La carriera

Uscii dall'ospedale nell'arco di pochissimi giorni ed Edward perse qualche giorno di lavoro pur di starmi a fianco.

Durante quei giorni riuscimmo a conoscerci di più, e ognuno rivelò all'altro ciò che passava nella propria testa, da quando ci eravamo conosciuti.

<< Poi cos'altro? >> domandai curiosa passando una mano sul letto bianco dell'ospedale.

<< Mmm... volevo licenziarti, ma mia sorella ha dato il via a una scommessa.>>sorrise al pensiero guardando un punto lontano oltre alle mie spalle.

<>domandai.

<< Se fossi riuscito a portarti a letto entro tre mesi a partire dalla tua assunzione, Alice avrebbe dovuto accettare un appuntamento con Jasper>>

Ripensai, che ora Alice e Jasper stavano insieme...ma io non ero andata a letto con lui!

Non ancora...sussurrò la vocina perversa dentro di me e arrossii.

<< Ma Alice ora è fidanzata con Jasper e noi due non siamo mai stati a letto insieme... >>sussurrai con la fronte corrucciata.

Mi fissò per un istante e un sorriso furbo nacque spontaneo sul suo viso.

Probabilmente qualcosa brillò nei miei occhi, perché quando capii scoppiò a ridere.

<< Sei un bugiardo! >> esclamai unendomi alla sua risata cristallina.

<< A mali estermi, estremi rimedi >>.

Scossi la testa fingendomi delusa.

La porta si aprì rivelando la figura del Dtt. Grey che aveva seguito il mio caso da quando ero entrata.

<< Buongiorno signorina Swan, come si sente oggi?>> si informò come ogni mattina da quando entrai in ospedale.

<< Meravigliosamente >>risposi portando il mio sguardo a Edward che ricambiò con un sorriso.

<< Bene allora, facciamo gli ultimi controlli, dopodiché potrà andare a casa>>mi sorrise.

Dopo qualche anno in cui salii di livello e di esperienza nel campo del giornalismo, Edward mi chiese di diventare sua socia nell'azienda.

Le segretarie gelose commentavano di quanto potessi essere una poco di buono, da essere riuscita a rigirarsi il capo fino ad ottenere un titolo tanto importante.

Ignorai tranquillamente, le voci gracchianti delle mie ex- colleghe e dopo la mia ultima giornata di lavoro da assistente, proprio mentre stavo per uscire dall'immenso edificio, incontrai Alice.

<< Ah Bella cercavo proprio te!>>urlò con il respiro affannato mentre scendeva le scale.

<< Dimmi Alice, ti serve qualcosa? >> sospirai stanca.

<< In realtà no, ma Edward mi ha chiesto di andare un attimo nel suo ufficio, ha detto che è una cosa importante>>

Alice mi accompagnò all'ufficio di Edward e spalancò la porta.

<< Sorpresa! >> suonarono in coro i miei colleghi.

L'ufficio di Edward, di solito pulito, immacolato e dai colori classici era addobbato da festoni colorati e coriandoli.

Inoltre sulla sua scrivania stavano posate mille delizie sia dolci che salate.

Corsi dall'uomo che amavo, che tanto mi aveva fatto penare, e lo abbracciai, ignorando l'atteggiamento scrupoloso che ero solita usare in ufficio.

Non lo baciai, già giravano troppe voci che sparlavano alle nostre spalle e anche se le ignoravo, non significava che non avrei dovuto evitare di alimentarle.

<< Grazie >> sussurrai.

Iniziarono a girare flùte di champagne e Edward gentilmente, sempre in un flùte, mi porse del succo di pera.

Dopo esser riuscito a zittire il mormorio della folla Edward brindò alla nuova socia seguito dal coro di colleghi.

Ci fu chi lo urlò con entusiasmo, chi sottovoce e chi non lo mormorò proprio, sta di fatto che partì la musica e tutti iniziammo a ballare.

Mi strinsi ad Edward portando le mie mani al suo collo, lui mi strinse a sè circondandomi i fianchi.

<< Allora? Sei felice? >> chiese avvicinandosi al mio orecchio.

<< Sì >> risposi mostrando il mio sorriso migliore.

<< Mi fa strano pensare che non sarai  più complentamente ai miei servizi >> mormorò l'ex capo.

<< Ah sì? Non preferisci sperare che io sia una buona socia? >>

<< So già che sarai una buona socia, la vera domanda è: sarai una buona moglie? >>

Mi colse di sorpresa e il battito cardiaco sparì a mille, ma volevo una richiesta esplicita, quindi continuai utilizzando le regole del suo gioco.

<< E' una proposta? >> domandai con gli occhi lucidi mentre mi perdevo nei suoi occhi.

<< Solo se dirai di si >> rispose usando un tono basso.

Aspettai qualche secondo prima di parlare, abbassando un attimo gli occhi per capire meglio quello che stavo scegliendo per il mio futuro.

Chi diceva di tenere lavoro e vita privata separate?

<< Vuoi la risposta? >> chiesi con una punta di malizia negli occhi.

Annuì.

<<  Baciami >> lo invitai chiudendo gli occhi.

Dopo pochi attimi sentii le sue labbra posarsi sulle mie e strinsi di più la presa sul suo collo per avvicinarmi.

Un applauso generale scoppiò in sottofondo, ma lo sentii lontano, perché in quel momento c'eravamo io e lui.

Le sensazioni che provavo in quei momenti erano impareggiabili con qualsiasi altra cosa.

Non c'erano cose materiali, diritti o doveri.

Eravamo solo io e lui.

Non eravamo il capo e la dipendente, eravamo soltanto Edward e Bella.

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Eccoci qui con l'ultimo capitolo, lo so ho lasciato passare moltissimo tempo dall'ultima volta che ho postato ma davvero non sapevo più come continuare o dove andare a sbattere la testa.

Per chi seguisse ancora questa storia sappiate che avrà ancora un epilogo, quindi non preoccupatevi.

Ho intenzione di modificarla un po', più che altro correggerla, in modo che se qualcuno di voi volesse rileggerla la storia possa essere più piacevole.

Bé come dire spero che via sia piaciuta. Alla prossima.

ubRy.