Note di Autore: Mi scuso per il ritardo abissale. Cercherò di essere più celere ora. Riguardo le recensioni al Cap. 1 ho risposto direttamente ad esse. Grazie per chi ha letto e leggerà ancora la mia Fanfiction.
DISCLAIMER:
I
Cavalieri dello Zodiaco, i suoi personaggi e tutti i film legati alle
serie sono copyright © di Masami Kurumada, Toei
Production
e Shonen Jump.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di
lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno
leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto,
intesa….
CASSIOPEA - LA SACERDOTESSA GUERRIERO
CAPITOLO 2 – IL COMANDANTE DELLE GUARDIE
Cassiopea
irruppe
nel quartiere delle Sacerdotesse, come una furia. Quel dannato
l’aveva battuta,
umiliata, e senza indossare nemmeno un’armatura. Non era
riuscita a farli
neanche un graffio, incapace di arginare il suo cosmo devastante. Con
un gesto
stizzito, si avviò al pozzo, dove si levò la
maschera e si rinfrescò il viso.
Un leggero taglio sulla guancia, ormai rimarginato, era il segno palese
della
sua sconfitta.
“Si può sapere che
cosa ti è successo?” chiese ad un tratto la voce
ben nota di Shaina alle sue
spalle.
“Niente” bofonchiò,
reindossando la maschera.
Il Silver Saint
dell’Ofiuco non parve molto convinto da
quell’affermazione. Aveva la netta
impressione che si fosse scontrata con qualche pugno di troppo, e non
certo
delle compagne di addestramento. Tra le aspiranti
all’investitura, Cassiopea
era quella molto più dotata. Forse aveva avuto un duello
d’allenamento con
Marin. In ogni modo non aveva il tempo, ora, di occuparsi di quel
problema.
Doveva affrettarsi a raggiungere Ikki alla 5^ Casa. Nuovo Comandante
della
Guarnigione, se qualcuno le avesse detto, due mesi prima al matrimonio
di
Shun, che quello sarebbe stato il punto d’inizio di una nuova
vita per il Saint
della Fenice, lo avrebbe tacciato di pazzia. Comunque fosse, la lettera
di Lady
Saori era stata più che eloquente. Era pertanto il caso di
non far attendere
l’irascibile cavaliere. Sospettava che la decadenza, e a
dirla tutta, scarsità
di efficienza delle Guardie di Athena lo avessero irritato alquanto.
Anche se aveva
indossato, per pochi istanti, il cloth dorato del Leone, Ikki non si
sentiva
affatto un potenziale successore di Aioria. Aveva accettato di
presiedere a
quella casa esclusivamente perché era l’unica
armatura d’oro che fosse in grado
di indossare, in caso di necessità ma lui sarebbe rimasto
per sempre, solo e
soltanto, il Saint dell’Araba Fenice. Mentre era perso in
quelle filosofiche
considerazioni avvertì il cosmo inconfondibile di Shaina,
pertanto si avviò
verso l’ingresso della “casa”.
“Sei puntuale” si
limitò a dire, osservando la sacerdotessa salire rapidamente
i gradini e
piazzarglisi di fronte.
“E’ una qualità di
cui, generalmente, faccio un vanto. Volevi vedermi?”.
^Sempre pungente,
come i denti del Cobra che ti diverti a scagliare contro il nemico^
pensò
divertito il cavaliere.
“Non ho gradito
affatto, al mio arrivo, riscontrare la totale assenza di guardie non
solo nelle
varie “case”, ma e soprattutto
all’accesso alla Scalinata” iniziò a
dire, in
tono deciso.
Shaina fece per
interromperlo ma Ikki, con un gesto brusco della mano, la dissuase,
giacché non
aveva concluso la propria invettiva.
“Sono al corrente
del problema occorso al Villaggio ma questo non giustifica il lasciare
il
Tempio totalmente sguarnito… o quasi. A proposito come sta
la tua allieva?”
concluse con un pizzico di ironia.
La maschera d’argento
di Shaina lampeggio, per un istante, nella penombra del colonnato. Ecco
con chi
si era scontrata Cassiopea. Ora le era tutto chiaro.
“Direi piuttosto
bene, orgoglio a parte. Sono
spiacente
che ti abbia attaccato, ma ritengo che la responsabilità sia
solo mia. Quando
sono stata costretta a lasciare il mio posto di Guardia, si
è offerta di
sostituirmi ma mi sono scordata di avvertirla del tuo imminente arrivo.
Ha
ritenuto suo dovere indefesso fronteggiarti, al fine di impedirti di
raggiungere il Tempio” spiegò quietamente. Il
pensiero le corse alla ragazza.
Cassiopea aveva avuto una dura lezione quel pomeriggio, che valeva come
venti
allenamenti. Non era, tuttavia, un male. Quest’esperienza
l’avrebbe fatta
maturare più rapidamente delle compagne. Era, tutto sommato,
fiera del fatto
che non si fosse tirata indietro, davanti ad un avversario temibile,
era segno
di carattere.
Ikki non era,
tuttavia, intenzionato a perdersi in riflessioni e pertanto
ordinò, in tono
perentorio.
“Ora si cambia
metodo. Hai 48 ore di tempo per presentarmi un elenco col numero esatto
dei
soldati, delle sacerdotesse e delle reclute che risiedono al Grande
Tempio e
procurami una carta sia del Tempio che di tutta la zona limitrofa,
Villaggio
compreso. Piazza una dozzina di uomini al posto di guardia poco oltre
l’accesso
alla 1^ Casa e metti due guardie fuori da ogni
“Casa” incustodita. In ultima
istanza, mandami qualcuno che conosca la zona, domani voglio fare un
giro di
perlustrazione”.
^Perfetto^ pensò la
sacerdotessa, studiando il volto abbronzato e deciso del suo neo
comandante. ^A
quanto ne so ha comandato l’esercito dei Black Saints in
passato, dato il
cipiglio e il tono sicuro ed arrogante non mi sorprende affatto^.
“Come vuoi.
Custodirai la 5^ Casa?” chiese in tono pacato, per nulla
turbata dalla mole di
lavoro che gli aveva appena affibbiato.
“Sì” fu la laconica
risposta che ottenne.
“Molto bene. Ti
mando la guida che hai richiesto” e senza aggiungere altro si
allontanò,
sparendo con la stessa rapidità con la quale era
sopraggiunta.
Ikki si rilassò. Al
contrario di quanto aveva voluto mostrare, non era affatto sicuro di se
stesso
e delle sue capacità di comando. Ma per niente al mondo
avrebbe palesato ad
altri questa sua perplessità. Il tempo, e Lady Saori,
avrebbero detto se era in
grado di portare a termine l’incarico ricevuto.
Rientrata al quartiere dei soldati,
Shaina impartì pochi
e secchi ordini, disponendo affinché quanto richiesto da
Ikki avvenisse nel più
breve tempo possibile. L’unico problema, di fatto, era
scovare la “guida” da
appioppargli. Già era a corto di uomini, senza contare che
le reclute non
potevano certo essere distratte dal loro addestramento.
Era ancora dietro ad arrovellarsi il
cervello quando vide sopraggiungere Marin in compagnia di Seiya.
“Ciao, Shaina. Com’è
andato il colloquio con Ikki?” chiese quest’ultimo
notando una certa rigidità
nei movimenti della ragazza, sintomo che era vagamente irritata.
"Sai com’è fatto. Ha
sproloquiato per dieci minuti sull’innefficenza delle guardie
e, di fatto, del
mio operato per poi sciorinarmi in scioltezza i suoi ordini”
disse in tono
ironico.
“E tu non hai
ribattuto?” chiese incuriosita Marin, di fatto era difficile
mettere a tacere
Shaina.
“Come potevo? Quando
è arrivato nessuno si è degnato di fermarlo e
chiedergli chi fosse. Ero in
torto marcio” bofonchiò la sacerdotessa,
scrollando irritata la folta chioma
verde.
“Beh, a dire il vero
qualcuno ha tentato di fermarlo, ma con pessimi risultati. Come si
sente
Cassiopea?” chiese Seiya, vagamente divertito
dall’evidente frustrazione della
compagna.
“Cassiopea?! Ma
certo… come ho fatto a non pensarci prima…
Cassiopea è la donna che fa al caso
mio” sbottò Shaina, lasciando completamente
spiazzati i due, prima di fiondarsi
alla ricerca dell’allieva.
La trovò seduta su
una roccia, al promontorio che dava sul porticciolo di pescatori del
villaggio,
intenta ad osservare il mare mentre il giorno volgeva al tramonto.
“ho un incarico per
te” esordì in tono freddo. Quello che solitamente
utilizzava quando si
allenavano.
Cassiopea si volse a
studiare il suo volto, prima di alzarsi lentamente in piedi.
“Di che si tratta?”.
Shaina ponderò bene
le parole, studiando la reazione della giovane.
“Il cavaliere che
oggi ti ha messo al tappeto è il nuovo Comandante delle
Guardie. Ha richiesto
una guida. Questo incarico è tuo”.
“Che cosa?”.
Cassiopea si era
irrigidita. Di male in peggio. Non solo si era fatta battere, come una
novellina, ma per lo più aveva osato levare la mano contro
il nuovo Comandante.
“Ma io…” balbettò
confusa.
Incurante del
disagio che permeava l’animo della ragazza Shaina si
limitò a dire.
“E’ un ordine.
Muoviti, ti sta aspettando alla Casa di Leo” e detto questo
se ne andò.
Cassiopea doveva
affrontare questa nuova situazione, era un’altra prova alla
quale sottoporla.
Inoltre, essendo nativa della Grecia, conosceva molto bene sia il
Tempio che
tutta la zona circostante. Era pressoché perfetta.
Il cielo era
infuocato da uno dei caldi tramonti greci, quando Cassiopea raggiunse
la 5^
Casa. Esitò per un istante sulla soglia, strano non
percepiva alcun cosmo in
quel luogo, forse il cavaliere si era allontanato. Indecisa sul da
farsi si
sedette sui gradini prospicienti l’ingresso, aspettandone il
ritorno. L’aria
della sera le scompigliava i riccioli scuri mentre ritemprava in parte
il suo
fisico dolorante. Non la stupiva più l’idea di
aver perso miseramente lo
scontro, quel pomeriggio. Se il nuovo cavaliere era stato nominato
Comandante
doveva essere, come minimo, un Silver Saints come Shaina.
“Che diamine ci fai
tu qui?” esordì all’improvviso una voce,
dolorosamente nota, alle sue spalle.
Balzando in piedi di scatto la giovane si voltò a
fronteggiare lo sguardo
determinato e l’espressione interrogativa di due occhi
azzurri freddi ed
impenetrabili. Suo malgrado si sentì a disagio, e la cosa la
indispettì.
“Shaina ha detto che
richiedevate i servigi di una guida. Sono ai vostri ordini,
cavaliere” disse
tuttavia, con semplicità. Dopo che aveva osato attaccarlo,
nel pomeriggio,
rivolgergli una risposta al vetriolo non sarebbe stato molto saggio.
Ikki si rilassò,
aveva percepito il suo micro-cosmo quando si trovava nella Casa di
Libra,
mentre rientrava dal suo incontro con Seiya. Almeno a prima vista
pareva
essersi ripresa rapidamente dallo scontro avvenuto poche ore prima.
Tutto
sommato era più resistente di quanto si fosse aspettato. Con
tutta probabilità
Shaina aveva mandato lei per farla riprendere dalle botte incassate,
giacché,
in teoria, avrebbe dovuto ancora seguire delle sedute di allenamento.
Poco
male, a lui serviva una guida, le ragioni della scelta del Cavaliere
dell’Ofiuco, di fatto, non lo interessavano.
“Voglio controllare
tutti i punti di approdo, e i vari punti di accesso alla Scalinata
principale
ed al Villaggio. Mi accompagnerai domattina” le
spiegò deciso. La vide annuire
brevemente, in attesa di altri ordini. Colse pertanto
l’occasione di studiarla
meglio. Aveva un fisico longilineo e ben formato. Come Shaina e Marin
non
palesava una muscolatura evidente, anche perché la vera
forza di un cavaliere
poggia sul cosmo non sulla mera forza fisica. Il suo cloth era quello
tipico
d’addestramento, di semplice cuoio. Fu attratto, tuttavia,
dal curioso disegno
serigrafato sulla sua maschera. Infatti, due ali spiegate di arancio
dipinte,
capeggiavano all’altezza degli zigomi. Sapeva perfettamente
che quel tipo di
decorazioni era lasciato alla libera fantasia delle ragazze, che spesso
vi
sintetizzavano le caratteristiche della costellazione di appartenenza,
come
Shaina, o più semplicemente la lasciavano intatta come
Marin. Chissà quale
significato avevano per la giovane quelle due ali…
Cassiopea si rese
perfettamente conto dell’attento, e scrupoloso, esame alla
quale la stava
sottoponendo il cavaliere, pur senza sapere le ragioni di tale accurata
“ispezione”.
Favorita dalla maschera, che ne celava lo sguardo, si concesse tuttavia
lo
stesso onore. Ricordava che il Saint di Pegasus lo aveva chiamato Ikki,
ma
tutt’ora ignorava la sua Costellazione di appartenenza e
quale armatura si
celasse dentro lo scrigno che gli aveva visto in spalla. Doveva
ammettere che
era curiosa. Al di là dello strano colore dei suoi capelli,
blu come l’oceano,
erano i suoi occhi ad avere un’attrattiva particolare. Erano
profondi e gelidi
e davano l’impressione che attraverso essi lui riuscisse a
“vedere” oltre le
apparenze. Per assurdo, ebbe l’impressione che potesse vedere
il suo volto
oltre la maschera, per questo chinò repentinamente lo
sguardo. Per mettere fine
a quello strano silenzio, che la stava innervosendo sempre
più si azzardò a
dire.
“Mi spiace di avervi
attaccato, questo pomeriggio. Nessuno mi aveva avvertito del vostro
arrivo ed
io…”.
“Non scusarti. Mi
avresti deluso se non lo avessi fatto” fu la sorprendente
risposta che ottenne.
“E’ tutto, Cassiopea. Puoi andare”.
Un po’ spiazzata
dalla risposta dell’uomo, la giovane rimase immobile per un
attimo, prima di
chinare il capo e allontanarsi rapidamente. Doveva chiedere a Marin
informazioni su di lui. Shaina difficilmente si sarebbe sbottonata al
riguardo.
Non le piaceva ignorare la reale identità di chi le stava di
fronte.