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Autore: MiaStonk    29/08/2011    18 recensioni
Dimenticate una Victoire Weasley semplicemente perfetta, altezzosa e superba. Dimenticate la ragazza che ammalia col suo sguardo e il suo portamento elegante. Dimenticate la ragazza con un ottavo di sangue Veela. Fate spazio ad una giovane Grifondoro esuberante e chiassosa. Ad un giocatrice di Quidditch in gamba e stravagante. Ad un'amica leale e impicciona, ad una Victoire imperfetta, semplicemente Weasley.
Dal prologo: Ho sangue Veela nelle vene.
Lunghi capelli biondi, chiari come i raggi di una spenta luna.
Occhi di un azzurro pallido, ghiaccio direbbe qualcuno.
Ma i geni Delacour si fermano qui[...]
Non ho un portamento aggraziato, sono goffa e rumorosa.
Non ammalio con il mio sguardo, tutt’al più faccio ridere.
Sono l’orgoglio di mio zio George e la disgrazia di mia madre.
Sono una Weasley, e fiera di esserlo[...]
In ultimo, ma non meno importante, Teddy Lupin mi è completamente indifferente.
No, non sono innamorata di lui come in molti sperano.
Nemmeno lo odio come si vocifera.
A stento so che esiste, a stento ci rivolgiamo la parola.
Io vivo nel mio mondo fatto di caos e allegria.
Lui vive nel suo, fatto di ordine e noia.
Io e lui, opposti che non si attraggono.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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                                                                                                               19



19. Risate incontrollate, l’addio all’uomo di latta e il nostro futuro insieme

 

<<  Chiscià pesciè è sciessca coscì prescio >>

<< Non credo abbia dormito molto questa notte. Si agitava continuamente nel sonno… probabilmente è preoccupata per l’incontro con Al di oggi pomeriggio >>

<< Scì, cresco di scì >>

 

Sputo nel lavabo i resti di dentifricio che ancora occupavano la mia bocca, risciacquo veloce le labbra e al contempo cerco di infilarmi calze e scarpe. Esco dal bagno, afferrando coi denti il laccetto che ho al polso e nel frattempo alzando i capelli in una coda alta: lo passo tra le dita per legare le ciocche bionde alla peggio che posso. Nemmeno fisso la mia immagine allo specchio, così sicuramente trasandata, mi affianco a Marie pronta per la colazione.

 

Riscendiamo frettolosamente le scale e a metà di esse, incrociamo lo sguardo dei ragazzi che proprio in questo momento lasciano il dormitorio maschile. Dylan afferra Marie per un polso, attirandola a sé e baciandola con impeto: naturalmente lei non oppone la minima resistenza. Sorridente, mi avvicino a Teddy, strizzandogli l’occhio.

 

<< Hai un po’ di dentifricio… proprio qui >>

 

Con le dita sfiora l’angolo della mia bocca, posandovi poi la sua. Sorrido contro le sue labbra, buttandogli le braccia al collo e baciandolo. Chiaro è lo sbuffo spazientito di Al, circondato da coppie che amoreggiano spudoratamente. 

 

<< Potrei vomitare, vi avverto >>

Si sta già incamminando fuori, quando mi allontano da Teddy e insieme ci affianchiamo a lui.

<< Dov’è Yvonne? >>

<< Sarà già in Sala Grande >>

 

Annuisce distrattamente, marciando in silenzio. Con la coda dell’occhio osservo la sua espressione concentrata: ha la fronte corrucciata e le labbra strette in una linea sottile. Sembra totalmente immerso nelle sue congetture, quindi mi rivolgo a Teddy e con un cenno del capo indico Al, ora dinanzi a noi. Marie e Dylan continuano a sbaciucchiarsi qualche metro indietro.

 

<< E’ nervoso, sai per il duello... >>

<< Oh, ci credo che lo è… ma non è l’unico >>

<< Anche Yvonne? >>

<< Naturale! Si atteggiano a maestri dell’indifferenza quando è chiaro che entrambi se la fanno sotto >>

<< Guardate che non sono ancora diventato sordo! >>

 

Procediamo ancora: io ridacchio non tanto sommessamente, Teddy lancia occhiate preoccupate all’amico ed Al continua a borbottare qualcosa, rapidamente precipitato nel suo solito umore nero. In Sala Grande, raggiungiamo Yvonne: è seduta ai soliti posti, la testa immersa nella Gazzetta del Profeta, e in mano una tazza di caffè sicuramente bollente e amaro.

 

<< MacDonald! >>

 

Sobbalza, rovesciando metà della bevanda sulla propria divisa e strillando per la sorpresa e probabilmente per il dolore causato dal liquido rovente. Mi lancia un’occhiataccia, arricciando le labbra in una smorfia contrariata.

 

<< Gratta e netta >>

Al la ripulisce con un colpo di bacchetta, sedendosi accanto a lei. Io e Teddy prendiamo posto di fronte a loro e le due sanguisughe al mio fianco.

<< Grazie >>

 

Yvonne mugugna qualcosa, accartocciando la Gazzetta e allontanando la tazza da sé: probabilmente non vorrà ripetere l’esperienza di poco fa, visti i nervi a fior di pelle. Intanto che mi fiondo sui miei pancakes, gentilmente offerti dalla mia personalissima e adorabilissima Fata Turchina, osservo entrambi i duellanti di sottecchi.

 

I segni del loro nervosismo sono evidenti: Al fa solo finta di mangiare, spulciando il cibo nel suo piatto, grattandolo distrattamente con la forchetta. Yvy fissa la superficie del tavolo con aria assorta, ma sono certa che non sta contando le crepe nel legno. Ha profonde occhiaie e l’aria stanca.

 

E con mio sommo raccapriccio, l’attimo dopo Perrow si siede accanto a lei, salutandoci tutti con il suo sorriso da troppi denti. Fingo un conato di vomito, ma il disgusto è così profondo che sto per vomitare sul serio: Teddy si affretta a farmi aria con un tovagliolo di carta e sento gli altri tirare un sospiro di sollievo.

 

<< Così oggi è il grande giorno, vero? >>

<< Perrow perché non vai a pascolare con gli ippogrifi? >>

 

Teddy mi lancia un’occhiata ammonitrice ed io, memore dei vecchi trascorsi, decido di tapparmi la bocca. Rialzo appena lo sguardo su Yvonne, che però sembra quasi non aver udito la mia replica, ancora intenta a scrutare la superficie lignea del tavolo. Al si agita sulla panca: di certo anche lui sta trattenendosi dall’affatturare l’atipico Grifondoro, che non sembra voler demordere.

 

<< Insomma, spero che tu, Al… >>

<< Shacklebolt per te >>

Perrow non fa una piega al tono seccato di Alastor e annuisce appena.

<< Dicevo… spero che tu, Shacklebolt,ti comporterai da perfetto gentiluomo >>

 

Nessuno sembra voler controbattere alla sua affermazione e intanto l’aria intorno a noi inizia a  farsi pesante. Con la coda dell’occhio osservo Marie al mio fianco e lo stesso fa Dylan: non sembra irrequieta, ma tremendamente in allerta.

 

<< O la smania di vincere è così forte da ignorare il fatto che duellerai con la ragazza di cui sei innamorato? >>

 

Yvonne sussulta appena, incapace di rialzare lo sguardo ed io boccheggio, fissando truce il ragazzo di fronte a me. Al serra la mascella, stringendo forte la forchetta, ma ancora non sembra voler replicare.

 

<< Se così fosse, ammetto che non ne sarei sorpreso. E sono pronto a giurare che la stessa Yvonne si aspetta il peggio da questo incontro. Chissà… magari sarà un buona prova, un’occasione per mettere definitivamente un punto a questo rapporto corrosivo >>

 

Fino a questo momento, il duello tra loro due mi è sempre apparso come un semplice scontro. Ma comprendo, adesso, che è molto di più per loro. Perrow non ha propriamente torto: quale sia l’esito, è possibile che ne dipenda la loro relazione. Ovvio che siano entrambi angosciati e terribilmente inquieti. Loro che per ora vivono in un limbo di incertezza, stanno per mettere alla prova loro stessi e i propri sentimenti.

 

<< Se fossi in te… >>

<< Ma non lo sei ! >>

 

Al batte un pugno sul tavolo, facendo voltare più di un Grifondoro e trasalire noi che gli siamo vicini. Yvonne finalmente rialza il capo, fissandolo spaventata. Le labbra di Perrow si arricciano appena in un ghigno malcelato: ha raggiunto il suo obbiettivo, far innervosire Alastor più di quanto non lo sia già.

 

<< Quello che c’è tra me ed Yvonne non è affar tuo e se ancora il concetto non ti è chiaro, te lo ripeto: stai alla larga da noi >>

<< Vuoi costringere Yvonne a piantarmi, proprio come la Summers ha fatto con questo rammollito? >>

 

Dylan digrigna i denti, pronto a scattare e probabilmente infilzarlo con il cucchiaino che ha in mano, che non sembra un’orma adatta allo scopo. Marie posa una mano sul suo braccio, impedendogli di rendersi ridicolo. Incrocio lo sguardo di Yvonne, talmente pallida che ho paura possa svenirmi sul tavolo. Ma prima che sia Al a replicare, è lei che si volta verso Perrow, afferrandolo per la collottola.

 

<< Mi hai stancato Vinz, la mia sopportazione è giunta al limite. D’ora in poi ti consiglio di non rivolgere più la parola a me o ai miei amici, perché se ti pesco ad insultare ancora uno di loro, giuro su mia madre che ti infilo il cucchiaino di Dylan su per il culo! >>

<< Ti rendi conto che ti stanno plagiando? Che Shaklebolt ti sta usando? >>

<< Il mio rapporto con Al non è affar tuo, io non sono più affar tuo! >>

<< Voglio solo proteggerti! >>

Yvonne lo molla, strattonandolo e lasciandosi andare ad una risata isterica.

<< Proteggermi? Dalle persone che mi amano? >>

<< Loro non… Lui non ti… >>

<< Se lui non… o lui mi… lo saprò da sola! >>

<< Non capisci che… >>

 

Perrow continua a muovere le labbra, ma senza emettere suono. Ci guarda no ad uno, spaesato e agitando le mani, toccandosi le labbra con gesti convulsi, proprio mentre Teddy riposa la bacchetta nella sua tasca, guardandolo.

 

<< Hai annoiato anche me e credimi, il mio limite di sopportazione è ben più alto di quello dei presenti: Victoire è la mia fidanzata e dovrei aver detto tutto. La tua voce mi irrita, così come le tue azioni. Ora, cortesemente, alzati, prendi le tue cose e vattene da qui. Inoltre, se vengo a sapere che ti sei trovato a meno di tre metri da qualcuno di loro, scoprirai cosa vuol dire far arrabbiare uno come me e credimi, non ti auguro di essere nei paraggi se questo dovesse accadere. Ah, sei in punizione per i tutti i sabato, per… due mesi? >>

 

Sgrano gli occhi, e come me il resto degli occupanti della tavolata: inutile dire che Perrow è terrorizzato. Non sono le minacce di Teddy ad aver sortito l’effetto sperato, ma l’inquietante modo in cui ha pronunciato quelle parole: col sorriso sulle labbra e una calma decisamente spaventosa. Gli sorride ancora e poi riprende a mangiare le sue uova, come se niente fosse.

 

<< Ah, e sei fuori dalla mia squadra, bello! >>

 

Dylan gli lancia il citato cucchiaino, continuando ad urlargli contro mentre lui se la fila via. Io continuo a fissare Teddy incredula, quando accade qualcosa che maggiormente mi lascia spiazzata:  Alastor inizia a ridere -a ridere- , tanto forte da accasciarsi sul tavolo e stringere le mani sullo stomaco.

 

Teddy sorride ancora, scuotendo il capo; Dylan è bloccato in una strana posizione: stava sedendosi, dopo aver inveito contro il fuggitivo e ora fissa Shacklebolt come se fosse pazzo, ancora immobile; Marie, sbatte furiosamente le palpebre mentre Yvonne sembra pietrificata, ma il suo viso sembra aver ripreso un colorito umano.

 

Ed io… inizio a ridere con Al, forte come lui, contagiata dalla sua ilarità e ancora incredula per quanto è appena accaduto, nel giro di pochi minuti. L’attimo dopo, tutti noi stiamo ridendo della grossa, beccandoci le occhiate perplesse e sconcertate della maggior parte degli studenti, anche di quelli seduti lontano da noi. Persino i professori sembrano guardarci con apprensione.

 

E l’ultimo mio pensiero, prima di abbandonare la colazione e la Sala Grande, è che la risata di Al è davvero bella, oltre ad essere terribilmente contagiosa.

 

                                                                     ***

 

<< Devi solo rilassarti: respira e… com’era? >>

<< Era espira Weasley, espira… a meno che non tu non voglia farle rischiare il soffocamento >>

<< Certo che no, stavo solo… Marie, fa stare zitto il tuo ragazzo! Mi deconcentra >>

<< Non che ci voglia tanto… >>

<< Marie! >>

<< Oh, Merlino… Dylan, ti prego non infierire >>

<< Interferire in cosa? Nel tentativo di Vicky di uccidere Yvonne? >>

<< Oh, tappati la bocca! >>

<< Tappatela tu! >>

<< Perché non ve la tappate tutti quanti? >>

 

Yvonne si volta verso di noi, infuriata come una banshee, fissandoci ad uno ad uno con sguardo truce. Io e Wood, lievemente terrorizzati, ci limitiamo ad annuire come due automi e sorridere nervosamente. Lei ci scruta con sospetto per qualche altro secondo, prima di riprendere a marciare verso la Sala adibita ai duelli. La seguiamo, stavolta in silenzio, ma sgomitandoci l’un l’altro.

 

La stanza appare ancora più piccola: credo ci sia tutta la casa Grifondoro e non solo; nessuno sembra volersi perdere il duello su cui, negli ultimi giorni, si è vociferato tanto. Del resto tutti sanno che Yvonne è innamorata di Al da sempre e vorranno certamente ficcanasare.

 

Ci avviciniamo a Teddy e Shacklebolt, in piedi a pochi passi dalla pedana. Il primo ci sorride con dolcezza, Al invece sembra aver ingoiato un rospo intero: ha anche qualche sfumatura di verde nel colorito del volto funereo.

 

<< Ciao >>

Al saluto di Yvy, risponde con un cenno del capo, per poi allontanarsi verso la pedana.

<< Cominciamo bene >>

<< Buona fortuna, Yvonne >>

<< Grazie Teddy >>

<< Oh, si! Buona for… >>

<< No, tu porti sfiga Vicky! >>

<< Cosa? Non è vero? Teddy io porto sfiga? >>

<< N-no… >>

 

Yvonne ridacchia, strizzandomi l’occhio e seguendo Al. Non è divertente essere la sua valvola di sfogo e prendermi in giro, non la tranquillizzerà di certo. O forse si? Mi sento tanto la scema del gruppo; figo!

 

Ci avviciniamo anche noi alla pedana, così vicini che una fattura potrebbe tranquillamente colpirci. Ascoltiamo McMillian fare le solite inutili premesse, e dare il via al duello. Al ed Yvy si inchinano, continuando a mantenere il contatto visivo. Lei è tesissima: posso vedere da qui la mano che stringe la bacchetta, tremare; tuttavia lui non sembra in condizioni migliori.

 

I minuti passano, ma nessuno dei due sembra voler fare la prima mossa. Scambio uno sguardo perplesso con Teddy e nei suoi occhi posso scorgere la mia stessa apprensione. Marie, accanto a me sta mangiando tutte le sue unghie, cosa incredibile perché ha sempre odiato farlo; Dylan, accigliato, ha lo sguardo puntato sui duellanti, tanto concentrato che non sbatte nemmeno le palpebre. E poi la voce di Al interrompe la tensione scesa su di noi.

 

<< Non ci riesco, non posso attaccarti >>

Stringe la bacchetta con quanta forza possiede, vedo le nocche della sua mano sbiancare.

<< Non posso farlo quando l’unico mio desiderio è quello di proteggerti da tutto, da ogni cosa che possa nuocerti. E l’ho capito quel lontano giorno, in quell’angusto ripostiglio, quando ho visto per la prima volta chi era la vera Yvonne. Ma seppur avevi aperto una crepa consistente nel mio corpo di latta… >>

Mi lancia un’occhiata, ed io sventolo la mano sorridendo.

<< Non ero ancora pronto a… ad accettare quel piccolo cuore foderato di seta che solo tu potevi darmi. Ero convinto che fosse più facile, per me, restare solo perché quando impari cos’è l’amore e non lo hai… potresti morirne. Ma quell’ amore, io ce l’ho: perché dopo anni tu continui a donarmelo, nonostante l’indifferenza, e il disprezzo che ti ho riversato addosso. E non so se riuscirò ad amarti nel modo in cui tu vuoi che io lo faccia, perché rimango sempre io… e so che non sono perfetto. Ma sono certo che continuerò a volerti con tutto me stesso, perché tu Yvonne, sei ovunque io guardi, da sempre… ma soprattutto sei qui dentro >>

 

Si tocca il petto, rifacendo scivolare il braccio lungo il fianco. Nell’intera sala è calato un silenzio palpabile, persino McMillian fissa Shacklebolt con aria imbambolata e al tempo stesso ammirata. E noi quattro, noi che abbiamo seguito la loro storia dall’inizio, che abbiamo riso dello strambo corteggiamento di Yvy e delle seccate reazioni di Al, non possiamo evitare di sorridere come deficienti.

 

E solo ora mi accorgo delle lacrime che bagnano le guance della mia migliore amica, lacrime che sanno di gioia e amore. Lascia cadere la bacchetta e nello stesso momento in cui fa un passo in avanti, Al la raggiunge, afferrandole il volto tra le mani e baciandola con impeto.

 

Grida di ammirazione e incitamento si levano da ogni angolo della Sala; dopo un primo istante di stordimento, ora tutti applaudono felici. E voltandomi, i miei occhi si posano su qualcuno accanto alla porta: braccia incrociate e sguardo basso, è seminascosto dagli altri e da una colonna, ma lo riconosco ugualmente, è Perrow. Non mi sorprende che lui sia qui, ciò che mi lascia perplessa è che stia sorridendo e non nel solito modo inquietante e irritante, ma con dolcezza. E una strana morsa stringe il mio stomaco quando i nostri sguardi si incrociano: è spontaneo per me sorridergli a mia volta, senza sarcasmo o odio e lui alza la mano, non mutando la sua espressione.

 

Poi va via, e tutto ad un tratto capisco perchè Dylan e Yvonne gli hanno voluto bene: ha un modo tutto suo per dare una mano, probabilmente combina più casini che altro, ma non è cattivo e credo che  la felicità dei suoi vecchi amici, gli stia davvero a cuore. In un certo senso siamo simili io e lui ed è in questo momento che mi riprometto di parlargli, un giorno o l’altro.

 

Le urla di Dylan e le sue incitazioni decisamente volgari, mi riportano alla realtà. Mi volto, andando incontro ai miei amici e sorridendo nel vedere i loro volti radiosi. Li abbraccio uno ad uno, soffermandomi più a lungo a stritolare Al che, assurdamente, non cerca di svincolarsi. Gli sorrido ancora, sussurrando al suo orecchio.

 

<< Eh, si… l’uomo di latta non esiste più >>

 

                                                                        ***

 

Marzò è volato, così come aprile: alla fine dell’incontro più assurdo e al contempo meraviglioso a cui Hogwarts abbia mai assistito, il vincitore proclamato fu Al. Yvonne avava lasciato andare la sua bacchetta prima di lui e sebbene non avessero lottato, McMillian dovette appigliarsi a quel cavillo. L’incontro successivo, di conseguenza, aveva visto me e Shacklebolt avversari: fu probabilmente il meno strano e il più avvincente, e con mio rammarico, mi vide sconfitta.

 

Al era il campione di Grifondoro e senza difficoltà riuscì a diventare anche quello di Hogwarts. Ma non c’era tempo per gongolare perché nei giorni successivi fummo inghiottiti dallo studio per i G.U.F.O e per i M.AG.O. L’agitazione, l’ansia e le crisi nevrasteniche ci fecero compagnia fino alla fine di maggio.

 

                                                                      

 

<< Non eri a studiare con Yvonne? >>

<< Ha detto che mi avrebbe fatto ingoiare il mio libro di incantesimi se non mi levavo dai piedi >>

<< Comprensibile >>

 

Ridacchio, sprofondando nel divano rosso e malandato, accanto a Teddy. Poggio la testa sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi e beandomi dei pochi istanti di tranquillità che posso concedermi. Mi stringe a sé, posando un bacio tra i miei capelli.

 

<< Sei stranamente silenziosa >>

<< Pensavo >>

<< Ah, si? >>

Gli do una gomitata, nemmeno tanto delicata e lui ride, divertito.

<< A cosa? >>

<< Al fatto che l’anno prossimo non sarai con me, così come non ci saranno Dylan ed Al >>

Annuisce, sovrappensiero e intanto mi stringe un po’ di più. Rialzo lo sguardo, fissandolo.

<< Non nego che sarà difficile, starti lontano è difficile, ma non sono preoccupato. So quello che provo e non cambierà: il nostro futuro è insieme, Victoire e questa è l’unica cosa di cui sono sempre stato convinto >>

<< Mh, si. Infondo sono stata una brava fidanzata, no? Non ti ho nemmeno lanciato fatture nell’ultimo mese! >>

 

Ride, scompigliandomi i capelli e abbracciandomi. E poi le sue labbra sfiorano le mie, baciandomi con la stessa dolcezza che sempre mi riserva. Di tante cose ho avuto paura, e mille dubbi hanno sempre accompagnato il mio riavvicinamento a Teddy: ma niente di tutto questo alberga ancora in me. So che lui è l’unico, perché nessun altro riuscirebbe a farmi sentire nel medesimo modo, perché nessun altro sarebbe stato al mio fianco per un intera vita, senza essere spaventato dal continuare a farlo.

 

Ed io sono esuberante, goffa e rumorosa; lui è tranquillo, introverso e affabile: due opposti, due persone che apparentemente niente hanno in comune. Eppure, qualsiasi sia il suo carattere od il mio, di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, so che esse sono identiche. So che si incastrano alla perfezione, so che si riconoscono come gemelle.

 

Il mio mondo di caos e allegria ed il suo di ordine e noia, si sono uniti e Merlino e Morgana mi fulminino, se ho intenzione di cambiare le cose.

 

<< Ti amo >>

Sgrana appena gli occhi, sorpreso. Poi sorride ed il mio cuore si scioglie.

<< Non me l’avevi mai detto >>

<< Lo so, non ne sono mai stata sicura come adesso >>

 

E ancora le sue braccia mi accolgono, ancora la sua bocca cerca la mia, in un gioco di carezze e sguardi che riempie la mia vita e la sua.

 

<< Giuro su chiunque tu voglia che questa è l’ultima volta che ti do una mano in pozioni, Dylan! Sei anche peggio di Yvonne! >>

<< Ehi, questa è un’offesa bell’e buona! >>

 

Mi volto, quando le voci di Al e Wood, appena apparsi dal buco del ritratto, giungono al mio orecchio. Marie sospira, ridacchiando e sedendosi accanto a me, subito seguita dal suo imbronciato ragazzo che si accascia ai suoi piedi, lasciandosi carezzare i capelli. Shacklebolt occupa una poltrona poco distante, guardandosi intorno.

 

<< Dov’è Yvonne? >>

<< A ficcare libri nella gola degli studenti >>

 

Mi fissa allibito, spostando lo sguardo su Teddy che fa un breve cenno col capo: sarà il loro linguaggio in codice per dirsi di lasciar correre le mie boiate. E prima che possa replicare, la MacDonald riscende le scale del dormitorio femminile, buttandosi letteralmente addosso  al suo uomo, e posandogli la testa nell’incavo del collo.

 

<< Sono stanca di spulciare libri e di far esplodere calderoni! Ma quando finirà? >>

<< Tra poco, non lamentarti >>

<< Non mi lamento! >>

 

Ora che quei due stanno insieme, verrebbe da pensare che le cose tra loro siano diverse, eppure si comportano nello stesso identico modo in cui facevano prima, salvo slanci di affetto da parte del vecchio uomo di latta.

 

<< Cosa farete quest’estate, prima di tuffarvi nel mondo degli adulti? >>

<< Io e Marie faremo un bel viaggetto, la porterò ovunque voglia >>

<< Come mai è così accondiscendente? >>

<< Gli ho promesso che lo accompagnerò alla Coppa del Mondo di Quidditch >>

<< Ahh, ecco! E voi? >>

<< Conoscerò i miei suoceri ! >>

<< E’ inquietante che tu li chiami a quel modo >>

<< E come dovrei chiamarli? Sono i tuoi genitori, ergo i miei suoceri. Dovrò essere perfetta, comprerò un vestito bellissimo per l’occasione, niente jeans rattoppati o scarpe logore e sarò, sarò.. >>

<< Ti adoreranno se sarai te stessa, quante volte te lo devo ripetere? >>

Ci pensa su per qualche istante, rimanendo in silenzio, poi aggiunge:

<< Oddio, proprio te stessa, no… >>

 

Yvonne gli molla un ceffone dietro la nuca e lui ride, baciandola l’attimo dopo. E io penso che è ancora strano sentire la sua risata, anche dopo mesi, eppure è qualcosa a cui voglio assolutamente abituarmi.

 

<< E tu e Teddy? >>

Mi volto verso Dylan, assumendo un’aria pensierosa e poi scrollando le spalle.

<< Diremo alla nostra famiglia che stiamo insieme, ancora nessuno lo sa >>

E ridendo dell’espressione terrorizzata, ma al contempo felice di Teddy, non posso fare a meno di sentire il cuore battere forte. Dirlo alle persone che amo, renderà tutto ancora più vero e si, dopo inizieremo il nostro futuro insieme: tutti insieme.

 

                                                                      ***

 

L’unico modo per scrollarsi di dosso il nervosismo e la stanchezza degli esami, è rifugiarsi alla Tana: piena di bambinetti urlanti, di cure eccessive e soprattutto di amore. Col caos che qui regna, è impossibile preoccuparsi dei risultati degli esami, sebbene Marie, Dylan e Al non fanno che parlarne.

 

Prima di separarci, abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno insieme, e la Tana è il posto ideale per accogliere tante persone: questa è la teoria ufficiale, quella ufficiosa è che quel fifone di Teddy voleva un supporto morale e si, anche fisico, nel caso in cui papà o zio George l’avessero affatturato in seguito alla sconcertante rivelazione che solo ieri abbiamo confessato.

 

Le reazioni di tutti sono state più che positive: la mia maman è, elegantemente, esplosa di gioia, asserendo che Teddy fosse un buon partito e anche bello, il che non guastava; Zio George ha dato pacche sulle spalle a Lupin, tanto forti da fargli rischiare il soffocamento; le mie zie, al completo, hanno affermato con convinzione che lo sospettavano già da un po’ e zia Hermione ha precisato che nulla c’entra l’occhio interiore; a zio Ron invece, ci sono voluti diversi minuti per capire cosa stesse succedendo.

 

Il difficile è stato far riemergere il mio papà dallo stato di trance in cui era caduto: ha stretto la mano a Teddy, con energia aggiungerei, solo dopo avergli assicurato che non cambia nulla, che sono sempre il suo piccolo maiale obeso, la sua piccola lupacchiotta.

 

E tirando le somme, ora, seduta sulle scale del cortile della Tana, posso affermare con convinzione che questo, per Vicky Weasley, è stato un anno niente male. Ho riscoperto me stessa, ho appurato che Teddy non è il male puro, ma l’uomo della mia vita e che Al sa essere decisamente umano. Naturalmente rimangono vive le mie idee sul fatto che Dylan sia un perfetto imbecille e che Yvy e Marie siano le migliori amiche che possa desiderare.

 

E dopo aver scovato l’amore, l’amicizia, so di essere felice. So che il futuro non mi spaventa, perché non sono sola, perché resteranno con me, sempre.

 

Li osservo ad uno ad uno, rincorrersi sul prato: Teddy ed Al cercando di fuggire alle grinfie di Yvonne e Wood mentre Marie ride a crepapelle, facendo risuonare la sua risata ovunque. E poi si voltano verso di me, incitandomi a raggiungerli: non me lo faccio ripetere due volte e corro da loro, dalle persone che hanno riempito la mia vita ed il mio cuore. Ma soprattutto balzo addosso a Dylan, facendolo spiattellare a terra ed io con lui.

 

<< Weasley, maledizione! Sei la mia rovina! >>

 

 

 

 

Come ho detto precedentemente, questo è l’ultimo capitolo prima dell’epilogo. Non vogliatemene, ma cos’altro c’era da aggiungere?! Tutti, ma proprio tutti hanno avuto il loro lieto fine ed è questo che conta, no?! Mancheranno anche a me, ma… li ritroverete! ;D

Vi ringrazio per le recensioni del capitolo scorso: non so se riuscirò a rispondere, ma sappiate che le ho lette e le ho adorate! xD

AH, ho voluto inserire una foto ‘diversa’! Spero vi piaccia! xD

Vi abbraccio, tesori miei! <3

 

 

 

 

 

 

 

 


   
 
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