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Autore: aresian    28/08/2011    7 recensioni
E’ legata alla fanfictions “Un confronto chiaritore”. Giunto al Grande Tempio come nuovo Comandante delle Guardie di Athena, Ikki fa l’incontro di una intraprendente, dolce e avventata giovane Sacerdotessa Guerrero. Galeotto fu il primo… pugno.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cassiopea 1

Note di Autore:  Mi scuso per il ritardo abissale. Cercherò di essere più celere ora. Riguardo le recensioni al Cap. 1 ho risposto direttamente ad esse. Grazie per chi ha letto e leggerà ancora la mia Fanfiction.

DISCLAIMER:
I Cavalieri dello Zodiaco, i suoi personaggi e tutti i film legati alle serie sono copyright © di Masami Kurumada,  Toei Production  e Shonen Jump.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

CASSIOPEA - LA SACERDOTESSA GUERRIERO

CAPITOLO 2 – IL COMANDANTE DELLE GUARDIE

Cassiopea irruppe nel quartiere delle Sacerdotesse, come una furia. Quel dannato l’aveva battuta, umiliata, e senza indossare nemmeno un’armatura. Non era riuscita a farli neanche un graffio, incapace di arginare il suo cosmo devastante. Con un gesto stizzito, si avviò al pozzo, dove si levò la maschera e si rinfrescò il viso. Un leggero taglio sulla guancia, ormai rimarginato, era il segno palese della sua sconfitta.
“Si può sapere che cosa ti è successo?” chiese ad un tratto la voce ben nota di Shaina alle sue spalle.
“Niente” bofonchiò, reindossando la maschera.
Il Silver Saint dell’Ofiuco non parve molto convinto da quell’affermazione. Aveva la netta impressione che si fosse scontrata con qualche pugno di troppo, e non certo delle compagne di addestramento. Tra le aspiranti all’investitura, Cassiopea era quella molto più dotata. Forse aveva avuto un duello d’allenamento con Marin. In ogni modo non aveva il tempo, ora, di occuparsi di quel problema. Doveva affrettarsi a raggiungere Ikki alla 5^ Casa. Nuovo Comandante della Guarnigione, se qualcuno le avesse detto, due mesi prima al matrimonio di Shun, che quello sarebbe stato il punto d’inizio di una nuova vita per il Saint della Fenice, lo avrebbe tacciato di pazzia. Comunque fosse, la lettera di Lady Saori era stata più che eloquente. Era pertanto il caso di non far attendere l’irascibile cavaliere. Sospettava che la decadenza, e a dirla tutta, scarsità di efficienza delle Guardie di Athena lo avessero irritato alquanto.

Anche se aveva indossato, per pochi istanti, il cloth dorato del Leone, Ikki non si sentiva affatto un potenziale successore di Aioria. Aveva accettato di presiedere a quella casa esclusivamente perché era l’unica armatura d’oro che fosse in grado di indossare, in caso di necessità ma lui sarebbe rimasto per sempre, solo e soltanto, il Saint dell’Araba Fenice. Mentre era perso in quelle filosofiche considerazioni avvertì il cosmo inconfondibile di Shaina, pertanto si avviò verso l’ingresso della “casa”.
“Sei puntuale” si limitò a dire, osservando la sacerdotessa salire rapidamente i gradini e piazzarglisi di fronte.
“E’ una qualità di cui, generalmente, faccio un vanto. Volevi vedermi?”.
^Sempre pungente, come i denti del Cobra che ti diverti a scagliare contro il nemico^ pensò divertito il cavaliere.
“Non ho gradito affatto, al mio arrivo, riscontrare la totale assenza di guardie non solo nelle varie “case”, ma e soprattutto all’accesso alla Scalinata” iniziò a dire, in tono deciso.
Shaina fece per interromperlo ma Ikki, con un gesto brusco della mano, la dissuase, giacché non aveva concluso la propria invettiva.
“Sono al corrente del problema occorso al Villaggio ma questo non giustifica il lasciare il Tempio totalmente sguarnito… o quasi. A proposito come sta la tua allieva?” concluse con un pizzico di ironia.
La maschera d’argento di Shaina lampeggio, per un istante, nella penombra del colonnato. Ecco con chi si era scontrata Cassiopea. Ora le era tutto chiaro.
“Direi piuttosto bene, orgoglio a parte.  Sono spiacente che ti abbia attaccato, ma ritengo che la responsabilità sia solo mia. Quando sono stata costretta a lasciare il mio posto di Guardia, si è offerta di sostituirmi ma mi sono scordata di avvertirla del tuo imminente arrivo. Ha ritenuto suo dovere indefesso fronteggiarti, al fine di impedirti di raggiungere il Tempio” spiegò quietamente. Il pensiero le corse alla ragazza. Cassiopea aveva avuto una dura lezione quel pomeriggio, che valeva come venti allenamenti. Non era, tuttavia, un male. Quest’esperienza l’avrebbe fatta maturare più rapidamente delle compagne. Era, tutto sommato, fiera del fatto che non si fosse tirata indietro, davanti ad un avversario temibile, era segno di carattere.
Ikki non era, tuttavia, intenzionato a perdersi in riflessioni e pertanto ordinò, in tono perentorio.
“Ora si cambia metodo. Hai 48 ore di tempo per presentarmi un elenco col numero esatto dei soldati, delle sacerdotesse e delle reclute che risiedono al Grande Tempio e procurami una carta sia del Tempio che di tutta la zona limitrofa, Villaggio compreso. Piazza una dozzina di uomini al posto di guardia poco oltre l’accesso alla 1^ Casa e metti due guardie fuori da ogni “Casa” incustodita. In ultima istanza, mandami qualcuno che conosca la zona, domani voglio fare un giro di perlustrazione”.
^Perfetto^ pensò la sacerdotessa, studiando il volto abbronzato e deciso del suo neo comandante. ^A quanto ne so ha comandato l’esercito dei Black Saints in passato, dato il cipiglio e il tono sicuro ed arrogante non mi sorprende affatto^.
“Come vuoi. Custodirai la 5^ Casa?” chiese in tono pacato, per nulla turbata dalla mole di lavoro che gli aveva appena affibbiato.
“Sì” fu la laconica risposta che ottenne.
“Molto bene. Ti mando la guida che hai richiesto” e senza aggiungere altro si allontanò, sparendo con la stessa rapidità con la quale era sopraggiunta.
Ikki si rilassò. Al contrario di quanto aveva voluto mostrare, non era affatto sicuro di se stesso e delle sue capacità di comando. Ma per niente al mondo avrebbe palesato ad altri questa sua perplessità. Il tempo, e Lady Saori, avrebbero detto se era in grado di portare a termine l’incarico ricevuto.

Rientrata al  quartiere dei soldati, Shaina impartì pochi e secchi ordini, disponendo affinché quanto richiesto da Ikki avvenisse nel più breve tempo possibile. L’unico problema, di fatto, era scovare la “guida” da appioppargli. Già era a corto di uomini, senza contare che le reclute non potevano certo essere distratte dal loro addestramento.  Era ancora dietro ad arrovellarsi il cervello quando vide sopraggiungere Marin in compagnia di Seiya.
“Ciao, Shaina. Com’è andato il colloquio con Ikki?” chiese quest’ultimo notando una certa rigidità nei movimenti della ragazza, sintomo che era vagamente irritata.
"Sai com’è fatto. Ha sproloquiato per dieci minuti sull’innefficenza delle guardie e, di fatto, del mio operato per poi sciorinarmi in scioltezza i suoi ordini” disse in tono ironico.
“E tu non hai ribattuto?” chiese incuriosita Marin, di fatto era difficile mettere a tacere Shaina.
“Come potevo? Quando è arrivato nessuno si è degnato di fermarlo e chiedergli chi fosse. Ero in torto marcio” bofonchiò la sacerdotessa, scrollando irritata la folta chioma verde.
“Beh, a dire il vero qualcuno ha tentato di fermarlo, ma con pessimi risultati. Come si sente Cassiopea?” chiese Seiya, vagamente divertito dall’evidente frustrazione della compagna.
“Cassiopea?! Ma certo… come ho fatto a non pensarci prima… Cassiopea è la donna che fa al caso mio” sbottò Shaina, lasciando completamente spiazzati i due, prima di fiondarsi alla ricerca dell’allieva.
La trovò seduta su una roccia, al promontorio che dava sul porticciolo di pescatori del villaggio, intenta ad osservare il mare mentre il giorno volgeva al tramonto.
“ho un incarico per te” esordì in tono freddo. Quello che solitamente utilizzava quando si allenavano.
Cassiopea si volse a studiare il suo volto, prima di alzarsi lentamente in piedi.
“Di che si tratta?”.
Shaina ponderò bene le parole, studiando la reazione della giovane.
“Il cavaliere che oggi ti ha messo al tappeto è il nuovo Comandante delle Guardie. Ha richiesto una guida. Questo incarico è tuo”.
“Che cosa?”.
Cassiopea si era irrigidita. Di male in peggio. Non solo si era fatta battere, come una novellina, ma per lo più aveva osato levare la mano contro il nuovo Comandante.
“Ma io…” balbettò confusa.
Incurante del disagio che permeava l’animo della ragazza Shaina si limitò a dire.
“E’ un ordine. Muoviti, ti sta aspettando alla Casa di Leo” e detto questo se ne andò.
Cassiopea doveva affrontare questa nuova situazione, era un’altra prova alla quale sottoporla. Inoltre, essendo nativa della Grecia, conosceva molto bene sia il Tempio che tutta la zona circostante. Era pressoché perfetta.

Il cielo era infuocato da uno dei caldi tramonti greci, quando Cassiopea raggiunse la 5^ Casa. Esitò per un istante sulla soglia, strano non percepiva alcun cosmo in quel luogo, forse il cavaliere si era allontanato. Indecisa sul da farsi si sedette sui gradini prospicienti l’ingresso, aspettandone il ritorno. L’aria della sera le scompigliava i riccioli scuri mentre ritemprava in parte il suo fisico dolorante. Non la stupiva più l’idea di aver perso miseramente lo scontro, quel pomeriggio. Se il nuovo cavaliere era stato nominato Comandante doveva essere, come minimo, un Silver Saints come Shaina.
“Che diamine ci fai tu qui?” esordì all’improvviso una voce, dolorosamente nota, alle sue spalle. Balzando in piedi di scatto la giovane si voltò a fronteggiare lo sguardo determinato e l’espressione interrogativa di due occhi azzurri freddi ed impenetrabili. Suo malgrado si sentì a disagio, e la cosa la indispettì.
“Shaina ha detto che richiedevate i servigi di una guida. Sono ai vostri ordini, cavaliere” disse tuttavia, con semplicità. Dopo che aveva osato attaccarlo, nel pomeriggio, rivolgergli una risposta al vetriolo non sarebbe stato molto saggio.
Ikki si rilassò, aveva percepito il suo micro-cosmo quando si trovava nella Casa di Libra, mentre rientrava dal suo incontro con Seiya. Almeno a prima vista pareva essersi ripresa rapidamente dallo scontro avvenuto poche ore prima. Tutto sommato era più resistente di quanto si fosse aspettato. Con tutta probabilità Shaina aveva mandato lei per farla riprendere dalle botte incassate, giacché, in teoria, avrebbe dovuto ancora seguire delle sedute di allenamento. Poco male, a lui serviva una guida, le ragioni della scelta del Cavaliere dell’Ofiuco, di fatto, non lo interessavano.
“Voglio controllare tutti i punti di approdo, e i vari punti di accesso alla Scalinata principale ed al Villaggio. Mi accompagnerai domattina” le spiegò deciso. La vide annuire brevemente, in attesa di altri ordini. Colse pertanto l’occasione di studiarla meglio. Aveva un fisico longilineo e ben formato. Come Shaina e Marin non palesava una muscolatura evidente, anche perché la vera forza di un cavaliere poggia sul cosmo non sulla mera forza fisica. Il suo cloth era quello tipico d’addestramento, di semplice cuoio. Fu attratto, tuttavia, dal curioso disegno serigrafato sulla sua maschera. Infatti, due ali spiegate di arancio dipinte, capeggiavano all’altezza degli zigomi. Sapeva perfettamente che quel tipo di decorazioni era lasciato alla libera fantasia delle ragazze, che spesso vi sintetizzavano le caratteristiche della costellazione di appartenenza, come Shaina, o più semplicemente la lasciavano intatta come Marin. Chissà quale significato avevano per la giovane quelle due ali…
Cassiopea si rese perfettamente conto dell’attento, e scrupoloso, esame alla quale la stava sottoponendo il cavaliere, pur senza sapere le ragioni di tale accurata “ispezione”. Favorita dalla maschera, che ne celava lo sguardo, si concesse tuttavia lo stesso onore. Ricordava che il Saint di Pegasus lo aveva chiamato Ikki, ma tutt’ora ignorava la sua Costellazione di appartenenza e quale armatura si celasse dentro lo scrigno che gli aveva visto in spalla. Doveva ammettere che era curiosa. Al di là dello strano colore dei suoi capelli, blu come l’oceano, erano i suoi occhi ad avere un’attrattiva particolare. Erano profondi e gelidi e davano l’impressione che attraverso essi lui riuscisse a “vedere” oltre le apparenze. Per assurdo, ebbe l’impressione che potesse vedere il suo volto oltre la maschera, per questo chinò repentinamente lo sguardo. Per mettere fine a quello strano silenzio, che la stava innervosendo sempre più si azzardò a dire.
“Mi spiace di avervi attaccato, questo pomeriggio. Nessuno mi aveva avvertito del vostro arrivo ed io…”.
“Non scusarti. Mi avresti deluso se non lo avessi fatto” fu la sorprendente risposta che ottenne. “E’ tutto, Cassiopea. Puoi andare”.
Un po’ spiazzata dalla risposta dell’uomo, la giovane rimase immobile per un attimo, prima di chinare il capo e allontanarsi rapidamente. Doveva chiedere a Marin informazioni su di lui. Shaina difficilmente si sarebbe sbottonata al riguardo. Non le piaceva ignorare la reale identità di chi le stava di fronte.

- continua -
  
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