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Autore: Dioni    27/08/2011    1 recensioni
Salve a tutti, e la mia prima fanfiction che scrivo, la storia si svolge dopo la fine del manga, in questa storia ci saranno divinità,civiltà del passato,terribili nemici,nuovi amici, un antagonista particolare e un demone di ghiaccio con un passato a dir poco spaventoso, spero di avervi incuriosito,buona lettura ^^.
P.S, per questa storia mi sono ispirato ai giochi di God of war, quindi se notate delle scene troppo violente non vi spaventate, e perfettamente normale XD.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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La scomparsa dell'astrologo non passò inosservata,anzi,Flavio sapeva benissimo che Palgea l'osservava dall'alto,ma nonostante ciò non si era girato ad osservarlo,anzi,si accontentò di salire le scale che portavano al teatro senza battere ciglio.

Dopo aver percorso le scale si accorge che davanti a lui si trova un Aquilifer,(colui che porta l'aquila),un legionario incaricato di portare un bastone alto due metri con in cima un aquila di legno,questo tipo di soldato veniva posto in prima fila al proprio reggimento in modo da ispirare i soldati al combattimento e mostrare il simbolo dell'impero romano ai loro nemici,c'erano soldati che davano la vita per impedire ai nemici di uccidere un aquilifer.

Flavio si avviccinò al soldato che impugnava con entrambe le mani il bastone, di fronte a lui si trovava un uomo sulla trentina,probabilmente un veterano,alto all'incirca un metro e settanta e con una barba incolta.

- Identificati,disse Flavio in tono serio.

- Quarto aqulifer del undicesimo reggimento della sesta orientale signore,sono qui per comunicare i risultati della battaglia.

- Ebbene?

- La battaglia e stata vinta,per maggiori informazioni si rivolga al comandante della sesta.

- D'accordo.

Flavio si incamminò verso la scalinata che portava alle tribune del teatro,camminava tranquillo,rilassato,in poche parole un cane sciolto.

Nessuna preoccupazione che gli passa per la testa,Salì il primo scalino,poi il secondo e così via fino ad arrivare alla fine della scalinata,poi si girò in direzione dell'aquilifer con un sorrisetto arrogante.

- Aquilifer.

- Si signore?

- Tu sai perchè tutta la gente nel teatro e morta?

- No signore.

- Semplice,te lo dico io perchè sono morti...l'ultimo spettacolo che hanno dato qua dentro era così brutto ma così brutto che piuttosto che vedere il secondo atto si sono suicidati,che dire,lo spettacolo era un vero mortorio.

detto questo cominciò a ridere come se la sua ultima battuta fosse stata divertentissima,invece si vedeva lontano miglia che era una freddura veramente orrenda.

- Va be dai,seguimi.

- Certo signore.

L'aquilifer salì le scale raggiungendo il suo signore nella parte più alta del teatro.

- Andiamo alla piazza principale,se non sbaglio il punto di adunata dell'esercito e li.

- Si signore,proprio come ci ha ordinato.

- Bene,facciamo presto,voglio il rapporto della battaglia prima del tramonto.

I due scesero le scale che portavano all'ingresso del teatro,la moltitudine di cadaveri impediva a Flavio di camminare bene e rischiava così di inciampare giù per le scale.

- Mannaggia,capisco che questi poveretti sono stati uccisi mentre cercavano di salvarsi la vita,ma dovevano proprio morire sulle scale?

- Non hanno avuto scelta signore.

- Non hanno avuto scelta,metterla così e facile,insomma, io non chiedo che la gente non debba morire,dico però che quando muoiono non dovrebbero creare oastacolo a chiunque dovesse passare sopra i loro corpi.

- Mi perdoni se le dico che il suo non'è un discorso molto sensato.

- Non fa nulla aquilifer,ognuno può pensarla come gli pare e piace,vedi,anche se comando dall'alto dell'Olimpo non vuol dire che io sia superirore a te,ciò non toglie che riguardo alla vita militare deve mancare la disciplina,se tu mi mancassi di rispetto io potrei anche spezzarti le gambine,capisci cosa intendo?

- Certo Signore.

Alla fine arrivarono all'entrata del teatro con non poche difficoltà, i cadaveri resero quasi impossibile la discesa al pian terreno.

Fuori dalla struttura si distinguevano le figure di quattro secutores con le spade in mano e gli scudi saldi, Flavio si mosse verso di loro.

- Cosa ci fate voi qui?

Al suo arrivo i gladiatori portarono il pugno al petto,uno di loro fece un passo in avanti.

- Maestro,abbiamo pensato di farle da scorta,se mai qualche abitante della città o un soldato persiano l'attaccasse,scelga lei.

- ormai siete qui,va bene,potete coprirmi le spalle se questo vi fa piacere.

- Grazie signore,non la deluderemo.

Detto questo i quattro secutores circondarono Flavio e l'aquilifer in modo da rendere più efficace la loro protezione.

Cominciarono a camminare in direzione della piazza centrale, i quattri gladiatori facevano bene il loro compito,per quanto non fosse per niente neccessario,ci misero poco ad arrivare alla piazza centrale della città,una grande area dove all'interno si trovava mezza legione.

La piazza era piena di bancarelle,negozi,case di achitettura ellenica e un tempio dello stesso stile delle case,un ottimo luogo dove far riposare così tanti legionari.

- Siamo arrivati signore.

- Potete andare miei gladiatori,grazie per averci scortati.

- Si figuri maestro,anzi,grazie a lei per averci dedicato un pò del suo tempo,noi ci congediamo.

I secutores si congedarono dal loro signore e si mossero verso il resto dell'esercito.

- Signore.

- Si aquilifer?

- Il comandante della sesta e laggiù, lo vado a informare?

- Grazie ci penso io.

Flavio,seguito dall'aqulifer,si mosse in mezzo ai soldati della legione orientale senza andare troppo nell'occhio,i soldati mangiavano,bevevano vino,giocavano,parlavano ecc,in poche parole si divertivano dopo una dura giornata di massacri e combattimenti,infondo se lo erano meritato.

Non ci volle molto tempo per trovare il comandante della legione, un uomo in armatura  seduto su uno sgabello di legno intento a riposarsi insieme a suoi uomini,indossava una lorica segmentata,un armatura in uso durante gli anni d'oro dell'impero romano,consiste in una corazza formata da lamine d'acciaio legate tra loro con strisce di cuoio,le lamine ricoprono il petto,il ventre e anche le spalle,un armatura potente sulla difesa ma debole nella mobilità,per chi non la sa indossare può risultare scomoda e pesante.

Alla fine arrivò davanti al comandante della sesta legione,uomo sulla trentina,castano e con i capelli corti,seduto con le braccia incrociate e con  gli occhi fissi su un focolare che circondato da lui e alcuni suoi soldati in attesa di mangiare della carne messa a cuocere vicino ad esso.

- Potrei sapere i risultati della battaglia?,chiese Flavio con tono calmo e pacato.

L'uomo si alzò di scatto per poi battere il pugno sul petto,

- Certamente signore...pochissime perdite per le nostre truppe.

- E i persiani?

- Gravi perdite per gli assediati,penso che il nemico non avesse previsto un attacco da perte dell'esercito romano.

- Ne sei sicuro?

- Si signore,i nemici erano pochi e non credo che sapessero del nostro arrivo.

- Io non credo,questa battaglia e stata fin troppo facile,ascolta,la sesta legione presidierà la città affinchè i persiani non se la riprendano.

Detto questo Flavio diede le spalle al comandante della sesta legione.

- Questa città e fondamentale per l'economia del mio nuovo impero,i commerci con i regni e le tribù vicine a Petra incrementeranno l'oro delle casse statali...ah,un ultima cosa.

- Dica.

- Si assicuri di ottenere l'appoggio delle popolazioni locali con mezzi pacifici,se sorgono problemi mi faccia sapere.

- Obbedisco.

- Le auguro una buona serata.

- Anche a lei,disse il comandante mentre batte il pugno sulla corazza.

Flavio si incamminò verso l'entrata della città e mentre raggiungeva il luogo prestabilito veniva salutato dai soldati.

-AVE CESARE.

Un grido pronunciato all'unisono da tutti i soldati con assoluto fedeltà verso il loro demoniaco signore.

- Anch'io vi voglio bene,ciao belli.

Disse Flavio con aria disiteressata al saluto dei suoi soldati.

Dopo qualche minuto di camminata si intravedeva l'uscita,attraversò la porta della città per poi ritrovarsi fuori dall'ingresso della città.

Si guardò attorno  come se stesse cercando qualcosa,il suo sguardo si muoveva a destra a manca ma senza trovare ciò che desiderava.

- Sesshomaru se n'è andato, oh bé, pazienza...mi sarebbe piaciuto parlargli altri cinque minuti,comunque non'è questo il momento per distrasi.

Flavio fischiò facendo sentire quel suono in tutta l'area di Petra,dietro di lui comparve Sargon proveniente dalla porta principale di Petra.

- Flavio.

Il demone si girò in direzione del mercante.

- Non c'è traccia di tuo fratello.

- Si me ne sono accorto,e tu?

- Te l'ho appena detto io.

- Si e tu?

- Ma sei scemo?

- Fammici pensare................si......e tu?

Sargon rimase allibito da quello che gli venne detto,non riusciva a credere che colui che aveva liberato la squadra dei dieci si comportasse come un imbecille.

- Lasciamo perdere,sono qui per il mio compenso.

- Il tuo....cosa?

- Il mio oro,come ti ho detto non c'é traccia di tuo fratello qui a Petra,e ovvio che i miei hoplomacus lo hanno ucciso nei sotterranei della città.

Flavio si avvicinò al crudele mercante.

- Ne sei sicuro Sargon?

- Si.

- Strano.

Flavio mosse il braccio indicando qualcosa dietro di lui,non girò neanche la testa per vedere che cos'era.

Sargon vide qualcosa di grosso che si trovava dietro al demone e che si stava avvicinando ad esso.

Era un grande essere alto 2 metri e ricoperto da stracci in modo da non essere riconosciuto,ogni passo che faceva emetteva un suono metallicco,come un martello che batte su un metallo rovente.

- Lui ha un altra opinione su cosa può essere successo a mio fratello.

Appena sargon lo vide fece uno sguardo impaurito,sapeva chi era e se si trovava a Petra vuol dire che la cosa era molto seria.

- Tu?...che ci fai tu qui?

Interviene Flavio.

- Non sapevi che era qui a Petra?eppure ho fatto in modo di farvi lavorare insieme,pensa che i persiani vi hanno visto insieme.

- Stai mentendo,non ho combattuto insieme a lui,non pensi che grosso com'è avrei dovuto vederlo?

- Come pensavo.

- Come pensavi?

- Si esatto...gli ho ordinato di nascondersi alla tua vista,sono contento che ci sia riuscito alla perfezione.

Finito di parlare Flavio abbassò il braccio con cui indicava l'essere ricoperto di stracci.

- Sargon,dirigiti a Tiro come prestabilito e fa in modo che la vendita di queqli armamenti vada a buon fine,non fallire.

Flavio creò un varco di Crono e il mercante ci saltò dentro, appena il varco si richiuse Flavio si girò verso l'essere misterioso ricoperto di stracci accanto a lui.

- Mechamaru,segui mio fratello senza farti vedere,pedinalo e osserva ogni sua mossa,ha lasciato la città da poco e quindi ora dirige verso Tiro,ora va.

Ricevuto l'ordine Mechamaru fece un balzo altassimo alzandosi di molto e vedere Petra allontanarsi sempre di più,appena smise di andare in alto mise il suo corpo in posizione distesa e andò via velocissimo con due getti di fuoco che gli uscivano da sotto i piedi,l'ultima cosa che rimase di lui era una scia di fumo lasciata in cielo.

- Non c'è più niente da fare qui,meglio tornare sull'Olimpo.

Detto questo sparì nel nulla utilizzando il trasporto di Crono e si materealizzò direttamente sul pavimento a specchio della cima della montagna,Mise la mano sinistra sulla bocca e poi sbadigliò,Flavio era davvero stanco,aveva bisogno di coricarsi cinque minuti e di rilassarsi un pò.

Si spostò verso il bordo dell'area circolare del trono e scendere un ampia e maestosà scala in marmo pregiato,mentre scendeva le scale il suo sguardo si fece malinconico e spento quasi non vi fosse più vita in quegli occhi color dell'oro.

Arrivato alla fine del scalinata si ritrovò davanti ad un immenso varco scavato nella montagna ed entrò,mentre entrava all'interno dell'Olimpo rivide il grande corridoio che aveva attraversato ai tempi in cui era il campione degli dei,le pareti non erano per niente simili a quelle di una grottà ma bensì a quelle di un tempio della mitologia classica.

Le pareti liscie e adornate con affreschi riguardanti la mitologia greca,il pavimento talmente lucido da specchiarcisi dentro,il soffito pieno di immagini guerrieri,fanciulle,animali,mostri ecc,una reggia degna della gloria degli Olimpici.

Il corridoio era talmente largo e pieno di immagini da far sembrare un museo d'arte la casa di un contadino,ai lati di esso vi erano moltissime stanze ognuna con una porta in oro massiccio,tuttavia al centro preciso del corridoio vi era una porta particolare, una porta umile,una normalissima porta di legno colorata di nero,non era nulla di che,era fatta con un legno di bassa qualità e quindi non era nulla di speciale.

Flavio camminò per tre minuti prima di raggiungere la porta che potava lo stesso colore della sua armatura,aprì la porta ed entrò dentro.

L'aspetto della stanza rispecchiva perfettamente quello della porta,povero e umile, all'interno di essa vi erano  un letto romano in legno di bassa qualità euno specchio rotto attaccato a un muro,ma ancora una volta c'era una differenza che non c'entrava niente,proprio come la porta nera in mezzo a quelle d'oro.

Nella stanza vi era un grosso armadio nero,alto due metri e venti,a due ante e in legno d'ulivo,la superficie lucida e liscia simboleggiavano che era un mobile di altissima qualità.

Flavio camminò verso il letto con passo calmo e rilassato,sul volto gli si leggeva in volto una piccola traccia di affaticamento,da molto tempo dormiva sul trono di Giove e lungo andare era diventato scomodo dormire al posto riservato al re degli olimpici.

Si avvicinò all'armadio appoggiando delicatamente le mani sulle maniglie,lo aprì lentamente,quasi volesse trattarlo delicatamente,come se fosse qualcosa di veramente prezioso per lui.

All'interno di esso vi erano tre spazi,uno si trovava a sinistra e poteva essere usato per riporre oggetti di grosse dimensioni,a destra invece vi era un comodino nero alto un metro e con dieci cassetti,lo spazio rimanente poteva essere usato per inserire oggetti alti non più di un metro.

Flavio osservò lo spazio vuoto sopra il comodino,poggiò le mani sui lati della gabbia toracica, le sue mani presero due cinturini posti sui lati corazza e li slacciò permettendo così di togliersi la corazza.

Flavio era rimasto a torso nudo rivelando così alcune piccoli segreti che c'erano sulla sua pelle,sulla spalla sinistra del demone c'erà un tattuaggio nero con scritto S.P.Q.R,sulla spalla destra invece vi era un tattuaggio rappresentante un bastone con attorno due serpenti bianchi.

Sul pettorale sinistro si trovava un marchio a fuoco,la bruciatura portava l'immagine di due spade incrociate con in mezzo un tridente,il demone osservò i tre segni che aveva sul corpo con sguardo malinconico,ripose la corazza nell'armadio e si mise sul letto usando la propria coda come cuscino,(a differza di Sesshomaru Flavio ha ancora la sua coda da demone cane).

Nell'attesa che si addormentasse per una breve dormita comiciò a fissare il soffitto con aria assonnata,era stata un giornata estenuante per Flavio che per di più eveva lottato con il fratello, c'erà anche il massacro dei soldati di Petra ma quello era roba da niente,qualsiasi imbecille con un minimo di esperienza sul campo di battaglia poteva uccidere delle guardie cittadine mal addestrate senza il minimo sforzo.

Chiuse gli occhi nella speranza  di addormentarsi presto quando all'improvviso gli vennero in mente alcuni ricordi del passato.

Inizio Flashback

Irlanda,autunno dell'ottocentottanta  dopo cristo,ventidue anni dopo la caduta di Roma per mano dei Goti.

Un giovane Flavio poco più che ventiduenne si trovava su una lunga strada polverosa circondata da una parte da una vastissima pianura erbosa,dall'altra un altissima scogliera che si affacciava sul gelido mare del nord,burrascoso e violento,il cielo grigio chiaro e l'aria fredda emanavano una forte sensazione di calma e quiete nel cuore del demone.

In groppa sul suo mitologico destriero si stava muovendo lungo la costa con tutta tranquillità,non andava di fretta e Pegaso lo dimostrava camminando pian piano sulla strada e non volando spigando le sua come quelle di un aquila.

Flavio girò la testa verso il mare e cominciò ad osservare la lunga distesa d'acqua e il cielo grigio,il suo viso si incupidì nel vedere quei due elementi.

- Irlanda,terra celtica non ancora influenzata dalle conquiste di Roma,forse qui troverò un pò di pace.

Questo pensò il demone,non gli importava nulla di Roma e della sua grandezza,non che la civiltà romana non gli piacesse,anzi,era fiero di essere il campione degli dei,il guerriero più forte scelto da Giove in persona,era rarissimo che un guerriero cresciuto sull'Olimpo e di origini straniere venisse scelto per diventare un campione,però ormai Flavio era stanco di battaglie e guerre,non c'è la faceva più con quella vita fatta solo di combattimenti,gli serviva del tempo per trovare un pò di pace in se stesso,quale posto migliore se non l'Irlanda?

Tornò con lo sguardo dritto di fronte a lui,non era tempo per i ricordi,non era tempo da perdere.

Pegasò prosegui ancora per mezz'ora prima di doversi fermare davanti a ciò che il suo padrone stava cercando,un villaggio.

-Andiamo bello.

Dicendo questo Flavio motivò il cavallo a correre verso di esso,forse li sarebbe stato bene.

Ma appena si trovava ad un passo da esso qualcosa lo bloccò,fermò immediatamente il suo destriero e si mise ad annusare l'aria,odorava di sangue...e morte.

Scese da cavallo e si incamminò verso il piccolo villaggio,appenà vi entrò si guardò attorno nel tentativo di di non farsi prendere alla sprovvista.

Attorno a lui vi erano capanne e catapecchie con accanto a loro barche,remi e reti,chiaro riferimento ad un villaggio di pescatori.

Flavio si avvicinò al centro del villaggio e vide quello che si aspettava,cadaveri.

Flavio si avvicinò ad uno dei cadaveri per analizzarlo meglio,portava degli stivali di pelle con dei pantaloni di stoffa grigi,una corazza in pelle e un drappo grigio che gli copriva il volto e lascia scoperti gli occhi.

Si inginocchia per vedere meglio chi potrebbe essere,all'improvviso arrivò alla soluzione.

- Pirati Fenici,cosa ci fanno qui nel mare del nord?non si dovrebbero spingere così lontano dal Mediterraneo,forse sono stati spinti fin qui da una tempesta.

Mentre osservava il corpo sentì un rumore provenire dalle sue spalle,instintivamente spiccò un salto alto tre metri quasi finendo a contatto con le onde del mare.

Si girò indietro e vide qualcosa di bizzarro,il cadavere che aveva esaminato prima era ghiacciato,poi vide meglio quello che c'era in quel momento,una donna,una donna bellissima.

Costei aveva un aspetto veramente eccitante:stivali di cuoio,pantaloni e top di pelle e una pelliccia di lupo che gli cinge le spalle,ma ciò che era veramente sensuale in lei era l'aspetto fisico,era alta,magra,capelli corti e lisci ed essi erano rossi come il fuoco,per non parlare degli occhi,belli e verdi come l'erba e pelle rosea morbida come la seta.

Costei si trovava in ginocchio con la mano destra sul petto del cadavere,sotto il palmo si era formato un sottile strato di ghiaccio liscio come l'olio e trasparente come l'acqua più limpida,alzò lo sguardo sul demone fissandolo dritto negli occhi,si alzò in piedi con fare minaccioso.

- Tu.

Flavio si gaurdò attorno e poi si indicò puntando il viso.

- Ma dice a me?

- Confessa.

La ragazza mise in avanti il piede destro e poi lo indicò.

- Sei stato tu ha uccidere questi stranieri?

- Io?

Flaviò cominciò ad agitare le mani in segno di negazione.

- No no no no no,non sono stato io,insomma,mi guardi bene ho la faccia di uno che potrebbe uccidere qualcuno?Andiamo,non diciamo sciocchezze.

- E quelle spade che ti porti dietro?

- Queste?Non sono di un mio amico,me le ha prestate per fare bella figuara con le ragazze, ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah.

Flavio emise una falsa risata,rideva per non piangere,non se la sentiva di combattere con una ragazza appena conosciuta.

- Capisco.

Disse la donna chiudendo gli occhi per un piccolo momento.

- Combatti.

appena lo disse riaprì gli occhi con sguardo minaccioso.

- Come scusi?

- COMBATTI.

La ragazza cominciò a correre nella direzione del demone in tutta la sua velocità,Flavio da parte sua voleva evitare il combattimento,non aveva alcun motivo per combattere.

- No,calma,no,calma....calma calma calma calma calma calma ragioniamo un momento.

La ragazza tirò un pugno in direzione del volto di Flavio ma lo evitò come niente facendo un passo alla sua destra,ella stava per cadere sulla sabbia quando all'improvviso Flavio la prese per la vita,la ragazza vide in volto colui che le aveva impedito di sfracellarsi la faccia al suolo.

-Tutto bene,signorina?

- Pensa per te,non ho bisogno dell'aiuto di un romano.

la ragazza si tolse subito dalla presa del demone dall'armatura nera,fissò il demone dritto negi occhi nella speranza di poter scrutare qualche presenza di cattiveria o perlomeno di bugia,aveva l'impressione che sotto quella gentilezza così naturale si potesse nascondere qualcosa.

- Perchè non vuole il mio aiuto? infondo siamo emtrambi persone mature e intelligenti...o per meglio dire,lei e matura e intelligente.

- E tu cosa saresti?

- Di tutto tranne intelligente...almeno credo...o almeno credo di credere a ciò che credo..almeno credo.

- Raccontala a qualcun'altro.

La ragazza gli si scagliò contro Flavio con altro pugno che stavolta era diretto al costato sinistro,Flaviò però evitò il colpo facendo una ruota all'indietro,per poco non dava un calcio al mento di quella splendida ragazza,anche se in realtà sapeva che non avrebbe mai colpito quella leggiadra fanciulla che voleva farlo a pezzi.

Lei evitò quel calcio saltando all'indietro,ancora qualche centimetro più avanti e la sua mascella si sarebbe rotta facilmente.

- Non male romano.

- Grazie,ma adesso sarebbe meglio smetterla,questo gioco e bello finchè uno dei due non si sarà fatto male,la prego signorina,preferirei finire qui.

- Come sei gentile,ma non posso tirarmi indietro,in guardia.

La ragazza stava per scattare verso Flavio nel tentativo di batterlo.

- Fermati subito Enya.

La voce di un uomo proveniva dal mare,a qualche metro dalla spiaggia,dall'acqua fuoriscì una colonna di ghiaccio,da essa venne fuori un uomo dai capelli e la barba rossa con indosso una pelliccia d'orso marrono e stivali del medesimo materiale,cominciò ha camminare verso la spiaggia usando come strada l'acqua,ogni passo che faceva ghiacciava l'acqua sotto di lui formando una lunga striscia di ghiaccia che gli faceva da strada.

La ragazza cominciò a calmarsi,sembrava avesse perso ogni voglia di combattere e che si fosse calmata, Flavio si era accorto di questo comportamento e quindi tirò un sospiro di sollievo,adesso poteva di nuovo rilassarsi.

L'uomo dalla lunga barba arrivò sulla terraferma,cominciò ad osservare entrambi con sguardo calmo e rilassato,non sembrava che avesse cattive intenzioni.

- Fratello.

La ragazza si rivolse all'uomo con sguardo felice e colmo di gioia.

- Henya.

Al sentire quel nome la ragazza corse verso suo fratello a braccia aperte,lo abbracciò con gioia saltandogli al collo e rimanergli attaccata come una sanguisuga.

- Henya,perchè hai attaccato quest'uomo?

Sentendo quelle parole la ragazza guardò in volto il fratello.

- Perchè è un romano e come tale deve morire.

- Morire?costui non ha nemmeno cercato di attaccarti,eppure tu sei stata aggressiva nei sui confronti,chiudegli scusa.

- Mai.

- Fallo,non fare la bambina.

- Ma io....

- Chiedegli scusa.

La ragazza si divincola dal fratello e si volta verso Flavio.

- Ti chiedo scusa.

- No la prego,non c'è n'è bisogno,anzi,sono onorato di aver visto una simile fanciulla con un carattere tanto focoso la cui bravura in combattimento e superata sola dalla sua bellezza.

Finito di parlare Flavio chinò il capo in segno di rispetto verso di lei,la sua avversaria.

A sentire quelle parole la ragazza divenne rossa in viso,in quel momento si sentiva imbarazzata e allo stesso tempo felice,era se come fosse stata la prima volta che qualcuno glielo diceva.

- Cosa?....io...bella?

- si,pensavo le sarebbe piaciuto saperselo dire.

- Ah...ecco...io...

Intervenne lo sconosciuto rivolgendosi a Flavio offrendogli una stretta di mano

- Mi presento,io sono Brenno e lei e mia sorella Enya,e una brava ragazza...anche se ha un carattere un pò brusco.

Flavio strinse la mano a Brenno.

- Piacere,io sono Flavio Augustolo Ottaviano.

- Il piacere e nostro.

I due si scambiarono un sorriso leale e sincero,nessuno dei due aveva intenzioni malvagie ed entrambi erano pronti a conoscersi l'uno con l'altro.

FINE FLASHBACK.

Proprio mentre si stava riposando bussarono alla porta,non aveva voglia di alzarsi ma doveva farlo,sarebbe stata una vera e propria maleducazione non aprire.

Si alzò di malavoglia dal letto e andò ad aprire la porta,era Naraku e aveva un aria per niente gioviale,Flavio lo guardò con una faccia assonnata.

- Ciao cialtrone.

- Non sono cialtrone.

- Se non sei cialtrone allora sei ignorante, ahahahahahaahahahaha.

- Come vuoi tu, sono qui per parlarti.

- Di che si tratta?

- Riguarda il gigante,sembra che le sue ferite siano del tutto guarite.

- Davvero?...andrò a controllare le sue condizioni.

- Tu?

- Certo...sono un medico,anche se non lo do a vedere.

Detto questo Flavio uscì da quella camera malconcia senza indossare la corazza dirigendosi nel luogo in cui il generale punico era stato confinato nell'attesa della guarigione completa.

- I ricordi,per quanto belli possono far male,ma se non potessimo ricordare le cose che ci stanno più a cuore potremmo mai vivere senza?

Queste parole si facevano spazio nella mente del demone romano,ma anche altre stavano per venire fuori...e queste parole riguardavano un umana.

- Rin...tu hai il dono dell'amore,candido,puro e vero...un degno avversario per la sua nemesi...l'odio.

Furuno gli ultimi pensieri di Flavio prima di andare da Annibale, per quella sera non gli andava  più riflettere,non voleva più ricordare,non voleva più soffrire.
  
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