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Autore: Feel Good Inc    24/08/2011    2 recensioni
A Twilight Town non pioveva mai, prima. Tutti la conoscevano come una cittadina tranquilla e sonnacchiosa; mai un sentore di novità, mai un accenno di bizzarria – c’erano, sì, quelle che Pence amava definire «le sette meraviglie», ma nessuno di loro era rimasto sorpreso quando avevano scoperto che erano tutte frottole assecondate dalla soggezione e dall’ottusità di certi personaggi del luogo.
Però la Vecchia Villa era tutta un’altra storia; e poi era cominciata la faccenda del cimitero.
[ Personaggi: Axel, Hayner, Kairi, Naminè, Olette, Pence, Riku, Roxas, Sora, Xion - Warning: nonsense ]
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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6

Twilight Town

 

In città si parlava spesso della Villa. Era una costruzione sinistra, fuori dal centro abitato, sulla quale le dicerie si sprecavano: la gente amava ripetere che su quel posto tirava una brutta aria, forse era persino maledetto. Un numero indefinito di anni prima, là dentro erano scomparsi tre ragazzi. La cosa strana era che nessuno se ne ricordava o aveva mai sentito parlare delle circostanze di un tale evento – e ciò rafforzava le loro raccomandazioni ai bambini più curiosi: meglio non pensare alla Vecchia Villa.

Naturalmente Pence aveva delle teorie tutte sue. La scoperta che le sette meraviglie di Twilight Town erano una serie interminabile di suggestioni non l’aveva scoraggiato; per lui era semplicemente impossibile che in città non ci fosse nulla di anormale, che quello fosse davvero un paese senza storie in cui gli unici avvenimenti degni di nota erano gli splendidi tramonti. Molte volte, mentre sedevano tutti con i loro gelati in mano alla Torre dell’Orologio, Hayner e Olette stipulavano una temporanea coalizione per farlo smettere una buona volta di tormentarli con le sue fisime. Axel e Xion ridevano di cuore. Naminè, sempre intenta a colorare in tinte dissonanti i fogli del suo album, era l’unica a considerare le parole di Pence con una certa attenzione.

«Tu cosa ne pensi, Roxas

Roxas studiava per un po’ i suoi disegni, inspirando a fondo il suo profumo di vaniglia e appoggiandosi alla spalla di Axel. Il gelato al sale marino aveva un gusto diverso, lassù: migliore. Alla fine sorrideva.

«Non esistono i fantasmi.»

Pence s’imbronciava, gli altri tornavano a ridere. Naminè ricambiava il sorriso di Roxas.

Qualche volta affidava al vento uno dei suoi strani disegni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice

 

Ditemi che ci avete trovato un senso. Ditemelo, così magari ce lo trovo anch’io. xD

No, ok. Ciò che dovrebbe significare questo epilogo è che, in una sorta di realtà alternativa, Roxas si è preso tutto ciò che Sora gli aveva ‘strappato’ – il suo cuore, i suoi amici, essenzialmente la sua vita – appropriandosene e facendo sparire lui e tutto ciò che gli ha impedito di vivere (là dentro erano scomparsi tre ragazzi: perché quelli erano gli unici che sarebbero potuti esistere senza Roxas). E io lo so, lo so che come trama non ha né capo né coda, ma mi piaceva troppo. Date la colpa a Michael Jackson. <3

Grazie a ___Faxas, ka93, BittersideMel e Syranjil Sarephen per le gentilissime recensioni lasciatemi; grazie ancora a BittersideMel e a ___Faxas per aver inserito questa storia tra le preferite e ricordate; grazie a tutti i lettori che con il loro passaggio hanno un po’ assecondato la fantasia malata di quest’autrice malata che sono.

Spero solo di non avervi annoiati. In tal caso, la colpa è invece solo mia. ^^’

Alla prossima, se vorrete.

Aya Lawliet ~

   
 
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