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Autore: Ili_sere_nere    29/08/2011    8 recensioni
Chi a Capodanno non dice "Anno nuovo, vita nuova" sperando che accada qualcosa di sconvolgente e di inaspettato che ti cambi la vita in meglio? Anche la nostra protagonista, Andrea Belmonti, 21 anni originaria dell'Italia, se lo è augurato. Ed è accaduto. La sua semplice vacanza,fatta per riposare e pensare un po' a sè, si trasformerà in qualcosa a cui non aveva assolutamente pensato. Punto di partenza del nostro viaggio? Atlanta. Punto di arrivo? Ancora tutto da decidere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Let Me Go'
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Cap o24

Video Trailer

Capitolo 24

“Informiamo i passeggeri del volo AD 184 per Roma che i processi di imbarco inizieranno con 15 minuti di ritardo. Grazie e ci scusiamo per il ritardo”

Mi lasciai cadere sulla sedia dietro di me con un sonoro sbuffo. “Perché quando viaggio io c’è sempre qualche ritardo?”. Iniziai a guardarmi intorno. Era il 9 Gennaio e ci trovavamo all’aeroporto. Quel giorno saremmo partiti per l’Italia. Non saremmo andati però a casa mia o meglio, saremmo andati a casa mia ma non in quella dove abitavo regolarmente. Mio padre, essendo di Roma, aveva una casa là ed il matrimonio, per l’appunto, si sarebbe svolto nella capitale. L’aeroporto era affollato quella mattina, segno che molti erano in partenza per le vacanze. Poggiai i gomiti sulle gambe e la testa sulle mani prendendo a ricercare Ian che si era allontanato dicendo di andar a prendere la colazione al bar. Peccato che sembrava svanito nel nulla. Sbuffai nuovamente e presi il telefono per lasciare un tweet. Puntai la telecamera del telefono verso di me e mi feci una foto inquadrando anche l’aeroporto alle mie spalle.  La mia faccia diceva tutto.
Aggiunsi poi un commento:  @andi_dea_rea Italia aspettami!! 15 minuti di ritardo.. Non vogliono farmi tornare a casa!>.< “.
Riposi il telefono in tasca. Di Ian ancora nulla. “Ma è andato al Polo Sud a prendere questi caffè?”. Finalmente, però, lo vidi ricomparire. << Pensavo ti fossi perso, sai? >>
Sospirò e mi passò il bicchierone di caffè. << Lasciamo perdere. Sto sperando di aver seminato i fotografi >>. Prese un sorso del suo caffè sedendosi accanto a me. << Del volo hanno detto nulla? >>
Bevvi un lungo sorso. << 15 minuti di ritardo per l’imbarco >>.
Finii di bere il caffè e di mangiare il mio amatissimo muffin al cioccolato giusto in tempo per sentire l’altoparlante comunicare che era possibile iniziare ad imbarcarsi.

<< Andrea dai >> mi incitò Ian.
<< Arrivo, un attimo! >> dissi prendendo la valigia.
<< Hai chiamato i tuoi genitori per metterti d’accordo? >>
<< Secondo te? Credi davvero che io non li abbia chiamati? >> chiesi stizzita. Feci qualche passo e mi bloccai.
<< Andrea, che succede adesso? – chiese – Dai che facciamo tardi >>
“Ora mi ammazza”. << Ehm Ian, c’è un problema. – si girò guardandomi confuso. Mi passai una mano tra i capelli e abbassai lo sguardo – Ecco.. può essere che io abbia.. ehm.. dimenticato.. di.. chiamarli >>
<< Cosa? – chiese sbalordito – E adesso? >> disse alzando lievemente la voce.
Mi guardai intorno sperando che non avessimo attirato attenzione. << Ian risolvo tutto. Ora li chiamo >>. Presi dalla tasca il telefono e dalla borsa la scheda con il credito prepagato.
<< Andrea tra 5 minuti parte il volo e noi dobbiamo sbrigarci >>. Si girò e riprese a camminare. Lo seguii affrettando il passo mentre continuavo a chiamare i miei genitori. Finalmente, dopo vari squilli, qualcuno rispose. Mi misi così d’accordo con mio padre che ci sarebbe venuti a prendere lui per cui gli comunicai verso che ora all’incirca saremmo atterrati. 
Salimmo sull’aereo e prendemmo posto a sedere. Appena vidi dove sarei dovuta stare mi sentii quasi morire. Sentii i battiti del cuore accelerare e alcuni brividi scossero il mio corpo. Una mano si poggiò sulla mia spalla.
<< Ehi, ti senti bene? >> chiese Ian premuroso. Aprii e chiusi la bocca senza dire nulla. Alla fine scossi il capo.
<< Fi-Finestrino.. No >> dissi balbettando.
<< Hai paura dell’aereo? >> alzò un sopracciglio.
<< Ho paura di volare e dell’altezza >>. Avevo una fottuta paura. D’accordo avevo già volato per andare ad Atlanta ma avevo espressamente chiesto di essere messa nei sedili centrali e poi, all’andata, vicino a me c’era un ragazzo che molto gentilmente aveva fatto di tutto per non farmi pensare al volo.
Ian si avvicinò ad una hostess e ci parlò qualche secondo prima di tornare da me.<< Mi ci siedo io, tu siediti al mio posto >>. Gli sorrisi grata.
Quando i motori dell’aereo vennero accesi mi irrigidii. Continuai ad essere rigida anche dopo il decollo e presi a stringere il bracciolo con le mani. All’improvviso sentii un tocco caldo su una di esse. Mi voltai verso di Ian che mi guardava apprensivo.
<< Va tutto bene. Ci sono io con te, ok? >> chiese prendendo ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice prima di lasciarci un bacio. Gli sorrisi e poco a poco presi a rilassarmi.<< Va meglio? >>
<< Si, ora va.. meglio o almeno sto cercando farlo andare meglio >> risposi mordendomi il labbro.
Mi cinse le spalle con il braccio facendomi posare il viso sul suo petto. << Rilassati. Fatti una bella dormita, il viaggio è lungo >> mi baciò la fronte.
<< Non riuscirei a dormire >> gli risposi accoccolandomi meglio contro di lui.

<< Io so come farti rilassare >> disse poco prima di alzarmi il viso e baciarmi. Dovetti ringraziare Ian, la sua bocca perché ebbero su di me un effetto calmante. Scordai dove mi trovavo, chi c’era dentro l’aereo. Scordai persino che qualcuno avrebbe potuto riconoscerci. In quel momento contavamo solo io e lui. Si staccò dalle mie labbra, forse troppo presto per i miei gusti. << Ti sei rilassata, visto? Ora riposa, su >>. Mi risistemai contro di lui e, lasciandomi coccolare da lui e dalla sue carezze sui capelli e sulla schiena, mi addormentai.

Mi mossi leggermente aprendo gli occhi. Mi guardai intorno confusa.
<< Buongiorno o dovrei dire buonasera >> mi sorrise.
Mi stropicciai gli occhi. << Ma che ore sono? >>
Ian alzò il braccio per guardare l’orologio. << Ad Atlanta sarebbero le 13, ci vuole ancora un po’ per arrivare >>
Sbadigliai. << Lo so. All’andata ho passato quasi 12 ore in aereo. – rabbrividii – Quasi 10 ore di viaggio cosa vuoi che siano? >> dissi ironica. “Siamo partiti alle 8.. Sono le 13 circa ad Atlanta quindi..” << Oddio ci mancano ancora cinque ore di viaggio! >> esclamai sconsolata. Ian accanto a me ridacchiò e lo fulminai con lo sguardo.
<< Dai, facciamoci una foto >> disse cacciando il telefono.
<< Ian ti prego mi sono appena svegliata, sono orribile! >> dissi mettendomi le mani sul viso.
<< Dai >> iniziò a farmi il solletico ai fianchi.
<< Ok! Ok! Mi arrendo – ripresi fiato – Facciamoci questa foto >>. Mi strinsi a lui e guardai verso la telecamera. Appena sentii il rumore dello scatto mi rimisi composta.
<< Perché non mi dici qualcosa su tua cugina? Sto andando al suo matrimonio ma non so niente di lei >>
<< Oh, già. Hai ragione. Allora.. – iniziai a pensarci su – Aurora ha 23 anni ed è la figlia del fratello di papà. Siamo molto legate e, sebbene lei viva a Roma ed io dalla parte opposta dell’Italia, ci siamo sempre tenute in contatto e quando una delle due poteva, andava dall’altra. Le voglio un bene assurdo. Lei e Silvia sono le sorelle che non ho avuto >> dissi sorridendo raggiante.
<< E del futuro marito? >>
<< Simone ha 26 anni e conosce Aurora fin da quando erano bambini, un po’ come me e Chris. Sono andati a scuola sempre insieme e, beh, si vedeva chiaramente che tra loro sarebbe nato qualcosa e così è stato. Quando lui le abbia chiesto di sposarlo non lo so. Questi sono i particolari che dovrò farmi dire >>. Ridacchiai.
Continuando a parlare un po’ delle mie cugine e del resto della mia famiglia trascorremmo le rimanenti ore di volo.

“Avvisiamo i gentili passeggeri che tra 10 minuti inizieremo la procedura di atterraggio. Vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza. Grazie”

Alzai il capo sorridendo e mi girai verso Ian. << Siamo arrivati! >>. Mi sporsi verso di lui per vedere fuori dal finestrino. Eccolo lì nella sua maestosità il Colosseo. Ero tornata in Italia, nella mia Italia, dopo un anno. Mi morsi il labbro sentendo gli occhi pizzicare. Alla fine non riuscii più a trattenermi ed una lacrima mi bagnò la guancia. Fu Ian ad asciugarmela. << Scusa, sto reagendo come una bambina ma.. >>
<< Ma ti mancava. – concluse lui – Non devi sentirti una bambina. Questo tuo lato mi piace e mi fa impazzire. Riesco a vedere un po’ di più l’Andrea che sei >> mi sorrise e io di istinto lo abbracciai.
<< Sei importante per me, sappilo >> gli sussurrai al suo orecchio prima di baciargli le labbra.
<< Signori vi diamo il benvenuto a Roma >> esclamò la hostess.
Io ed Ian ci alzammo e scendemmo dall’aereo spostandoci all’interno dell’aeroporto.  Andammo a recuperare le valigie.
<< Dove ci aspettavano i tuoi? >> chiese Ian iniziandosi a guardare intorno.
<< Ehm a dire la verità non lo so >> gli risposi inarcando un sopracciglio. Iniziai a mia volta a guardarmi intorno quando li notai. Mamma era seduta alle sedie mentre papà, in piedi accanto a lei, teneva in mano un cartellone con scritto “Andrea.. Qui” con tanto di freccia. Sperai vivamente che nessuno avesse fatto caso a loro. << Eccoli là >> indicai ad Ian il quale, vedendo mio padre, rise. Iniziammo ad avvicinarci quando dopo pochi secondi alcune urla ci fecero irrigidire. Alcune.. No, decine.. Neanche! Un centinaio di ragazzine urlanti iniziarono a correre verso di noi. Era mezzanotte e mezza in Italia, ma santo Dio, a quest’ora le bambine non dormono? Non hanno scuola la mattina dopo? Fatto sta che ci ritrovammo bloccati.
<< Ian mi fai un autografo? >>
<< Ian posso fare una foto con te? >>
<< Ian posso.. ? >>
Furono 10 minuti di continui Ian di qua, Ian di là. Ero stanca, avevo sonno e tutto ciò mi rendeva nervosa. Stavo per urlar loro contro quando una ragazzina mi picchiettò leggermente su un braccio. Mi girai verso di lei. Aveva si e no 12 anni, con grandi occhi castani. Accanto a lei c’era una signora, probabilmente la madre. << Potrei fare una foto con lei, signorina Belmonti? >> chiese timida.
Sorrisi. Era la prima ragazzina che sentivo dare del Lei. << Certo cucciola. – dissi sorridendole – Tutte quelle che vuoi >>. La bambina sorrise e si girò verso la madre. << Come ti chiami? >>
<< Chiara >>
<< D’accordo, Chiara. Ci facciamo queste foto? >>. Lei annuì e ci mettemmo in posa mentre la madre scattava le foto. << Ora cucciola devo andare >> le diedi un bacio sulla guancia. << Ciao Chiara, buonanotte. Buona notte anche a lei >> dissi rivolta alla madre. Tornai a guardare Ian e lo trovai ancora circondato di fans. Mi avvicinai e mi feci spazio tra loro. << Scusateci ma noi ora siamo stanchi dopo 10 ore di volo. Per cui, ora, noi ce ne andiamo >> dissi prendendo la mano di Ian e tirandolo via da là.
<< Mi piace quando fai la gelosa >> disse dopo che ci allontanammo.
<< Non ti consiglio di farmi ingelosire >> lo minacciai.
Raggiungemmo finalmente i miei genitori e li abbracciai. Non ci fermammo a chiacchierare semplicemente perché io ed Ian non vedevamo l’ora di buttarci su di un letto e dormire. Raggiungemmo l’auto nel parcheggio e caricammo i bagagli salendo, poi, in auto.
<< Come è andato il viaggio? >> chiese mamma in inglese.
<< Sonno! >> risposi solamente mentre mi accoccolavo contro Ian che mi strinse a sé.
<< Bene, anche se questi viaggio intercontinentali sono sempre stancanti >> rispose invece lui.
<< Ora arrivate a casa e vi mettete a letto a riposare. Domani Ian avrà tutto il tempo di conoscere il resto della famiglia >> disse papà.

Dopo un’oretta buona raggiungemmo casa, scaricammo le valige ed entrammo in casa.
<< Wow.. Non tornavo qui da.. troppo tempo >> dissi guardandomi attorno.
<< Beh, Andrea, mostra ad Ian dove dormirete >> disse mia madre.
Stavo per fare un passo quando papà parlò. << Cara, mostra tu dove loro dormiranno. Devo parlare con Andrea >> disse. Mamma lo guardò come per dirgli ‘Quanto sei esagerato’ e poi chiese ad Ian di seguirla gentilmente. Appena salirono al piano superiore,  mi voltai verso mio padre.  << Sarò chiaro e coinciso. Non mi importa da quanto tempo state insieme né se avete fatto sesso o meno – mi irrigidii arrossendo – sotto il mio tetto e per tutta la durata del vostro alloggio, non voglio sentire un rumore, neanche il più singolo e insonoro rumore. Sono stato chiaro? >>. Lo guardai scioccata ma annuii. << Brava figliola. Ed ora – si avvicinò dandomi un bacio sulla fronte – vai a dormire che sei stanca >>.
Annuendo con fare perplesso, salii le scale dove incrociai mia madre. << Tuo marito è pazzo >> esclamai solamente.
<< Alle volte lo credo anche io >> disse sorridendo. << Buona notte cara >>
<< Notte mamma >>.
Entrai finalmente in camera. Non vidi nessuno ma poi dalla porta del bagno uscì Ian avvolto da un telo in vita. Mi guardò confuso. << Tuo padre ha minacciato di uccidermi? >>
<< No >>
<< Menomale >> rispose avvicinandosi al letto e prendendo un cambio. Mi accorsi che aveva svuotato le valige e sistemato i vari indumenti.
<< Ci ha categoricamente vietato di fare sesso in questa casa per tutta la durata della nostra permanenza >>.
Ian si girò verso di me. << Beh, ha detto in questa casa.. Possiamo tranquillamente farlo da altre parti >> mormorò malizioso.
Sorrisi a mia volta. << Ho alcuni posti in mente che.. – mi avvicinai a lui – che come idea non mi dispiace affatto >>. Una volta raggiunto, mi misi sulle punte e lo baciai. << Peccato che se scopre che tu ed io ci diamo comunque alla pazza gioia, sarà il caso che inizi a cercarti un nome da donna >> dissi ridacchiando. << Comunque vado a farmi una doccia >>. Mi diressi in bagno per lavarmi e poi tornai in camera a vestirmi. Mi coricai a letto vicino a lui. << Mi fa piacere che tu sia qui con me >> dissi stringendomi a lui.
<< E a me fa piacere che tu me lo abbia detto >> rispose prima di baciarmi la fronte. << Buonanotte >>
<< Notte >>



Spazio Autrice ( per modo di dire )
Ma buongiorno! Come state? Io ancora malaticcia -.-
Coomunque.. I nostri eroi sono giunti in Italia, anche se ad Andrea tra poco veniva un infarto! Yeeeeeeeah! E sono stati anche sommersi dalle fans, specialmente Ian.. Ad Andrea non è andata giù e ha fatto la gelosa.. Sono tornati in scena i genitori di Andrea.. Sul gruppo ci sono le foto di Aurora, di Simone e dei genitori di Andrea.. Il padre di Andrea ha per giunta dettato legge.. Niente sesso sotto il loro tetto xD Allora.. ora ci saranno altri due o tre capitoli ambientati in Italia.. Questo matrimonio mi ha preso un pò di capitoli xD
Poi..Poi..Poi.. Iniziate a viziarmi.. Due capitoli fa 11 recensioni, lo scorso ne ha avute 10.. Io vi amo follemente *_____________* Grazie Grazie Grazie.. Sono le cose più belle che potessi mai leggere :) Per cui.. Grazie ai lettori silenzioni, a chi recensisce, a chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare, chi mi ha messo tra gli autori preferiti.. In più spero di trovare altre di voi nel gruppo che al momento conto 59 splendide persone! 
Che altri dire? Vi aspetto Venerdì ;)
  
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