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Autore: Sophie_moore    27/08/2011    4 recensioni
Miss independent
Miss self-sufficient
Miss keep your distance
Miss unafraid
Miss out of my way
Miss don't let a man interfere, no
[...]Olivier Milla Armstrong non era una donna normale. Lei per prima lo diceva e ne andava assolutamente fiera: non aveva hobby inutili, quale cucito o ricamo; non andava in giro a sperperare denaro, come faceva sua sorella minore Catherine; non andava a ballare e non le importava un accidente delle marche di vestiti, borse, scarpe, occhiali e tutte quelle baggianate lì. E non le interessava neanche trovarsi un uomo, convinta che l’amore offuscasse la mente in battaglia.

Mini Long su Olivier =) spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Emergenza 2: Trovarle un nome

Quando suonarono nuovamente al campanello, Olivier era in divisa militare e non fu colta di sorpresa. Aprì la porta e si trovò di fronte il Colonnello Mustang in borghese e il Tenente Hawkeye, anche lei in borghese, ma con un cipiglio molto più militare di quello dell’uomo di fianco a lei, che stava per mettersi a ridere.
<< Benvenuti. >> ringhiò quasi Olivier, facendoli entrare in casa. Li condusse a passo di marcia fino in sala da pranzo, dove aveva messo il cesto bene in vista e aveva legato la pargola ad una sedia, in modo che non facesse danni mentre lei si vestiva.
<< Maggiore.. questo è inquietante. >> mormorò Mustang, con la voce a metà tra il divertito e lo stupito. Quando aveva ricevuto la telefonata non aveva capito cosa volesse dire il “ho un bambino” del maggiore, ma ora che vedeva quella creaturina dimenarsi sulla sedia, aveva capito benissimo: il maggiore aveva un bambino.
<< Non lo dica a me. Non posso tenerlo, non sono attrezzata adeguatamente. >> disse, battendo un pugno sul tavolo.
<< Se posso permettermi… di chi è questo bambino? >> chiese il Tenente, andando a slegare la bambina e prendendola in braccio, facendo sì che si calmasse.
<< Non lo so, hanno suonato alla porta e hanno lasciato questo. >> diede il foglietto al Colonnello, che lo lesse e sospirò.
<< Magari di una sua vecchia amica? >> provò Roy, passando il foglietto al Tenente, che lo lesse e poi tornò a guardare in faccia la bambina.
<< Io non ho amici. >> ringhiò la donna brutalmente, quasi come se avere degli amici fosse una perdita di tempo, un insulto al suo valore di militare.
Roy sbuffò. << Sa che le dico? Gli amici servono, quindi farebbe meglio a trovarsene. >>
<<  Non mi interessano, sono una perdita di tempo. >> ribattè per risposta, mettendo mano al fioretto. Lei non aveva assolutamente bisogno di persone che la contraddicessero proprio in quel momento così drammatico.
Riza osservava il battibecco, che ormai era diventato un vero e proprio campo di battaglia verbale, in cui si insultavano a vicenda a raffica senza neanche ascoltare quello che l’altro/l’altra aveva da dire.
Si sedette su una sedia noncurante, con la bambina in braccio che giocava con le spalline del reggiseno. Forse il Olivier Armstrong aveva chiamato proprio il Colonnello Mustang perché era quello che si avvicinava di più ad essere un amico.
I suoi occhi nocciola incontrarono quelli smeraldini della piccola. << Bisogna trovarle un nome. >> proruppe, facendo zittire i due litiganti.
<< Hai ragione, Tenente. >> annuì Mustang, sedendosi sulla sedia di fronte alla donna. << Idee, Armstrong? >> domandò, lanciandole uno sguardo di sfuggita.
<< No, non posso tenere questa bambina. Ho troppo da fare. >> decretò, assottigliando lo sguardo e facendolo assomigliare terribilmente a quello di un serpente arrabbiato.
<< In realtà sarebbe il caso, perché è l’unica in pausa. >> le ricordò il colonnello, facendo un sorrisone.
<< Io non sono in pausa, stavo pensando di tornare a Briggs tra un paio di giorni. >>
<< Non può, Maggiore.. ha una bambina a cui badare. >> Roy si alzò in piedi e le sorrise ammiccante. << E poi, non è curiosa di sapere chi è la madre di questa bambina? >>
Olivier sbuffò: non che le interessasse particolarmente della bambina senza nome, ma in effetti era abbastanza curiosa di sapere chi gliel’avesse lasciata sull’uscio. Eppure, per darle del tu, quella persona doveva conoscerla davvero bene, altrimenti non si sarebbe mai permessa. Eppure non aveva proprio idea di chi fosse stato, perché da quello che ricordava non aveva mai dato quella confidenza a nessuno. << Dirò a Miles che starò a Central City fino a fine mese. >> decise con un grugnito basso, che fece ridere la bambina.
<< Che ne dite di Smiley? >> il Tenente sorrise nel vedere che quel nome piaceva anche alla piccoletta, che aveva provato a battere le mani.
<< Smiley è troppo femminile. >> brontolò l’altra donna, lanciandole uno sguardo di fuoco.
La piccola spalancò gli occhi e cominciò ad avere il labbro tremulo, presagio di un pianto che non aveva precedenti.
<< Maggiore, sta cominciando a piangere! >> le fece notare Riza, impanicata perché non sapeva bene cosa fare. Non era pratica di bambini, per niente, quindi improvvisò una ninna nanna… che però non fece altro che far infuriare ancora di più la piccola, facendole squarciare il silenzio con le sue grida.
Olivier estrasse il fioretto dalla fodera e lo puntò alla bambina, intimandole di smetterla immediatamente, ma questa sembrò aumentare ancora di più le grida ed alzare il volume, come se stesse prendendo in giro il Maggiore Armstrong.
<< Maggiore!!! Smiley è un nome perfetto! >> cercò di convincerla Mustang, ottenendo però il risultato opposto: farla arrabbiare ancora di più.
<< SE QUESTA BAMBINA VORRÀ VIVERE IN QUESTA CASA, DOVRÀ ADEGUARSI ALLE MIE REGOLE!!! >> urlò la donna, mettendo un piede sulla sedia e facendo roteare in aria il fioretto.
Riza chiuse gli occhi, poi si alzò in piedi e guardò con aria severa la sua superiore: in genere con Mustang funzionava e lui tornava a ragionare lucidamente. << Maggiore adesso la smetta. Non vede che è solo una bambina? Non è un militare, non può minacciarla con una spada! Che razza di Maggiore è se non dà neanche il buon esempio? Che direbbero i suoi sottoposti se scoprissero che Olivier Milla Armstrong ha minacciato una bambina indifesa?? >>
Olivier rimase un secondo in silenzio. Effettivamente quella donna aveva ragione. Forse era per questo che era la persona di cui Mustang si fidava di più al mondo: aveva una grande intelligenza ed una padronanza perfetta della lingua, tanto perfetta da far vacillare addirittura le difese della Regina delle Nevi di Briggs. Rinfoderò la spada e si calmò un attimo. Poi, guardò la bambina, che per qualche secondo aveva smesso di urlare al mondo la sua disperazione, e sospirò pesantemente. << Smiley andrà benissimo. >> concluse, facendo ridacchiare la piccola. Lanciò uno sguardo al Tenente Hawkeye, dicendole: << Questa volta era autorizzata, Tenente, ma la prossima volta se si azzarda a parlarmi di nuovo in questo modo giuro che la farò a fettine. >> decise.
<< Sissignora. >> Riza si mise sull’attenti e fece sedere la piccola Smiley sul tavolo, abbastanza in mezzo in modo che non potesse cadere.
<< Adesso andatevene. >> ordinò il Maggiore, dando loro le spalle.
Roy e Riza si guardarono, sospirarono e sorrisero: sarebbero passati il giorno dopo a vedere se la bambina era ancora viva. << Arrivederci, Maggiore. >> salutò educatamente la giovane donna, avviandosi verso l’ingresso di villa Armstrong.
<< Buonanotte, Olivier. >> pronunciò Roy, per poi correre più veloce che potesse. Sapeva benissimo di aver solo peggiorato la situazione chiamando la Regina delle Nevi col suo nome, però… era troppo divertente farla arrabbiare!
<< COLONNELLO MUSTANG, FUORI DA CASA MIA!!!!!!! >> gridò infatti lei, facendo per tirargli dietro un vaso. E l’avrebbe colpito, se lui avesse chiuso la porta un attimo dopo.
'phie's space: Chiedo scusa ma l'html mi fa girare le balle >.< spero che il prossimo capitolo sia graficamente migliore >.<
  
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