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Autore: F l a n    28/08/2011    4 recensioni
Raccolta di FlashFic Klaine. Possibili variazioni di Rating.
Tratto dall'ultimo aggiornamento della flashfic: "Questioni di arredamento": "Si morse il labbro inferiore: odiava le domande di Kurt perché erano sempre indagatorie e perché i suoi occhi riuscivano a capire quando mentiva."
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Wrong Choices
Fandom: Glee
Pairing: Kurt/Blaine
Rating: PG
Warning: Bullismo accennato, Future!fic alla fine, Slash
Wordcount: 988 (FdP)
Scritta per: la tabella del [info]bingo_italia col prompt 'insonnia'
Betareader: [info]naripolpetta
Note: L'ho scritta in un momento di particolare malinconia, non so cosa ne sia uscito fuori. È l'ennesimo cammino attraverso l'evoluzione di Kurt e del suo personaggio, spero l'apprezzerete.

Kurt Hummel ha troppi pensieri che non lo fanno dormire.
Ha un peso nel cuore e nello stomaco e gli sembra che la sua vita dipenda sempre dalle decisioni degli altri; gli altri decidono se buttarlo in un cassonetto o se salvare la sua giacca di Alexander McQueen, gli altri decidono se deve essere spintonato contro gli armadietti oppure no, gli altri decidono sempre tutto per lui. Normale, non normale, depravato, frocio, finocchio, gli altri hanno sempre deciso tutto per lui, anche come doveva essere chiamato.
Sembrava improvvisamente spogliato della sua identità, e sembrava privato anche del briciolo di dignità che aveva provato a mantenere.
Kurt sentiva il suo cuore schiacciato ogni volta che veniva spinto contro gli armadietti, ogni volta che veniva guardato dagli altri come se fosse un alieno ed ogni volta che Finn lo osservava impotente, come se non potesse muovere un solo dito.
Kurt era oppresso, stressato, demoralizzato e demolito internamente.
Come se lui avesse potuto scegliere, come se lui avesse deciso un giorno della sua vita di alzarsi e diventare gay, così, perché era divertente farsi spingere contro gli armadietti o innamorarsi della persona sbagliata.
Kurt finiva sempre per interessarsi alla persona sbagliata e neanche lo desiderava; sembrava semplicemente che il suo destino decidesse per lui dicendogli “ehi, no, non puoi vivere una vita normale ed innamorarti di un ragazzo gay. Sarai costretto a morire solo e vivere il resto dei tuoi giorni con tuo padre.” E non che avesse qualcosa in contrario nel rimanere con suo padre, ma Kurt aveva dei sogni, tanti sogni ed erano splendenti nella sua mente; avrebbe potuto avere un ragazzo un giorno, magari trasferirsi a New York con lui, studiare in una prestigiosa scuola di canto o magari di moda. Il suo cuore faceva sempre un tuffo a quei pensieri.
Quando però si ritrovava col culo sul pavimento freddo del McKinley con due granite ghiacciate in testa, sapeva benissimo che aveva sbagliato ogni suo calcolo e che per lui non c’era futuro.
“Smettila di guardare il culo a Finn Hudson, finocchio.”
L’unica cosa che a Kurt rimaneva era rinchiudersi nel suo religioso silenzio e farsi lavare i capelli da Tina e Mercedes.
Era davvero quella la sua vita? Era davvero quello il suo futuro?
Innamorarsi delle persone sbagliate era certo il suo – forse unico - talento.

“Non dormo la notte, praticamente… credo di non farcela più, Mercedes,” Kurt sorseggiò la sua bevanda calda ed abbassò lo sguardo.
“Ho incubi di continuo, sto male, mi sento perennemente sotto torchio e…” spezzò il discorso col nodo alla gola, posando il bicchiere sul tavolo.
“Che intendi fare? Noi ti siamo vicini, lo sai,” Mercedes strinse la sua mano.
Kurt le sorrise grato, ma non rispose.
L’indomani Burt Hummel, suo padre e Carole Hudson si sarebbero sposati.

*

Kurt Hummel sapeva di avere un talento per innamorarsi delle persone sbagliate, perlomeno finché non aveva incontrato Blaine.
Blaine era ciò che aveva sempre desiderato, la cura ad ogni suo male, il suo principe azzurro senza macchia e senza paura, anche se all’inizio non poteva certo sapere che anche lui aveva delle macchie, molte macchie e che anche lui aveva paura.
Ma a Kurt andava bene, andava bene sentirlo al suo fianco, andava bene uscire per prendere un caffè al Lima Bean, a Kurt andava bene esser trattato come un umano, finalmente.
Tutto sembrava andare bene e Kurt si stava anche illudendo di avere una qualche possibilità con Blaine; era gay, affascinante e sembrava aver sviluppato un sincero interesse per lui. Sembrava che, finalmente, Kurt avesse imparato a fare la scelta giusta.
Aveva anche ripreso a dormire, sembrava che la sua insonnia fosse passata nel momento in cui aveva messo piede alla Dalton, come se ogni problema precedente fosse sparito e vaporizzato nel nulla, annientato dall’alone magico che quel luogo esprimeva.

Kurt sentì un’altra delusione attanagliargli il cuore non appena vide il ragazzo di cui si era perdutamente innamorato fare una serenata ad un altro.
Illudersi era il secondo talento di Kurt Hummel e non era una cosa di cui andava fiero. Non poteva neanche affogare i suoi dispiaceri nell’alcol, o magari nel cioccolato, visto che il primo non lo reggeva ed il secondo lo faceva irrimediabilmente ingrassato.

E così Kurt si era ritrovato di nuovo nella sua stanza buia ad osservare il soffitto con le lacrime agli occhi, sicuro che il giorno dopo ci si sarebbe voluta una grossa dose di cosmetici belli coprenti per nascondere le sue occhiaie.
Era davvero destinato ad innamorarsi sempre delle persone sbagliate?

*

Ma Kurt non avrebbe avuto incubi per sempre e nemmeno problemi di insonnia. La sua vita forse era destinata a cambiare, ed a discapito di tutto ciò che sembrava annunciare il contrario, lui era fiducioso. Ci sperava e sapeva che sperarci non era mai troppo.

Quel giorno arrivò, il giorno in cui ogni male sembrava potesse rimarginarsi in cui ogni ferita, ogni armadietto, ogni pavimento freddo ed ogni granita gelata sembravano poter sparire dalla sua vita.
Quel giorno Blaine Anderson lo baciò per la prima volta e non aveva mai sentito tante farfalle nello stomaco come quella volta.
Non era il suo primo bacio, ma era senza dubbio quello che contava.

*

Kurt si risvegliò alle dieci del mattino con le lenzuola aggrovigliate tra le gambe e con il braccio di Blaine a peso morto sul suo stomaco. Il sole filtrava dalle tende bianche e fuori si sentivano già i rumori della città;
New York era a dir poco un posto infernale, ma incarnava i suoi sogni e quindi non aveva detto di no.
Afferrò la mano di Blaine, che stava ancora placidamente dormendo al suo fianco con le gambe allargate e l’aria decisamente rilassata.
Da quando stavano assieme, Kurt non aveva avuto più problemi d’insonnia, ed ormai erano ben sei anni.

Da quando stavano assieme, Kurt aveva appurato di non innamorarsi sempre e solamente delle persone sbagliate perché Blaine era tutto ciò che di più giusto potesse incontrare nella sua piccola vita.

Sorrise abbandonando la testa contro il cuscino e chiudendo gli occhi.
Le urla ed il disprezzo erano solo cose lontane.
   
 
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