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Autore: Sekhlet    22/08/2011    1 recensioni
"-N-non ti lascerò p-prendere Jin- rispose la ragazza con un filo di voce, ormai esausta e incapace di opporre resistenza o fuggire. L'uomo non rispose, estrasse il fucile da cecchino suo omonimo e lo caricò. Prese la mira: un colpo al cuore e l'avrebbe spedita al creatore in poco tempo senza farla neanche soffrire. Chiuse gli occhi, come faceva sempre in queste occasioni e sparò."
Prima ff, non siate cattivi! E' ambientata all'inizio degli eventi di tekken6. Credo di aver sbagliato un po' le classificazioni. Ho messo "sorpresa" anche se credo che tutti capirete al primo capitolo chi è il protagonista della storia... o forse no! xD Speriamo che vi piaccia :\ la categoria 'demenziale' l'ho messa perchè ci sono un po' di fatti molto ma molto poco realistici, ma me ne sono accorta troppo tardi ç.ç xD quando avrò più tempo e autostima la rimetterò a posto e continuerò.
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ling Xiaoyu, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Xiao aprì gli occhi sorridendo.
Ripensò al bel sogno che aveva appena fatto:

Era caduta dalle scale e si era fatta male alla caviglia e Jin era accorso subito per aiutarla e poi, per farle passare il dolore, le aveva baciato dove le faceva male e...

Una fitta la riportò alla realtà e le fece lacrimare gli occhi. Piano piano le ritornarono alla mente i recenti avvenimenti:

Era andata al quartier generale della Mishima Zaibatsu per cercare di vedere Jin e di "farlo ridiventare buono", e davanti all'atrio si era scontrata con alcune guardie che aveva poi eliminato senza problemi. Ma proprio quando stava per entrare, lo aveva notato.
Quell'antipatico, scorbutico, sadico... GRRR!

Non lo avrebbe fatto passare. Fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto. Avrebbe dovuto passare sul suo cadavere, non lo avrebbe fatto arrivare a Jin!

Avevano combattuto a lungo. Ricordava ancora il dolore dei colpi... la fatica... il sapore metallico del sangue in bocca...
Poi un ultimatum a cui lei non si era piegata e

...il buio...

...il silenzio...

Scosse la testa per levarsi dalla mente quegli occhi così freddi da farle gelare il sangue e il cuore.

Un'altra fitta le trapanò il cervello. Non alla caviglia però.

Nella sua coscia c'era conficcato, riconoscibile dalla striscia blu, un dardo soporifero. La ferita alla caviglia era ben pulita e bendata con uno straccio.
Le venne in mente un film d'azione di hongkong che aveva visto con Jin in cui il protagonista aveva sparato un dardo soporifero sul braccio alla sua ragazza per poterle estrarre un proiettile dalla spalla senza che lei sentisse male.
Sorrise amaramente.

Bei tempi... Era solo un film allora...

Alzò lo sguardo dalla sua gamba.

Dove sono?

Si guardò attorno:  giaceva su un letto a una piazza e mezza dalle coperte grigio-perla.
La stanza era buia e l'unica illuminazione era fornita da fornita da un'applique di vetro satinato sopra il letto ed arredata in maniera sobria, ma in stile moderno.
Stilosa, pensò la ragazzina. Nessun indizio però su chi fosse l'occupante della stanza.

Sul comodino di vetro c'era un'orchidea appoggiata sopra un biglietto con scritto in bella calligrafia:

"Perdonami"

Xiao lo lesse e sorrise.

No, Jin, non devi scusarti...
E' normale che uno perda la testa quando ottiene il potere,
ma sarò al tuo fianco
e ti ricorderò i valori che mi insegnasti tu quando eravamo bambini
e ritornerai a essere il vecchio Jin...
Ora però basta dichiarare guerra a tutti!
Poi mi hai salvato la vita, se lasci che io salvi la tua allora saremo pari.


Già, perchè è stato sicuramente Jin a salvarmi. Non c'è ombra di dubbio.


...o sì?

Il tarlo del dubbio si insinuò nella testa della cinese che decise allora di ignorare la ferita alla caviglia e di andare ad esplorare le altre stanze.

Si alzò a fatica e barcollando uscì dalla stanza e fu accecata dal bianco candido che permeava tutte le superfici del soggiorno in stile Bauhaus. Le uniche note di colore erano date dai quadri astratti appesi alle pareti, che la sua memoria di studentessa di liceo riconobbe come riproduzioni di Kandinskij, e dalle copertine di libri nella libreria di fronte a lei.

Ma ciò che la colpì di più fu il grande pianoforte a coda (bianco, ovviamente). Emozionata, si fiondò subito sul seggiolino e lesse lo spartito che era spalancato sul leggio:

Mattina d'Inverno, P. I. Tchaikovskij.

Era parecchio arrugginita dall'ultima volta che aveva suonato il piano, ma provò lo stesso.

Che bel pezzo! pensò, lasciandosi accarezzare dalla musica.

Tutto è così... perfetto...

Troppo, forse.

Si bloccò improvvisamente:

Jin odia la musica romantica. Jin odia il bianco. Jin odia l'arte moderna.
A lui piace la musica rock, l'arte barocca, il nero e il rosso.

Oddio... ma di chi è 'sta casa allora?

Si alzò di scatto, delusa. Si diresse verso l'armadio in cerca di indizi e lo aprì: bellissimi vestiti da nobile bordati d'oro. Bianchi, ovviamente.

Oh no, pensò scocciata, non quel seccatore di Lee Chaolan...
  
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