina riccioluta che inseguiva un aquilone.
Non voglio essere né una strega né una Mezzosangue.
Io non volevo una vita così, io volevo essere felice con accanto un marito e dei figli, non con i vostri occhi su di me.
-BASTA!-
Ho urlato.
Vi siete allontanati da me.
Avete preso tra le braccia i vostri figli e siete scappati.
Chi sta diventando pericoloso ?
Chi è il carnefice e chi è la vittima?
-LASCIATEMI, LASCIATEMI, LASCIATEMI!-
Cosa vogliono da me?
-Calmati tra poco passerà.-
Cosa deve passare?
Perché hai una siringa?
Cosa ti ho fatto?
Papà perché sei qui?
-La ragazza è stata trovata in stato di shock. Urlava e spaventava tutti in strada. La procedura richiede di farla restare qui altre quarantotto ore ma molto probabilmente dovrà rimanere qui per un tempo non definito.-
Mamma perché piangi?
-Ad una prima analisi per quanto tempo starà qui?-
-Almeno sette anni. -
Sette anni.
E dire che amavo il sette.
Ora lo trovo il numero più orribile al mondo.
Mi alzo e prendo la mia bacchetta.
Eccoti.
-Sai mi hai rovinato la vita... -sussurrò appena.
Mamma non piangere più.
Papà non dispiacerti.
Vado solo via per un po’ di tempo.
-AVADA KEDAVRA-
Era l'errore che tutti gli uomini fanno da sempre.
Cercare di mostrarsi forti e sprezzanti vincitori
quando forse basta avere il coraggio di chinare la testa e dire:
ho paura.
(Giorgio Faletti)